1- DAGO, PANE E MARMOLADA: FENOMENOLOGIA DEL ‘’BONJOUR STRONZESSE’’ TUTTO D’AMPEZZO 2- PRIMA DI ESSERE UNA NAZIONE SULL’ORLO DEL BURRONE, SIAMO UN PAESE SUL CIGLIO DEL BURINO CHE PASSEGGIA PER IL CORSO DI CORTINA CON IL CANE UMBACUCCATO, INFILATO IN PASSEGGINO YVES SAINT LAURENT. UN DELIRIO. E LA DOMANDA SORGE SPONTANEA: ARRIVERANNO PRIMA INFERMIERI O CARABINIERI? SE LI CRITICHI RISPONDONO: “ANCHE MARIO MONTI POSSIEDE UNA CASA A ST. MORITZ E ALLORA?” 3- A COURMAYEUR NON È PIACIUTA PER NIENTE LA RETATA DEL FISCO A CORTINA, LA RAFFICA DI CONTROLLI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE CHE HA SCOPERTO PROPRIETARI DI SUV NULLATENENTI E INCASSI DEL 400 PER CENTO SUPERIORI AL GIORNO PRIMA. E LOR SIGNORI FANNO TIÈ!: “VENGANO PURE, NOI ANDREMO A SAINT MORITZ. E SE SE NE VANNO QUELLI CON I SOLDI, ALLA FINE CI PERDE CHI LAVORA, I CAMERIERI, I BARISTI, I COMMESSI...”

1- "I CAFONI DELLE DOLOMITI, VACANZIERI TUTTI D'AMPEZZO"
Malcom Pagani per Il Fatto


"O Gesù fammi bel dono di una serva filippina/ o Gesù tu che sei buono dammi un cottage a Cortina/ sarò brava, onesta e retta/ farò doni al terzo mondo/ ma tu dammi una villetta/ Dio, Gesù, a Porto Rotondo". L'ha scritta il Thomas Mann del generone romano, Enrico Vanzina. Il padre Steno, regista de ‘'I tartassati'', di questo universo in bilico tra sacro, profano ed evasori fiscali, aveva già capito tutto 50 anni fa. Roberto D'Agostino, le furbe dolomiti di inizio anno, le vacanze degli italiani, la realtà che diventa cinema.

"Nel Sordi del Conte Max c'era la fotografia in bianco e nero del quadro vivente del cafonalesimo ampezzano. Luoghi in cui si mangia ‘pane e Marmolada' e al posto degli arrampicatori alla Messner, brillano arrampicatori sociali che hanno cancellato il comune senso del Cadore. Persone che saltano da una festa a una boutique e svolazzano come scimmie da un rifugio a una festa campestre". I nuovi mostri che D'Agostino racconta da 20 anni: "Non per compiacermene, ma per mostrare l'orrore, testimoniarlo, lasciarlo in eredità. Spesso guardiamo, ma non vediamo".

Oggi cos'è Cortina?
Una valle del tramonto. Un'operetta viennese ripassata col Kitsch, una casa di cura a temperatura "vivente" da prendere sul serio, magari in quel posto. Una città che nel corso del tempo si è interrata come i suoi protagonisti: Montanelli che passeggiava lungo la ferrovia, l'ombrosa depressione di Gassman in albergo, lo humour snob del marito di Clara Agnelli, il mitologico Conte Nuvoletti. Un signore che bardato da palombaro esquimese ironizzava: "Se non avessi tanti maglioni, non sarei a Cortina".

E poi?
Soffrire per apparire è il minimo che si richieda al vacanziere tutto d'Ampezzo. Gli habitué della polenta fritta e della lana cotta, alle piste, preferiscono l'assalto a Corso Italia, passerella-struscio per eccellenza. Negli anni hanno sfilato Andreotti e Geronzi in Loden, Gelli con le guardie del corpo, De Michelis in braghe di cuoio, e poi Scalfari in compagnia di Fabiano Fabiani. L'intero orizzonte industriale.

Nomi?
Benetton, Della Valle, Brion, Marzotto, Merloni, Montezemolo, i Coin, imbunkerati nelle loro ville a scucchiaiare polenta. Sinistra e destra, intellettuali, parvenu e bifolchi miliardari dell'Est. Bertinotti e Valeria Marini, Guerritore e Alba Parietti, Ghergo, Lucherini, Fiorello. Con i cafoni ai lati della strada, con telefonini pronti, come se ci fosse la processione del santo patrono o il Red Carpet degli Oscar.

Chi la frequenta adesso?
Un popolo che dopo aver visto bruciare la casa per cuocere due uova, rifiuta di sottoporsi ad altre penitenze. Prima di essere una Nazione sull'orlo del burrone, siamo un paese sul ciglio del burino che cammina con cani vestiti con cappotti di pregio, infilati in passeggini Yves Saint Laurent. Un delirio. E la domanda sorge spontanea: arriveranno prima infermieri o carabinieri? Se li critichi rispondono: "Anche Mario Monti possiede una casa aSt. Moritz e allora?".

Figli del turismo invernale?
Per la media borghesia contemporanea non esiste ‘o sole pio, ma soltanto ‘o sole mio urlato a pieni polmoni e rutto libero. L'edonismo attraversa le ideologie e la cultura del carnevale regna tra i paraguri dei Caraibi come tra i furbetti delle Tofane. Un ‘'Bonjour stronzesse'' dove tutti noi, afflitti da inferni privati e maldestri tentativi di emersione sociale, siamo iscritti senza saperlo.

Ovvero?
L'etimologia di ‘vacanza' spiega ogni cosa. Si tratta di un vuoto e ognuno lo riempie come vuole. Se un medico dà due settimane di vita a un italiano, lui spera di cadere nel ‘vuoto'. Le ferie sono ciò che non manca quando manca tutto. Avranno ragionato così: ‘Berlusconi è alle Bahamas, in un sol colpo ci hanno tolto Pippo Baudo, Andreotti e Carfagna. Cosa ci resta? Cortina D'Ampezzo.

Si stupisce?
Dopo aver ascoltato per anni Berlusconi cinguettare che "gli sfigati non esistono,ma esistono solo diseducati al benessere" o il suo omologo d'Alema sostenere serio che "nel mondo della vela c'è una notevole presenza della cultura di sinistra" stupirsene è impossibile. Ogni volta che vedo la fauna di Cortina e dei suoi pseudo-salotti letterari penso ai Soprano's.

Oltre il trash cosa pulsa?
La paura. Le bombe a Equitalia spaventano e il contagio preoccupa. Domani toccherà a Capri, Venezia o Portofino. Sembra la risposta di Blefera alle parole di Grillo, con l'Agenzia della Entrate a inseguire il favore di massa e a tener lontane minacce e attentati. Magari è dietrologia, però Cortina era il set perfetto.

2- COURMAYEUR E LA PAURA DEI CONTROLLI
Gianni Barbacetto per Il Fatto

"I controlli come a Cortina? Li facciano pure, vengano anche qui, non c'è problema: vuol dire che ci sposteremo a Saint Moritz". Così parla l'uomo del suv nero cattivo, quel nero opaco che sostituisce la vernice metallizzata. "Chi ha i soldi è spaventato dalle verifiche", incalza una albergatrice. "Appena annusa odor di controlli prende e se ne va. Imbocca il tunnel del Monte Bianco e passa in Francia, oppure si sposta in Svizzera. E se se ne vanno quelli con i soldi, alla fine ci perde chi lavora, i camerieri, i baristi, i commessi...".

No, qui a Courmayeur non è piaciuto il Cortina day, la raffica di controlli dell'Agenzia delle entrate che ha scoperto proprietari di suv nullatenenti e incassi del 400 per cento superiori al giorno prima. "Va bene, le regole sono regole, ma non ci devono spaventare la clientela", aggiunge un proprietario di ristorante. "Se proprio devono farli, ‘sti controlli, li facciano, ma in maniera discreta".

Qui a "Curma" la crisi non si sente. La via Roma è ad alto tasso di cashmere, sia venduto, sia indossato. Le boutique hanno fatto ottimi affari. Il Caffè della Posta è sempre pieno. Le macellerie, salumerie, formaggerie, vinerie sembrano gioiellerie ("Macelleria Monte Bianco", "Cheese & wine"), le gioiellerie sono affollate come macellerie. A Capodanno, champagne esauriti sui banchi dei supermercati. L'Hotel Royal e Golf, cinque stelle, 400 euro a persona, è tutto esaurito. I maestri di sci accettano ancora qualche prenotazione per lezioni a 47 euro all'ora.

Un tempo, Courmayeur era la località di vacanza della buona borghesia del Nordovest, ricca, sportiva e riservata. Era l'approdo di villeggiatura del triangolo Torino-Milano-Genova. I milanesi ricchi avevano due amori, "Curma" per l'inverno e "Santa" (Santa Margherita Ligure) per l'estate. Con il tempo, la sobrietà e la riservatezza si sono via via perse, sostituite dall'esibizione. Sono arrivati i suv, i russi, i nuovi ricchi della Brianza, della Liguria, del Piemonte. Ormai è "Curma da bere".

Alba Parietti e Oriella Dorella, Daniela Santanchè e Ignazio La Russa, Marcello Dell'Utri e Vittoria Brambilla, Gerry Scotti e Umberto Smaila. "Abbiamo avuto un decennio di lenta decadenza", racconta un albergatore, "poi è arrivata la ripresa. Quest'anno la Regione Valle d'Aosta ha fatto una buona promozione". Nell'ultimo periodo sono arrivate le paninerie, i pub, le discoteche. Smaila ha aperto il "Courmaclub", insegna con orgogliose corna di cervo, dove si balla, si beve, si mangia. È arrivato anche Lapo Elkann, a inaugurare "Italia Independent", boutique monomarca di abbigliamento, occhiali, accessori.

Qui gli scontrini vengono battuti, garantiscono gli esercenti. La Valle d'Aosta è terra di passaggio, marca di confine, e la Guardia di finanza è da sempre ben insediata, presente, visibile. I negozianti ci stanno attenti, anche se con gli stranieri sono pronti talvolta a fare qualche eccezione. Ma sono le case, in affitto e in proprietà, il punto debole del sistema.

Se qualche albergo negli ultimi anni ha chiuso per mancanza di ospiti, non conosce invece crisi il mercato immobiliare. Qui ci sono appartamenti, case, stupende ville in pietra. Qui si vende anche a 15 mila euro al metro quadro. Dopo i condoni, sono arrivati compratori con valigie piene di contante. E i sottotetti sono stati trasformati in mansarde, le cantine in taverne, i garage in stanze da letto.

Così le metrature indicate al catasto (su cui si pagano le tasse) sono lievitate, raddoppiate. E chi invece paga l'affitto per una casa di vacanze raramente ha un numero di conto corrente su cui versare le quote: i proprietari registrano contratti con indicate somme ben più modeste di quelle effettivamente pretese; e poi i soldi li vogliono in contanti, o al massimo in assegni che versano chissà dove.

Se una farfalla sbatte le ali a Cortina, a Courmayeur tremano in molti. "I controlli fiscali ci danneggiano. Spaventano i ricchi, intimoriscono i clienti e fanno scappare gli investitori", ribadisce un negoziante. "Ma no, io non ho paura", dice invece sorridendo un giovanotto molto sportivo scendendo dal suo suv. È italianissimo, ma la targa è quella con i rombi bianchi e rossi di Montecarlo.

 

 

CORTINA IN PELLICCIACORTINA IN PELLICCIACORTINAarticle HOTEL CRISTALLO - CORTINAVENDITA DI CADGET EROTICI A CORTINA Andrea Franceschi sindaco di CortinaCortina d'AmpezzoMichele Vietti e Enrico Cisnetto BRIGITTE BARDOT A CORTINA FOTO ANSA

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