IL BALLO DEL BLA BLA - TANTI ANNUNCI E POCHI FATTI: DAL JOBS ACT DA 100 MLD AI FONDI PER LA SCUOLA IN 9 MESI IL GOVERNO RENZI HA PROMESSO INTERVENTI PER 170 MLD MA NE HA SBLOCCATI SOLO 10 (IL RESTO È SOLO FUMO)

Gian Maria De Francesco per “il Giornale

 

renzi con il koalarenzi con il koala

Dopo un solo mese dall'insediamento a Palazzo Chigi, il settimanale Panorama aveva parlato di «ballo del bla bla» riferendosi alla scarsa concretezza del neopremier Matteo Renzi.

 

Dopo nove mesi di governo si può dire che mai titolo fu più azzeccato perché la discrasia tra gli annunci a raffica e la realtà dei fatti ha raggiunto vette impensabili.

 

Basti considerare che, esaminando solo alcuni ambiti dell'attività dell'esecutivo, le promesse di intervento hanno totalizzato 170 miliardi di euro. A conti fatti e senza il bonus da 80 euro, si stenta a superare la decina. Insomma, tanto fumo e poco arrosto.

 

Dissesto idrogeologico L'analisi non può non partire dalle alluvioni che hanno devastato mezza Italia. È dallo scorso marzo che Renzi dice che è tutto a posto. «Ci sono 1 miliardo e 648 milioni pronti sul tema del dissesto idrogeologico. Abbiamo arrotondato a un miliardo e mezzo che è pronto. È già computato nel patto di stabilità», disse.

 

GRAZIANO DELRIOGRAZIANO DELRIO

A marzo le risorse erano lievitate a 4 miliardi, mentre negli ultimi giorni, dopo il disastro di Genova si è passati ai «9 miliardi contro il dissesto» del sottosegretario Delrio che diventano «7 miliardi in sette anni» nel computo del ministro dell'Ambiente Galletti (che ha escluso dal conto i due miliardi che dovrebbero versare le Regioni). In realtà, lo Stato ha destinato 700 milioni a 11 grandi città, mentre l'unità di missione di Palazzo Chigi ha liberato 800 milioni per vari cantieri da finanziare nel 2014.

 

Jobs Act Renzi: «Ora un Jobs Act da 100 miliardi». Così titolava la defunta Unità il primo marzo 2014. Nel calderone c'era un po' tutto, anche 60 miliardi di debiti della pubblica amministrazione da saldare (anche su quel tema si è rimasti indietro). L'intento originario era di inserire gli sgravi Irpef e Irap nel provvedimento sul lavoro, capitoli che poi sono stati scorporati.

 

Com'è andata a finire? L'attuale versione del Jobs Act copre 1,5 miliardi di indennità di disoccupazione che sono quelli stanziati dai tempi della riforma Fornero.

giannini 0giannini 0

Made in Italy Il premier ad agosto aveva promesso «220 milioni in tre anni per la promozione del Made in Italy». La norma è scomparsa dallo Sblocca Italia ed è stata reinserita nel ddl Stabilità. Fino al prossimo rinvio.

 

Sblocca Italia Da «Sbloccheremo 43 miliardi» a «risorse aggiuntive per 4,5 miliardi». Così su Repubblica a fine luglio si annunciava il meraviglioso decreto Sblocca Italia. Il primo agosto i miliardi pronti erano 3,7 ( Corriere ). Dopo l'ennesima fiducia si può dire che non viene sbloccato un bel nulla, tranne 200 milioni di deroghe al patto di stabilità interno per gli investimenti dei Comuni. I 43 miliardi si riferivano anche ai progetti cofinanziati con i fondi europei, ma del totale della programmazione 2017-2013 ne restano da spendere oltre 20.

 

Ministro GianLuca Galletti Ministro GianLuca Galletti

Scuola Con l' hashtag di Twitter #labuonascuola s'è inaugurato un massiccio piano di investimenti per rimodernare gli edifici scolastici. A maggio la ministra Stefania Giannini ne approfittò per uscire dall'anonimato. «I 3 miliardi e 700 milioni serviranno per effettuare anche semplici interventi», raccontò. «Nessun sindaco avrà più il problema di non potere spendere somme che ha», chiosò Matteo. A conti fatti, si tratta di 1,094 miliardi di fondi pubblici dei quali 300 milioni in attesa di essere sbloccati nel 2015.

 

Spending review Due mesi e mezzo fa il primo ministro, dopo aver silurato il commissario alla spending review Cottarelli, annunciò una legge di Stabilità in cui non ci sarebbero state nuove tasse, ma risparmi nella spesa pubblica. «I tagli saranno non per 17, ma per 20 miliardi», proclamò il 3 settembre. Le bugie hanno le gambe corte: le risorse recuperate dalla spending ammontano solo a 6-7 miliardi per il 2015.

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)