
IL DIVANO DEI GIUSTI – STASERA MI RIVEDREI UNO DEGLI ULTIMI FILM DI FRANK CAPRA, IL DRAMMATICO “UN UOMO DA VENDERE”, CHE VINSE UN OSCAR PER LA MIGLIORE CANZONE, “HIGH HOPES” – AVETE ANCHE “THE MENU”, DARK COMEDY SOFISTICATA SOLO SULLA CARTA, E IL NOTEVOLISSIMO “IL PIACERE È TUTTO MIO”. STREPITOSO IL FINALE CON EMMA THOMPSON COMPLETAMENTE NUDA – NELLA NOTTE TORNA UN SUPERCLASSICO COME “DJANGO”, QUELLO VERO, CON FRANCO NERO ANCORA SCONOSCIUTO – AVETE ANCHE “MALÉNA” DI GIUSEPPE TORNATORE CON MONICA BELLUCCI, E “CASABLANCA CASABLANCA” DI FRANCESCO NUTI… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? In chiaro passa la commedia con Jennifer Lopez cassiera in un ipermercato che a quarant’anni si deve reinventare una vita, “Ricomincio da me” diretto da Peter Segal, con Milo Ventimiglia, Leah Remini, Vanessa Hudgens, Annaleigh Ashford, La5 alle 21, 10. Così così. Solo per i fan di Jlo.
Mi rivedrei invece uno degli ultimi film di Frank Capra, il suo primo a colori e schermo grande, che mi ero proprio dimenticato, il drammatico “Un uomo da vendere”, tratto da una commedia di Arnold Schulman con Frank Sinatra, Edward G. Robinson, Eleanor Parker, Carolyn Jones, Thelma Ritter, Keenan Wynn, Eddie Hodges. Vinse un Oscar per la migliore canzone, “High Hopes”. Frank Sinatra è Tony Manetta, scombinato padrone di un piccolo hotel a Miami che cerca di tirar su da solo un figlio che è più solido di lui.
Il fratello, Edward G. Robinson, gli impone di mettere la testa a posto e di prendersi una donna solida, non quelle che ha frequentato finora. Leggo che tutti i personaggi, che nella commedia di Broadway, erano ebrei, nel film diventano italo-americani visto che il protagonista, e produttore assieme a Capra, è Sinatra. Eleanor Parker prese il posto di Donna Reed. Rai Movie alle 21, 10 propone “Indian. La grande sfida” diretto da Roger Donaldson con Anthony Hopkins, Diane Ladd, Jessica Cauffiel, Paul Rodriguez, storia del sogno di un neozelandese che, da pensionato, pensa di correre con la sua moto nella Speed Week a Salt Lake, nello Utah, sulla pista di Bonneville.
Su Canale 20 alle 21, 10 trovate “Suicide Squad” di David Ayer con Will Smith pelatone ammazzasette, Viola Davis cattiva come Franca Leosini, Cara Delevingne che balla mezza nuda come una divinità egizia, ma al massimo assomiglia a Franca Valeri nel suo numero di Piramidal (…il tuo fascino egizio, non conosce artifizio…), Jared Leto che vuole fare il Joker come in un video di Francesco Vezzoli e quella meraviglia di Margot Robbie come Harley Quinn con gli short a mezza chiappa, i due ciuffi bicolori e la mazza da baseball rompicapocce in mano.
Ve lo dico subito, scrissi quando lo vidi, è un disastro totale di logica, di sceneggiatura, di personaggi che scompaiono e ricompaiono, di incomprensioni fondamentali tra produzione e regista, che magari avevano dei film diversi in testa. Ma è un divertimento totale e assurdo.
Anche se si capisce abbastanza facilmente che il film deve avere avuto una serie di problemi pesanti già in lavorazione, che il flop di Batman vs Superman deve aver pesato enormemente sulle scelte editoriale e che dovevano esserci montaggi diversi al punto che il finale ufficiale non solo sacrifica troppe storie secondarie (Slipknot, Killer Croc, Katana), ma spesso non ha proprio un percorso narrativo funzionante, già il personaggio folle dell’ Harley Quinn di Margot Robbie e la sua storica romantica col Joker di Jared Leto (massacrato al montaggio) ci deliziano.
E ci piace anche il Capitan Boomerang dell’australiano Jay Courtney, cattivone tenerone che tiene un pelouche nella giacchetta, in continuo dialogo con Harley Quinn. Ci piace la follia che fa funzionare l’Amanda Waller di Viola Davis, il potere che genera il male per cui si ricorre ai supercattivi per combatterlo al punto che loro diventano i buoni. Ci piace la confusione politica della situazione, a metà tra l’America di Trump rovinata dalle guerre di Bush, dalle sparatorie tra neri e poliziotti, con Will Smith cecchino che si rifiuta di uccidere il megapoliziotto Batman, e una logica da Ghostbusters (il finale è identico), dove non ci sono più né Superman (morto) né Batman (fuori gioco, ambiguo) a salvarci la pelle.
I meta-umani, in realtà, sono più umani degli umani, è il loro lato umano a renderli sociopatici in una società di sociopatici. David Ayer, regista di film realistici d’azione e di guerra, il poliziottesco End of the Watch, il notevolissimo Fury, sceneggiatore di Training Day, ha giustamente dichiarato di aver voluto realizzare una Sporca dozzina coi supercattivi. Oh, che meraviglia era il film di Robert Aldrich scritto da Lukas Heller con Lee Marvin e i suoi criminali assatanati di sangue. Ma Aldrich costruiva mezzo film a raccontarci le storie dei suoi personaggi.
E il cattivo da combattere era quello standard del film di genere, il nazista. Qui Ayer non ha un vero cattivo da combattere, i fratellini indemoniati di provenienza egiziana sono un po’ ridicoli, sia il nero Common gigantesco sia la fashion model Cara Delevingne smutandata con le ciglione da perfidissima. E non riesce a costruire come voleva, credo, tutte le storie dei suoi personaggi per problemi di tempo. Alcuni entrano per problemi di mercato, vedi Katana, altri ci vengono presentati sciattamente, vedi Slipknot, anche se esattamente come Aldrich punta sulle diversità delle razze, e il messicano Trini Lopez diventa qui l’El Diablo di Jay Hermandez.
Cerca anche di sfruttare il sadismo dei suoi criminali. Al punto che diffonde un po’ ovunque quello che era il nodo morale (e cinematografico) della Sporca dozzina, l’omicidio dei civili nella festa dei nazisti è un atto crudele e criminale che solo degli ergastolani, cioè dei cattivi, possono compiere. La crudeltà e il sadismo dei protagonisti, buoni o cattivi che fossero, era la grande rivoluzione leoniana del cinema d’azione anni ’60 mediata proprio da Aldrich.
Ma se lì l’atto era isolato e ben preciso nella costruzione di sceneggiatura, qui è fin troppo dilatato e il problema morale non tocca solo i supercattivi, vedi Will Smith, che è l’eroe puro, ma anche l’Amanda Waller di Viola Davis, donna e nera, e il capitano Rick Flagg di Joel Kinnanan, vero punto debole del film. Non c’è un duro come Lee Marvin a capo della sporca dozzina. Ci fosse stato Tom Hardy, come aveva sperato David Ayer, le cose sarebbero andate diversamente, ma questo pupazzo di Joel Kinnanan sembra sempre un po’ il vice bianco di Will Smith o l’ombra di Viola Davis o il fidanzato di Cara Delevingne mezza buona e mezza perfida. Ma che personaggio è?
Per fortuna, però, l’Harley Quinn sculettante di Margot Robbie si mangia mezzo film, bella, sexy e divertente, si muove con grazia da star tra Will Smith e Jared Leto e solo con lei in scena il film prende una piega pop e rock. Anche se sembra siano scomparse varie scene col Joker.
Su Rai5 alle 21, 15 avete “Poli opposti”, opera prima di Max Croci, scritto da ben sei sceneggiatori con Luca Argentero, Sarah Felberbaum, Giampaolo Morelli, Tommaso Ragno, Grazia Schiavo. Stefano e Claudia, cioè Luca Argentero e l’incantevole Sarah Felderbaum, abitano e lavorano sullo stesso pianerottolo e si detestano. Lui è uno psicoterapeuta per coppie in crisi, lei è un’avvocatessa divorzista. Lui si è appena lasciato con una moglie antipatica, l’arcigna Anna Safroncik, lei ha un figlioletto grasso, Riccardo Russo, avuto da un uomo sposato.
Scoprono, grazie a Giampaolo Morelli, amico di lui e fratello di lei, che si conoscevano da piccoli, quando Stefano era grasso e Claudia era la sua unica amica. Ahi! Come se non bastasse il figlio grasso di lei diventa un simpatico accollo per lo psicoterapeuta. Si innamorano, poi c’è un quiproquo e tutto finirà bene. La cosa più interessante, a parte il gioco sul genere sentimentale, è il fatto che tutti scopino tranquillamente mentre i sentimenti procedono.
Così lui ha una storiella con l’amica di lei, una rossa produttrice tv, Grazia Schiavo, mentre lei ha una storiella con un tanguero finto argentino in realtà veneto. Segno che i tempi di Cukor sono finiti. Due momenti stracult per la cronaca, la coppia Morelli-Elena Di Cioccio, già presentatori di Stracult Show e Sarah Felderbaum che canta “Cocktail d’amore”. Su Iris alle 21, 15 torna il tardo western “Ultimo colpo in canna” diretto da Jerry Thorpe con Glenn Ford, Arthur Kennedy, Harry Dean Stanton, Dean Jagger.
arnold schwarzenegger danny de vito i gemelli
Glenn Ford, dopo tre film di serie A sbagliati, uno era “I quattro cavalieri dell’Apocalisse” di Vincente Minnelli, un altro “Angeli con la pistola” di Frank Capra, venne passato ai piccoli western di serie B e non si riprese mai, mentre Arthur Kennedy finì direttamente nell’inferno del cinema di genere italiano anni ’60 e ’70. Molto carino, Canale 27 alle 21, 15, “I gemelli”, divertente commedia di Ivan Reitman con Danny DeVito, Arnold Schwarzenegger, Chloe Webb, Kelly Preston, Bonnie Bartlett. Molto visto.
miglior nudo over 60. emma thompson in il piacere e tutto mio
Rai Tre alle 21, 20 passa l’interessante “La doppia vita di Madeleine Collins” diretto nel 2021 da Antoine Barraud con la bella e brava Virginie Efira, Bruno Salomone, Quim Gutiérrez, Jacqueline Bisset, storia complessa di una donna che ha una vita in Francia, con due figli, e due amanti, e unma Svizzera, con un altro figlio. Tutto questo non può reggere. LA7D alle 21, 20 presenta invece il notevolissimo “Il piacere è tutto mio” di Sophie Hyde con Emma Thompson, vedova di 55 anni, che decide di scoprire finalmente i piaceri del sesso con un giovane maschio marchettaro, Daryl McCormack. Strepitoso il finale con Emma Thompson completamente nuda.
ralph fiennes anya taylor joy the menu
Su Rai4 alle 21, 20 troivate “The Menu”, dark comedy con finale pesante diretto da Mark Mylod con Anya Taylor-Joy, Ralph Fiennes, Nicholas Hoult, John Leguizamo, Janet McTeer. Vediamo cosa scrissi del film. Come il cheeseburger con patatine che cucina per Anya Taylor Joy il grande chef stellato Ralph Fiennes, anche questo sofisticato solo sulla carta “The Menu”, diretto da Mark Mylod, regista di episodi di serie di grande successo come “Succession” e “Games of Throne”, è quasi meglio mangiarselo a casa guardando la tv che al ristorante.
Perché al cinema, come film, vedi tutti i limiti della storia, del meccanismo drammatico. E, direi, anche dell’anonimato di questi registi. Perfetti nel seriale, ma non autorevoli su grande schermo, troppo shootist, come li chiamava John Milius. Mischione del classico “The Most Dangerous Game” e di “The Squid Game”, ma anche con punte di lotta di classe tra “Parasite” e “Triangle of Sadness”, il film di Mark Mylod porta dodici ricchi personaggi su un’isola dove cive e cucina per pochi privilegiati un celebre cuoco, Chef Slowik, cioè Ralph Fiennes, assieme alla sua assistente Elsa, Hong Chau.
Di tutto il gruppone di clienti, dalla raffinata critica culinaria Lilian Bloom, cioè Janet McTeer, la star del cinema, John Leguizamo, con amante al seguito, Aimee Carrero, quattro uomini d’affari, due vecchi clienti affezionati, solo la giovane Margot, Anya Taylor-Joy, sembra venuta lì per caso, portata al posto di un’altra ragazza dal fan della nuova cucina Tyler, Nicholas Hoult.
E’ attraverso gli occhi di Margot che assistiamo al perverso gioco che sta mettendo in scena lo chef, che abbina ai suoi raffinati piatti flussi abbondanti di sangue. Ma il gioco è solo agli inizi. Di cosa si debba vendicare lo chef non è ben spiegato, salvo un vago sentimento di rivalsa tra chi serve e chi paga. Ma certo in questo “Triangle of Sadness” e “Parasite” si sono spinti ben oltre.
Tv8 alle 21, 30 torna sul biopic di successo “Bohemian Rhapsody”, diretto, ma non terminato, da Bryan Singer con Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Aidan Gillen. Vita, amori, opere e morte di una rock star come Freddie Mercury e di una banda come i Queen. Non era un’impresa facile da portare sullo schermo.
Non sarebbe stato facile nemmeno farlo con i Pooh, figuriamoci con una band così popolare in tutto il mondo e con tanti artisti ancora vivi e interessati all’operazione, come Brian May e Roger Taylor, che qui diventano consulenti storici e musicali.
Eppure, questo Bohemian Rhapsody, diretto da Bryan Singer, ma completato da Dexter Fletcher, scritto da uno sceneggiatore di qualità come Antony McCarten (Darkest Hour, La teoria del tutto), e soprattutto interpretato da una nuova star come Rami Malek nei panni di Freddie Mercury, malgrado la lunga progettazione, una lavorazione disastrosa che aveva portato alla cacciata di Singer, le tante inesattezze giustamente segnalate dai fan e dagli esperti, le critiche non sempre positive, si è rivelato un successo pauroso. E un film che il pubblico vede e si rivede.
Passiamo alla seconda serata con un superclassico come “Django”, quello vero, diretto da Sergio Corbucci, scritto da Franco Rossetti e Piero Vivarelli, prodotto da Manolo Bolognini con Franco Nero ancora sconosciuto, José Bodalo, Loredana Nusciak, Angel Alvarez, Gino Pernice, Simón Arriaga. “Mi ero messo a farlo alla mia maniera, con crudeltà, esagerazione, fango, schifezze, morti a raffica... per contrappormi a Leone che propendeva per una linea solare, fatta di sabbia e di sole. Mi ero ispirato un po’ alla linea giapponese, ai film di Akira Kurosawa...” (Corbucci).
Django è un reduce della Guerra Civile e arriva trascinandosi una misteriosa bara (“La bara porta bene, mi diceva Totò”, Corbucci) in una città divisa tra due bande rivali lungo il confine tra Messico e Stati Uniti. Una fatta di messicani è comandata dal sadico generale Hugo Rodriguez. I loro nemici sono uomini incappucciati sudisti del Ku Klux Klan, capitanati dal maggiore Jackson, un pazzo razzista che odia i messicani…
Django fa il doppio gioco, ma deve vendicarsi del maggiore, che gli ha ucciso la moglie. I messicani hanno bisogno di soldi per tornare in messico e Django ha una storia con la prostituta della città, Maria. Django dapprima sta con i messicani, poi li tradisce e loro gli spezzano le mani. Gran finale nel cimitero di Tombstone. Con le mani spappolate, Django si ritrova ad affrontare il maggiore Jackson davanti alla tomba di una donna, Mercedes Zaro. Ma Django vincerà. Grande la scena trucissima del taglio dell’orecchio del prete del clan, Gino Pernice, spione.
Poi glielo fanno mangiare. “Quando fecero il film al cinema Cola di Rienzo, per quella scena ci furono addirittura delle urla in sala e poi, uscendo, parlavano solo di quella scena. Era un film, in quel senso, veramente truculento. C’era uno che trascinava una bara nel fango, nella bara c’era una mitragliatrice, c’erano delle mani che venivano spappolate dagli zoccoli dei cavalli... eravamo nel 1966 e per quei tempi era molto forte...” (Corbucci).
Rai5 alle 22, 45 propone il primo vero film di Francesco Rosi e il primo dedicato alla realtà napoletana, “la sfida” con Rosanna Schiaffino, José Suarez, Nino Vingelli, Decimo Cristiani, José Jaspe. Costruito su un fatto di cronaca, l’omicidio di Pascalone 'e Nola. Vinse il leone d’Oro a Venezia nel 1958 e lanciò la stella di Rosi. Su Cine 34 alle 22, 50 trovate “Tiramisù”, graziosa commedia di Fabio De Luigi con Fabio De Luigi, Vittoria Puccini, Angelo Duro, Alberto Farina, Giulia Bevilacqua.
Tutti pazzi per le moto, anche le ragazze, in questo poco noto “Rodéo” diretto da Lola Quivoron con Chris Makodi, Julie Ledru, Yanis Lafki, Rai4 alle 23, 05. Su Rai Movie alle 23, 15 trovate “Sommersby” di Jon Amiel con Jodie Foster, Richard Gere, Bill Pullman, James Earl Jones, remake del film francese “Il ritorno di Martin Guerre”. Iris alle 23, 20 torna su un altro western del periodo d’oro di Hollywood, “Gli uomini della terra selvaggia” diretto da Delmer Daves con Alan Ladd, Ernest Borgnine, Katy Jurado, Claire Kelly, Kent Smith.
gli uomini della terra selvaggia
Grande inizio con i due cowboy che escono dalla prigione di Yuma, Arizona. Uno si vuole vendicare dei bastardi che lo hanno sbattuto in galera, l’altro vorrebbe tirare dritto. Ladd, che era una scelta un po’ vecchiotta, venne chiamato dopo i rifiuti di William Holden, Paul Newman e James Cagney. Infatti il film fu un mezzo flop. Ladd non funzionava più. Lo mandarono in Italia a girare qualche peplum. Invece Katy Hurado e Ernest Borgnine si innamorarono sul set.
Su Italia 1 alle 0, 20 passa il film con l’orsetto sporcaccione, “Ted” diretto da Seth MacFarlane con Mila Kunis, Mark Wahlberg, Giovanni Ribisi, Laura Vandervoort, Jessica Stroup. Evidentemente non possono metterlo in prima serata. Cielo alle 0, 30 punta all’erotico spagnolo con “Kiki & i segreti del sesso” diretto da Paco León con Natalia de Molina, Álex García, Paco León, Ana Katz, Belén Cuesta, Candela Peña, cinque storie d’amore con qualche stranezza sessuale.
Cine 34 alle 0, 35 mette ormai regolarmente “Maléna” di Giuseppe Tornatore con Monica Bellucci, Giuseppe Sulfaro, Luciano Federico, Daniele Arena. Su Rete 4 alle 0, 55 il mafia comedy “Uno di famiglia” di Alessio Maria Federici con Pietro Sermonti, Lucia Ocone, Nino Frassica, Sarah Felberbaum, Moise Curia. Buono il thriller erotico “identità violate” diretto da D.J. Caruso con Angelina Jolie, Ethan Hawke, Kiefer Sutherland, Gena Rowlands, Olivier Martinez, Iris all’1, 10.
Su Rai Movie all’1, 15 passa il biopic sulla spia comunista inglese “Red Joan” diretto da Trevor Nunn con Judi Dench, Sophie Cookson, Tom Hughes, Stephen Campbell Moore, Tereza Srbova, Ben Miles. La notte si popola di film che hanno poco a che fare l’uno con l’altro. “Casablanca Casablanca” di Francesco Nuti con Francesco Nuti, Giuliana De Sio, Daniel Olbrychski, Marcello Lotti e Al Thomas, musicista jazz che ebbe un certo successo negli anni ’60 per il suo fisico alla Louis Armstrong, Rai Due alle 2, 30.
“Quella provincia maliziosa” di Silvio Amadio con Gloria Guida, Nino Castelnuovo, Anita Sanders, Mimmo Palmara, Silvio Amadio, Cielo alle 2, 30. “Tropico di notte” di Renzo Russo con numeri musicali di Sophie Tikel, Carol Carter, Wilbert Bradley, Vanoye Aikens, Alice Clements, Susana Duijm, Rete 4 alle 3, 05. Dentro trovate incredibili numeri di balletti con Van Aikens… “Le seminariste” di Guido Leoni con Gabriele Di Giulio, Daniela Doria, Gisela Hahn, Raf Baldassarre, Cine 34 alle 4, che ricordo tremendo.
C’è anche la prima parte di “La Certosa di Parma”, l’edizione migliore, quella diretta da Christian-Jaque con Gérard Philipe, Maria Casarès, Renée Faure, Tullio Carminati, Iris alle 4, 25. Chiudo con “Poliziotto senza paura” di Stelvio Massi con Maurizio Merli, Gastone Moschin, Franco Ressel, Joan Collins, Rai Movie alle 5.
la certosa di parma – amanti senza speranza
ricomincio da me 2
la certosa di parma – amanti senza speranza
quella provincia maliziosa.
daniela doria le seminariste
le seminariste
quella provincia maliziosa
un uomo da vendere
BOHEMIAN RHAPSODY 4
Red Joan 1
identita' violate
malena 5
malena 4
malena 6
uno di famiglia
uno di famiglia
uno di famiglia
gli uomini della terra selvaggia
sommersby
sommersby
kiki e i segreti del sesso 3
kiki e i segreti del sesso 2
gli uomini della terra selvaggia 2
tiramisu
tiramisu
tiramisu fabio de luigi
bohemian rhapsody 9
BOHEMIAN RHAPSODY 2
BOHEMIAN RHAPSODY 3
BOHEMIAN RHAPSODY 5
indian. la grande sfida
arnold schwarzenegger danny de vito i gemelli
la doppia vita di madeleine collins
il piacere e?? tutto mio
il piacere e tutto mio
the menu 2
la sfida 2
la doppia vita di madeleine collins
la sfida 3
ricomincio da me