desiree colapietro petrini luigi abete askanews

QUI ASKA L’ASINO – MA L’ABETE CHE VUOLE LICENZIARE 23 GIORNALISTI SU 76 DA ASKANEWS È LO STESSO CHE HA ASSUNTO IN FORZA ALL’AGENZIA L’EX FIDANZATA, DESIREE COLAPIETRO PETRINI? LEI SI DIFENDE DOPO UN ESPOSTO ALLA PROCURA - OGGI LA CRISI DELL’AGENZIA ARRIVA DAL SOTTOSEGRETARIO MARTELLA, MA L’AZIENDA HA FATTO SAPERE CHE SE NE PARLA SOLO AL TAVOLO MINISTERIALE…

Marco Palombi per “il Fatto Quotidiano”

protesta per i licenziamenti ad askanews

 

Luigi Abete è stato ed è mille cose: presidente di Bnl, ad esempio, come pure della Luiss Business School, della Febaf (Federazione banche, assicurazioni e finanza), eccetera. Abete è pure imprenditore in proprio tramite la holding di famiglia A.Be.Te, che l' anno scorso gli ha dato qualche dispiacere visto che, dopo svalutazioni per 2 milioni di euro, ha registrato una perdita da 1,7 milioni.

 

luigi abete

Le brutte notizie per A.Be.Te sono dovute soprattutto ad Askanews, un' agenzia di stampa in cui non hanno mai messo soldi e sulla quale da gennaio pende una richiesta di concordato preventivo in continuità al Tribunale di Roma. In sostanza, gli Abete vorrebbero far pagare la crisi a dipendenti e creditori: chiedono, in particolare, di licenziare almeno 23 giornalisti su 76 per risparmiare circa 2,4 milioni di euro in un' azienda che, da quando esiste nel 2014, ha più o meno continuamente usufruito di ammortizzatori sociali.

desiree colapietro petrini

 

Il giudice non ha ancora deciso, ma intanto l' azienda ha comunicato al sindacato la chiusura delle trattative interne: si parla solo al tavolo ministeriale, un bello schiaffo pure al sottosegretario Andrea Martella, che ha la delega all' editoria e ha convocato azienda e comitato di redazione per stamattina.

 

luigi abete con la compagna desiree colapietro

Per manager e imprenditori, si sa, razionalizzare i costi e mandare a casa i lavoratori è spesso un' operazione impersonale: sono numeri. In realtà, per chi è coinvolto, è personalissima e stavolta anche Luigi Abete dovrà trattarla come tale. Alla Procura di Roma è depositato infatti un esposto (che ad oggi non ha prodotto indagati) in cui si parla di Abete, Askanews e di Désirée Colapietro Petrini, giornalista e sua ex fidanzata: l' accusa, in sostanza, è di averla assunta in forza alla redazione spettacoli - in Asca e poi in Askanews - senza che la collega abbia mai effettivamente lavorato per l' agenzia (dove, effettivamente, in dieci anni non l' ha vista quasi nessuno).

 

ASKANEWS

Poco male, se non fosse che la stessa cronista risulta nella lista di chi ha usufruito di contratti di solidarietà e Cassa integrazione. Insomma, è stata in carico al già malmesso Inpgi (la cassa previdenziale dei giornalisti): cifre marginali, ma la vicenda è imbarazzante.

 

luigi abete foto mezzelani gmt

Nell' ultimo round negoziale sulla Cassa integrazione, all' inizio del 2019, questa storia fu tirata fuori dal sindacato persino al tavolo ministeriale senza che l' azienda replicasse nulla. L' interessata - che online si descrive come press agent nel settore spettacoli - al Fatto smentisce la ricostruzione dell' esposto: "Sono stata assunta nel 2009 in Asca per aprire la sezione spettacoli, ho un part time che mi consente di fare anche il mio altro lavoro di ufficio stampa e ho sempre fatto quel che dovevo da contratto, anche andare in redazione quando mi è stato chiesto. Sapevo di questa cosa e umanamente mi addolora, ma sono tranquilla: si usa la mia vita privata per colpire l' azienda". Anche l' azienda nega qualunque problema: "Tutti i dipendenti assunti lavorano regolarmente per l' agenzia".

askanews

 

In realtà la procedura concorsuale - che ha le sue ragioni nelle perdite per oltre 5 milioni degli ultimi due bilanci (cui se ne dovrebbero aggiungere almeno 2 quest' anno) - potrebbe rivelarsi "imbarazzante" anche per un altro motivo. Per capire, serve un breve riepilogo. Askanews nasce nel 2014 dalla fusione tra la cattolica Asca, già controllata da Abete, e TmNews, che l' uomo di Bnl aveva preso da Telecom, previa ricapitalizzazione, pagando un euro (sic).

luigi abete 2

 

Quella fusione creò, tra le altre cose, anche un credito da 2,6 milioni di Askanews nei confronti della A.Be.Te, debito che quest' ultima ha poi passato alla News Holding, sempre di Abete. A marzo 2017, mentre già si parlava di crisi dell' agenzia, News Holding "vende" ad Askanews due partecipazioni (tra cui il 19% di Internazionale) per oltre 2,2 milioni di euro, estinguendo di fatto il credito dell' agenzia.

 

LUCA LOTTI

Soldi che avrebbero fatto assai comodo oggi, specie in presenza - se verrà autorizzata - di una procedura concorsuale che chiama i creditori a partecipare alle perdite. Ora, bizzarramente, il credito verso A.Be.Te è un diventato debito (anche se, a fine 2018, di modesta entità) e - nel piano messo a punto dall' azienda - c' è pure il trasferimento della sede dal centro di Roma alle palazzine di proprietà della famiglia nella periferia orientale della città al costo di 150 mila euro l' anno: soldi a cui la holding, bontà sua, rinuncerà (temporaneamente) per rimpinguare il capitale di Askanews. Oggi la palla è a Palazzo Chigi, paradossalmente la vera causa della crisi con la scelta scellerata di assegnare i fondi attraverso il farraginoso sistema delle gare inventato da Luca Lotti.

luca lotti raduna la corrente base riformista 3luigi abete desiree colapietro petriniluigi abete e desiree colapietroluigi abete 4

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....