1- VISTO LA STANGATA (SOPRATTUTTO PER CETO MEDIO E PENSIONATI) LA STAMPA DEI POTERI MARCI COSTRETTA DAI LETTORI (NON DALLA SUA COSCIENZA CRITICA) A INTERROMPERE BRUSCAMENTE, SIA PURE CON PRUDENZA CODINA, LA LUNA DI MIELE CON RIGOR MONTIS 2- A FAR CORREGGERE LA ROTTA AL “CORRIERE DELLA SERA” E ALLA “REPUBBLICA” CI HANNO PENSATO INFATTI LE LETTERE DI PROTESTA DI PENSIONATI E CITTADINI INCAZZATI 3- MENTRE CONTINUA SUI MEDIA LA GEREMIA A SENSO UNICO SUL CONFLITTO D’INTERESSI DEGLI ALTRI - FACENDO FINTA CHE PASSERA, MONTEZEMOLO, TRONCHETTI, ROTELLI, LIGRESTI, NAGEL E DELLA VALLE NON HANNO QUALCHE INTERESSE (DA DIFENDERE) A STARE NEL BOARD DI VIA SOLFERINO -, NESSUNO HA NULLA DA OBIETTARE SUL PALESE CONFLITTO DI INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO ALL’EDITORIA CARLO MALINCONICO 4- UN TIPINO PASSATO DIRETTAMENTE E CON LO STESSO RUOLO DALLA GUIDA DEGLI EDITORI, ACCUSATI DI TAROCCARE LE VENDITE DEI GIORNALI PER INCASSARE ANCHE CONTRIBUTI PIÙ ALTI DALLO STATO E FAR PAGARE DI PIU’ LA PUBBLICITA’, A PALAZZO CHIGI

DAGOREPORT
Il vecchio e saggio Cicerone sosteneva che i consigli degli esperti "si giudicano dai risultati, non dalle intenzioni". Ma a provocare, a quanto sembra, la fine della breve luna di miele tra la grande stampa padronale e il governo guidato dal professor Mario Monti non è stato il varo di una manovra-stangata (soprattutto per il ceto medio e i pensionati) che sull'insospettabile sito lavoce.info viene definita dagli economisti lontanissimi da qualsiasi berlusconismo,Tito Boeri e Fausto Panunzi, ricca di "molto rigore, poca equità e pochissima crescita". Insomma una bocciatura in piena regola. Già, per dirla con Flaubert, l'economia politica si conferma davvero una "scienza senza cuore".

A far correggere la rotta al "Corriere della Sera" e alla "Repubblica" ci hanno pensato, infatti, i lettori delle due testate che nelle ultime ore hanno fatto sentire la propria voce contro le posizioni fin troppo codine nei confronti dei tecnici salvatori della patria, assunte dai direttori Flebuccio de Bortoli ed Eziolo Mauro.

Finché si trattava di cacciare il Tiranno (Berlusconi) ogni richiamo nazionalistico dei due quotidiani poteva anche essere condiviso dai suoi lettori. Che, però, ben presto scopriranno (a loro spese, a cominciare dalle loro pensioni) quanta ragione aveva Samuel Johnson nel sostenere che, alla fin fine, ogni patriottismo "è il rifugio dell'ultimo farabutto".

Così dopo settimane di peana imbarazzanti per la nascita del "governo dei tecnici" imposto dal Quirinale - il primo vero esecutivo "del Presidente" dell'ultima storia parlamentare a cui il Quirinale ha cominciato a lavorare in estate -, capita che è l'opinione pubblica a far cambiare parere ai media. E non viceversa.

Anche se sul Corrierone l'ardito sapientone Ernestino Galli Della Loggia faceva osservare che non esistono "governi tecnici", ma soltanto "governi politici". Forse ignaro, nonostante i suoi lunghi trascorsi nelle stanze socialiste di Claudio Martelli e un tentativo abortito di farsi eleggere nella casta parlamentare (raccogliendo appena una manciata di voti tra i suoi riluttanti famigliari), che il termine, da molto tempo, appartiene ormai al linguaggio parlamentare.

Sulle stesse pagine del quotidiano di via Solferino, invece l'ex ambasciatore, Sergio Romano, stendeva, proprio un lungo elenco di professori-premier che nel corso degli anni avevano preceduto il bocconiano Monti a palazzo Chigi.

Scusandosi, tra l'altro, di aver dimenticato il docente barese Aldo Moro che - bontà sua - non era sicuramente, come si dice sempre nel gergo politico-giornalistico, un tecnico prestato alla politica. Come quasi tutti gli altri professori-parlamentari, citati da Romano.
Nelle settimane che hanno preceduto i primi mea culpa dei media, si è assistito però a molto di peggio nelle redazioni dei grandi quotidiani.

Per preparare la platea al Grande Giorno dell'ascesa a palazzo Chigi di Mario dei Tonti, sono ripresi a rullare i tamburi di guerra dell'anti-politica (della serie: "Vogliamo i tecnici abbasso i partiti!") per segnalare tutti i possibili conflitti d'interesse (altrui).
In prima fila, ovviamente, i casta-storie Stella&Rizzo. Forse ignari che il più spinoso conflitto (etico) l'hanno proprio dentro casa.

Sì, proprio al "Corriere della Sera" che annovera tra i suoi azionisti il meglio (o il peggio) dei Poteri Marci: dal neo superministro Corrado Passera (ex Banca Intesa e consigliere di Rcs) al presidente foglia di fico della Fiat, Yaki Elkann; da Luca Cordero di Montezemolo (Ferrari e Rcs) a Dieghito Della Valle (Generali, Tod's e Rcs); da Marco Tronchetti Provera (Pirelli e Rcs) alla coppia di bronzo Nagel&Pagliaro di piazzetta Cuccia (Mediobanca e Rcs).

E il discorso vale anche per "la Repubblica" di proprietà dell'imprenditore Carlo De Benedetti (Energia, Ristorazione, cliniche), per "la Stampa" (Fiat) e per "il Messaggero" di Caltagirone (Generali, Monte dei Paschi di Siena e costruzioni).

Ora poiché la definizione più diffusa di conflitto d'interessi recita che quando un soggetto ricopre un'alta carica non deve avere "interessi professionali o personali in conflitto con l'imparzialità" dovuta al suo ruolo, come fanno i Poteri Marci raccolti a consiglio in via Solferino a non cadere in conflitto al momento di garantire non soltanto i bilanci (in rosso) dell'azienda ma anche la libertà di stampa dei giornalisti?

Si obietterà che questo ruolo spetta innanzitutto al direttore che, però, una volta nominato dai suoi azionisti deve fare i conti (carriera e stipendio), appunto, con il problema del loro conflitto d'interessi (particolari).

Giusto allora reclamare che un sottosegretario si faccia da parte (Milone). Nel frattempo, però, nessuno a nulla da ridire se all'editoria è stato chiamato Carlo Malinconico direttamente dalla presidenza della Fieg. La Federazione italiana editori di giornali ora accusata dai pubblicitari (conviventi fino all'altro ieri) di taroccare le vendite dei quotidiani per incassare anche contributi più alti dallo Stato. Come più volte denunciato anche da Dagospia.

Ora, immaginate cosa avrebbe scritto "il Sole24Ore" (e tanti altri media) se la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, fosse andata al dicastero del Welfare. Fiamme e fuoco, appunto.

Così, i casta-storie Stella&Rizzo per sgomberare il dubbio che le questioni sui conflitti d'interesse non sono un'esclusiva della politica, potrebbero per esempio avviare una bella inchiesta sui soci dei treni dell'Ntv della applaudita ditta Montezemolo&Della Valle (munifico sponsor economico della società: il solito banchiere Passera) la cui partenza è stata ancora una volta ritardata all'anno nuovo.

Mentre se un convoglio delle Ferrovie di stato accusa qualche disservizio, si dà fiato alle trombe della critica. E Stella&Rizzo potrebbero anche rivisitare il Cis di Nola gestito dal terzo socio di Ntv, Gianni Punzo.

Si tratta del centro commerciale nato in odore di camorra e, a suo tempo, benedetto (politicamente e con i soldi pubblici dell'Isveimer) sia da quella "pecora nera" diccì che è considerato dalla stampa Paolo Cirino Pomicino, sia dall'odiato Bettino Craxi, chiamato a porre la prima pietra del Cis.

Giusto allora puntare il dito sul "sistema Lombardia" investito da nuovi scandali, magari buttando un occhio anche sull'azionista numero uno dell'Rcs, Ettore Rotelli, che gestisce gran parte della sanità in quella grassa regione. Dopo aver nascosto per anni le gesta note a tutti sin dai tempi della cosiddetta Milano da bere del San Raffele di Don Verzè.

Giusto allora, come fa Pierluigi Battista sul "Corriere della Sera" stigmatizzare i questori della Camera che a Montecitorio vietano ai fotoreporter di "spiare" da vicino i parlamentari. Ma come la mettiamo quando nel servizio sulle nuove accuse mosse a Marco Tronchetti Provera dalla procura di Milano sullo spionaggio Telecom, l'unica foto che non appare nel servizio giudiziario del Corriere è quella del principale imputato, cioè Marco Tronchetti Provera? Per Battista forse una censura non vale l'altra.

Giusto allora bacchettare Salvatore Ligresti (Premafin, Fonsai e Rcs) come fa l'ottimo Alberto Statera su "la Repubblica" che, tuttavia, tra i grandi protettori dell'Ingegnere siciliano, sommerso da un mare di debiti, si dimentica Enrico Cuccia. L'ex nume tutelare di Mediobanca che ha voluto Ligresti nel consiglio di amministrazione della banca anche quando era rinchiuso a San Vittore sull'onda delle inchieste di Tangentopoli.

Giusto ancora moraleggiare e satireggiare sulle disgrazie delle ex ministre del governo Berlusconi. Ma non abbiamo ancora letto un'articolessa di Francesco Merlo (Repubblica) sulle lacrime amare di Elisa Fornero di Sotto la Mole. Eppure lo spunto sul pianto della ministressa di Mario Monti, al catanese Merlo dal beccuccio asciutto poteva darglielo un bel proverbio siciliano: "Occhi chi aviti fattu chianciri, chianciti (Occhi che avete fatto piangere, piangete). Ovviamente, lacrime di coccodrillo.

Giusto infine invocare a ogni occasione la libertà di stampa, ma perché poi fare scena muta quando un parlamentare della Repubblica, iscritto per di più all'Ordine dei giornalisti, chiede per le vie legali di non essere più menzionato da un sito nonostante ne combini una al giorno per stare in prima fila nel teatrino dell'informazione?

 

montikbo 07 ca de benedetti tito boeridb65 ferruccio debortoliMAURO EZIO Mario e Elsa Monti da Chi PIPPO BAUDO SALVATORE LIGRESTI EZIO MAURO E PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI IN TRIBUNA ALLO STADIOMONTI DAL BARBIEREcmt10 diego della valle gianni punzomonti FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE ROBERTO NAPOLITANO CARLO MALINCONICO AURELIO REGINA - copyright PizziSTELLA CISNETTO RIZZO Carlo MalinconicoBocchino e la Began

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…