SUPERSCOPERTA O SUPERPACCO? CARAVAGGIO O SCARAFAGGIO? - PROFUMANO DI BUFALA I “CENTO DISEGNI MAI VISTI” “SCOPERTI” DA UN GRUPPO DI STUDIOSI BRESCIANI - LA PUBBLICAZIONE DELL’EBOOK SU AMAZON AL CENTRO DI UN GIALLO - GLI INDIANA JONES DE’ NOANTRI HANNO STUDIATO LE IMMAGINI DA UN DISCHETTO? POSSIBILE? “AL FONDO PETERZANO NON LI ABBIAMO MAI VISTI” - L’AVVOCATURA DEL COMUNE DI MILANO PREPARA UNA DENUNCIA ALLA PROCURA…

Armando Stella per il "Corriere della Sera"

Una lettera spedita da Brescia nel maggio 2011, un'ordinaria richiesta al Castello Sforzesco di «materiale fotografico per motivi di studio» e, sotto, la firma di una ricercatrice che vorrà forse preparare una tesi su Peterzano, magari esaminare gli schizzi degli allievi di bottega. Fatti suoi comunque, si guardi pure i bozzetti, sono pubblici, cosa vuoi che scopra, le opere giovanili del Merisi? Così pare, o forse è un bluff.

Il critico d'arte Carlo Bertelli, garante e custode della cultura milanese, è pronto a scommettere che «alla fine dell'estate nessuno si ricorderà più di questa bufala del giovane Caravaggio», ma non affrettiamo i tempi. Atteniamoci ai fatti. All'origine abbiamo un contatto email, un nome e una data: Mariacristina Ferrari, maggio 2011. Conosciamo anche la risposta dei funzionari di Milano: l'invio a Brescia di 1.738 file in formato jpeg, un catalogo d'immagini a bassa risoluzione salvate su un dischetto per computer, l'intera collezione di disegni del Fondo Peterzano.

D'ora in poi, però, ragioneremo solo per indizi, testimonianze, ipotesi e deduzioni. Partendo dall'appendice della storia: la pubblicazione di un ebook su Amazon, le polemiche degli esperti sulla «maldestra attribuzione» delle opere e la difesa a oltranza degli autori dello scoop sul Caravaggio segreto, presunto o mai esistito, Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli, supportati (tra gli altri) dalla efficiente Mariacristina Ferrari.

Possibile che un gruppo di studiosi semisconosciuti, curiosi e ambiziosi abbia corretto lo strabismo dei maestri? Scoperta sensazionale, tarocco o prodotto di marketing? L'Ansa sconvolge le sicurezze del mondo accademico alle 17.50 del 5 luglio: «Caravaggio, trovati cento disegni mai visti». Già la notizia crea un equivoco: i fogli sono catalogati e consultabili dal 1924, non erano buttati in un sottoscala. Il lancio successivo, da infarto: «Stima opere, 700 milioni di euro».

Le carte sono custodite al Castello, nel civico Gabinetto dei disegni. Ci siamo. Oltre la Torre del Filarete, sulla destra, al primo piano. La conservatrice è la dottoressa Francesca Rossi, è lei che registra gli ingressi degli ospiti, li accompagna, fa così con tutti e fan tutti così: si presentano, consegnano le loro generalità al registro, saranno schedati nel database informatico. Bernardelli Curuz e Conconi Fedrigolli figurano nell'elenco? «No. Io, qui, non li ho mai visti».

Come avranno fatto a eludere i controlli, passare le carte, osservare la filigrana dei bozzetti? Passano i giorni e in Comune si rafforza questa tesi: «Non hanno mai avuto accesso al Fondo, hanno studiato esclusivamente le immagini sul dischetto». Cioè, hanno indagato sul Caravaggio come si compilerebbe una tesina per le medie?

«Abbiamo visitato gli archivi diverse volte - replica Bernardelli - anche se fuori dall'orario di ufficio, accompagnati da altre persone». Da chi? In che giorni? Dove si nascondono le talpe del Castello? «Un'accusa inverosimile per coprire la fragilità del metodo di ricerca», commentano dall'assessorato alla Cultura. E però, su questo giallo, non ci saranno altre ombre: il Comune ha aperto un'indagine interna per stanare eventuali complici, frodi, collusioni, e messo su Internet le 96 foto contese.

La lettera del maggio 2011 è l'ultimo segnale evidente dell'interesse del gruppo bresciano per il Fondo Peterzano. Una email, quattordici mesi di silenzio e la sorprendente rivelazione del 5 luglio. L'assessore Boeri, in battuta, ha invitato tutti «a una grande cautela». Che qualcosa non funzionasse, per altro, si era intuito fin da subito. Dove sono i confronti? Quali le prove? Un ebook, poi: vi pare?

«Le scoperte si dibattono nei convegni scientifici». Philippe Daverio ricorda che «nel carattere di Caravaggio il disegno non esiste e nella sua pittura il disegno non serve. Questi bozzetti non possono essere paragonati a nulla di originale. In un momento di crisi del Paese è sbagliato mortificare sogni e aspettative, ma le cose devono essere quanto meno plausibili».

Referenze, prego. Adriana Conconi Fedrigolli, prima del botto su Amazon, aveva pubblicato un catalogo su Le gallerie Avogadro, Fenaroli-Avogadro, Maffei-Erizzo (2010) e un articolo sullo scultore ferrarese Alfonso Lombardi. Più corposa la biografia di Bernardelli Curuz, iconologo, già cronista per il Giornale di Brescia, fondatore della fu rivista Stile arte e attuale direttore artistico della Fondazione Brescia musei: «Siamo tranquilli - scrive su Facebook -. Il mondo giudicherà il nostro lavoro».

Oltre al mondo, forse, s'interesserà anche la Procura. L'Avvocatura del Comune sta valutando una denuncia per sfruttamento improprio dei diritti d'immagine del Fondo Peterzano. Bernardelli Curuz e Conconi Fedrigolli hanno annunciato «un'autentica rivoluzione del "sistema Merisi"» senza chiedere l'autorizzazione per pubblicare i disegni.

 

CARAVAGGIO DISEGNO CUSTODITO NEL FONDO PETERZANO AL CASTELLO SFORZESCO jpegCARAVAGGIO DISEGNO CUSTODITO NEL FONDO PETERZANO AL CASTELLO SFORZESCO jpegCARAVAGGIO DISEGNO CUSTODITO NEL FONDO PETERZANO AL CASTELLO SFORZESCO jpegCARAVAGGIO DISEGNO CUSTODITO NEL FONDO PETERZANO AL CASTELLO SFORZESCO jpegCARAVAGGIO DISEGNO CUSTODITO NEL FONDO PETERZANO AL CASTELLO SFORZESCO jpeg

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