
LA CANNES DEI GIUSTI – FINALMENTE UN FILM CHE SPACCA! “SIRAT" DIRETTO E SCRITTO DALLO SPAGNOLO OLIVER, UN AMBIZIOSO, VITALISSIMO E COINVOLGENTE VIAGGIO NEL DESERTO DEL MAROCCO VERSO LA MAURITANIA ALLA RICERCA DI UN RAVE FANTASMA IN POSTI DA PAURA, STRADE IMPOSSIBILI E CAMPI MINATI - È UN FILM DI GRAN PRESA SPETTACOLARE, QUASI ALLA "MAD MAX: FURY ROAD", GIRATO NEI POSTI VERI, SENZA TRUCCHI IN DIGITALE, SENZA L'ODIATA AI. E LA MUSICA POMPA… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Cannes. Boom! Finalmente un film che spacca! Un viaggio nel deserto del Marocco verso la Mauritania alla ricerca di un rave fantasma in posti da paura, strade impossibili, campi minati e musica a palla nei set di "Lawrence" e di chissà quanti altri film.
Alla fine in questo ambizioso, ma vitalissimo, coinvolgente, moderno, se ti lasci andare dal flusso della musica e delle canne, "Sirat" diretto e scritto dallo spagnolo Oliver Laxe, altissimo a metà tra Jason Momoa e Mirko Frezza, quello che conta non è tanto l'impegno contro la guerra o il problema dell'immigrazione africana, quanto il viaggio tra "Vite vendute" di Clouzot e "Sorcerer" di un padre, Sergio Lopez, alla ricerca di una figlia, e di un gruppo di sbandati techno-dipendenti, chi senza una gamba, chi senza un braccio, tutti veri e tutti favolosi, che sembrano diretti verso la fine del mondo.
Capisco perché sia tanto piaciuto alla critica internazionale. E capisco anche perché non piaccia a altri, poca storia troppa musica. Ma è un film di gran presa spettacolare, quasi alla "Mad Max: Fury Road" di George Miller, altra variazione moderna del vecchio film di Clouzot, girato nei posti veri, senza trucchi in digitale, senza l'odiata AI.
E la musica pompa. Sergio Lopez è un uomo qualunque che vorrebbe solo vedere la figlia. E si porta dietro il figlioletto con tanto di cane, Pepe. Troverà una famiglia e una missione che sembrerà quasi, rovesciata, quella di mille africani alla ricerca di una vita migliore.