tom wolfe

L'INESAURIBILE CREATIVITA' LINGUISTICA DI TOM WOLFE NEL COGLIERE LO SPIRITO DEI (VARI) TEMPI - DOPO IL NEOLOGISMO “RADICAL CHIC” (1970) NULLA FU COME PRIMA NELLA POLEMICA POLITICA - O COME THE “ME” DECADE PER CATTURARE L'ESSENZA DEGLI ANNI SETTANTA, TRA AFFERMAZIONE DELL'INDIVIDUALISMO E FINE DELL'IDEOLOGISMO DEL DECENNIO PRECEDENTE

1 - RADICAL CHIC E I SUOI FRATELLI UN TALENTO PER I NEOLOGISMI

Massimiliano Panarari per “la Stampa”

 

GAY TALESE TOM WOLFE

Un funambolo dei neologismi. E un artificiere delle etichette. Sono due delle connotazioni che meglio si addicevano a Tom Wolfe, un maestro di quel New Journalism che sperimentò l' ibridazione tra gli stilemi della letteratura e il racconto della cronaca.

 

Il suo neo-vocabolo forse più celebre è «radical chic», coniato per un articolo del New York Magazine del giugno 1970, e intitolato appunto «Radical Chic: That Party at Lenny's».

 

tom wolfe con la moglie sheila e i figli tommy e alexandra

Una sorta di reportage da «inviato» al party di raccolta fondi pro-Pantere nere dato qualche mese prima da Leonard (il celebre direttore d' orchestra) e Felicia Bernstein nel loro strepitoso attico su Park Avenue.

 

Già, perché tra tartine al Roquefort e camerieri in livrea (rigorosamente bianchi, per essere politicamente corretti e non «urtare la sensibilità» dei rivoluzionari black ospiti d' onore), si muoveva pienamente a proprio agio l'idealtipo del ricco borghese (per lo più intellettuale o esponente dello show business) che assumeva pose di estrema sinistra e ci teneva a mostrarsi engagé in maniera puramente modaiola. Dopo questo neologismo nulla fu più come prima nella polemica politica (anche a sproposito).

TOM WOLFE

 

La creatività linguistica di Wolfe nel cogliere lo spirito dei (vari) tempi fu praticamente inesauribile, e produsse altri fuochi pirotecnici. Come The Right Stuff (titolo di un libro del 1979), l' espressione con la quale effigiava l'imponderabile caratteristica della «stoffa giusta», da «uomini veri», dei primi astronauti protagonisti dell' epopea spaziale Usa.

 

O come The «Me» Decade per catturare l'essenza degli Anni Settanta, tra affermazione dell' individualismo e fine del comunitarismo del decennio precedente. Da cui, negli Anni Ottanta, sarebbe scaturita la generazione di quelli che definì «Masters of the Universe», i giovani arrembanti e sfrenati finanzieri di Wall Street.

 

TOM WOLFE 4

Lo scrittore nutrì una «magnifica ossessione» per le élite e il potere, specie in versione glamour, e si inventò anche la parola «statuspheres», con cui indicava mondi sociali chiusi e non comunicanti, recintati dalla ricchezza, dove a dettare legge era un arbiter elegantiarum che stabiliva cosa faceva status per gli appartenenti. Polemista infaticabile (da posizioni a volte reazionarie) e prosatore «cattivista», incrociò la spada anche con Chomsky, etichettato, nel suo libro antidarwiniano del 2016 The Kingdom of Speech , come «Noam Charisma».

 

2 - ESORDIO TARDIVO CON "IL FALÒ DELLE VANITÀ" L' ANTIDOTO ALL' INERZIA DEI NARRATORI INSENSIBILI AGLI STIMOLI DELLA SOCIETÀ

Masolino D’Amico per “la Stampa”

TOM WOLFE

 

Tom Wolfe diventò romanziere tardi, romanziere-giornalista, dopo essere diventato famoso come giornalista-narratore. Debuttando a più di cinquantacinque anni, nel 1987, con Il falò delle vanità , dichiarò di essersi deciso a farlo data l'inerzia dei narratori suoi contemporanei, che pur avendo a disposizione una società traboccante di stimoli non si decidevano a raccoglierli come aveva fatto lui con i suoi reportage, sempre attentissimi alle metamorfosi in atto nella società americana, quelle che gli dettarono definizioni poi entrate nell' uso, come «radical chic», «statusphere» e simili.

 

TOM WOLFE E IL SUO LIBRO IL RICHIAMO DEL SANGUE

Le raccolte dei suoi articoli dallo stile scoppiettante, sempre farciti di maiuscole e di punti esclamativi - tradotte come Lo chic radicale , Gente bene e tutti gli altri , Maledetti architetti e via dicendo - captavano, riferivano, canzonavano, smontavano, per esempio, il mondo dell' arte, o quello dell' architettura moderna, o il sinistrismo di moda nei quartieri eleganti (il ricevimento dato da Leonard Bernstein e consorte per le Black Panthers, in Radical Chic and Mau-mauing the Flak Catchers, 1970, tradotto per Rusconi in quello stesso anno come Lo chic radicale e Mau-mauizzando i Parapalle e ripubblicato nel 2005 da Castelvecchi con il titolo Radical chic: il fascino irresistibile dei rivoluzionari da salotto ).

tom wolfe blue

 

Truman Capote, Gay Talese, Gore Vidal furono suoi contemporanei e in qualche misura compagni di strada in questo «new journalism», al quale Wolfe diede nuovo respiro col suo primo romanzo. Immediatamente accolto da enorme successo e trasformato in un poco memorabile film: poco memorabile perché forse, da reporter, l'autore non aveva inventato una vera storia, limitandosi a illustrare molto vivacemente spunti dal mondo di Park Avenue e del denaro.

 

Il falò delle vanità (Mondadori) è tutto sulle diverse sfumature degli arrampicatori sociali e sui riti della società affluente, con la spiegazione per esempio della necessità di affittare una limousine per andare a un party che si svolge a un blocco di distanza, essendo inconcepibile l' idea di esser visti arrivare a piedi.

 

La vicenda riguarda un giovane finanziere rampante e le conseguenze del fatale errore che commette finendo per errore di notte in un ghetto afroamericano, con la catena di fatali bugie conseguenti allo sbaglio. Dopo questa saga della tracotante New York degli Anni 80 Tom Wolfe passò al vecchio Sud e alla ricca e volgarissima Atlanta, dove un ex campione di football diventato imprenditore affronta un crollo finanziario e quindi una crisi di coscienza.

TOM WOLFE

 

In questo secondo romanzo, elaboratissimo, ambizioso e dalla lunga gestazione ( Un uomo vero , 1998, tradotto per Mondadori nel '99), Tom Wolfe diede fondo anche al suo orecchio per le inflessioni del linguaggio, riproducendo con straordinaria dote mimetica i vezzi linguistici di molte classi sociali. Ma stavolta il pubblico non lo seguì fino in fondo, forse avvertendo un inizio di stanchezza nella formula. I libri successivi risultarono sempre meno convincenti. L'uomo aveva dato il meglio di sé negli Anni 70, 80 e 90, ossia nei decenni della grande, tronfia euforia americana; dopo, sarebbe cominciata l' età del dubbio.

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