copyright unione europea meme

COSA CAMBIA CON LA DIRETTIVA COPYRIGHT: PER ORA NULLA, MA IL TESTO È PIENO DI INSIDIE PER CHI PUBBLICA CONTENUTI. GLI EDITORI BRINDANO PERCHÉ SPERANO DI COMINCIARE A GUADAGNARE CON LA RETE, MA COME FARANNO CON LE DECINE DI VIDEO CHE OGNI GIORNO PUBBLICANO SULLE LORO PAGINE SGRAFFIGNANDOLI DA YOUTUBE E FACEBOOK E APPONENDO IL LORO BALDO LOGHINO?

Martina Pennisi per il ''Corriere della Sera''

 

LETTORI E AUTORI COSA CAMBIA

WIKIPEDIA COPYRIGHT

 

Dopo lo stop di luglio, è arrivato il via libera di settembre: nel corso dell' assemblea plenaria di Strasburgo, il Parlamento europeo ha approvato la direttiva per il copyright. Dopo l' introduzione del regolamento per la privacy, in vigore da maggio, un nuovo ruggito Ue nell' arena digitale. Ieri hanno votato a favore 438 parlamentari. In 226 si sono detti contrari e 39 si sono astenuti.

 

Sul tavolo c' erano gli emendamenti agli articoli più discussi e controversi: l' 11, che interviene sul rapporto fra gli editori e le piattaforme che diffondono i loro contenuti o parte dei loro contenuti online. E il 13, relativo al riconoscimento automatico del materiale che viola il diritto d' autore. Adesso la norma passa nelle stanze dei negoziati con Consiglio.

 

 

LA RIMOZIONE DI VIDEO E TESTI E IL RICAVO EQUO

 

Sarà la reazione degli attori in gioco a modificare - eventualmente - le abitudini di navigazione delle persone.

riforma ue copyright online

Nel 2014, ad esempio, in seguito all' introduzione di un provvedimento sul rispetto del diritto d' autore, Google ha deciso di chiudere in Spagna il suo aggregatore di notizie Google News. Difficile immaginare una reazione del genere a livello europeo. Di sicuro c' è, invece, che una equa distribuzione dei ricavi generati in Rete può aiutare gli editori e i creatori di contenuti a monetizzare il loro lavoro adeguatamente e a innescare un circolo virtuoso che aumenti la qualità e l' affidabilità anche di quanto circola su social network e motori di ricerca.

 

Per quello che riguarda l' eventuale rimozione di un contenuto caricato da un utente, se la norma dovesse venire approvata e così recepita anche nel nostro Paese - dove il vice premier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha manifestato la sua nette contrarietà al risultato del voto di ieri: «Il Parlamento Europeo ha introdotto la censura dei contenuti degli utenti su Internet. Per me è inammissibile» - si prevedono meccanismi di reclamo efficaci e rapidi. In realtà, ci si scontra così con l' annoso problema della gestione immediata delle controversie, quando magari la decisione iniziale è automatica.

 

PER GLI EDITORI PIÙ POTERE NEGOZIALE CON I BIG

 

riforma ue copyright online

Come ricorda il testo, in Europa le industrie culturali e creative impiegano a tempo pieno oltre 12 milioni di lavoratori e generano circa 509 miliardi di euro di valore aggiunto per il Pil. E la maggior parte di queste cifre ha nella tutela del diritto d' autore il suo elemento centrale. Con la nuova direttiva, messa sul tavolo per aggiornare quella del 2001, gli editori di contenuti acquisiscono un potere di negoziazione maggiore con le piattaforme; quantomeno quelli più grandi, mentre i piccoli sono preoccupati.

 

Questo non risolve, comunque, i problemi legati all' individuazione di modelli di business sostenibili e remunerativi per la diffusione dei contenuti online. Nel caso dell' industria musicale le intese sembrano dare i primi frutti: realtà come Spotify o Apple Music, che si basano sull' acquisizione dei diritti per consentire l' ascolto gratuito e supportato dalla pubblicità o su abbonamento, hanno contribuito alla crescita del 17,5 per cento dei ricavi digitali - derivanti nel 70 per cento dei casi dallo streaming - generati in Europa dal mercato discografico (fonte: Ifpi).

 

riforma ue copyright online

La direttiva guarda soprattutto alla distribuzione gratis con messaggi pubblicitari, e ancora l' industria musicale con il dialogo con Facebook per coprire anche i contenuti generati dagli utenti come le storie di Instagram è un esempio interessante in prospettiva.

 

GOOGLE E FACEBOOK COINVOLTI MA NON WIKIPEDIA

 

Innanzitutto, si parla di «prestatori di servizi di condivisione di contenuti online» che agiscono a fini commerciali.

Quindi: realtà come Google, Facebook o YouTube attraverso le quali accediamo a «quantità rilevanti» di contenuti protetti dal diritto d' autore e che guadagnano grazie ai nostri clic. Wikipedia è esclusa, perché è gratis e non ha pubblicità. In quanto servizio open source lo è anche GitHub (quasi) di Microsoft, che temeva di finire nel calderone con il suo archivio di codici.

 

Fuori, inoltre, startup e piccole imprese, così da non appesantirle in fase di sviluppo.

I colossi coinvolti dovranno accordarsi con editori ed etichette e i creatori di video, canzoni o notizie e pagare loro i diritti delle opere. L' obbligo vale anche per le anteprime degli articoli mostrate da aggregatori come Google News: l' uso di titolo e descrizione andrà pagato.

riforma ue copyright online

 

Nel caso dei contenuti caricati dagli utenti e in cui non ci sia un accordo, invece, le piattaforme devono adottare misure «adeguate e proporzionate» per bloccare la diffusione del materiale protetto senza impattare sul resto. Meno netto il riferimento a filtri automatizzati ma, spiega l' avvocato Ernesto Belisario, YouTube e simili «dovranno controllare quanto viene caricato. Rimane la responsabilità di chi mette online il contenuto, ma viene introdotto un onere di collaborazione per la piattaforma, anche attraverso meccanismi di reclamo».

 

 

MULTE FINO AL 4% PER I CONTENUTI OFFENSIVI

 

I questo caso in ballo c' è il rispetto del diritto d' autore. Gli altrettanto attuali discorsi che coinvolgono altri tipi di contenuti illeciti o inneggianti al terrorismo viaggiano su binario differente. Differente ma parallelo, soprattutto se si pensa alla richiesta di individuazione e rimozione del materiale in seno alla direttiva copyright.

 

Pure negli altri casi da una parte ci sono colossi della Rete, che comunicano percentuali bulgare nell' individuazione grazie all' intelligenza artificiale di filmati violenti o estremisti (l' 81 per cento degli 8,2 milioni su cui è intervenuto YouTube nel primo trimestre del 2018, ad esempio) anche prima che abbiano ottenuto una sola visualizzazione (il 76 per cento dei 6,7 milioni).

riforma ue copyright online

 

Dall' altra c' è, sempre, l' Europa pronta a intervenire anche su questo fronte perché ancora insoddisfatta, soprattutto per i tempi di intervento e pronta a valutare multe fino al 4 per cento del fatturato nel caso di errori sistematici. In mezzo - ancora - le preoccupazioni sulla capacità del mix algoritmi-curatori umani di garantire cancellazioni rapide non lesive della libertà di espressione. Questa nuova mossa, se dovesse concretizzarsi, e quella sul copyright fanno parte della più ampia volontà di responsabilizzare giuridicamente i colossi per quanto ospitano e contribuiscono a diffondere.

 

 

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO