sentimental value

LA CANNES DEI GIUSTI - NON SO SE "SENTIMENTAL VALUE" DI JOACHIM TRIER SIA IL CAPOLAVORO CHE DESCRIVONO IN TANTI, MA CERTO È UNO DEI MIGLIORI SE NON IL MIGLIOR FILM, IL PIÙ SOLIDO E PIU ADATTO A TUTTI I GUSTI CRITICI CHE ABBIAMO VISTO QUEST'ANNO A CANNES - TI PRENDE COME UNA PIECE TEATRALE DOVE GLI ATTORI, TUTTI MAGNIFICI, HANNO MODO DI ADATTARSI AI LORO PERSONAGGI, DI FARCI SENTIRE I LORO SENTIMENTI, IL CALORE UMANO, E SOPRATTUTTO DI FARLI MUOVERE NELLA GRANDE CASA DI FAMIGLIA DOVE TUTTO QUESTO SI SVOLGE – FINIRÀ SICURAMENTE PREMIATO… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

sentimental value

 

Alla fine questa Cannes disastrata la salvano i norvegesi. Non so se "Sentimental Value" sesto film di Joachim Trier con Renate Reinsve, Elle Fanning, Inga Ibsdotter Lilleaas e il mitico Stellan Skarsgård sia il capolavoro che descrivono in tanti, ma certo è uno dei migliori se non il miglior film, il più solido e piu adatto a tutti i gusti critici che abbiamo visto quest'anno a Cannes. E i film in concorso sono praticamente finiti.

sentimental value

 

Salutato nel monumentale Grand Theatre con 19 minuti di applausi sentiti, su Rotten Tomatoes con 100% di gradimento critico, vede anche il ritorno di fiamma fra Trier, il suo cosceneggiatore, Eskil Vogt, e la sua protagonista, Renate Reinsvee, che esplosero con "La peggiore persona del mondo". Oltre a loro ci sono uno Stellan Skarsgard straordinario e una non meno intensa e sorprendente Elle Fanning.

 

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Puro cinema d'autore che ragione sul cinema d'autore, la crisi della famiglia, il patriarcato e, ovviamente, la memoria. Anche se l'apparizione di Netflix nel film nel film che il vecchio regista Gustav Borg, Stellan Skarsgard, deve girare con la star americana Rachel Kemp, Elle Fanning, nel ruolo pensato per la figlia Nora, Renate Reinsvee, modifica davanti ai nostri occhi un nostro stesso atteggiamento rispetto al film. Ma come? Fai il cinema d'autore duro e puro con un film sulla tua famiglia disfunzionale ma in cerca d'amore, e ti leghi a Netflix?

 

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È una delle poche cose che non mi tornano in un film scritto con grande mestiere e grande voglia di far ruotare i personaggi attorno a sentimenti forti. Una figlia attrice, Nora, che vediamo esordire tormentata nel ruolo di Nina ne "Il gabbiano" di Chekov, una madre psicalista appena morta, un padre ingombrante maestro del cinema d'autore nordico che ha lasciato la famiglia, non fa un film da 15 anni e annega tutto nell'alcol, una sorella, Anna, stretta tra i due personaggi forti e simili che non riescono a parlarsi, la tormentata Nina e il padre.

 

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Se Anna si è fatta una famiglia, con marito barbuto un po' inutile e un figlio biondo simpatico, e ha un lavoro vero, storica accademica, Nora vive malamente la sua condizione di attrice di teatro figlia di un genio del cinema che mon la va a vedere qua do recita. Le sue storie sono una frana e la salva dal disastro solo la solidità di Anna. Qua do il padre se ne viene con una sceneggiatura di un film che ha scritto per lei, Nora rifiuta. Perché rifiuta il padre, rifiuta di essere figlia.

 

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Ma il padre trova nella star americana Rachel Kemp, Elle Fanning, conosciuta al festival di Deauville, che può e vuole fare il suo film. Coi soldi di Netflix, perché no. Ma siamo solo all'inizio di un film che ti prende come una piece teatrale dove gli attori, tutti magnifici, hanno modo di adattarsi ai loro personaggi, di metterli in scena, di farci sentire i loro sentimenti, il calore umano, e soprattutto di farli muovere nella grande casa di famiglia dove tutto questo si svolge. Gran bel film, pronto per piacere a tutti, ma non è un torto, che finirà sicuramente premiato. Stellan Skarsgard illumina qualsiasi scena.

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