BADA CHE C’E’ IL BANANA - SOPRAVVISSUTE ALLA MATTANZA DEL BUNGA, ALESSANDRA GHISLERI E LA “BADANTE” MARIA ROSARIA ROSSI HANNO PRESO IN APPALTO QUEL CHE RIMANE DEL BANANA SBUCCIATO - LA SONDAGGISTA CONSIGLIA E DECIDE SULLE MANOVRE POLITICHE, INDICA NOMI E SIMBOLI VINCENTI E GIUDICA POTENZIALI CANDIDATI (LA BOCCIATURA DI ALFANO È OPERA SUA) MENTRE LA POPPUTA ONOREVOLE GESTISCE IL RESTO: DAGLI INCONTRI AL LOOK DEL CAPO…

Susanna Turco per "l'Espresso"

La badante e la sibilla. L'infermiera e la radiologa. La segretaria e la sondaggista. Nella clamorosa confusione che lo circonda - sono depresso? Mi candido? Fondo un altro partito? Punto al Quirinale, alle elezioni a novembre o ad Antigua? - Silvio Berlusconi si affida, di nuovo, alle donne. Due in particolare - morta mamma Rosa, lontana Veronica, sparita persino Marinella - sono i suoi agganci, i suoi punti fermi. Una per il quotidiano suo presente, l'altra per il futuro: Maria Rosaria Rossi e Alessandra Maria Ghisleri. In comune, a prima vista, giusto il Maria.

La Rossi, classe 1972, è donna del Sud, casertana di Piedimonte matese ma romanizzata, décolleté che la precede di un metro, semplice nel vestire, sbalzata in Parlamento nel 2008, direttamente dal decimo municipio di Roma (Cinecittà) che conquistò capovolgendo ogni pronostico, si occupa dei giorni difficili del Cavaliere: la dieta, le corsette, le vacanze in Sardegna, chi vedere a pranzo e cosa fare nel pomeriggio.

La Ghisleri, classe 1966 è donna del Nord, ligure di Varazze ma milanesizzata, glamour di tacchi e abitini show room, sondaggista del cuore da quando nel 2006, con la sua Euromedia research azzeccò il quasi pareggio del Cavaliere (24 mila voti di scarto) contro il favorito Romano Prodi, si occupa di quel che verrà: se conviene o no candidarsi, e con quale identikit, e con quali parole d'ordine.

Due volti freschi, ma anche donne che sono sopravvissute alle mareggiate ed emerse negli anni turbolenti dell'autunno del patriarca. Maria Rosaria Rossi, soprattutto. L'unica, si può dire, a essere uscita pressoché illesa dal micidiale tornado dell'era bunga bunga, quello che si è risucchiato via il magico mondo di Fede, Mora, Tarantini, D'Addario, Lavitola e compagnia. La Rossi, che pure quel mondo contribuiva ad animare - da grande organizzatrice delle serate dell'estate 2010 del Cavaliere, da Arcore a Tor Crescenza - è riuscita formichina formichina a scalare posizioni. Tutt'altro che travolta.

Adesso, mentre la Minetti tratta la sua uscita, lei decide invece chi entra e chi no a Palazzo Grazioli, chi è ammesso a incontrare il Cavaliere nel suo studio, persino chi egli debba salutare nel corso delle serate cui prende parte. «Invenzioni dei giornali», ha tagliato corto lei qualche giorno fa lasciandosi intervistare per una volta dal "Fatto" (su consiglio dell'amica e vicina di banco Jole Santelli).

Sta di fatto che - invenzioni o no - lei da qualche mese ha sostituito in tutto e per tutto Marinella Brambilla, la storica segretaria del Cavaliere che, dopo averlo seguito giorno e notte dai 18 ai 50 anni si gode la sua recente maternità (Lorenzo è nato a giugno). La Rossi, dunque, ha ormai davvero letteralmente in mano l'agenda del Cavaliere: obiettivo raggiunto dopo aver pian piano spazzato via il precedente entourage, quello dei Sestino Giacomoni e dei Valentino Valentini.

Di lei, del resto, il Cavaliere si fida ciecamente. In primavera, le ha persino affidato l'informatizzazione del tesseramento del Pdl: in pratica, è lei la tenutaria dell'elenco degli iscritti al partito, un documento che vale un tesoro. «Sembra una fragile Betty Boop, in realtà sa maneggiare bilanci e numeri, sa organizzare eventi e dare consigli di marketing politico, è scaltra e riservata», dice un parlamentare che vuol restare anonimo. Insieme al marito Antonio Persici, del resto, la Rossi possiede una società, la Euro service Group, che è nata per occuparsi di recupero crediti, ma poi ha esteso nel tempo la sua attività di call center al telemarketing, teleselling, sondaggi.

Il regno è Cinecittà (dove anche la Rossi ha uno studio con su scritto "onorevole" «perché così la Finanza si regola», confidò una volta il marito). Una piccola succursale di quel mondo l'ha persino piazzata al piano terra di Palazzo Grazioli (nella sede che fu della dalemiana Red tv): là, una decina di persone, sempre coordinate dalla Rossi, si occupa di testare nomi, slogan, idee. Da Tutti per l'Italia a Grande Italia, passando per Italiani per la libertà, per dire.

Tutto questo sondare ha qualcosa a che vedere con la Ghisleri? Neanche per sogno. «Sono attività che vanno a integrarsi, ma corrono del tutto parallele», spiega la sondaggista scrollandosi così di dosso le voci (molte) che nel Pdl vedono un'attività correlata tra le analisi sfornate da Euromedia e le telefonate che va svolgendo il call center della Rossi.

Con orgoglio, del resto, la Ghisleri rivendica di essere autrice di quel famoso sondaggio (una ricerca di 2 mila pagine, mesi di analisi, in realtà) che fu determinante, un paio di mesi fa, per stroncare l'eventuale futuro di Alfano come leader unico del Pdl. Con Berlusconi alla guida, infatti, risultavano a Euromedia ben otto punti in più, e fine della storia. Prudentemente invisibile, come del resto fino a poco fa anche la Rossi, la Ghisleri ha infatti sempre continuato a lavorare per il Cavaliere. Sopravvivendo, e anche lei prosperando, al tracollo di Luigi Crespi, il mago dei sondaggi che l'aveva portata dall'oceanografia paleontologica alla confidenza coi numeri, e quindi ad Arcore. Dove lei è rimasta, da sola.

Un punto di riferimento costante, a volte nel guidare, altre nel seguire le intuizioni del Cavaliere. Lui rilancia il no all'euro? Dopo qualche settimana viene fuori un sondaggio di Euromedia, secondo il quale in sei mesi (da ottobre 2011 a giugno 2012) i favorevoli al ritorno alla lira sono passati dal 29,9 per cento al 52,9 per cento. Lei spiega che «i cittadini percepiscono i politici come distaccati dalla realtà, e tra mille difficoltà sentono forte l'esigenza di non essere presi in giro»? Bene.

Lui, Berlusconi, lascia perdere i meno tasse per tutti e affini («L'ideologia del vago va sostituita con indicazioni precise», parola della Ghisleri), si mette a predicare l'austerity persino per il suo Milan, e sottolinea ad ogni piè sospinto quant'è difficile, anche per lui poverino, capire cosa fare tra le procure che gli stanno sul collo, la famiglia, le aziende. Lui butta là il ritorno a Forza Italia, lei dichiara che il problema non è il ritorno al nome, ma all'entusiasmo delle origini, e l'ipotesi muore in un giorno.

Impossibile stabilire la precedenza tra uovo e gallina, tra intuizione e analisi. Le due cose vanno insieme. Scontando con la vaghezza personale l'indeterminato generale che coglie la politica come una morsa. «No, Berlusconi non mi accusa più di gufare», dice la Ghisleri quasi con rimpianto, mentre a villa Certosa o a Palazzo Grazioli la Rossi prepare l'ennesima agenda di giornata per il Cavaliere confuso.

 

rossi maria rosaria ALESSANDRA GHISLERI SILVIO BERLUSCONI E LA BADANTE MARIA ROSARIA ROSSI fede mora D'Addario e TarantiniNicole Minetti SexySTEFANIA PRESTIGIACOMO NUNZIA DE GIROLAMO NICOLE MINETTI MARIA ROSARIA ROSSI BARBARA MANNUCCI

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO