1- ALLEGRIA! DEFUNTI I PARTITI, DECEDUTO IL “TEATRINO DELLA POLITICA”, SPENTI GLI INSULTI E GLI INSULSI DI “ANNOZERO”, RICICCIA SCOPPIETTANTE IL CIRCO BARNUM DEL CALCIO 2- GIANNI MURA: “PER LA SERIE "FACCIAMOCI RICONOSCERE", MILAN-JUVE È UNO SPOT PERFETTO, L´ENNESIMA PUNTATA DI UNA TELENOVELA IN CUI GLI AMICI DI IERI SONO I NEMICI DI OGGI E DOMANI SI VEDRÀ COSA CONVIENE, L´ENNESIMA FOTO DI UN AMBIENTE CULTURALMENTE DEGRADATO. CHI VUOLE ACCOMODARSI SUI BLOG DEI TIFOSI TROVERÀ UN CALDERONE D´ODIO ALLO STATO PURO, UNA SERIE DI CERTEZZE, DUBBI MAI. D´ALTRONDE, SE L´ESEMPIO LO DEVONO DARE ALTI DIRIGENTI CHE RAGIONANO PIÙ CON LA PANCIA CHE CON LA TESTA, AVANTI NON SI VA” 3- MARIO SCONCERTI: “TRA LA JUVE E GLI ALTRI C'È QUELLA FERITA CHE NON SI RIMARGINA MAI CHE SI CHIAMA MOGGI E CALCIOPOLI, UN GRANDE EQUIVOCO CHE IMPEDISCE COMPORTAMENTI USUALI. LA JUVE È CONVINTA DI ESSERE STATA TRUFFATA DAL CALCIO, IL CALCIO È CONVINTO DI ESSERE STATO TRUFFATO DALLA JUVE. LA JUVE NON PRETENDE PIÙ INNOCENZA, PRETENDE LA COLPA DEGLI ALTRI. GLI ALTRI VOGLIONO SOLO LA VERGOGNA DELLA JUVE”

1- I MIGLIORI HANNO DATO IL PEGGIO
Gianni Mura per La Repubblica

Dalla sfida tra le due squadre migliori del campionato più bello del mondo, per chi ci crede, e dove dirigono gli arbitri più bravi del mondo, sempre per chi ci crede, ecco cos´abbiamo esportato da San Siro nel resto del mondo.

In ordine sparso: 1. Il minuto di silenzio usato da tifosi juventini per cori contro il Milan. 2. Un pallone dentro la porta di almeno mezzo metro, ma non è gol. 3. Un pugno di Mexès a Borriello. 4. Un corpo a corpo in area juventina tra Muntari e Lichtsteiner, la cui trattenuta sarebbe da rigore e la replica del milanista da prova tv (meglio usare il condizionale, le immagini sono sfocate). 5. Una ginocchiatina non si sa quanto casuale di Van Bommel alla testa di Vidal. 6. L´espulsione (giusta) di Vidal. 7. La mancata espulsione di Pepe. 8. La rissa finale.

Nel resto del mondo non hanno visto o sentito altre cose. 1. Dirigenti della Juve presi a insulti e sputi nella tribuna cosiddetta d´onore. 2. Le esternazioni di Galliani a Tagliavento, nell´intervallo. A Braschi Galliani aveva già manifestato bruscamente il suo pensiero in tribuna. 3. Quel che succede nel sottopassaggio. 4. Lo scontro a muso duro tra Boban e Conte. 5. La vis agonistica di un telecronista Mediaset. 6. La frase di Buffon: «Anche se avessi capito che era gol non l´avrei detto all´arbitro». Franchezza apprezzabile, concetto un po´ meno, del resto non è colpa sua se nel nostro calcio il fairplay arriva, al massimo, a dire che sì, era corner.

Eppure non è stata una partita brutta, anzi: ricca di emozioni, ma più negative che positive. Dopo una settimana di botte e risposte, non certo ideali per sdrammatizzare, era quasi inevitabile che ne venisse fuori una partita del genere. Scaricare ogni responsabilità su Tagliavento e collaboratori, che pure ne hanno, impedirebbe una visione più ampia del panorama.

Si continua a proporre un calcio in cui simulare conviene, in cui l´arbitro è sempre più sballottato da giocatori isterici, in cui il furbo è da applaudire più dell´onesto. Per la serie "facciamoci riconoscere" Milan- Juve è uno spot perfetto, l´ennesima puntata di una telenovela in cui gli amici di ieri sono i nemici di oggi e domani si vedrà cosa conviene, l´ennesima foto di un ambiente culturalmente degradato, si parla ovviamente di cultura sportiva, di una voglia di civile convivenza.

Chi vuole accomodarsi sui blog dei tifosi troverà un calderone d´odio allo stato puro, una serie di certezze, dubbi mai. D´altronde, se l´esempio lo devono dare alti dirigenti che ragionano più con la pancia che con la testa, avanti non si va.

Così il Milan resta convinto che col legittimo 2-0 avrebbe vinto la partita. Probabile ma non garantito, nello stesso pomeriggio il 2-0 del Parma a Marassi era diventato 2-2. Così la Juve resta convinta che, espulso Mexès e con un tempo tutto da giocare, avrebbe vinto la partita. Fondamentale, in queste geremiadi non regolamentate, citare tutti gli episodi contro e ignorare tutti quelli a favore.

Il problema arbitrale esiste, non è solo italiano ma in Italia il turbinio di moviole li stressa di più. Per il gol-non gol, che sabato era gol e basta, sembra logico ricorrere ad arbitri di porta (utili anche su trattenute e cinture). Vanno bene anche i pensionati, tanto non devono correre. Resta da rispettare una certa uniformità. Ieri, giusto cacciare Osvaldo ma anche Cigarini. Era davvero occasione da gol quella che ha portato all´espulsione di Balzaretti dopo 70"? Vogliamo parlare dei rigori contro Mesto e Miglionico e di quello concesso a Brienza?

Rigore è anche quello di Luis Enrique con De Rossi. In tribuna, reo (pare) di un ritardo di qualche minuto. Forse bastava una multa, e comunque la difesa della Roma è impresentabile: quattro gol in fotocopia. L´Atalanta ha fatto più punti dell´Inter, che perde a Napoli e si fa vedere solo dopo l´espulsione di Aronica. Il Napoli, trascinato da Dzemaili, si porta al 5° posto.

Con o senza Ranieri il futuro immediato dell´Inter sta tra il grigio e il nerastro. Con Reja e dopo le comiche della vigilia la Lazio piega la Fiorentina e risponde all´Udinese: 3° posto per due e note di merito per l´Udinese, che dopo l´impresa di Salonicco fa tre gol a Bologna e riabbraccia Di Natale. Dà il la un rigore che forse non era rigore per due o tre centimetri, ma non è su queste pagliuzze che si può criticare un arbitro. Sulle travi, sì.

2- QUELLA FERITA CHE NON SI RIMARGINA MAI
di Mario Sconcerti per il Corriere della Sera

Tra la Juve e gli altri c'è un grande equivoco che impedisce comportamenti usuali. La Juve è convinta di essere stata truffata dal calcio, il calcio è convinto di essere stato truffato dalla Juve. La parte amara perfino della grande partita di sabato è questa. Siamo davanti a due vittime eterne, inconciliabili. Da una parte la Juve, dall'altra tutto il resto del calcio.

Quando Conte dà del mafioso a Galliani è talmente improprio da poterselo permettere solo perché gli esce da una convinzione profonda, una specie di riflesso automatico. Eppure la Juve è stata condannata da qualunque giudizio ufficiale. Il Milan alla fine c'entra poco, è solo un accessorio di serata.

È il Grande Caso Juve che continua ad allargarsi senza tregua, colpo dopo colpo. Una lotta dove non si può accettare di rimanere in silenzio perché il silenzio significa accettare la colpa. Così tutto in modo davvero pesante continua a rotolare su tutto. È una storia senza precedenti. Una società messa spalle al muro da qualunque giudice che risponde facendo causa alla federazione per 444 milioni.

Cosa volete sia un guardalinee oscuro in questo ambiente? È stato Conte l'ultimo a evocare Calciopoli, ma chi segue il calcio sa che non c'è mai stata cenere, la fiamma non si è mai spenta, il caso Juve non ci ha mai lasciato. Con il tempo anzi le parti si sono mescolate. La Juve non pretende più innocenza, pretende la colpa degli altri. Gli altri vogliono solo la vergogna della Juve.

È un caso infinito in cui cadono anche gli arbitri più innocenti degli ultimi vent'anni, semplicemente inservibili perché terrorizzati di essere confusi con la deriva. Quando Tagliavento sul gol di Muntari indica il centrocampo e un attimo dopo ascolta Romagnoli, rinuncia semplicemente alla sua potestà sulla gara. Teme eccessiva la sua presenza, lascia un po' di sé sulla schiena degli altri. In altri termini, scappa.

Da questo ad arrivare alle risse in campo, alle offese negli spogliatoi, è solo una conseguenza naturale. Il problema è incancellabile, come un vero grande dilemma religioso. Non può avere verità, solo interpretazioni, ma queste allungano la pena. E non c'è concilio che possa imporre l'obbedienza. Siamo ormai incartati in una pena che ci blocca, in un'eterna compassione di facciata dove i tifosi più assidui e insistenti dettano i tempi della vulgata. Non c'è remissione dei peccati, siamo diventati un calcio cattivo, pieno di dannazioni insuperabili.

L'Inter intanto prosegue la sua missione di allontanarsi dal terzo posto, altra sconfitta e altra partita senza reti. Vanno avanti Udinese e Lazio. Fiorentina e Bologna guardano con apprensione il Lecce vincere a Cagliari e riportarle dentro il rischio. Prosegue il lungo attimo del Napoli. Il Palermo subisce un pessimo arbitraggio a Siena, ma nessuno se ne occuperà.

 

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