UN ESPOSTO CONTRO GLI ESPOSITO - IL TRIO DI MAGISTRATI NEL 2011 ANDÒ A WASHINGTON: UNA DENUNCIA SOSTIENE CHE ABBIANO RICEVUTO ISTRUZIONI PER SILURARE IL BANANA: FANTAPOLITICA GIUDIZIARIA?

Luca Fazzo per ‘Il Giornale'

Tutti insieme a Washington, spesati di tutto punto, a incontrare, dialogare, essere ricevuti. Tre Esposito in una volta sola: praticamente l'intera famiglia di giudici, allora nota in Italia solo tra gli addetti ai lavori, ma amata e riverita oltreoceano. Ai fasti del processo Berlusconi, con Antonio Esposito che per primo in Italia condanna in via definitiva il Cavaliere, mancavano ancora un paio d'anni; e ancor più in là da venire erano le vicissitudini di Ferdinando, figlio di Antonio, messo sotto impeachment per i suoi prestiti allegri e soprattutto per le sue visite ad Arcore, a casa dello stesso Berlusconi che il babbo avrebbe condannato.

Allora, si parla dell'ottobre 2011, la stella più brillante della famiglia era ancora il membro più anziano, Vitaliano, procuratore generale della Cassazione, fratello di Antonio (da lui amabilmente chiamato frateme parlandone con amici e sponsor) e zio di Ferdinando. La gita in America avvenne in occasione della consueta cena di gala con cui ogni autunno la Niaf premia gli italiani e gli italoamericani che più si sono distinti nel mondo. Nei comunicati ufficiali, Vitaliano Esposito è indicato tra gli ospiti alla cena di gala, insieme al sindaco di Roma Gianni Alemanno, e alla presenza di Barack Obama. Il tutto, al Washington Hilton.

Alla Niaf, però, amano fare le cose in grande. Così insieme al procuratore generale Esposito hanno la gentilezza di invitare anche suo fratello Antonio e suo nipote Ferdinando (ognuno dei tre, poi, si porta appresso altri parenti: ma questi a spese loro). Anche per i consueti standard della potente associazione italoamericana, è un trattamento di riguardo.

Certo, si potrebbe notare che nel board della Niaf siede un compaesano degli Esposito: Matthew Di Domenico, che ha il nonno di Salerno e la nonna di Scafati, e che l'anno dopo, nel 2012, viene premiato insieme a Antonio Esposito a Salerno dalla associazione «Salernitani illustri nel mondo». Nella foto della cerimonia spicca un altro vip della zona, il giornalista Michele Santoro.

Cosa ci vanno a fare, tutti gli Esposito, in America, nell'ottobre 2011? Gita di piacere e basta? Un dato di fatto, è che ci vanno a scrocco: evidentemente ritengono che viaggio e albergo non rientrino tra i «vantaggi personali» che il codice etico dell'Associazione nazionale magistrati vieta all'articolo 2 di ricevere in virtù della propria qualifica. Allora la cosa passò sotto silenzio.

Ma adesso quel viaggio torna al centro della complessa vicenda che coinvolge da una parte il giovane del gruppo, il pm milanese Ferdinando Esposito, per le sue frequentazioni un po' spensierate; e dall'altro suo padre Antonio, sotto procedimento disciplinare per l'intervista in cui preannunciò prima ancora di averle scritte le motivazioni della condanna di Berlusconi.

Un esposto arrivato in questi giorni alla Procura di Perugia - competente per i reati commessi dai giudici di Roma, Cassazione compresa - mette in relazione la gita americana degli Esposito con l'insofferenza, raccontata dai cablo finiti poi su Wikileaks, dell'ambasciata americana a Roma per la inaffidabilità del governo Berlusconi, e in particolare per i flirt del Cavaliere con il premier russo Vladimir Putin.

Fu in quell'occasione, ipotizza l'esposto, che gli Esposito capirono che una soluzione per via giudiziaria dell'anomalia Berlusconi avrebbe avuto la benedizione a stelle e strisce. Fantapolitica giudiziaria? Può darsi. Ma è il caso di ricordare che, a oltre ventitrè anni di distanza, ancora non si è capito se il placet americano accompagnò la caduta di Craxi. E anche quella volta c'era di mezzo la Niaf.

 

antonio espositoLAMBASCIATORE DE LA SABLIERE CON ANTONIO E VITALIANO ESPOSITO FERDINANDO ESPOSITOvitaliano esposito VLADIMIR PUTIN E SILVIO BERLUSCONI IN RUSSIA OBAMA BERLUSCONII

Ultimi Dagoreport

trump zelensky meloni putin

DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….