ascoltare la radio

SULLA CRESTA DELLE “ONDE” - PER BRECHT LA RADIO ERA “UNO STRUMENTO STRAORDINARIO PER METTERE LE PERSONE IN RELAZIONE”: OGGI, NONOSTANTE I SOCIAL, E' PIU' VIVA CHE MAI - MA DA "MICROFONI APERTI" A "RADIO PAROLACCIA": UMORI E SFOGHI DELLA GENTE SENZA CENSURA – AUDIO

 

Bandiera gialla 65 - BoncompagniBandiera gialla 65 - Boncompagni

Massimo Cirri per La Repubblica

 

È il 1986, luglio, e un flusso ininterrotto di insulti, minacce, vaffanculi e sessismo avvolge l’Italia. I social network arriveranno dopo una ventina d’anni ma il peggio di quello che Facebook e Twitter riusciranno a tirar fuori dalle dita umane quando pigiano sulla tastiera c’è già tutto. E con un canale di comunicazione in più: la voce. Perché esce dalla radio. È riusciranno a tirar fuori dalle dita umane quando pigiano sulla tastiera c' è già tutto. E con un canale di comunicazione in più: la voce. Perché esce dalla radio. 

 

MARCO PANNELLA RADIO RADICALEMARCO PANNELLA RADIO RADICALE

È Radio Radicale, c' è dal 1975, quando dopo una sentenza della Corte Costituzionale sono nate le radio libere. Diventano centinaia. Con migliaia di persone che da un giorno all' altro, improvvisando, dopo aver parlato all' assemblea cominciano a farlo davanti a un microfono. Nel 1986 la fioritura sta appassendo. Radio Radicale ha un problema di soldi e Marco Pannella reagisce con una delle sue provocazioni. Apre il microfono a tutti: dite quello che pensate della radio, lasciate un messaggio in segreteria, li mandiamo in onda tutti, nessun taglio, nessuna censura. I messaggi arrivano come un fiume. Ci sono trenta segreterie telefoniche e non bastano. Ma nessuna parla di Radio Radicale: sono opinioni su ogni argomento, fatti personali, sberleffi e accuse.

ARBORE BONCOMPAGNI BANDIERA GIALLAARBORE BONCOMPAGNI BANDIERA GIALLA

 

Sono insulti a carattere politico contro tutti e molti contro i radicali. Una voce di donna, mezz' età, accento napoletano, se la prende con gli scioperi della fame: " Nuje a fame a' facimme senza ' o sciopero. La nostra è ' na fame radicale". Poi ingiurie tra tifosi e molto odio etnico: "Sono Roberto e chiamo da Milano, () volevo dire a quella manica di terroni di Roma che siete delle teste di cazzo inaudite a fare quelle telefonate oscene, pirloni, barboni, andate a lavorare, pirlaaa! Grazie". Telefonate contro "negri, ebrei e paninari", tutti contro qualcuno e molte bestemmie. C' è lo sfogo liberatorio, l' idea che finalmente posso dire quello che voglio e con tutta la rabbia di non averlo detto prima, c' è la garanzia dell' anonimato. C' è la velocità: massimo un minuto.

 

MASSIMO CIRRIMASSIMO CIRRI

Non è molto diverso da una mattina qualsiasi, oggi, su un social network. Le voci, le intonazioni, dicono di un' eccitazione adolescenziale, del piacere di insultare, del narcisismo - sono io, sono qui, mi sentite? - dell' ebbrezza di violare le regole. Ne esce il ritratto di un' Italia completamente sconosciuta a tutti gli altri mezzi di informazione. Meno alle radio. Perché la radio è porosa, più penetrabile di giornali e tv agli umori di chi sta dall' altra parte. E capace di metterli in pubblico. Aveva cominciato la Rai, il 7 gennaio 1969, alle 10.40, con Chiamate Roma 3131.

 

Marco PannellaMarco Pannella

Chiamano gli ascoltatori, in diretta, chiedono pareri. Si parte con questioni medico-scientifiche; poi si allargherà il campo. È un' idea di Luciano Rispoli: "Nacque dall' ascolto di una psicologa che trasmetteva per la radio francese. Rispondeva ai quesiti degli ascoltatori su argomenti di sessuologia avendo un notevole successo. Fui impressionato da due cose: intanto dall' argomento, che era estraneo alla radiofonia di allora, molto contenuta, se vogliamo un po' perbenista, e poi dal fatto tecnico, del rapporto diretto tra una persona qualificata (la psicologa) e il pubblico. Questo mi impressionò molto () quella era la rivoluzione, la radio del futuro". Un po' lo fu. Per via del fatto che mai, prima di allora, alla radio si erano sentite le voci di chi la ascoltava. Erano, la radio e i suoi ascoltatori, mondi separati.

 

MASSIMO CIRRI 2MASSIMO CIRRI 2

Con Chiamate Roma 3131 le persone comuni iniziano a dire qualcosa. "Il vero protagonista ed effettivo regista è soltanto il pubblico" scriveranno i giornali. Non è proprio vero. Ci sono i filtri alle telefonate, le "ragazze pettine". Ci sono i funzionari che vigilano, perché c' è sempre il timore che vada in onda qualcosa che non si controlla. Si chiede all' ascoltatore cosa vorrebbe dire, poi lo si richiama. Ma è lui, uno comune, con la sua voce, che dice di sé. Saranno soprattutto casalinghe, l' ora è adatta a loro: buoni sentimenti e un manto di cattolicesimo. Un grande successo: milioni di ascoltatori, migliaia di telefonate. C' entra la capacità "naturale" della radio di essere un ponte tra sfera pubblica e sfera intima, per via del sentirla vicina, come se parlasse solo a te, anche se l' ascoltano in milioni. C' entra il telefono. Lui e la radio sono stati separati alla nascita. Il telefono deputato alla comunicazione della sfera privata; la radio a quella pubblica.

 

COPERTINA DEL LIBRO DI MASSIMO CIRRICOPERTINA DEL LIBRO DI MASSIMO CIRRI

Quando si reincontrano con le telefonate in diretta, muta la lingua della radio e ne cambia l' anima. Nasce un canale nuovo per l' antico bisogno molto umano di voler dire qualcosa - anche se non si ha sempre proprio qualcosa di preciso da dire - e quello di essere connessi a qualcun altro, anche solo per dire che no, non sono per nulla d' accordo e mandarlo a quel paese. O di sentirsi connessi, a volte basta questo. Quello che cerchiamo nei social network è stato soddisfatto per molti decenni dalla radio. Radio Popolare, voce della sinistra milanese, con il suo Microfono Aperto ne ha trasmesso, impastato ed elaborato umori e tormenti. Negli anni dell' espansione e in quelli dell' affanno. "Il Microfono Aperto è nato insieme a Radio Popolare e ne resta un cardine".

 

il microfono di bandiera giallail microfono di bandiera gialla

Se ne era accorto Bertolt Brecht, già nel 1933, quando la radio è giovane davvero: "Potrebbe essere per la vita pubblica il più grandioso mezzo di comunicazione che si possa immaginare, () se fosse in grado non solo di trasmettere ma anche di ricevere, non solo di far sentire qualcosa all' ascoltatore ma anche di farlo parlare, non di isolarlo ma di metterlo in relazione con gli altri". Radio Radicale in versione Parolaccia andò in onda per trentacinque giorni ininterrotti, fino alla vigilia di ferragosto. E poi di nuovo nel 1990 e nel 1993. La radio che fa parlare le persone, civilmente, si prova a farla tutti i giorni.

radio radicale logoradio radicale logo

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)