INTELLETTUALI CATODICI – IL CRITICO LETTERARIO ALFONSO BERARDINELLI STRONCA IL FILOSOFO SEVERINO DALLA GRUBER (MA “SALVA” DAGO) E SBERTUCCIA LO PSICANALISTA RECALCATI DA FAZIO

1. VIDEO - LA PUNTATA DI "OTTO E MEZZO" CON EMANUELE SEVERINO E DAGO

 


2. VIDEO - L'INTERVISTA A MASSIMO RECALCATI A "CHE TEMPO CHE FA"

 


3. SEVERINO DALLA GRUBER E RECALCATI DA FAZIO, TELEVENDITE FINITE MALE
Alfonso Berardinelli per "il Foglio"

Gli antichi maestri non avevano torto: è bello e fa bene non scendere in basso. Ma quando a volte, la sera, fra le otto e mezzo e le nove, esco dalla mia stanza e raggiungo il centro della casa, dove qualcuno ha già acceso il televisore, allora scendere in basso diventa facile. Vedo lì Lilli Gruber, zelante mascotte di una sinistra più immaginaria che vera, alle prese con i suoi convitati. Solerte e felice di "fare parte", la Gruber è dotata di un candore dolomitico che anche le sue piccole astuzie lasciano intatto. Se non fosse antipatica, sarebbe commovente.

Ma sabato sera ho capito che con i suoi inconcepibili invitati non riuscivo né a scendere in basso né a salire in alto. Avevo davanti Emanuele Severino e Roberto D'Agostino e come un pescatore perplesso non sapevo che pesce pigliare. Come poteva "il grande filosofo della nostra epoca" Emanuele Severino essere finito lì, in televisione, cioè tecnicamente immerso in quel divenire che filosoficamente non smette di definire irreale? L'ho un po' compatito.

Come uno scolaro all'esame, era costretto, più che ottantenne, a rispondere alle domandine della maestra Gruber che voleva assolutamente estirpargli pareri speculativamente definitivi su Renzi e Grillo. Il povero Severino avrebbe voluto dire (ce l'aveva scritto in fronte) che a lui di quei due importa poco, perché in loro ci vede pochissimo Essere e troppo Divenire. Voleva cambiare discorso. Cominciava a dire: "... la Tecnica domina ormai il Capitale...".

Ma il ragionamento si faceva subito pericolosamente complesso. La Gruber era preoccupata, impaziente non meno che ansiosa di essere accolta nei piani superiori del pensiero. Ma chi glielo aveva consigliato di invitare l'importante filosofo in trasmissione? Io credo che sia stato tutto uno scherzo sornione del "professor Cacciari" che la Gruber vorrebbe, se potesse, avere lì in trasmissione tutte le sere e che quando lo nomina le si riempie la bocca.

Ma sempre Cacciari non si può. E allora chi, se non il professor Severino, rivale e complice metafisico del professor Cacciari? Solo che, tanto quest'ultimo è eloquente e politicamente pesce nell'acqua, quanto Severino risulta politicamente afasico e pesce fuor d'acqua. Non so chi dei due sia migliore. Si va da un estremo all'altro restando sempre lì. "Ma, professor Severino, come giudica Renzi e Grillo?", insiste la Gruber. Niente da fare, Severino ripete che "ormai è la Tecnica che comanda il Capitale...".

A questo punto, per non cadere troppo in alto seguendo la fissazione heideggeriana di Severino in fatto di tecnica, mi viene in mente un'idea semplice: e cioè che la tecnica del mondo moderno non ha molto a che fare con quella di Archimede o di Leonardo, anzi è "essenzialmente" tutta un'altra cosa, perché è proprio il moderno capitalismo il motore economico che ha spinto e spingerà sempre avanti la tecnica per fare buoni affari fino alla fine del mondo. E dunque il Capitale che guida la Tecnica.

Qui i Greci di Heidegger e di Severino, con la loro téchne, non c'entrano niente, sono innocenti. Loro avevano decine di divinità a guardia dell'ordine cosmico e non si sarebbero mai sognati di turbare l'universo come facciamo noi solo per procurarci qualche ulteriore, miserabile, mirabolante comodità. Se la vetta in trasmissione era rappresentata dal filosofo Severino, il rasoterra era dominio, quella sera, di D'Agostino, militante e martire della società dello spettacolo.

Eppure, con i suoi anelli, i suoi orecchini, i suoi tatuaggi, la sua spiovente barbetta caprina o mesopotamica, D'Agostino finiva per sembrare dotato di un geniale senso comune nel confronto con Severino, le cui strampalate idee sulla fede apparivano a questo punto insostenibili perfino alla Gruber, desiderosa solo di chiudere al più presto l'infelice esperimento di far parlare in tv un allievo di Parmenide.

Qui finisce la Gruber e comincia "Che tempo che fa" (proprio così!) di Fabio Fazio, l'uomo che non sbaglia un colpo. Giusto una settimana fa mi era venuto in mente di dare un'occhiata all'ultimo libro dello psicoanalista ora sulla bocca di tutti, Massimo Recalcati. Ed ecco subito Recalcati comparire in casa di quel furbetto perbene che è Fazio, con la sua zanzarina Luciana Littizzetto, che pretende di far ridere dicendo schifezze. La zanzarina arriverà dopo, annunciata da un gridolino trionfale di Fazio.

Ho il tempo di evitarla. Ma intanto l'accigliato Recalcati, con la sua approssimativa competenza teorica da allievo di Lacan, spiega a un Fazio perplesso qual è il cuore del suo pensiero: per salvare i giovani, gli insegnanti devono trasformare ogni oggetto di studio in un "corpo erotico" perché solo così si imparano le cose. Qui bisognerebbe spiegare che uso si fa della parola "corpo" e della parola "erotico". Ma è inutile. Mi arrendo. Non aprirò mai un libro di Recalcati.

 

Alfonso BerardinelliDaniele Ciccalioni Alessandra Mammi Roberto dAgostino Alain Le Roy e Roberto Dagostino Roberto Dagostino Gianna Terzi di Sant Agata e Marisela Federici MASSIMO CACCIARI OSPITE DI SERVIZIO PUBBLICO Beppe Grillo al termine dellincontro con Matteo Renzi b f b fc f ac b e c ac LITTIZZETTO SANREMO FAZIO SILVAN LITTIZZETTORecalcati Massimo

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?