AIUTO, TORNA LA BERTÈ! - CON UNA CANZONE DI BENNATO E LAVEZZI E UN TOUR CON GIGI D’ALESSIO LA PIÙ GRANDE CANTANTE ROCK ITALIANA TORNA SUL PALCO - “TROVO FIORELLO UN BRAVO RAGAZZO CHE FA COSE NORMALISSIME, SOLO CHE GLI ALTRI LE TROVANO ECCEZIONALI. MI SFUGGE LA STRAORDINARIETÀ DI QUELLO CHE FA” - “MI STA DISGUSTANDO LA VITA. NON MI DÀ NIENTE. NON MI FA SOGNARE, MI AMMAZZERÒ... PER ORA RENDO FARMACI PER DORMIRE. NON RIESCO A DORMIRE MAI”….

Giancarlo Dotto per Diva e Donna

Intervistare Loredana Bertè è come giocare alla roulette russa. O come partire per una spedizione di caccia nella giungla malese. Puoi incrociare tigri feroci e perle rare. Devi essere disponibile a farti sbranare e incantare. Intanto ci devi arrivare. Premere il grilletto. Al primo tentativo e al terzo squillo mi becco in piena faccia un insulto definitivo. Non faccio in tempo a presentarmi. "Pronto Loredana, sono Giancarlo...", "Che testa di c...", esplode lei con la stessa esuberanza rock di quando urla "Non sono una signora".

Una furia. Resto con la cornetta sospesa. Respiro profondo tre volte e decido di riprovarci. O la va o mi spacca. La va. La Bertè, o chi per lei, che mi risponde la seconda volta è tutt'altra donna, mansueta, pigra, accomodante. Persino di buonumore. Una ciclotimica da manuale, insomma. Non ci provo nemmeno a chiederle spiegazioni. Donne come lei vanno solo assecondate. Decido di sbrigarmi prima che scoppi un altro temporale.

"Ho comprato il tuo nuovo pezzo", provo biecamente a captarne la benevolenza. "...Ma se nemmeno io ce l'ho...", fa lei sospettosa. "Se vuoi, te lo canto". Gorgheggio una frase. "...Da bambina il mondo mi sembrava una vetrina/io mi sentivo sempre più importante e bella...". Da bambina non devo essere un granché. Lei ride, giuro, quando sarebbe, adesso sì, il caso di massacrarmi. Un accenno di riso. Stiamo parlando del suo ultimo singolo "Ma quale musica leggera", prodotto dal grande Mario Lavezzi e scritto per lei dal non meno grande Edoardo Bennato, in distribuzione da giugno. Parte a monosillabi e poi si scioglie quando capisce che può fidarsi.

Di che umore sei?
"Nero"

Mi era sembrato di capirlo. Raccontami quello che non vedo.
"Cos'e che non vedi?".

Non vedo te. Descriviti.
"Sono in vestaglia...blu".

E attorno a te cosa c'è?
"Cosa vuoi, che ti descriva la casa?".

Quello che ti piace.
"Hai presente il navigatore? Ci vuole quello per girare dentro casa mia".

Sei sola? Cosa porti ai piedi?
"Sono sola e ai piedi porto i fantasmini".

Umore nero. Come sempre?
"È una cosa normale...Parliamo del disco?".

La tua prima volta con Bennato autore?
"Sì, l'ho incontrato l'anno scorso in un concerto e gli ho detto: "Ehi tu, scrivimi un pezzo". Me l'ha scritto".

Gliel'hai ordinato.
"Sì, ma lui poteva anche fregarsene. E' stato molto carino e simpatico".

Era terrorizzato.
"No, gli è piaciuta l'idea.

A sentirlo, il pezzo, lo direi molto autobiografico.
"Me l'ha cucito addosso. Un vestito su misura".

Come nel testo, Loredana bambina già si fantasticava in grande?
"Oh sì, quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande dicevo la Regina, così posso mettere in galera tutti quelli che mi stanno antipatici".

Ti vedo bene come spietata tiranna. Oggi chi metteresti dentro per primo?
"Tutti quelli che fanno televisione. La televisione fa schifo... prima di tutto quelli di Sky".

E perché mai?
"Mi fanno incavolare come una belva. Non funziona la chiavetta che mi hanno dato da due anni, il decoder non me lo cambiano e non mi mandano il tecnico. Pago l'abbonamento Rai, pago l'abbonamento Sky e non vedo un cacchio. Io li mando a fanculo ogni volta che chiamano".

Così non vedo una via d'uscita...Parliamo della televisione che si vede anche se non la vedi. L'incarnazione dello schifo televisivo?
"Emilio Fede? No, magari, almeno quello faceva ridere... E' tutta una roba indecente, tutto uguale, cambi canale e c'è sempre lo stesso programma, si buttano tutti sulle stesse cose e poi hanno il coraggio di chiedere soldi. Questo mi fa imbestialire".

Quasi tutto ti fa imbestialire.
"Non ci sono più gli autori di una volta. Anche i film che mandano fanno schifo. Si può vedere "Men in black" per la diciassettesima volta?".

No che non si può. Dimmi una cosa che ti piace?
"I varietà di una volta, quelli di Enrico Falqui...".

Qualcosa di più attuale?
"Corrado Guzzanti mi piace molto...Tutta la famiglia Guzzanti mi piace".

Tutti ai piedi di Fiorello oggi.
"Io no. Lo trovo un bravo ragazzo che fa cose normalissime, solo che gli altri le trovano eccezionali. Mi sfugge la straordinarietà di quello che fa".

Era straordinario Walter Chiari. Hai visto la fiction su di lui? Ora quando vogliono distruggere qualcuno fanno una fiction sulla sua vita. Faranno la stessa cosa con te?
"Chissà...Forse sì, quando sarò morta, purtroppo".

Torniamo al disco.
"Un bellissimo team, oltre a Bennato e a Lavezzi, mio amico da trent'anni, c'è Gigi D'Alessio che fa il produttore esecutivo. Ora faranno anche un filmato con la figlia di Bennato, che sarà Loredana Bertè da bambina".

Raccontami Loredana bambina e non ancora regina.
"Un'eterna bambina. Dentro di me lo sono sempre. La sconfitta peggiore è quella di crescere, diventare adulti".

Nella canzone, la mamma frena la fantasia della bambina.
"La mia se ne fregava proprio e il padre non c'era mai. Eravamo io, Mimì e Renato non ancora Zero, il triumvirato. A undici anni eravamo già fuori di casa".

Anche Mimì bambina fantasticava come Loredana?
"Lei più di tutte, Mimì era la sognatrice per eccellenza".

L'ho incontrato di recente Renato, scoppia di salute.
"Mangia troppo... troppi gianduiotti".

Per me la canzone più bella di Mimì è "Col tempo imparerò". Uno struggente lascito testamentario.
"Questa non me la ricordo... Per me la sua più bella è quella scritta da De Gregori, "Mimì sarà". E'fantastica".

"Ma quale musica leggera" è il titolo del pezzo.
"Non me fregava niente di fare la cantante o la ballerina. Volevo solo diventare una regina".

Ti sei mai sentita regina anche per un giorno?
"No, mai... Magari forse un giorno mi sono sentita regina del rock".

Ornella Vanoni scrive di te nella sua biografia: "Il più bel nudo di donna che abbia mai visto".
"La ringrazio. Sono d'accordo...Mi piace molto Ornella. E' spiritosa, a volte proprio esilarante, sa essere anche autocritica. E' forte Ornella".

Come deve gestirsi una star?
"Non lo chiedere a me. In questo sono un disastro. Non mi so gestire. Faccio quello che me pare...".

Tu sei una star comunque, nonostante te.
"Io, se una cosa non mi va, non la faccio proprio, non se ne parla, nemmeno sotto tortura. Se la trasmissione non m'interessa, non ci vado. Non vado a nessun talk show. Non esco mai. Che esco a fare? Per andare dove? Ho già fatto tutto quello che si poteva fare. Io sono il risultato di tutto quello che ho visto e ho fatto".

Da qui in poi?
"Non si sa".

Cosa resta del triumvirato? Mimì non c'è più.
"Siamo rimasti in due, io e Renato. Purtroppo siamo lontani e ci sentiamo poco. Anche perché io odio il telefonino, non l'ho mai voluto comprare e così, quando chiamo con il mio Sirio di casa, risulto anonima".

E la gente non risponde.
"Questo snobismo cretino...Devo chiamare duecento persone per avvisare l'interessato che sono io...Meglio così, sono fuori da tutto. Come compagnia mi basto da me. Sono sola e sto benissimo".

Qualche volta sei di troppo tu stessa per te.
"Sì...In quel caso penso al futuro che mi sembra molto incerto. Per tutti noi, mica solo per me, per come vanno le cose".

Come vanno le cose?
"Un dramma continuo... Guarda quei poveri terremotati, ogni giorno ce n'è una... E poi, chissà perché, da un po' di tempo penso alla morte. Questa storia del club dei ventisette anni mi dà da pensare...".

Le rockstar che muoiono a 27 anni.
"Amy Winehouse. E prima di lei Kurt Cobain, Jimmy Hendrix, Jim Morrison. Mi sembra così irreale, una vita intera davanti...".

Tu ce l'hai fatta a scavallare i ventisette anni.
"Sì, e non so se è stato un bene o un male".

Perché un sacco di gente ti attribuisce fantasie suicide, come quella volta che i pompieri hanno sfondato la porta della tua camera d'albergo a Milano?
"Perché sono autodistruttiva. Da bambina fantasticavo di essere una regina e ora non più, purtroppo. La mia storia è quasi conclusa...".

Questa come va interpretata?
"Ho 61 anni. C'è un sacco di gente che muore alla mia età, anche più giovane di me. Prendi Andy Warhol. Io per ora sto bene in salute poi chi lo sa...".

Se ne vanno in tanti. La morte che più ti ha ferito?
"A parte mia sorella? Quella di Gianni Versace. Era un mio carissimo amico. Mi sono fatta l'idea di un'esecuzione della mafia in piena regola".

Questo corpo che ci portiamo appresso, un delirante nemico o un miracolo divino?
"Ma quale miracolo divino, assolutamente no. Io lo considero un nemico. Lo curo per quanto posso, ma sempre un nemico è".

Sei in partenza per un tour estivo.
"Sì, insieme a Gigi D'Alessio. Io sarò la guest nei suoi concerti. Poi, farò delle serate per conto mio. Devo cantare per forza, sfogarmi, se no mi suicido dalla noia".

Se mi avessero chiesto fino a pochi mesi fa una coppia incompatibile per definizione, avrei detto Gigi D'Alessio e Loredana Bertè. Dove ho sbagliato?
"L'avrei detto anch'io. Mai dire mai. Gigi è un bravissimo cantautore, molto preparato musicalmente, suona tutti gli strumenti. Un giorno mi chiama e mi fa: "Andiamo a Sanremo, ho la canzone giusta per te". Mi è piaciuta subito. Avevamo ragione noi, la coppia più improbabile ha funzionato...E poi lui è un amore d'uomo, pieno di attenzioni, molto dolce".

Tornando al titolo del pezzo "Ma quale musica leggera"....
"Il riferimento è a Sanremo. Tanti fiori sul palco, guerra totale dietro le quinte. Non c'è amicizia, impossibile instaurare un rapporto autentico".

Amici veri?
"Solo due, Mario Lavezzi e Renato Zero".

La divinità della musica secondo Loredana Bertè.
"Purtroppo non c'è più, era Michael Jackson. Ho avuto la fortuna di conoscerlo nell' '82, in Germania. Avevamo appena vinto i mondiali, mi sono presentata piena di sciarpe azzurre. "Nulla da dichiarare?", mi chiesero all'aeroporto. "Come no, Rossi, Tardelli e Altobelli".

Respinta al mittente?
"Mi salvò una signora della Sony. In quell'occasione arrivò un gruppo dall'America. Erano i Jackson Five. Stavamo sempre insieme, in giro per locali fino alle sette della mattina, Michael in albergo a fare i compiti con la maestra personale".

Poi lui è diventato, da solista, il più grande di tutti.
"Quando venne in Italia con il suo primo concerto a Torino, mi ha mandato a prendere a casa a Milano. Roba da pazzi, non ci potevo credere. In quell'occasione mi ha regalato il giubbotto disegnato da lui, quello del Tour '88".

Il più grande sopravvalutato della musica d'oggi.
"Non seguo molto. C'è in giro molta musica inutile che non mi dice niente, non mi dà nessun brivido. Bravini ma senza carisma, non lasciano niente. Le canzoni fanno schifo. Anche nella musica non ci sono più gli autori".

Succede anche nel cinema. Tu ci vai al cinema?
"Vado a vedere solo i film americani delle Major. Quelli italiani sono rifacimenti a tarallucci e vino".

Non ti è piaciuto nemmeno l'ultimo di Sorrentino con Sean Penn ambientato in America?
"Non ne vedo uno di film italiano. Non me ne frega niente".

Non fai eccezione nemmeno per la tua amica Asia Argento, che ora fa molto cinema italiano?
"E infatti non la vedo. Anche se siamo amiche, mi rifiuto. Lei mi chiama "la mamma del rock". Ora voglio vedere l'ultimo di Tim Burton con Johnny Depp".

Vale molto per Asia ma un po' anche per te, alquanto misconosciute in patria e comunque non degnate dell'adeguata risonanza.
"All'estero non ti fanno gli esami ogni volta che esce un disco. Se sei Tony Bennet, lo sei per sempre, anche a 150 anni. Qui da noi devi dimostrare ogni volta qualcosa, non l'ho capito nemmeno io che cosa".

Il disgusto qualifica le persone. Cosa ti disgusta?
"Mi sta disgustando la vita. Non mi dà niente. Non mi fa sognare, spaziare con la fantasia. Mi tiene segregata in gabbia...Una brutta vita".

E quando non ne potrai più?
"Mi ammazzerò... Per ora rendo farmaci per dormire. Non riesco a dormire mai".

Nel pezzo che ti dicevo prima, Mimì cantava struggente del figlio che non aveva mai avuto.
"Ho speso otto anni della mia vita con Bjorn Borg. Per colpa sua non ho avuto figli. Non li voleva, dovevano essere tutti di sangue svedese.".

Peccato, sarebbe stata una bellissima o un bellissimo meticcio. E tu?
"Gli ho detto: "Questa informazione potevi anche darmela prima di sposarmi". L'ho mandato a quel paese, gli ho dato un sacco di botte e me ne sono andata".

Dopo di lui nessun altro padre potenziale?
"No, dopo di lui non ho più avuto nessuno".

Ti sei fatta un'idea definitiva degli uomini?
"Che sono degli egoisti e non cambiano, come dice Mimì. Non c'è niente da fare. Sono vigliacchi".

Mi sento spesso con l'altro tuo ex Adriano Panatta. Ci confrontiamo su come alleggerire il quintale. Una volta mi ha cucinato una carbonara grandiosa.
"Per me non ha mai cucinato, neanche da fidanzati".

Che ricordo hai di lui?
"Bello. Mi ricordo quella volta che gli feci conoscere Renato a Piazza Venezia. Quando lo vide da lontano, sotto il balcone del Duce, vestito come l'omino Michelin, non si voleva nemmeno fermare dalla vergogna". .

Quando la scrivi la tua biografia?
"Vorrei buttarla giù prima che crepo. Ma farla romanzata, un best seller da morire dalle risate, tra comicità e tragedia. Dopo ci faranno anche un film, altro che "Harry ti presento Sally". Ho conosciuto chiunque io, da Andy Warhol ai reali di Svezia".

Dove l'hai conosciuto Warhol?
"Quando facevo la madrina di Fiorucci in America. Avevano sistemato all'ingresso una macchina del caffè a canne tipo organo e io avevo imparato a usarla. Andy veniva tutti i pomeriggi alle cinque a prendere il cappuccino e mi aveva scambiato per la barista. Quando scoprì che cantavo mi volle tutti i giorni alla sua factory, dove passavo le ore seduta sui suoi bidoni".

Che farai dopo questa lunga telefonata?
"Mi rimetto a dormire. O almeno cercherò di farlo. Dormirò più che posso".

E questa sera?
"Niente. Non ho impegni".

 

 

 

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