
IL DIVANO DEI GIUSTI/1 – IERI MI SONO VISTO UNA SERIE DI TERRIBILI FILM SU NETFLIX, COME “OBSESSED”, SORTA DI VERSIONE NERA DI “ATTRAZIONE FATALE”, CON BEYONCE E IDRIS ELBA – SU AMAZON VEDO CHE AVETE BUONI FILM, COME “FRATELLO E SORELLA”, UN PO’ TROPPO MÉLO PER I GUSTI ITALIANI, MA BEN FATTO E BEN RECITATO. TROVATE ANCHE UN PAIO DI VECCHI FILM ITALIANI, COME “RAGAZZE DA MARITO” DI EDUARDO DE FILIPPO, DOVE TORNA A RECITARE CON TITINA E PEPPINO E “PARIGI È SEMPRE PARIGI”… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? La quinta puntata di “The Last of Us” su Sky l’avrete già vista anche voi. Devo dire che non è male, anche perché il piano B2 dove entrano le due ragazze, Bella Ramsay e Isabela Merced, fa davvero paura con tanto di infetti mutanti che ricordano parecchio “Matango”, grande film di fantascienza giapponese di Inoshiro Honda.
Mi sono visto anche una serie di terribili film su Netflix. Come “Obsessed”, sorta di versione nera di “Attrazione fatale”, con Beyonce felicemente sposata con Idris Elba. Hanno pure un pargoletto. Lui lavora come un pazzo e sembra in gran carriera. Lei mette a posto la casa nuova. Quando arriva la grande bitch bionda e bianca, certa Ali Larter, che inizia a puntare il bonissimo Idris Elba.
Ora. Lui non ci sta. Difende come può la famiglia. Ma lei, e non si capisce perché, lo vuole sottomettere a ogni costo e rovinargli la vita. Il film, diretto da un regista bianco di non grande interesse, Steve Shill, è terribile. Ma nel finalone, quando lo scontro è tra la donna nera, Beyonce, e la bitch bianca, che arriva a toccargli pure il pupetto oltre al marito, i toni cambiano.
E diventa una guerra epocale di botte, zaccagnate, tortorate sulla capoccia, tutte nella casa della coppia nera invasa dalla st ronza bianca. Lui, Idris, qui è una vera femminuccia oggetto del desiderio. Beyonce mena di brutto. E sentitela quando dice “Come here, bitch! I’ma wipe the floor with yo skinny ass.” Pura poesia.
Su Amazon vedo che avete buoni film, come “Fratello e sorella” di Arnaud Desplechin con Marion Cotillard e Melvil Poupaud, che avevo visto, e un bel po’ dimenticato, nella Cannes del 2022. Un po’ troppo mélo per i gusti italiani, ma ben fatto e ben recitato. Vi avviso che stavolta Marion Cotillard, dove divide la scena per due ore col fratello Melvil Poupaud, un bel po' piacione, piange calde lacrime dall'inizio alla fine.
Piange per dovere di copione sulla scena, visto che è celebre attrice in tournée coi "Fratelli Karamazov", piange perché ha i genitori in ospedale dopo un brutto incidente, piange perché il figlio del fratello è morto a sei anni e lei non lo ha mai visto, ma soprattutto piange per il suo assurdo rapporto incestuoso di amore-odio col bel fratello scrittore di talento. Un rapporto folle che porta i due a farsi di qualsiasi cosa, lui oppio lei antidepressivi, fino a civettare con la morte rendendosi infine conto che sono innamorati da sempre.
A noi, spettatori non francesi, tutta questa costruzione psicanalitico-teatrale che passa attraverso pillole e pasticche, dolore lacrime Dostoievsky cultura ebraica, non ci interessa così tanto. E vediamo tutti questi tic degli attori, tutti questi eccessi di regia come delle sbavature che all'undicesimo film identico al precedente ci può anche non stare così simpatico. Ottimo spettacolo, per carità.
Su Amazon trovate anche un vecchio e rarissimo film di guerra che ho visto un secolo fa a Genova, al cinema Astor, chiuso da almeno quarant’anni, “Uomini e filo spinato” diretto da Lamont Johnson, scritto da William F. Nolan con Brian Keith, Helmut Griem, Ian Hendry, Jack Watson. L’elemento particolare è che è l’unico film di guerra dove troviamo il tentativo di evasione di un gruppo di tedeschi degli U-Boot da un campo di prigionia scozzese (in realtà siamo in Irlanda).
Non solo, Leggo che nessun prigioniero tedesco è mai scappato da una prigione da un campo inglese. In Canada però un ufficiale scappò… In questo giorni mi sono visto su Amazon un paio di vecchi film italiani, come “Ragazze da marito” di Eduardo De Filippo, dove torna a recitare con Titina e Peppino e “Parigi è sempre Parigi” di Luciano Emmer con Aldo Fabrizi, Ave Ninchi, Marcello Mastroianni, Lucia Bosé, Galeazzo Benti e Yves Montand.
La prima parte di “Ragazze da marito”, dove Eduardo, impiegato onesto addetto a dare licenze per negozi che per mandare le tre figlie in vacanza a Capri finisce in un giro di mazzette organizzato dal ribaldo amico Peppino, è strepitosa. La seconda, con la vacanza a Capri della madre, Titina, alla ricerca di tre buoni mariti per le figlie, Delia Scala, Anna Maria Ferrero e Liliana Carell, è più confusa, ma alla fine il film si vede con grande piacere.
Non tratto da una commedia di Eduardo, ma scritto da Steno assieme a Age e Scarpelli, è comunque costruito sui tre De Filippo, con Peppino che torna in ditta dopo dieci anni d’assenza, dai tempi cioè di “Non mi muovo!” diretto nel 1943 da Giorgio Simonelli. Qui a dirigerlo è il fratello. Peppino, negli anni ’50 e i primi ’60 girerà una massa considerevole di film e era decisamente più popolare di Eduardo al cinema. Occhio alle ragazze, soprattutto a Delia Scala e Anna Maria Ferrero giovanissime e molto sexy. A Capri in costume da bagno sembrano quasi mettere in scena un anti-Parthenope.
Quanto a “Parigi è sempre Parigi” di Emmer, con soggetto di Sergio Amidei e Giulio Macchi e sceneggiatura che coinvolge anche Ennio Flaiano e Francesco Rosi, è evidente che sia un tentativo di sviluppare l’idea di film corale neorealista già realizzata con “Domenica d’agosto”, su soggetto sempre di Amidei. Certo.
Malgrado il cast meraviglioso, Fabrizi volle girare con Emmer dopo aver visto il successo di “Domenica d’agosto” e come era riuscito a mettere in scena la commedia popolare romana pur essendo milanese, non è forse all’altezza del film precedente. Ma è un grande film scritto benissimo, con la fotografia di un maestro come Henri Alekan. Solo vedere assieme Mastroianni e Bosé, Panelli e Carletto Sposito, Fabrizi e Ave Ninchi….
uomini e filo spinato
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parigi e sempre parigi
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