paolo villaggio fratello

LA CORAZZATA POTËMKIN? UNA MERAVIGLIA PAZZESCA – IN UN VOLUME DUE SPLENDIDE INTERVISTE DI PAOLO VILLAGGIO - "UN SUCCESSO È SEMPRE CORRISPONDENZA FELICE TRA UN PERSONAGGIO E UN MOMENTO STORICO. SPETTATORI E LETTORI SI SONO TUTTI IDENTIFICATI IN FANTOZZI NELLA TRAGEDIA DI METÀ ANNI ’70 – IL MIO MODELLO COMICO? MIO FRATELLO. INSEGNAVA MATEMATICA ALLA NORMALE DI PISA SBAGLIANDO MESTIERE. HO COPIATO DA LUI, CHE ERA UN PAGLIACCIO SENZA ACCORGERSENE" – VIDEO

Maurizio Porro per “la Lettura - Corriere della Sera”

paolo villaggio

 

A quasi tre anni dalla morte, Paolo Villaggio (Genova, 30 dicembre 1932-Roma, 3 luglio 2017) è, come tutti i grandi, un presente storico che continua a darci il suo contributo alla tragedia del vivere con quel sense of humour che secondo lui non tutti gli italiani hanno.

 

Esce ora - inseguendo nel catalogo le parole coraggiose di Basaglia, Moro, Mattei, De Sica, Terzani, Jotti, Merlin, Matteotti e altri - un breve libretto-breviario di Villaggio con due interviste speculari: la prima, rilasciata nel '75 alla tv svizzera, pressoché nuova per noi, a ridosso del successo di Fantozzi, dove Villaggio fustiga a suo modo i costumi e ci conferma che il ragioniere Ugo è fra i grandi infelici dei tempi moderni; la seconda, a cura della figlia Elisabetta, è un testo inedito, una chiacchierata dell' ottobre 2006 a tu per tu con il nipote Andreas e quindi più vera, familiare, didascalica.

paolo villaggio cover

 

Ecco qui L' uguaglianza con cui Paolo Villaggio ripropone la tragica storia del suo popolare personaggio di travet che riassume, in equilibrio delicato tra reale e surreale, Gogol', I burosauri e i cartoon: resterà nella storia del cinema come Charlot o lo schlemiel , sciocco sfortunato della cultura yiddish.

 

La dimensione civile e il discorso sulla dignità forse non sono state le ragioni immediate del successo della saga di Fantozzi con 500 mila copie dei primi due libri, in cui pochi credevano, cui seguono i primi due film del grande Luciano Salce con tre miliardi di lire nel 1975 e 1976. Ma era ben presente, si vede bene in controluce nella scelta di gag, nevrosi, tic e vizi, quel famoso italiano impiegato schiavo delle mode e sfortunato più di Paperino e Willy il coyote.

 

Villaggio si compiace del successo inaspettato quando trionfavano i western spaghetti e Malizia e ci tiene a quel tragico inserito nella seconda puntata (appunto: Il secondo tragico Fantozzi ), parola poco amata da editori e produttori: «Un successo è sempre corrispondenza felice tra un personaggio e un momento storico e spettatori e lettori si sono tutti identificati in Fantozzi in questo momento tragico: è la risposta italiana ai catastrofici hollywoodiani». Così negli anni di piombo il diario del ragioniere fa ridere gli italiani di ogni censo ed età, ai quali Villaggio insegna che il consumismo non rende felici: «L' uomo crede di esserlo con autostrade, macchine, code, mentre in realtà il mondo in cui è costretto a vivere è un inferno».

paolo villaggio con il fratello

 

Villaggio dice che con la crescita dei media i comici durano meno: si è partiti da quelli della miseria, della fame e poi è arrivata la commedia con Sordi «primo antagonista antipatico ma comicissimo del nostro cinema». Qui germoglia l' italiano medio con elettrodomestici, weekend, tennis, utilitaria: perderà sempre «non perché io voglia essere giudice negativo ma perché il nostro momento storico è nevrosi pura e Fantozzi sa che finirà in catastrofe».

L' autore, anche paroliere per due pezzi del suo amico De André, parla di Fracchia, dell' autobiografismo latente, del senso dell' iperbole usata affinché l' italiano non potesse riconoscersi subito allo specchio. Villaggio racconta quanto si fosse divertito a fare il cabaret a Milano e la tv, mentre il cinema lo definisce un mestiere meno divertente. Infine va in biblioteca e confessa le sue letture iniziando dalla cotta giovanile per Hemingway, calandosi poi nel mondo di Francis e Zelda Fitzgerald, segue Borges che si porta dietro i sudamericani di successo come García Márquez, infine Bulgakov e «Kafka che sta al vertice della piramide nevrotica» fino alla scoperta di un altro «uomo senza qualità», quello di Musil, mentre non ha il coraggio di affrontare le tremila pagine di Marcel Proust.

PAOLO VILLAGGIO E SERENA GRANDI IN ROBA DA RICCHI

 

Al nipote, passati trent' anni da quel boom, confesserà cos' avesse voluto dire scegliere di fare l' attore, mestiere da devianti, «per quelli che non erano riusciti a seguire la strada maestra o a finire l' università. Trovo che fare questo lavoro che non oso neanche chiamare lavoro, sia dovuto a una malattia, a un timore, alla paura di non essere competitivo, di non apparire, di non venire fuori dalla mischia.

 

L' attore si maschera perché non si piace, ma l' appagamento viene solo dalla finzione». Bergman ne sarebbe lieto.

 

Torna fuori il Fantozzi che si nasconde in lui e la teoria romantica dell' attore che vuole entrare in altre vite, che diventa Amleto o Arlecchino, per dimenticare il suo presente. Villaggio teenager scelse come esempio e mito Gary Cooper, ma poi abbassò il tiro e preferì, in anticipo su Woody Allen, Humphrey Bogart: per uscire con le ragazze indossa trench, cappello e sigaretta pendula. «Il vero modello - confessa nonno Paolo - era mio fratello. Somigliava a Ho Chi Minh, era molto comico, ma insegnava matematica alla Normale di Pisa, evidentemente sbagliando mestiere: io ho copiato tutto da lui, che era un pagliaccio senza accorgersene. Una sera lui disse che aveva avuto la fortuna d' avere un gemello come me che guidava il tandem: entrambi abbiamo pensato di essere a rimorchio dell' altro».

LINO BANFI E PAOLO VILLAGGIO IN COME E DURA L AVVENTURA

 

Il nonno fa davvero il nonno, con l' amarezza saggia che gli spetta, quando dice che i giovani oggi non hanno più fiducia nei valori della cultura e insegna a stare alla larga dalla globalizzazione, una pressione violentissima che provoca una omologazione pazzesca. Qui sorpassa a sinistra Pasolini: «Si diventa tutti uguali, è una specie di vera dittatura». Lo deprime la mancanza di allegria dei giovani, Ibiza gli pare un inferno.

paolo villaggio fantozzi

 

Ci sono anche le difficoltà del padre e poi del nonno, com' è ora: «Il nonno ha finito la sua corsa disperata e competitiva al successo, tende a ritirarsi, si guarda indietro, così ha la possibilità di occuparsi veramente di voler bene a quelli che lo circondano». Ma Paolo-Ugo vuole bene anche ai libri, alle città come Londra, ai film, vuole bene a Mark Twain, ai Sette samurai e alla Dolce vita di Fellini, ammira La corazzata Potëmkin che ha irriso, ama Truffaut, Ford, Monicelli, Il segreto del bosco vecchio che ha girato con Olmi, ma abiura García Márquez con i suoi Cent' anni di solitudine . Per il The end confessa che gli piacerebbe vivere in una città anche piccola della nostra meravigliosa provincia, ancora meglio Firenze o Venezia. Ma poi non s' è mai mosso da Roma.

professor kranz paolo villaggio 4fellini villaggio benignifellini villaggiomaurizia paradiso paolo villaggio roberto benigni paolo villaggioPAOLO VILLAGGIOPAOLO VILLAGGIOpanatta villaggioMAURA ALBITES E PAOLO VILLAGGIOPAOLO VILLAGGIO E MAURA ALBITESMAURA ALBITES E PAOLO VILLAGGIOpaolo villaggio ruttoprofessor kranz paolo villaggio professor kranz paolo villaggio 3professor kranz paolo villaggio 1

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…