DOPO LA TRAGEDIA, UN THRILLER - IL CROLLO DELLA LEHMAN BROTHERS CHE NEL 2008 TERRORIZZÒ I MERCATI DIVENTA UN FILM, “TOO BIG TO FAIL”, OGGI PRESENTATO AL FESTIVAL DI ROMA, CON UN CAST STELLARE (WILLIAM HURT, PAUL GIAMATTI, JAMES WOODS) - LA BATTUTA PIÙ IMPORTANTE DEL FILM, MESSA IN BOCCA AD UNO DEGLI AVVOLTOI DI WALL STREET, SPIEGA ESATTAMENTE LA FILOSOFIA DELLA FINANZA MARCIA: “STAVAMO FACENDO TROPPI SOLDI”…

Silvia Bizio per "la Repubblica"

La crisi economica diventa un thriller: il crollo della Lehman Brothers che tre anni fa terrorizzò i mercati di tutto il mondo e diede il segno di quella che stava crescendo come il più grande tracollo economico globale dal 1929. Il film si chiama Too big to fail, troppo grande per fallire, è prodotto dalla tv via cavo Hbo, e sarà presentato oggi in anteprima europea al Festival di Roma, poi andrà in onda in Italia il 4 novembre, su Sky.

Too big to fail, tratto dal bestseller del giornalista del New York Times Andrew Ross Sorkin e diretto da Curtis Hanson, ha messo insieme un cast stellare per dare voce e volto ai veri protagonisti della storia recente. William Hurt interpreta il ministro del Tesoro dell´amministrazione Bush, Henry «Hank» Paulson; Paul Giamatti ha il ruolo del presidente della Fed Ben Bernanke, Billy Cudrup quello di Timothy Geitner, presidente della New York Federal Reserve Bank;

Ed Asner è Warren Buffett, il miliardario azionista di maggioranza e Ceo della Berkshire Hathaway, James Woods è il Ceo della Lehman Brothers, Dick Fuld, due figure chiave nel crac. Il film comincia con il precipitare della Lehman Brothers, con Paulson che respinge gli appelli disperati di Fuld. Alla fine i titoli di coda raccontano il disastro economico successivo e le promesse non mantenute che fecero seguito alle manovre della Fed.

Mister William Hurt come definisce il ministro Paulson che lei interpreta?
«Uno che, come altri, nelle alte sfere del potere si credeva "troppo grande per fallire". La sua situazione è unica, nel senso che prima di diventare ministro nell´amministrazione Bush era stato presidente della Goldman Sachs, ha dunque i piedi dentro Wall Street quanto nel governo americano. Un personaggio che spiega il rapporto tra il governo e l´alta finanza in un momento di grave crisi. Una crisi molto più grande di quella che aveva previsto».

Ha incontrato Paulson?
«Certo. Ora insegna alla John Hopkins University di Washington. Sono rimasto sorpreso dal modo in cui si è reso disponibile alle mie infinite domande».

Ha risposto a tutto?
«Quasi. Ma gli do atto di avermi concesso molto tempo e di essere stato più schietto e generoso di quanto avrei mai immaginato. Mi ha portato dentro la stanza delle grandi decisioni, e quando ti ritrovi in quella stanza ti rendi conto che niente è bianco o nero, ma tutto è grigio».

Che idea ha di questa crisi? È fra quelli che pensano che l´avidità di pochi abbia rovinato tutti?
«Sì, sono d´accordo. Ma ho anche scoperto che ci sono persone che iniziano la loro carriera nella finanza mosse da nobili ideali e finiscono per pensare solo al proprio portafoglio. Mentre altri magari iniziano spinti da ambizioni volgari, per poi rivelarsi grandi esseri umani».

Dalla visione del film si esce pieni di rabbia. È successo anche a lei?
«Certamente. Il film tratta la vicenda come una tragedia classica e quando vediamo rappresentato un fallimento dobbiamo tutti guardarci dentro. Per me la battuta più importante del film è quella di un finanziere quando gli viene chiesto perché non hanno cercato di fermare il precipitare delle cose. La sua risposta è: "Stavamo facendo troppi soldi". Ma credo che questo atteggiamento ci coinvolga tutti»

Pensa che si possa imparare da quello che è successo?
«Si. Non era stato il magnate Michael Milken a dire che la legislazione passata dopo il settembre 2008 avrebbe prevenuto l´effetto domino se fosse crollata un´altra banca? Paulson ci credeva. Penso che la crisi che sta imperversando ora abbia molto a che fare con la mancanza di limiti. Se non fosse successo tutto ciò che abbiamo visto negli ultimi anni, avrebbero spinto molto oltre il tetto del debito. Penso che ci siano un sacco di persone preoccupate sia fra i democratici che i repubblicani, politici che devono domandarsi cosa stiamo facendo al resto del mondo. Il mondo dipende dal fatto che noi americani siamo economicamente responsabili. Se non riusciamo ad occuparci di casa nostra come facciamo ad aiutare a stabilire gli standard per gli altri paesi».

Come vede il futuro?
«Non sono un esperto. Ma secondo me il futuro sarà una lotta per tutti. Dobbiamo essere attenti a quello che non avevamo voluto vedere altrimenti la crisi ci divorerà a tutti».

Cosa pensa della crisi europea?
«Quello che posso dire è che ho sempre pensato, dal momento in cui l´Unione Europea ha deciso di puntare sull´euro, che qualunque tipo di accordo in Europa sarebbe stato un grosso problema, non solo per i paesi mediterranei ma anche quelli mitteleuropei».

 

ANDREW ROSS SORKINTOO BIG TO FAILJAMES WOODS E' IL CEO DELLA LEHMAN BROTHERS IN _TOO BIG TO FAIL_PAUL GIAMATI E' BEN BERNANKE IN _TOO BIG TO FAIL_WILLIAM HURT IN _TOO BIG TO FAIL_

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