BISI & RISI – ‘’IL DOPPIO RUOLO DI ALFANO È LA VERA ANOMALIA CHE RENDE BERLUSCONI PIÙ DEBOLE’’

Salvatore Dama per "Libero"

«La decisione della Consulta? Era già tutto scritto nel mio libro». E Luigi Bisignani va molto fiero del suo libro: «Settantacinquemila copie vendute in dieci giorni, quello di Saviano, nonostante l'enorme budget speso per la promozione, sta dietro». Coinvolto nell'inchiesta sulla P4, Bisignani ha patteggiato un anno e sette mesi. Ma alla fine "il sacco" lo ha vuotato nelle 326 pagine de "L'uomo che sussurra ai potenti" (Editore Chiarelettere, 13 euro), una rilettura degli ultimi 30 anni di storia politica compiuta con il giornalista Paolo Madron.

A lui si deve la definizione di "agevolatore", con cui ha cercato di liberare Bisignani delle etichette di "lobbista" e "faccendiere". La Prima e buona parte della Seconda Repubblica passate lontano dalla ribalta. Poi l'inchiesta napoletana. Poi un tomo che fa sold out nelle librerie. E pure Bisignani può togliersi lo sfizio del "io l'avevo detto".

Vista la decisione della Corte Costituzionale?

«Ho visto che c'è una maggioranza sempre più forte di persone che si va unendo per fregare Berlusconi».

Fregarlo come?

«Hanno convinto il Cavaliere a stare in silenzio, nel rispetto del lavoro dei giudici costituzionali. Quasi come se ci fosse stata mai la speranza che la Consulta potesse accogliere il ricorso dell'ex premier».

Berlusconi ha provato a percorrere la strada della pacificazione tra poteri...

«L'hanno illuso, la pacificazione non esiste».

Il sostegno del Pdl al governo Letta in cambio del salvacondotto giudiziario per il suo leader: allora è una leggenda metropolitana?

«Nessuno in Italia è in grado di offrire salvacondotti. Magari Napolitano ci avrà anche provato, ma non ci è riuscito. Il sistema è tale per cui non c'è colomba, neanche fosse quella papale, che possa dare un passepartout a Berlusconi per liberarsi dai processi».

E cosa deve fare allora?

«Stiamo assistendo a una Via Crucis lenta, che parte dal lodo Schifani, dal lodo Alfano, dalle prime sentenze fino ai fatti di queste ore. È una strada segnata. Berlusconi non deve stare fermo a prendere colpi, deve reagire. E ha bisogno di un partito coeso e forte che lo aiuti e lo difenda».

Mercoledì i ministri del Pdl hanno abbandonato il consiglio per correre a Palazzo Grazioli in segno di vicinanza al capo.

«È stata soltanto una mossa di facciata».

Ma il vice premier Alfano ha diramato una nota molto dura verso la Consulta, ha difeso il proprio leader.

«Il doppio ruolo di Alfano è la vera anomalia che rende Berlusconi più debole. Ci vuole chiarezza nelle funzioni.L'una frena l'altra. Anche perché i ministri finiscono per innamorarsi dei loro posti e si dimenticano di tutto il resto...».

Alfano deve lasciare la guida del Pdl?

«La Dc di Andreotti ha sempre tenuto distinti i ruoli: il segretario del partito deve fare proposte e indicare la prospettiva, il capo del governo si deve occupare degli affari di tutti i giorni. Io sono andreottiano».

Anche Alfano ha trascorsi democristiani...

«Non a caso Alfano era quello che, lasciando il ministero della Giustizia per andare a fare il segretario del Pdl, disse: scendo dall'auto blu e mi occupo del partito, i due compiti non sono compatibili. Ha cambiato idea?».

Lei continua a pensare che le colombe azzurre tramino alle spalle di Berlusconi?

«Il Pdl e il Pd arriveranno a una implosione. Con Berlusconi rimarranno i fedelissimi, quelli della prima ora, i Galan, i Miccichè, i Verdini, la Prestigiacomo. Questo è il nocciolo duro che può difenderlo».

Gli altri?

«Troppo presi dagli uffici ministeriali... ».

Chi deve essere il nuovo segretario del Pdl?

«Sua figlia Marina. O, in alternativa, un giovane che dia garanzie di affidabilità come Raffaele Fitto. L'importante è che Berlusconi si riprenda il partito. È l'unica sua salvezza. Con gruppi parlamentari formati da fedelissimi, il Cavaliere può anche permettersi il lusso di dettare la linea rimanendo fuori dal Parlamento, se dovesse arrivare l'interdizione».

 

Luigi Bisignani ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA LUIGI BISIGNANI FOTO LA PRESSE ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA LUIGI BISIGNANI FOTO LA PRESSE COPERTINA LIBRO BISIGNANI MADRON - L UOMO CHE SUSSURRA AI POTENTIberlusconi alfano Luigi Bisignani con Giulio Andreotti Marina BerlusconiRAFFAELE FITTO

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...