
IL DIVANO DEI GIUSTI/2 – E IN CHIARO CHE VEDIAMO? MI ERA PIACIUTO PARECCHIO “ALL IS LOST”, CON ROBERT REDFORD NAUFRAGO IN PIENO OCEANO INDIANO. LO AVESSIMO FATTO NOI ITALIANI CI AVREMMO MESSO CLAUDIO BISIO A PRENDERE CAPOCCIATE PER 106 MINUTI CERCANDO EFFETTI COMICI ANCHE NELL’OCEANO. O MARCO GIALLINI SMADONNANTE – AVETE ANCHE UN HORROR-AVVENTUROSO CHE AMO MOLTO, “PREY” – NELLA NOTTE PASSA UN FILM CHE FECE STORIA, SOPRATTUTTO PER L’DEA DEL TRANQUILLO BORGHESE CHE SBOTTA IN MEZZO AL TRAFFICO, “UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA”, E “APPASSIONATA”… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
E in chiaro che vediamo? Ci sarebbe il fumettone “Dredd – Il giudice dell’apocalisse” di Pete Travis con Karl Urban, Olivia Thirlby, Lena Headey, Wood Harris, Langley Kirkwood, Canale 20 alle 21, 05. Rai Movie alle 21, 10 passa “Le regole della truffa” di Rob Minkoff con Ashley Judd, Patrick Dempsey, Jeffrey Tambor, Tim Blake Nelson, Mekhi Phifer. Sembra sia bruttissimo. Mi era piaciuto parecchio “All Is Lost” di J.C. Chandor con Robert Redford. Vediamo cosa ne scrissi…
all is lost tutto e perduto con robert redford
“God!”, “Fuck!”, “I’m here!”, “Help!”. Certo, se metti in piedi un film dove per 106 minuti c’è un solo attore che ha fatto naufragio in pieno Oceano Indiano non è che il dialogo possa essere così brillante. Inoltre, come diceva Alberto Sordi come Giovanni Maria Catalan Belmonte nell’episodio “Il malconcio” del capolavoro “I nuovi mostri”, solo in mezzo all’oceano è allora che tu, navigatore solitario, capisci “quanto sei stronzo a compiere queste imprese che non contano un cazzo”.
all is lost tutto e perduto con robert redford
Il film di J. C. Chandor è un po’ prevedibile, con le sue tempeste, la mancanza di cibo e di acqua, l’arrivo degli squali, ma non è affatto noioso anche se tutto costruito per il suo unico protagonista, il grande Robert Redford, un po’ mummificato sulla sua barca (39 piedi) traballante in mezzo alla tempesta e poi sul gommone possibile piatto forte di un simpatico gruppo di squali. Presentato fuori concorso alla fine di un ormai lontano Festival di Cannes nell’indifferenza di una critica ormai stremata, non è solo una stravaganza creativa, ma anche un ottimo film, molto godibile e credibile, soprattutto se sei esperto di mare.
all is lost tutto e perduto con robert redford
Redford, anche perché non deve correre da faloppone come in “Le regole del silenzio” (ma ve lo ricordate con le braccette sotto la pancia?), ma è costretto a stare chiuso in piccoli spazi, a battere capocciate, a cadere in acqua e a risalire, facendo la mossa ogni tanto di capire dove sta, schizzato pure dalle grandi navi mercantili sulla rotta del Madagascar, è bravissimo, umano, realistico. Lo avessimo fatto noi italiano ci avremmo messo Claudio Bisio a prendere capocciate per 106 minuti cercando effetti comici anche nell’Oceano. O Marco Giallini smadonnante. E lo avremmo comunque infarcito di dialoghi inutili. Così è serio, asciutto, rigoroso.
edoardo bennato – sono solo canzonette 1
Mediaset Italia 2 alle 21, 15 presenta il fantascientifico “La notte del giudizio” di James DeMonaco con Ethan Hawke, Lena Headey, Max Burkholder, Adelaide Kane, Edwin Hodge, Rhys Wakefield, dove in America la voglia di violenza è tale che una volta all’anno, per 12 ore, siete autorizzati a fare qualsiasi cosa, omicidi compresi. Nessuno interverrà. Meglio vedersi il documentario su Edoardo Bennato “Sono solo canzonette” diretto da Stefano Salvati, Rai 5 alle 21, 15. O l’action canadese di Italia 1 alle 21, 20, “Braven – Il coraggioso” di Lin Oeding con Jason Momoa, Jill Wagner, Zahn McClarnon, Stephen Lang, Garret Dillahunt, Sala Baker.
La7D alle 21, 20 propone la commedia “Il visone sulla pelle”, diretta da Delbert Mann con Cary Grant, Doris Day, Gig Young, Dick Sargent. Fu un grande successo, ma a Cary Grant, allora 57 anni, che interpreta un ricco signore ancora in cerca di avventure che si innamora della ben più giovane Doris Day, allora 39 anni, in cerca di stabilità, il film non piacque molto.
doris day cary grant il visone sulla pelle
Doris Day ricordava che "Di tutte le persone con cui ho recitato, Cary Grant è quello che posso dire di aver conosciuto meno di tutti. È una persona completamente riservata, e non c'è niente da fare con lui. Il nostro rapporto sul film è stato amichevole ma privo di qualsiasi scambio... Non che non fosse amichevole ed educato - lo era. Ma distante. Molto distante. Ma molto professionale - forse l'attore più professionale ed esigente con cui abbia mai lavorato. Nelle scene in cui stavamo assieme, si è preoccupato di ogni piccolo dettaglio: vestiti, set, arredamento, opere. Cary è stato anche coinvolto anche nella scelta del tipo di visone che avrei dovuto indossare nel film".
Sembra che quando gli piaceva un vestito o un oggetto, chiamava lui stesso un negozio o una fabbrica e nessuno pensava che fosse davvero Cary Grant. Rai4 alle 21, 20 passa un horror-avventuroso che amo molto, “Prey” di Dan Trachtenberg con Amber Midthunder, Dane DiLiegro, Stefany Mathias, Benito Hofmann, Stormee Kipp, mischione di cavernicolo con guerrieri indiani, anzi guerriera indiana, e Predator, proprio quello della saga.
blind waters terrore dagli abissi
In prima visione Rai 3 alle 21,20 passa il thriller sentimentale con adulterio “Colpi di dadi” diretto da Yvan Attal con Maïwenn, Marie-Joseé Croze, Guillaume Canet, Yvan Attal, Victor Belmondo, Alma Jodorowsky. Cielo alle 21, 20 passa agli squali assassini con “Blind Waters – Terrore dagli abissi” di Anthony C. Ferrante con Meghan Carrasquillo, Noam Sigler, Francisco Angelini, Martijn Kuiper, Jhey Castles. Lo supera come trashiaggine, almeno credo, il film di squali mostruoso dominicano “The Black Demon” di Adrian Grunberg con Josh Lucas, Fernanda Urrejola, Héctor Jiménez, Julio César Cedillo, Raúl Méndez, Warner tv alle 21, 30.
rocky e la scena della scalinata a filadelfia 1
Per fortuna che tv8 alle 21, 30 ci regala il primo “Rocky”, quello diretto da John G. Avildsen con Sylvester Stallone, Talia Shire, Burt Young, Carl Weathers, Burgess Meredith, e Rete 4 alle 21, 30 il più recente “Il corriere – The Mule” di Clint Eastwood con Clint Eastwood, Bradley Cooper, Laurence Fishburne, Michael Peña, Dianne Wiest. "Ma lei non è James Stewart?". Ma come James Stewart... quello è Clint Eastwood.
Come si diverte Clint da vecchio a muoversi dinoccolato e incerto come James Stewart e a sentirsi scambiare con lui nel suo bellissimo Il corriere -The Mule, che dirige e interpreta a 88 anni suonati. E dove guida pure la macchina, facendo il corriere di narcotraffico al confine messicano alla faccia di Trump e del suo inutile muro. Clint fa di tutto senza chiedere permesso a nessuno. Ammette di essere stato uno stronzo con la moglie, la ancora incantevole Dianne Wiest, recupera con la figlia, la vera figlia Allison Eastwood, canticchia una ventina di canzoni che ama, fa battute politicamente scorrette su neri, messicani, pure sulle lesbo-bikers che non sanno accomodarsi le moto.
La sua scelta di diventare corriere della droga assomiglia molto alle scelte del suo straniero ai tempi di Per un pugno di dollari, quando si barcamenava fra le due famiglie rivali. Non è mai stato un moralista. Fare soldi facili col cartello messicano ai tempi di Trump è una scelta di tutto rispetto quando hai perso il lavoro, coltivatore di fiori, per colpa di Internet e tua moglie sta morendo di tumore e il paese è in mano alle banche.
Si trova un giovane Clint sulle sue tracce, il poliziotto della Dea Bradley Cooper, che molto gli deve dopo il successo di American Sniper e di A Star Is Born, film che doveva dirigere proprio Eastwood e che ha la sua supervisione segreta. Non è più tempo di eroi, e nemmeno di muri, come non lo era nemmeno ai tempi di Per un pugno di dollari, dove il bottino serviva per salvare una donna dalla rabbia dei cattivi. Clint sa che James Stewart poteva muoversi come lui, soprattutto da vecchio, ma aveva un codice morale nei suoi western diretti da Anthiny Mann che lui non ha mai avuto, in bilico sempre fra l'ironia, la battuta e la pistola facile.
Si permettere di omaggiare altri suoi celebri film, come Gunny, che diventa un hamburger, di intitolare il suo film The Mule ricordandosi la celebre battuta di Per un pugno di dollari, "Al mio mulo non piace che la gente rida, perché pensa che ridano di lui..". Ma soprattutto si prepara a uscire di scena, con ironia, con tenerezza, fingendosi un po' svanito quando non lo è per niente.
Passiamo alla seconda serata con l’action “Il giorno sbagliato” diretto da Derrick Borte con Russell Crowe, Caren Pistorius, Gabriel Bateman, Jimmi Simpson, Austin P. McKenzi, Rai Movie alle 22, 40. O con l’action con grizzly incazzato, “Il labirinto del Grizzly” di David Hackl con James Marsden, Thomas Jane, Billy Bob Thornton, Piper Perabo, Scott Glenn, Rai4 alle 22, 55. La 7 alle 23, 15 propone “Amore mio aiutami” di Alberto Sordi con Alberto Sordi, Monica Vitti, Silvano Tranquilli, Mariolina Cannuli, Ugo Gregoretti, Gianni Letta, Sandro Paternostro.
Nasce come soggetto di Rodlfo Sonego scritto da Sergio Amidei per Marcello Mastroianni. Ma Sonego rompe con Amidei e passa il film a Sordi e alla Vitti. Tutto gira attorno al desiderio femminile della moglie, brava borghese, per un. altro uomo. Volano botte e ogni tipo di incazzatura. “Mi promettevano una Mercdes”, dice Sonego, “se nel finale avessi fatto tornare Monica Vitti col marito, Alberto Sordi. Ma lì io sono stato meno pigro, più presente, mi sono battuto, la Mercedes è rimasta lì dov’era”. In realtà Sonego aveva blindato il finale con l’aiuto della Vitti.
Mediaset Italia 2 alle 23, 15 passa “Critters Attack! – Il ritorno degli extraroditori” di Bobby Miller con Tashiana Washington, Dee Wallace, Jaeden Noel, Jack Fulton, Ava Preston, Leon Clingman. Arriva un po’ di erotismo su Cielo alle 23, 15 con “Venere nera” di Claude Mulot con Josephine Jacqueline Jones, José Antonio Ceinos, Emiliano Redondo, Helga Liné, Florence Guerin, Karin Schubert, ambientato nell’800 parigino tra pittori e belle modelle. Su Iris alle 23, 25 avete il catastrofico “Dante’s Peak” di Roger Donaldson con Pierce Brosnan, Linda Hamilton, Jamie Reneé Smith, Jeremy Foley..
UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA - MICHAEL DOUGLAS
Tra tante repliche almeno è poco visto l’action “The Courier” diretto da Hany Abu-Assad con Jeffrey Dean Morgan, Mickey Rourke, Til Schweiger, Josie Ho, Lili Taylor, Mark Margolis. Su Rete 4 alle 0, 20 passa un film che fece storia, soprattutto per l’dea del tranquillo borghese che sbotta in mezzo al traffico, “Un giorno di ordinaria follia”, diretto da Joel Schumacher con Michael Douglas, Robert Duvall, Barbara Hershey, Rachel Ticotin.
Su Cine 34 alle 0, 45 arriva invece “Appassionata” di Gian Luigi Calderone con Gabriele Ferzetti, Valentina Cortese e le bellissime e giovanissime Ornella Muti e Eleonora Giorgi che diventarono due star del cinema italiano del tempo. Esordio di Gian Luigi Calderone, assistente di Bertolucci, con sceneggiatura scritta da Alessandro Parenzo (Malizia) e da Mimmo Rafele e esordio, da protagoniste, alla grandissima, di Ornella Muti, reduce da un ruolino in Paolo il caldo, e Eleonora Giorgi, reduce da Storia di una monaca di clausura, come ninfette del post-Laura Antonelli.
Allora il film fece un certo colpo e aprì la strada a Calderone per diventare un nuovo Samperi. Non lo fu. Le due bellissime ragazze, invece esplosero subito. Costanzo Costantini, sul “Messaggero”, poco prima dell’uscita del film intervista sia Ornella Muti che la Giorgi a partita dalla nascita del genere sexy. “Nel copione di Appassionata”, dice la Giorgi, “Ornella aveva un personaggio più malizioso del mio. Un’adolescente che tenta di sedurre il padre è un personaggio molto malizioso. Ma, a film finito, le cose sono cambiate. Lei è molto provocante, ma io sono molto più spregiudicata. Lei incarna i tabù e le malizie, io la spregiudicatezza e le modernità. Lei ha dei complessi rispetto al sesso, io non ho alcun complesso”.
Il film sta per uscire in sala il 14 marzo 1974 (a Roma, al Rivoli), ma viene bocciato in censura. Dice Calderone a “Il messaggero”: penso che la vera ragione di tanta rabbiosa ostinazione ad unanimità sia da ricercarsi molto in fondo tra i componenti della settima commissione di censura. E’ il padre che nel mio film viene torturato., distrutto. Gli incesti madri-figlio sono meno scandalosi di quanto possa apparire, sono forse il presupposto del mammismo italiano. Ma il padre non si tocca. Non è possibile vederlo girare per le scene del mio film senza spina dorsale, violentato da tutte quelle donne che non fanno che chiedergli inconsciamente di essere un uomo”.
Viene ripresentato quindi come “il film di Pasqua”, con uscita il 13 aprile 1974 al cinema Europa. Nulla da fare. Viene davvero dissequestrato dal Tribunale di Forlì il 18 luglio 1974 e arriva in sala il 27 luglio 1974. Cine 34 alle 2,30 lancia un film che fece epoca fra i ragazzetti italiani, “Sposerò Simon Le Bon” diretto da Carlo Cotti con Barbara Blanc, Federica Izzo, Luca Lionello. Tirate fuori i registratori per “Dan il terribile”, cioè “Horizon West”, western minore diretto dal grande Budd Boetticher con Robert Ryan, Julie Adams, Rock Hudson, Judith Braun, John McIntire, Raymond Burr, James Arness, Dennis Weaver, Iris alle 3, 10.
Mai passato in tv, mi sa… Storia di due fratelli, uno bandito, l’altro sceriffo, nel Texas dopo la fine della Guerra Civile. Rai Movie alle 3, 25 passa il raro “Super – Attento crimine!” di James Gunn, iol regista del nuovissimo Superman, con Rainn Wilson, Ellen Page, Liv Tyler, Kevin Bacon, Gregg Henry, Michael Rooker. Chiudo in bellezza con “Il figlioccio del padrino” di Mariano Laurenti con Franco Franchi, Riccardo Garrone, Saro Urzì, Laura Belli, Cine 34 alle 4, 05.
Secondo film che esce in sala di Franco senza Ciccio, ma primo film di Franco costruito per comico solista, senza nessuna ombra di spalla o di coppia. Lo stesso Franco Franchi, presentando il film alla stampa, prima dell’inizio delle riprese, dice: “Il pubblico potrebbe respingermi senza Ciccio, come potrebbe accettarmi. Lui stesso, cioè Ingrassia, potrebbe decidere di ritirarsi, di fare il regista, il produttore. Una cosa è certa, bisogna sempre seguire i gusti del pubblico, perché è lui che comanda. E il pubblico piano piano s’è evoluto, è diventato più esigente, Questo film per esempio, Il figlioccio del Padrino, lo gireremo in sei settimane, perché punto anche alla qualità. Sei settimane per me è un tempo lungo, noi i film li giravamo anche in quindici giorni”.
Si gira dal 25 ottobre 1972 in quel di Aci Sant’Antonio, vicino Catania. Bellissimi set siciliani, ottimo cast minore. Ma alcune gag sono un po’ pesanti, come l’arrivo del figlioccio all’aeroporto. I due mafiosi sbagliano persona baciano uno e poi gli chiedono “Oronzo sei?” e questo: “No, finocchio”. Ottima l’idea della parodia del cantante che si rivolge al Padrino perché la Rai non vuole prenderlo a Canzonissima. E al posto della testa mozzata vera del cavallo, troviamo quella del cavallo della Rai di Viale Mazzini.
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critters attack! – il ritorno degli extraroditori
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dante’s peak
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