
“LA RIVOLUZIONE DI FRANCO BASAGLIA E LA RESISTENZA SONO LE PAGINE MIGLIORI ESPRESSE DA QUESTO PAESE” - VINICIO CAPOSSELA TRA IL TOUR E IL RITORNO DELLO "SPONZ FEST" NEL BORGO IRPINO DI CALITRI: "GUCCINI MI SEGNALÒ AL PRODUTTORE RENZO FANTINI, OGGI CANTO LE SIRENE. SUONANO SIRENE DI AMBULANZE, DI BOMBARDAMENTI, DI BOMBARDAMENTI SULLE AMBULANZE, E NOI SIAMO SPESSO COME I MARINAI DI ULISSE CHE METTONO I TAPPI DI CERA E CONTINUANO A REMARE. LA NOSTRA LOTTA DELLA QUOTIDIANITÀ CI RENDE PASSIVI" – IL BRANO DEDICATO AI MORTI IN MARE: “SI SPARISCE IN MARE COME NELLE CARCERI, E BISOGNA INTERROGARSI SUL..." – VIDEO
Simona Orlando per “la Repubblica” - Estratti
Vinicio Capossela è l'affabulatore che sa trasferire la realtà in un tempo mitico, un rabdomante che intercetta un po' ovunque le possibilità d'incanto, scova le parole e le salva.
Potremmo dire che è un cantore che si occupa del fantastico e dell'umano. Negli anni ci ha dato ballate di uomini e bestie (confondibili più che mai), presentato ciclopi, capodogli, mostri e altre normalità, fatto saltare con marce balcaniche e quadriglie o commuovere d'amore. Gli è riuscita anche l'impresa dello Sponz Fest, dove si va a braccio, ad abbraccio, ballando in ruote, tra falò, maghi e giganti, con migliaia di infebbrati che dal 28 al 30 agosto ripopoleranno il borgo irpino di Calitri, mettendo in scena «un altro mondo possibile». Ma prima sarà in tour con Sirene.
vinicio capossela foto di bacco (7)
Richiami, emergenze e affioramenti, live con formazioni e repertori diversi in luoghi suggestivi, partenza il 24 luglio da Genova, tappa speciale a Trieste il 26 con "Se il senno è sulla luna. La follia: da Ariosto a Basaglia" perché «la rivoluzione di Franco Basaglia e la Resistenza sono le pagine migliori espresse da questo Paese».
Capossela, sirene favolose e reali. È il tempo giusto per parlarne?
«Purtroppo sì. Suonano sirene di ambulanze, di bombardamenti, di bombardamenti sulle ambulanze, e noi siamo spesso come i marinai di Ulisse che mettono i tappi di cera e continuano a remare. La nostra satura lotta della quotidianità ci rende passivi».
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Un concerto può svegliare?
«È un viaggio insieme per stapparci le orecchie, udire le emergenze e magari riemergere.
Direi che le sirene mitologiche portano alla conoscenza e quelle di allarme a ridestare la coscienza».
Sono figure ambivalenti.
«Nell'Odissea non hanno code o piume, sono solo voci. Io le sento come parti perdute di me, voci di persone care che non ci sono più, quindi è un canto che ricompone le ferite da separazione ma è mortale perché guardare solo il passato impedisce al futuro di venire».
Per i più, le sirene sono adescatrici. Questo stigma dà modo di parlare di patriarcato e femminicidi nei live?
«Sì, è un tema ampio. La psicoterapeuta Iolanda Stocchi parla di "diffamazione delle sirene" perché passano per seduttrici letali invece rappresentano il femminile, che non è contrapposto al maschile. Al di là del genere biologico, ognuno di noi ha una parte maschile e una femminile. Quando il maschile è incapace di ascoltare il femminile, e di accettare l'alterità, nasce il conflitto».
Dedica il brano "SS dei naufragati" ai morti in mare. Altra urgenza inascoltata?
«Si sparisce in mare come nelle carceri, e bisogna interrogarsi sul prolificare di leggi che penalizzano e aumentano il numero di crimini. Non sparisce solo il corpo ma l'identità delle persone. Ulisse, che perde tutto e cerca approdo, diventa Nessuno. La mia è una preghiera per chi va per acqua e non ha sepoltura».
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ornella vanoni vinicio capossela
Si dice che l'immaginazione nasca dalla noia, anche noia della provincia. Per lei è stato così?
«Il contrario: la provincia mi ha obbligato a raccontare, non a evadere. Fu rivelatorio leggere Pier Vittorio Tondelli, nato 70 anni fa. Il suo Altri libertini mi fece vedere con nuovi occhi i luoghi in cui m'imbattevo ogni giorno. Mi portò a fare caso, a dare spessore all'ordinario».
Come andò?
vinicio capossela foto di bacco (1)
«Guccini non ha solo fan, genera un senso di famiglia, ci si riconosce. Grazie a quest'empatia, io che sono timido scambiai con lui due chiacchiere al Premio Tenco. Fu così gentile da ascoltare i miei brani e segnalarmi al produttore Renzo Fantini, l'uomo del destino al quale devo tutto».
giovanni truppi e vinicio capossela
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capossela studenti dei collettivi a pisa
CASA BELLONCI CAPOSSELA
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CAPOSSELA COVER LIBRO
VINICIO CAPOSSELA
VINICIO CAPOSSELA
vinicio capossela jimmy villotti