roberto dagostino dago amadeus fiorello geolier giorgia meloni

BENVENUTI AL PRIMO FESTIVAL DI SAN MELONI - SU RAI3 DAGO STRONCA IL BARACCONE DELL'ARISTON: ''DOPO IL SANREMO ''COMUNISTA'' DEL 2023, QUALSIASI SBERLEFFO AL POTERE È STATO RAI-"COMMISSARIATO". SATIRA? NON PERVENUTA. POLEMICHE E SBERTUCCIAMENTI? ZERO. MANCO LO STRACCIO DI UN'IMITAZIONE DI LA RUSSA. L'UNICO SCANDALO? LA MARCHETTA OCCULTA DELLE SCARPE DI TRAVOLTA - RISULTATO? SE LA DESTRA ERA BEN PRESENTE CON I SUOI "COMMISSARI" RAI, LA SINISTRA ERA IN MODALITÀ ELLY SCHLEIN, DEL TUTTO ASSENTE - BASTAVA LEGGERE I TESTI DELLE TRENTA CANZONI: UN PAESE SCARTOCCIATO A FORMA DI BACIOPERUGINA, RIPIENO DI MIAGOLII GORGHEGGIATI, RITORNELLI CIABATTONI, SOSPIRI ZUCCHERINI - ANESTESIZZATA LA VIS COMICA DI FIORELLO, AMADEUS HA CONDOTTO UN FESTIVALBAR  CHE E' STATO BEN RIASSUNTO DAL TITOLO DELLA CANZONE VINCITRICE: "LA NOIA" - VIDEO

DAGO OSPITE DI SERENA BORTONE A CHESARA

 

L'intervento, corretto e riveduto, di Dago a Chesarà - Rai3

 

dago ospite di serena bortone a chesara 2

SERENA BORTONE: Che Italia ha raccontato questo Sanremo 2024 coronato da un successo, va detto, straordinario?

 

DAGO: Un Festival di salami e di salamelecchi, dove tutti hanno fatto a gara nell'abbracciarsi nella mediocrità. A livello musicale, è ben riassunto dal titolo della canzone che ha vinto, ''La noia''. Trenta canzoni, nessuna creatività: tutto trallalà e paraponzipò. Ma il fatto più nuovo e importante è la chiave politica di Sanremo 2024.

 

AMADEUS E FIORELLO LASCIANO SANREMO IN CARROZZA

Sappiamo che la sagra sanremina è una fatalità che va oltre la musichetta scema, il cantante zampognaro, il presentatore sacrificale, il comico "disturbante", la giuria misteriosa, il vincitore ignoto. E' diventata una specie di Censis canzonettaro, una polaroid che svela lo spirito del tempo, spia lo stato dell'arte del Paese.

 

marcello ciannamea foto di bacco

Quest'anno, la musica è cambiata. Dopo il "festival comunista" dello scorso anno che fece inferocire i Fratellini d'Italia (dall'incursione all'Ariston di Mattarella in difesa della carta costituzionale, attraverso la perfomance di Roberto Benigni, al bacio omosex Fedez-Rosa Chemical fino a uno scatenato Fedez che straccia la foto del sottosegretario meloniano Bignami vestito da nazista a Carnevale), da Palazzo Chigi è partito l'ordine tassativo a Viale Mazzini di tenere fuori la politica dal festival: non si disturba il manovratore.

 

sanremo baudo benigni

Messaggio ricevuto: il direttore dell'intrattenimento Prime Time Rai, Marcello Ciannamea, in duplex con il direttore generale Giampaolo Rossi, ha ''commissariato" il baraccone festivaliero, depurandolo dai satirici sberleffi di comici comunisti: quelle amene sghignazzate, iraconde contumelie, sonore pernacchi a cui ci avevano abituati nel corso del tempo i Grillo e i Crozza, i Chiambretti e i Checco Zalone  sul palco dell'Ariston. Elimato il giullare di corte, è rimasto in piedi un Festivalbar di canzonette, una dopo l'altra, una più irrelevante dell'altra. 

 

SANREMO LESIBIZIONE DI MAURIZIO CROZZA jpeg

Nella tradizione sanremese, il "Bravo Presentatore" ha sempre rappresentato l'istituzione da sbertucciare, quindi Mike Bongiorno aveva che Chiambretti che svolazzava pungente come una vespa. Pippo Baudo aveva il Benigni che gli spremeva le palle, poi arrivava Crozza che prendeva per i fondelli Berlusconi, etc. Come nelle corti rinascimentali, il Re si poteva permettere gli sberleffi del giullare: come dire: caro popolo, io sono così potente che mi posso permettere anche di farmi sbertucciare.

 

la gag di john travolta a sanremo con amadeus e fiorello 4

 

 

Aver tolto di mezzo il momento della pernacchia, non accettare un pizziccotto sul culo, azzerare la caricatura di un Lollobrigida, di un La Russa, di un pistolero sbiellato, ha rappresentato un ulteriore segno di debolezza di un governo vittima di un disturbo mentale: diffidente di tutti, vede nemici dappertutto, assillato dall'idea di essere vittima quotidiana di complotti. Si vede ogni giorno la impermabilità meloniana-fazzolara a qualsiasi critica. Unico comandamento dei fratellini d'Italia: chi non è con noi, è contro di noi. Amen.

beppe grillo sanremo marted x

 

Quest'anno, a parte Amadeus e Mengoni, stuzzicati in conferenza stampa da Enrico Lucci di "Striscia" che hanno canticchiato "Bella ciao", facendo titolare Mario Sechi su "Libero": "Il festival dell'Unità", e la polemica di Ghali con l'ambasciata israeliana sul "genocidio di Gaza", i camerati de' noantri hanno dornito sonni tranquilli.

 

In fondo bastava poco, una volta anestesizzata la vis satirica di Fiorello che si è ridotto a dare delle istruzioni sanitarie ("Attenti ai nei! Fate sport!"), fino a toccare il fondo con lo con la gag danzante con Travolta, che una volta vista ha subito messo le mani avanti: "è una gag-ata".

 

fiorello meloni

Ma l'idea del "Ballo del qua qua" è sua, ideata da lui, provata da lui, poi, data una occhiata ai social dove la presa per il culo era massacrante, lui che non ha mai sopportato critiche non ci sta al "Ballo del Quaquaraquà", si trasforma al volo  in Aldo Grasso e subito trilla che fa schifo.

 

Eppure sembrava che studiasse per diventare un Arbore del Terzo Millenio: a Sanremo sembrava appassito dal Fiorello piccante di "Viva Rai2", così tromboneggiante le consuete presentazioni generosamente generiche e retoriche, che temiamo. Siate buoni, se potete. Vogliatevi bene. E state attenti alla salute, giacché ci siamo.

 

Poco poteva fare il suo compare di palcoscenico: un Amadeus sempre più in modalità imbonitore di aste & tappeti, però con l'aria e il gesticolare di chi è felice perché mamma ha fatto gli gnocchi. All'inizio della prima puntata, si è visto Ama al suo top: aperto il sipario eccolo farsi il segno della croce per poi correre subito a baciare la moglie e il figlio. Dio, patria e famiglia. (La patria è arrivata poi con la banda dei carabinieri).

MARCUZZI FIORELLO ANGELINA MANGO

 

Se dal punto di vista politico la destra era ben presente a Sanremo, va detto che la sinistra era in modalità Elly Schlein, del tutto assente. A partire dai cantanti. Bastava leggere i testi delle trenta canzoni: un Paese scartocciato a forma di bacioperugina, ripieno di miagolii gorgheggiati, ritornelli ciabattoni, sospiri zuccherini dove qualsiasi San Valentino corre il rischio di una crisi diabetica; un piagnisteo sentimentale da inquinamento acustico, di una inutilità a dir poco sfrenata. Per fortuna che questi personaggini alla canta che ti passa non sono quasi mai antipatici, perché quasi sempre sono ridicoli. Quella peggio gioventù che non ha un libro sul comodino e non va al di là del martellare un telefonino .

 

 

marcello ciannamea roberto sergio fiorello foto di bacco

Dicono: sono solo canzonette. Ma la musica pop-rock è stato il veicolo che ha prefigurato la rivoluzione giovanile con i smottamenti pelvici di Elvis Presley, negli anni '50 La nascita di un nuovo soggetto sociale, il Giovane, arriva con le note dei Beatles, Rolling Stones, Doors, Zappa, etc. è arrivata la controcultura, un altro mondo, altri valori. Oggi i chitarrosi sanremini sanno veicolare solo  il Nulla: non hanno né idee, né ideologie, né ideali. Viva la pappa del zum-pa-pà. E la destra ha squadernato il suo primo Festival-Atrejus. 

 

giorgia meloni vertice italia africa 1

Vista l'inerzia e l'apatia trasmessa dai nostri eroi sul palco dell'Ariston, vien voglia di parafrasare la celebre frase di Nanni Moretti: "Ve la meritate Giorgia Meloni!". Amadeus che aveva invitato in conferenza stampa gli agricoltori in lotta contro il governo, visto che non avevano trovato l'accordo con la Ducetta, gli hanno fatto legge un documento che pareva scritto da Lollobrigida sotto la dettatura della Coldiretti.

 

C'è un altro aspetto inquietante: con il caso Geolier, che ha visto stampa e radio del nord cancellare il televoto napoletano che lo aveva proclamato vincitore, il festival ha dimostrato che questo paese non ha il senso dello Stato. L'unità d'Italia è ancora Capuleti contro Montecchi, Bartali contro Coppi, Siena contro tutti.

 

angelina mango geolier 3

Eppure la vincitrice, Angelina Mango, è nativa di Maratea, Lucania, ancor più a sud di Napoli, però canta in italiano. E la lingua è la nostra identità. Ciccio Geolier canta invece in un'altra lingua, il napoletano, quindi non è riconosciuto al di là del Golfo partenopeo.

 

Non si tratta di èlite contro il popolo, ma di nun'Italia che si ribella a una napolitanità, che non riconosce quello che c'è al di fuori della Campania. Per Napoli esiste solo Napoli: canzonette napoletane, teatro napoletano, cinema napoletano, cibo napolitano, radio napolitane, etc.. 

 

dago ospite di serena bortone a chesara 3

Io ho avuto a che fare per tanti anni con Luciano De Crescenzo: lui parlava continuamente di Napoli, e un giorno gli domandai: "Perché vivi a Roma? Perché non torni a Napoli? E lui soave mi rispose? ''Perché io amo vivere in provincia...''.

dago ospite di serena bortone a chesara 8

 

dago ospite di serena bortone a chesara 6

dago ospite di serena bortone a chesara 9

fiorello e amadeus

dago ospite di serena bortone a chesara 7

dago ospite di serena bortone a chesara 5

geolier 1ANGELINA MANGO E GEOLIER angelina mango geolier 2FIORELLO AMADEUS - SANREMO 2024 AMADEUS - FIORELLO - SANREMO 2024fiorello in giorgio armani e amadeus in gai mattiolola gag di john travolta a sanremo con amadeus e fiorello 7ABBRACCIA TRA AMADEUS E FIORELLO

dago ospite di serena bortone a chesara 4

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....