la chimera

LA CANNES DEI GIUSTI - “LA CHIMERA” DI ALICE ROHRWACHER È UN RITORNO SOFISTICATO, MODERNO, AL REALISMO FANTASTICO DI PASOLINI E ALLA COMMISTIONE NATURALE TRA CLASSICISMO E CRONACA - IL FILM È DI FATTO UNA STORIA DI TOMBAROLI DELL’ALTO LAZIO CHE SI MUOVONO IN SVIZZERA PER RAGIONI CO-PRODUTTIVE. MA INGENUI, COATTI, DIVERTENTI E CATTIVI - NON TUTTO FUNZIONA, MA IN GENERALE È UN BUON FILM, SENTITO, ELEGANTE, INTELLIGENTE - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

LA CHIMERA

Terzo film italiano a Cannes, “La chimera” di Alice Rohrwacher è, come “Lazzaro felice” e solo in parte “Corpo celeste”, un ritorno sofisticato, moderno, al realismo fantastico di Pasolini (senza commistioni coatte ma vitali alla Sergio Citti) e alla commistione naturale tra classicismo e cronaca rispetto a ciò che è rimasto, oggi, di un’altra Italia e di un’altra cultura. Lontana e forse perduta. Un’Italia dove ancora si sognava in treno l’ultima apparizione della donna amata ripresa magari in 16 mm, dove si fumava in treno, e dove i volti della gente riportavano ai volti più antichi della storia.

 

LA CHIMERA

Anche se il mito più evocato, più di quello della chimera del titolo, è forse quello di Orfeo e di Euridice, uniti da un filo rosso che sappiamo da subito che il nostro protagonista, lo straniero Arthur del bravissimo Josh O’Connor (lo abbiamo visto come Principe Carlo in “The Crown” lo vedremo in “Challengers” di Luca Guadagnino), ritroverà al termine dei 136 minuti del film. Del resto se giochi la carta del filo rosso e di Orfeo, sai bene che alla fine qualcuno lo tirerà. Come se metti una pistola in bella vista nei primi minuti…

LA CHIMERA

 

 Colto, magari senza tutta quella naturalezza superiore della cultura classicista del Rossellini di “Viaggio in Italia” (sono passati settant’anni che ci volete fare?), ma abbastanza contaminato con quell’idea di cinema da farcela pensare come ispirazione e da ricostruirla, proprio quella naturalezza, come elemento fondamentale della storia grazie alla dotta fotografia di Hélène Louvart, asso nella manica di tutti i film della Rohrwacher, e alla sola presenza, quella sì magistrale, di Isabella Rossellini invecchiata come chi vi scrive ma sempre bellissima, “La chimera” è di fatto una storia di tombaroli dell’alto Lazio.

 

LA CHIMERA

Tombaroli che magari si muovono in Svizzera per ragioni co-produttive. Ma ingenui, coatti, divertenti e cattivi come gli amici di Accattone o i tombaroli del Decameron, non a caso il capo è il napoletano Vincenzo Nemolato, che devono tutta la loro frenetica e proficua attività al “dono” dello straniero. Lui, Arthur, lo straniero, l’inglese, sente, da rabdomante, o da invasato mistico, la presenza dei morti sottoterra. Le tombe degli etruschi. Sepolti coi loro averi per passare dall’altra parte. Lui stesso, lo straniero, è alla ricerca di una porta che lo conduca dall’altra parte, dalla ragazza che è morta e che lui sente ancora come raggiungibile.

 

LA CHIMERA

Le buche dei tombaroli servono così per passare da una parte all’altra della storia. Arthur le attraversa non per depredare i morti dopo secoli di tranquillità, ma per ritrovare magari proprio quel filo rosso. Nel corso della sua ricerca, che è una ricerca del classicismo e dell’antico che sentiamo dentro noi stessi e di quello che ci piacerebbe portare con noi per sempre, fosse solo un sentimento, Arthur incontra persone diverse, buone, come la brasiliana con due figli di Carol Duarte, e la sua comune di donne, una chimera utopica, meno buone, la banda di mascalzoni degli amici del bar che lo depredano, la venditrice di refurtive archeologiche, Alba Rohrwacher, che nasconde la propria attività dietro una parvenza di clinica veterinaria e un nome da uomo.

 

LA CHIMERA

Incapace di poter indossare maschere e sovrastrutture, Arthur sa che deve rispettare la volontà del mito. Sa che deve seguire il suo percorso di ricerca sottoterra per poter mantenere la propria integrità e inseguire la sua chimera. Non tutto funziona, a tratti si perde compattezza e il mondo di Rossellini, malgrado Isabella, e di Pasolini, malgrado i tombaroli, è così lontano, ma in generale è un buon film, sentito, elegante, intelligente, che non l’ambizione di raccontare il paese, come “Il sol dell’avvenire”, ma non guarda certo solo indietro.

 

la chimera di alice rohrwacher

Per questo può avere una vita anche nei mercati stranieri grazie a un protagonista internazionale e a una riconoscibilità di classico film italiano. Molte le mani alla sceneggiatura, Carmela Cirvino, Marco Pettenello, ma anche Pietro Marcello e Maurizio Braucci, ma rimane lo stesso un film molto autoriale. E il ritorno dei tombaroli della Tuscia è una bella idea. Uscirà probabilmente a fine anno.     

la chimera alice rohrwacher 2josh o connor e alice rohrwacher sul set di la chimera

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?