CORONA DI SPINE - UNA ANNO E DUE MESI IN APPELLO PER FABRIZIO CORONA, ACCUSATO DI AVER CORROTTO UN SECONDINO PER OTTENERE LA MACCHINA FOTOGRAFICA CON CUI REALIZZÒ IL REPORTAGE PER “DIVA E DONNA” DAL CARCERE DI SAN VITTORE - L’AUTODIFESA DEL RE DEI PAPARAZZI: “NON L'HO FATTO PER SOLDI, VOLEVO FARE UN’INCHIESTA SULLE CONDIZIONI DEI DETENUTI. PERCHÉ SAVIANO E GATTI POSSONO FARLO E IO NO?”…

1- CORONA: CONDANNATO PER LE FOTO, MA HO FATTO COME SAVIANO E L'ESPRESSO

AGI - La corte d'appello di Milano ha ridotto a un anno e due mesi la condanna a Fabrizio Corona nella vicenda in cui è imputato con l'accusa di corruzione per avere scattato alcune foto in carcere, quando era detenuto, grazie a una macchina fotografica introdotta a San Vittore, corrompendo una guardia carceraria. In primo grado era stato condannato a un anno e otto mesi. Secondo quanto ricostruito dall'accusa, tra il 13 aprile e il 15 giugno 2007, quando era agli arresti nell'ambito dell'inchiesta "Vallettopoli", si fece consegnare dalla guardia carceraria Pasquale Costanzo, una macchina fotografica "usa e getta" per ritrarsi in un servizio all'interno di San Vittore.

2- LA DICHIARAZIONE SPONTANEA DI FABRIZIO CORONA IN AULA
da "Tempi.it"

http://www.tempi.it/corona-condannato-le-foto-ma-ho-fatto-come-saviano-e-lespresso

Il sottoscritto Fabrizio Maria Corona intende rendere alcune dichiarazioni.
C'è un passaggio della sentenza in cui si afferma che avrei violato apertamente le norme penitenziarie facendone addirittura un'ulteriore occasione di guadagno.
Sono consapevole che l'immagine che si ha di me è quella di un soggetto che farebbe di tutto per denaro, eppure se c'è un'occasione in cui ho agito mosso da finalità diverse da quella di far soldi è proprio questa.

Nel periodo della custodia cautelare sentivo il bisogno di dare una ragione ad una carcerazione che avvertivo come profondamente ingiusta. Allo stesso tempo, nonostante l'impatto traumatico dato dal trovarmi improvvisamente calato in una realtà dura e difficile come quella carceraria, mi rendevo conto di essere un privilegiato rispetto ai tanti ragazzi che mi circondavano e che in quelle condizioni di degrado e sovraffollamento vivono quotidianamente senza la tutela che offre l'essere un personaggio pubblico, un personaggio famoso.

Ecco io ho pensato che per dare un senso a quella mia terribile esperienza avrei potuto fare qualcosa per quelle persone, con cui ho stretto delle amicizie e con cui ho nel tempo mantenuto anche dei contatti, continuando, ad esempio, a scrivermi. Ed allora mi sono detto: «Fabrizio, se vuoi fare qualcosa per queste persone e anche per te stesso, potresti realizzare una sorta di inchiesta, una specie di servizio di denuncia, su cosa significa vivere ammassati in una cella, su cosa significa vedere scandito ogni momento della giornata da orari, turni, ordini e via dicendo». E tutto questo, magari, non a seguito di una condanna ma in attesa di processo (come stava accadendo a me all'epoca).

Magari vi farà sorridere, ma tenete presente che io ero in carcere con l'accusa di essere un ricattatore che nulla aveva a che fare, neppure indirettamente, con il giornalismo. A torto o a ragione quella sorta di inchiesta giornalistica mi è sembrata la risposta migliore alle accuse che mi venivano mosse.

Certo, capisco che - agli occhi di molti - se Fabrizio Gatti dà false generalità alle forze dell'ordine per denunciare gli abusi perpetrati all'interno di un Cpt sulle pagine dell'Espresso oppure se Saviano va a scaricare merce di contrabbando al porto di Napoli e poi ci scrive Gomorra è una cosa, mentre se Corona fa vedere il degrado delle celle di San Vittore dalle pagine di Diva e Donna, facendosi fotografare in boxer è un'altra.

D'altra parte i miei canali editoriali erano quelli e Diva e Donna non è certo lo Spiegel, per cui va bene la denuncia ma le foto dovevano pur essere adatte ad una rivista di gossip. Ad ogni modo quella è stata la ragione alla base di tutto. Certo ho violato le norme di ordinamento penitenziario ma non l'ho fatto certo per soldi. Questo era quello che mi premeva soprattutto precisare.

Riguardo alla corruzione posso solo dire che non ho mai ricevuto alcuna macchina fotografica da parte dell'agente di custodia Costanzo. Io ero già in possesso di una macchina fotografica che ero riuscito ad ottenere per altre vie. Avevo utilizzato questa macchina fotografica per scattare delle foto già nei giorni precedenti a quelle che furono poi pubblicate su Diva e Donna.

Il Costanzo venne a sapere (presumo da un altro detenuto) che io ero in possesso di questa macchina e mi fece le sue richieste. Fu da me indirizzato dal mio legale dell'epoca e so che questi poi lo pagò. La scoperta della macchina da parte del Costanzo è avvenuta qualche giorno prima della sera in cui scattai le foto poi pubblicate (credo il 21), mentre il pagamento è avvenuto dopo qualche giorno dalla mia scarcerazione.
Questo è quanto ricordo.

Fabrizio Corona

 

 

FABRIZIO CORONA Fabrizio Corona in cella nel carcere di San Vittore Corona al processoFabrizio Corona nel film VIDEOCRACYBelen e Coronabelen e corona a cortina da Oggi it CORONA BELEN DA LONTANO Belen e Corona

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO