gino paoli elodie

“LA MIA POLEMICA CON LE CANTANTI CHE MOSTRANO IL CULO E CON ELODIE? NON SAPEVO CHI FOSSE. POI MIA MOGLIE MI HA MOSTRATO UNA SUA FOTO. È UNA BELLA DONNA” – QUEL VECCHIO TRIVELLONE DI GINO PAOLI APRE IL BAULE DEI RICORDI IN UNA INTERVISTA CON ALDO CAZZULLO – “IL CIELO IN UNA STANZA”? ERA LA STANZA DI UN BORDELLO. EBBI UN AMORETTO CON UNA PUTTANA. E IL MOMENTO IN CUI SUONA L’ARMONICA È QUELLO DELL’ORGASMO” - LO SPARO AL CUORE (“AVEVO TUTTO, IL SUCCESSO, LE DONNE, E NON SENTIVO PIÙ NULLA. VOLEVO VEDERE COSA C’ERA DALL’ALTRA PARTE”), LA MORTE DEL FIGLIO GIOVANNI CHE “NON HO ANCORA SUPERATO” E IL SEGRETO PER ARRIVARE A 90 ANNI IN FORMA: "CON LO STILE DI VITA PIÙ MALSANO POSSIBILE, FUMANDO PER DECENNI DUE PACCHETTI DI SIGARETTE E BEVENDO UNA BOTTIGLIA DI WHISKY AL GIORNO. IL MIO MEDICO MI VUOLE RIGARE LA MACCHINA” – VIDEO

 

Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera - Estratti 

 

gino paoli

Gino Paoli va per i novantuno. Sua suocera Leda, che ha due anni più di lui ed è di Modena, ha preparato le tagliatelle. A tavola ci sono la moglie, Paola, e la figlia che Gino ha avuto da Stefania Sandrelli, Amanda. Padre e figlia hanno gli stessi occhi.

 

«Tutte le volte che andavo da Maurizio Costanzo — racconta lei —, scoppiava a ridere. Poi diceva: “Non ti offendere Amanda, ma quando ti guardo mi sembra di vedere Gino Paoli con la parrucca”». «Costanzo era un uomo intelligentissimo — ricorda lui —. Dopo lo scandalo della P2, era finito in una piccola radio romana. Mi invitò. Andai, perché è nel momento della disgrazia che si rivelano gli amici. Non l’ha mai dimenticato. Da allora Maurizio per me c’è sempre stato».

 

Il discorso cade sui grandi attori che Paoli ha conosciuto: Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Dario Fo. Tutti accomunati dal fatto di essere andati a Salò. Perché? «Perché erano idealisti. Il fascismo è stato anche un ideale. Come lo è stato l’anarchia. Non possiamo accanirci contro vent’anni di storia italiana; perché Mussolini è nella storia italiana. Il Duce era capace, furbo: sapeva che gli italiani amavano identificarsi con gli eroi. Tutti eroi; o tutti cantautori». 

 

Gino Paoli, lei è un capostipite. Il primo cantautore italiano. 

ornella vanoni e gino paoli

«No. Il primo è stato Domenico Modugno.  Vecchio frac ha aperto la strada a un certo tipo di canzone. Prima c’erano i papaveri e le papere. Lui dimostrò che la canzone poteva raccontare una storia». 

 

Dove si erano conosciuti i suoi genitori? 

«Al circolo ufficiali di Monfalcone. Papà comandava i sommergibili, e poi le navi. Quando vide Pippo, il ricognitore inglese, fotografare il porto di Taranto, spostò la Littorio nel mare interno, e la salvò dal terribile bombardamento del novembre 1940. Era convinto che una parte della Marina, compreso qualche ammiraglio, fosse in collegamento con gli inglesi. Alla fine della guerra, una parte della famiglia di mia madre finì nelle foibe». 

 

Lei però è un uomo di sinistra. 

«Consapevole delle pagine nere della Resistenza. Quando i partigiani aprirono le carceri, uscirono anche i criminali. Ci furono vendette private e delitti. A Genova, la mia maestra fu additata come collaborazionista: le raparono i capelli, la portarono in giro con il cappio al collo, poi le spararono in testa e la gettarono nel laghetto di Villa Doria». 

 

(…) 

Nonno Gino arrivò con l’ascia. Quelli, spaventatissimi, chiarirono che non volevano fare del male a nessuno: avevano visto i peperoncini appesi a essiccare, e avrebbero gradito qualcosa per insaporire il rancio. Avevano di tutto, ma solo in scatola». 

 

PAOLI E CHIARI - MEME BY SHILIPOTI

Gli americani portarono il jazz. 

«Poi cominciai ad ascoltare i francesi: Brel, Brassens. A differenza che in Italia, in Francia la canzone è l’espressione musicale per eccellenza, da Villon agli chansonniers, dai trovatori alle canzoni di protesta contro la guerra d’Algeria: come Les déserteurs di Marcel Mouloudji, che il generale De Gaulle avrebbe volentieri fatto impiccare». 

 

La sua prima canzone di successo è del 1959: La gatta. È esistita davvero? 

«Certo. Si chiamava Ciacola. Era furbissima. Siccome si sporgeva dalla finestra vicino al mare, una volta cadde di sotto, e si ferì a una zampa. Guarì subito, ma quando combinava i suoi disastri e mi accadeva di rimproverarla, Ciacola faceva gli occhioni e sollevava la zampa a mezz’aria, come se fosse ancora ferita. Irresistibile». 

 

E lei divenne un cantautore. 

«A dire il vero facevo il pittore. I quadri che vede alle pareti sono quasi tutti miei. Per campare ho fatto un po’ ogni mestiere: facchino, scaricatore, grafico. Nel luglio 1960 ero con i ragazzi dalle magliette a strisce». 

 

La rivolta di Genova contro il congresso del Msi, gli scontri tra i camalli e la Celere, la caduta del governo Tambroni. 

meme elodie gino paoli 6

«La città insorse quando si seppe che stava tornando Basile, l’uomo di Salò che aveva preparato le liste dei deportati in Germania. Sul giornale uscì una foto in cui avevo sotto il braccio la testa di un poliziotto. Dovetti fuggire per evitare l’ira di mio padre». 

Il 1960 è l’anno del Cielo in una stanza. Una canzone che ha 65 anni e pare scritta ieri. 

 

Davvero era la stanza di un bordello? 

«Sì. Ebbi un amoretto con una puttana...». 

 

Guardi che la criticheranno. 

«Se voleva intervistare un artista politicamente corretto, doveva andare da qualcun altro». 

 

Racconti. 

«Insomma, mi ero innamorato. Capita». 

 

Come si chiamava? 

«Non lo so. Non me lo ricordo. Ricordo che era molto carina. Mi piaceva proprio tanto, e io piacevo a lei. Andai in quella stanza due, tre, quattro volte. Fino a quando non finii i soldi. Dovevo inventarmi qualcosa per rivederla». 

gino giovanni paoli

 

Cosa? 

«Rubai i libri a mio padre. Una vecchia enciclopedia, che rivendetti. Per fortuna non se ne accorse. Con il ricavato ripresi a frequentare la mia amata. Fino all’esaurimento delle possibilità. Così le dissi: questa è l’ultima volta che ci vediamo». 

 

E lei? 

«Mi rispose: “Ma no! Vieni lo stesso!”. Così andavo a prenderla al mattino, quando non lavorava. E giravamo come due fidanzati. Alla fine arrivò il momento della decisione». 

 

Quale decisione? 

«Lei doveva lasciare Genova. Le puttane non erano fisse in un posto; dopo un mese, a volte solo quindici giorni, partivano. Era una rotazione continua: bolognesi, napoletane, siciliane, baresi... Lei mi chiese di seguirla: “Vieni via con me”. Io ci pensai seriamente. 

Ebbi grossi dubbi. Poi prevalse il senso del dovere: “Mi dispiace tantissimo, ma debbo dirti di no”. Non l’ho mai rivista». 

 

Quindi quella prostituta non ha mai saputo di aver ispirato Il cielo in una stanza? 

«Non l’ha mai saputo». 

 

Gli «alberi infiniti» sono un’eco di Leopardi? 

«Chi? No, per me il poeta più importante è Caproni». 

meme elodie gino paoli 4

 

La stanza era davvero viola? 

«Sì. Nei bordelli di lusso le pareti e i soffitti erano coperti di specchi. In quelli più popolari erano dipinti di viola o altri colori impossibili». 

 

Ma nel 1960 i bordelli erano già chiusi. 

«Avevamo iniziato a frequentarli giovanissimi, falsificando la data di nascita. Spesso si marinava la scuola e si andava al casino, di solito al Castagna, a chiacchierare con le puttane per la disperazione delle madame — quasi tutte venete, non si è mai capito perché —, che ci cacciavano. Così noi, per rabbonirle, andavamo a comprare un cabaret di paste, e tornavamo». 

 

Poi venne la legge Merlin. 

«E noi affezionati facemmo la Via Crucis nei bordelli di Genova. Li girammo tutti e ventitré, offrendo fiori e champagne. Loro ci regalarono le insegne con la lista e il costo delle prestazioni». 

 

Non crede sia stato giusto restituire dignità alle prostitute? 

gino paoli elodie2

«Ma quale dignità. Le si è sbattute per strada, in condizioni sanitarie molto peggiori, e per avere sicurezza si sono dovute affidare agli sfruttatori». 

 

Il momento in cui suona l’armonica è quello culminante dell’amore, vero? 

«Certo. È l’orgasmo». 

 

Quali strumenti suonava lei all’epoca? 

«Chitarra e pianoforte. In realtà, non sapevo suonare né la chitarra, né il pianoforte (interviene Amanda Sandrelli: “Papà cosa dici, il pianoforte lo suoni benissimo!”. “Forse sì, ma ho imparato dopo”)». 

 

(…)

Il cielo in una stanza fu un successo immediato, immagino. 

GINO PAOLI STEFANIA SANDRELLI

«Macché. La canzone fu rifiutata da tutti. L’avevo affidata a Giulio Rapetti, il figlio del capo delle Edizioni Ricordi». 

 

Mogol. 

«Lui. Gli devo moltissimo. Girò tutti gli studi dei discografici. Non la volle nessuno. In effetti era una canzone strana, innovativa. Niente strofe rimate, bridge, ritornello. Ma io non scrivevo seguendo le regole; scrivevo come piaceva a me. La svolta arrivò quando la incise Mina». 

 

Lei, Paoli, c’era? 

«No. Me lo raccontò Tony De Vita, l’arrangiatore: “Gino, è successa una cosa pazzesca. 

Mina ha cantato la tua canzone, accompagnata dai violinisti della Scala, e quando ha finito è scoppiata in un pianto dirotto, con i musicisti che la acclamavano levando l’archetto”. 

elodie gino paoli 1

Non si era mai vista una cosa del genere in sala di registrazione». 

 

 

Era nata la canzone d’autore italiana. 

Poi Mina partì per una tournée in Giappone. Quando tornò, Il cielo in una stanza cantato da lei aveva già venduto due milioni di copie. Nel frattempo era nata mia figlia Amanda». 

 

Se il boom comincia nel 1958 con Volare, finisce o comunque si incrina quando nel 1963 lei scrive Sapore di sale. 

«Sì, quella canzone è la prima crepa nell’Italia felice degli anni 60. Sentivo che non sarebbe durata». 

 

Dove la scrisse? 

«In Sicilia. Avevo una serata a Capo d’Orlando, organizzata da due pazzi siciliani che vennero a prendermi all’aeroporto con due Ferrari, e insistettero molto perché mi fermassi. Risposi che mi sarebbe piaciuto ma non potevo, avevo già una serie di impegni. “Ai suoi impegni pensiamo noi!”. Ci pensarono loro. Mi feci raggiungere dalla mia moglie di allora, e rimasi 15 o 20 giorni in Sicilia». 

AMANDA SANDRELLI GINO PAOLI STEFANIA SANDRELLI 1

 

«I giorni che passano pigri...». 

«Giorni bellissimi, la pancia al sole, il motoscafo Riva per le gite all’Eolie. Ma poi venne il momento di tornare a Genova». 

 

Molti anni dopo Il cielo in una stanza, Fabrizio De André ha scritto canzoni ispirate alle prostitute di Genova. 

«De André scrisse una o due canzoni proprio belle, come La canzone dell’amore perduto. Poi si innamorò di Brassens, e si dedicò a tradurlo». 

 

GINO PAOLI 1

Un anno e mezzo fa, lei disse al Corriere: «Un tempo avevamo Mina e la Vanoni, adesso emergono le cantanti che mostrano il culo». 

Non fece nessun nome, ma ne nacque un putiferio. 

«Ricordo». 

 

Elodie si offese. Il suo amico Antonio Ricci di Striscia le mandò sotto casa Dario Ballantini, travestito da Gino Paoli, a cantare una sua canzone politicamente scorretta, «Parigi con le gambe aperte». Vogliamo chiarire che non ce l’aveva con Elodie? 

«Certo. Parlavo in generale, pensando non solo all’Italia. Giuro che non sapevo chi fosse Elodie. Poi mia moglie mi ha mostrato una sua foto. È una bella donna». 

 

Come si arriva a novant’anni in forma come lei? 

«Con lo stile di vita più malsano possibile, fumando per decenni due pacchetti di sigarette e bevendo una bottiglia di whisky al giorno. L’ho detto a un convegno di gerontologi, studiosi della vecchiaia, e ho avuto dieci minuti di applausi. Il mio medico mi vuole rigare la macchina». 

 

ascensore di castelletto a genova

Perché? 

«Gli esami del sangue sono perfetti». 

 

Perché ama tanto Caproni?
«Perché anch’io, “quando mi sarò deciso d’andarci, in paradiso ci andrò con l’ascensore di Castelletto”, qui a Genova».

 

Ha paura della morte? 

«Della mia, no. Ho paura della morte delle persone che amo». 

 
 

 

Lei ha perso un figlio, Giovanni. 

GINO PAOLI TENTATO SUICIDIO

«Un dolore che non ho ancora superato. Mi pesa molto parlarne. Un’ingiustizia atroce: deve morire prima il padre del figlio, dovevo morire prima io di Giovanni. L’ho detto al prete che ha celebrato il funerale: Dio dov’è? Come può permettere che un padre debba seppellire un figlio?». 

 

Dov’è Dio? 

«Il sacerdote mi ha risposto che Dio è nel sentimento che provo. Dio esiste anche per suscitare la nostra rabbia, il nostro dolore, la nostra reazione. Credo che sia davvero così. Così con Dio ci parlo». 

 

Cosa gli dice? 

«Gli chiedo perché si è portato via quasi tutti i miei amici, tante persone care. E lui mi risponde: “Se ci pensi bene, lo capisci”. Dio preferisce circondarsi di persone buone e intelligenti, anziché di figli di puttana. Mi chiedo però cosa ci faccio ancora io qui». 

GINO PAOLI CON LA MOGLIE PAOLA -FOTO DI MASSIMO SESTINI

 

Come immagina l’aldilà? 

«Me lo chiedo dalla notte dell’11 luglio 1963». 

Quando si sparò al cuore. 

«Avevo tutto, il successo, le donne, e non sentivo più nulla. Volevo vedere cosa c’era dall’altra parte». 

 

Cosa ci sarà dall’altra parte? 

«Ho due teorie. A volte penso di ritrovarmi da solo, al buio, in mezzo al nulla, come uno stupido. Altre volte penso che l’aldilà sia un posto meraviglioso, pieno di luce e di musica, dove ci ritroveremo tutti». 

ascensore di castelletto a genova

GINO PAOLI

ornella vanoni e gino paoli 1

 

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen donald trump friedrich merz giorgia meloni emmanuel macron

DAGOREPORT - SIAMO DAVVERO SICURI CHE L’UNICA GRANDE COLPEVOLE DELLA ''DOCCIA SCOZZESE'' EUROPEA, COI DAZI TRUMPIANI AL 15%, PIÙ PESANTI IMPOSIZIONI SU GAS E ARMI, SIA LADY URSULA? - SE TRUMP NON DEVE RENDERE CONTO A NESSUNO, URSULA SI RITROVA 27 PAESI ALLE SPALLE, OGNUNO CON I SUOI INTERESSI, SPESSO CONFLIGGENTI: MENTRE MACRON AVREBBE VOLUTO USARE IL BAZOOKA CONTRO IL ''DAZISTA'', COME LA CINA, CHE HA TENUTO TESTA, DA VERA POTENZA, A WASHINGTON, MERZ E MELONI ERANO PER IL “DIALOGO”, TERRORIZZATI DALLE “VENDETTE” POLITICHE CHE TRUMP AVREBBE POTUTO METTERE IN ATTO (UCRAINA, NATO, MEDIORIENTE) - MELONI SA BENE CHE IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE: LA STANGATA SULL’ECONOMIA ITALIANA DOVUTA AI DAZI SI ANDRÀ AD ACCAVALLARE ALLA FINE DEL PNRR E AI SALARI PIÙ BASSI D’EUROPA - SE L'AUTUNNO SARA' ROVENTE, NON SOLO ECONOMICAMENTE MA ANCHE  POLITICAMENTE (CON IL TEST DELLE REGIONALI), IL 2026 SI PREANNUNCIA DA SUDORI FREDDI... 

riccardo muti concerto agrigento alessandro giuli

DAGOREPORT - “AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA 2025” DOVEVA ESSERE PER IL MINISTERO GIULI-VO UN “APPUNTAMENTO CON LA STORIA” ED È FINITO NEL SOLITO “APPUNTAMENTO CON LA CASSA” - PER “INTERPRETARE IL SENSO DI UNA MEMORIA CONTINENTALE EURO-AFRICANA CONDIVISA E FARNE IL FERMENTO DI UN RITROVATO BENESSERE INDIVIDUALE DI CRESCITA COLLETTIVA” (SEMPRE GIULI), COME È POSSIBILE CHE LA REGIONE SICULA ABBIA SBORSATO LA FOLLIA DI 650MILA EURO PER UN SINGOLO CONCERTO NELLA VALLE DEI TEMPLI DELL’ORCHESTRA GIOVANILE CHERUBINI DIRETTA DA RICCARDO MUTI? LO STESSO EVENTO, ORGANIZZATO L’ANNO SCORSO DAL COMUNE DI LAMPEDUSA, ERA COSTATO APPENA 100MILA EURO - DEL RESTO, CON BUDGET DI 150 MILIONI, I 461MILA EURO PER LA “PROMOZIONE E PUBBLICITÀ DEL PARCO ARCHEOLOGICO” CI STANNO. COME IL “MOVITI FEST”: PER 473.360 MILA EURO, UN “PROGETTO CHE MIRA A COINVOLGERE E ANIMARE I LUOGHI DEL CENTRO STORICO AD AGRIGENTO” - ALLE CRITICHE, IL SINDACO DELLA CITTÀ DELLA CUCCAGNA, FRANCESCO MICCICHÈ, SI OFFENDE: “BASTA DILEGGIO STERILE. SE VINCE AGRIGENTO, VINCE LA SICILIA”! (QUI CE NE VOGLIONO 100 DI MONTALBANO…”)

temptation island

LE ANTICIPAZIONI DI “TEMPTATION ISLAND” - APPASSIONATI DI CORNA E FALÒ, AVETE PREPARATO GELATO E POP CORN PER LE ULTIME TRE SERATE DEL PROGRAMMA? SI PARTE DOMANI SERA E DAGOSPIA È IN GRADO DI RIVELARVI COSA ACCADRÀ TRA LE COPPIE - "FORREST GUMP" ANTONIO, DOPO ESSERE IMPAZZITO CON TANTO DI CORSA DISPERATA PER UN INVITO ALLO STADIO FATTO DAL TENTATORE ALLA SUA FIDANZATA, LA VEDE AL FALÒ E LE CHIEDERÀ DI SPOSARLO - L'AQUILOTTO VALERIO SI AVVICINA SEMPRE DI PIÙ ALLA SINGLE ARY E FINISCE PER TRADIRE SARAH. I DUE CHE ABITANO A ZAGAROLO DARANNO VITA A UNA SPECIE DI "ULTIMO TANGO A ZAGAROL". SARÀ LUI CHE, DISPIACIUTO E CON IL CUORE IN MANO, CHIEDERÀ DI POTER INCONTRARE LA COMPAGNA PER RIVELARLE DI PROVARE UN INTERESSE PER LA SINGLE E… - VIDEO

giorgia meloni dario franceschini guido crosetto francesco verderami senato elly schlein

DAGOREPORT - MA DAVVERO FRANCESCHINI, INTERVENENDO AL SENATO, HA MANDATO “MESSAGGI CIFRATI” AI MAGISTRATI FACENDO INTENDERE DI FARLA FINITA DI INDAGARE ESPONENTI DEL PD (SALA E RICCI), OPPURE SI RITROVERANNO SENZA I VOTI DEI RIFORMISTI PD AL REFERENDUM CONTRO LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA BY NORDIO? –CHE SIA UNA ’’IPOTESI SURREALE”, SBOCCIATA DALLA FANTASY DI VERDERAMI SUL “CORRIERE”, LO SOSTIENE, A SORPRESA, ANCHE GUIDO CROSETTO - IL DISCORSO DI FRANCESCHINI NON MIRAVA INFATTI ALLA ‘’SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DELLE TOGHE, BENSÌ ATTACCAVA LO SDOPPIAMENTO DEL CSM, CON I COMPONENTI SCELTI COL SORTEGGIO, MANCO FOSSE “LA RUOTA DELLA FORTUNA” - FRANCESCHINI HA POI MOLLATO UNO SCHIAFFO ALLA SUA EX PROTEGÉE ELLY SCHLEIN, NEMICA GIURATA DEI VARI ‘’CACICCHI” DEL PARTITO, QUANDO HA DIFESO IL SISTEMA DELLE CORRENTI INTERNE ALLA MAGISTRATURA (CHE LA RIFORMA VORREBBE SCARDINARE) - MA LA DICHIARAZIONE PIÙ RILEVANTE DI ''SU-DARIO'' L’HA DETTATA AI CRONISTI: ‘’IL REFERENDUM CI SARÀ NEL 2026, SARÀ SENZA QUORUM E SARÀ TUTTO POLITICO CONTRO IL GOVERNO MELONI’’ - BEN DETTO! SE UNA SCONFITTA SAREBBE BRUCIANTE PER LE TOGHE, PER GIORGIA MELONI LA BOCCIATURA SAREBBE UNA CATASTROFE IRRIMEDIABILE...

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...