emma manuel agnelli

EMMA, ESCI DAL CORPO DI MANUEL AGNELLI! A 'X FACTOR' LEI RIPETE LE STESSE FORMULE E FA DISCORSI MOTIVAZIONALI UN TANTO AL CHILO. POI CI PARLA DEI SUOI PELI SULLE GAMBE A 16 ANNI – E AGNELLI? DICE PER BEN DUE VOLTE LA PAROLA SINCERITÀ: NON COMINCERÀ ANCHE A CANTARE “AMAMI COME LA TERRA, LA PIOGGIA D’ESTATE”? PER IL FRONTMAN DEGLI AFTERHOOURS MATTEO DEI MUTONIA “È L’UNICO ELEMENTO CARNALE DI QUESTA EDIZIONE. INTENDO SESSO. DICO AUTOGRILL SENZA NEANCHE L’INVITO A CENA”

BORIS SOLLAZZO per rollingstone.it

 

 

Ludovico Tersigni con i giudici di X Factor 2021

emma xfactor 2021

 

Fuori subito i Westfalia. Non erano i peggiori ma forse erano gli unici a cui X Factor non serviva, proprio perché già avevano una solida carriera alle spalle. Il live questa settimana non decolla mai, ma alcune performance vanno applaudite perché già mature e coraggiose. Altre, invece, danno l’aria di essere frutto di scelte decisamente conservative. Di ragazzi che in alcuni casi non hanno ancora la maggiore età: fa un certo effetto. Questa puntata serviva per rompere il ghiaccio, con la prima eliminazione. Ora ci divertiremo.

 

gIANMARIA voto: 10

 

Il ragazzo ha un solo difetto. La tendenza a trasformare tutte le vocali in una o. Un po’ come i Latte e i suoi Derivati facevano con la mitica hit Tadadattà, in cui tutte le vocali si trasformavano in a. Al di là di questo difetto di pronuncia che fa tanto Roma Nord anni ’80, questo ragazzo prende Vasco Rossi, lo fa suo e non solo ne esce vivo, ma entusiasma. Non è facile trovare questa forza interpretativa in un genere come il suo, senza aiuti se non una presenza scenica essenziale. Ha una scrittura straordinaria che unisce alla capacità di dare verità a ogni singola parola, respiro, emozione. La sua Jenny è pazza – anzi Janny è pozza – diventerà un classico di questa edizione.

 

Mika voto: 9

 

x factor 2

Uno showman irresistibile. Le smorfie mentre parla Emma sono degne di Corrado Mantoni, lui che parla napoletano, le presentazioni infinite e improbabili e poi quando si incazza e dice che Nika è Fiona Apple che incontra Nelly Furtado capisci che se vuoi diventare un grande artista devi sperare di stare in squadra con Agnelli, ma se vuoi fare soldi con la pala e sfondare devi avere il nostro libanese come maestro, vate, direttore marketing. Non a caso i suoi ragazzi eseguono repliche perfette di pezzi super pop, pure troppo. Ma il 9 non è per quello che sta facendo con i suoi ragazzi – continuiamo a pensare che abbia sbagliato scelte – ma perché anima televisivamente una puntata decisamente moscia. Mi sa che è ora di ridargli una trasmissione tutta sua.

 

Costantino Della Gherardesca voto: 8

emma marrone xfactor 2021

 

Cosa c’entra? Intanto il cantante delle Endrigo è il suo sosia, pardon la sua brutta copia sosia (per la serie le grandi somiglianze: il cantante di Bengala, è identico all’attore Jim Sturgess, gIANMARIA invece era stato preparato per partecipare a un concorso di sosia di Gianna Nannini, dove lei sarebbe arrivata terza). Comunque tornando a Costantino, di questo secondo live mai decollato la cosa migliore è stata la fine del live e l’inizio di Quattro matrimoni. E lì, l’illuminazione: Costantino Della Gherardesca è il Mika italiano, ma se possibile più cattivo. Cosa aspettiamo a fargli fare il giudice di questo talent? Tanto lo sappiamo che non proprio tutti i giudici di X Factor devono essere esperti di musica.

 

x factor 1

Mutonia e Bengala Fire voto: 7,5

 

 

I Mutonia a X Factor 2021. Foto: Sky

 

In una serata no per le band, loro tengono botta. I primi continuiamo ad amarli molto di più quando vanno contropelo, quando fanno diventare rock e punk ciò che non lo è, come fecero con Adele. Quando invece devono fare i duri e apparentemente sono nel loro, scadono un po’ nella maniera. Questa volta però i Nine Inch Nails li sentono più addosso e il frontman vestito da sposa a torso nudo che canta “I wanna fuck you like an animal” vale il prezzo del biglietto. Ai Bengala Fire invece riesce ciò che non hanno fatto i Westfalia: proporsi come un gruppo solido musicalmente e vocalmente, ma allo stesso tempo trovare una propria cifra, una propria identità. Lo stanno facendo gradualmente, ricordandoci con intelligenza che sanno intrattenerci e allietarci come pochi altri pur cercando di arrivare con ancora un po’ di fiato alla fine della gara. La loro Town Called Malice è una cover notevole dei Jam e questo ripercorrere la storia della musica moderna e in particolare quella che ha gravitato nei tempi d’oro attorno a Londra, con Manuel che gliela insegna, è un bel percorso. Per tutti.

DAMIANO MANESKIN MANUEL AGNELLI

 

Fellow voto: 7

 

Mi sono chiesto perché l’ho involontariamente ignorato durante queste settimane. I suoi Fellowers si sono risentiti, devo dire con educazione e garbo simili al suo. Pure troppi, va detto. Ha un timbro nitido, pulito, potente, non sbaglia una nota, è pure bellissimo. Però è freddo come la Narnia scenografata dietro di lui, è un esecutore di alto livello ma è difficile non annoiarsi durante un suo pezzo. Non si lascia andare (come per esempio fa un Baltimora da 8 mentre canta, alla grande, Parole di burro di Carmen Consoli e si scioglie mostrando grinta e passione), non ti smuove nulla. E a quel punto capisco: lo senti con piacere, lo applaudi pure, poi lo dimentichi. Si sporchi un po’, o almeno si spettini.

 

Erio voto: 6,5

 

manuel agnelli xfactor 2021

Bravo, come dice il suo giudice, anche quando non va al massimo è un passo avanti agli altri. Però. Però dopo aver cantato James Blake con una canzone pienamente nel suo mood e non averci più sconvolto (per abitudine? Per alte aspettative?), la domanda dobbiamo porcela: Erio può reggere un’intera edizione? O fuori dalla sua comfort zone non può durare a lungo? Qualche limite si comincia a vedere, fuori da quell’alone quasi mistico del suo timbro e del suo stare in scena, si comincia a sentire una resistenza a essere altro. E invece l’impressione è che, prendendosi qualche rischio, possa farlo e anche bene. Come ha detto a noi.

 

Vale LP voto: 6

 

 

È brava, ha carisma, la ragazza si farà anche se ha le spalle strette. Ma Gabriella Ferri va trattata con cura e soprattutto per una che ha la sua originalità interpretativa, la sua profondità di voce, poteva essere un’opportunità. Lei sceglie una versione bidimensionale, semplice e arrabbiata che ci dice sì che il folk-pop moderno può essere la sua strada – in qualche modo il suo inedito ce lo aveva già dimostrato – ma anche che deve avere più coraggio perché Emma ha tanti difetti ma non quello di non avere buone idee nelle scelte delle cover per i suoi allievi. Deve ringraziare la bella scenografia che ci ha distratto dalla sua iniziale pronuncia romana. Nella capitale non sanguinavano così le orecchie dai tempi del Rugantino di Adriano Celentano.

manuel agnelli

 

Westfalia e Versailles voto: 5,5

 

 

Sottovalutano entrambi il pericolo e si trovano dove dovevano essere i Karakaz e Le Endrigo. Così invece perdiamo un gruppo tecnicamente impeccabile e che avrebbe potuto crescere come impatto emotivo e perde qualche certezza pure uno dei talenti più forti di quest’anno. I Westfalia meritano l’eliminazione per come hanno mantenuto una freddezza di fondo nelle loro performance: persino Hey Ya degli Outkast con loro è diventato un esercizio di stile. Al ballottaggio l’inedito fa vedere in controluce la loro identità ma è troppo tardi. Versailles ha un inedito più debole ma comunque ci mostra un futuro che può portarlo a progressi continui. Deve però ricominciare a trottare. In ogni caso rispetto per aver rischiato con Fantasma dei Linea 77. Scelta quasi suicida, ma ha la fortuna di ricevere la loro benedizione in diretta.

 

Manuel Agnelli voto: 5

 

x factor

Dare un’insufficienza a sua maestà mi addolora e mi fa sentire sporco. Ma ho capito che non era in forma quando ha detto due volte la parola «sincerità». Ho pensato a un caso di possessione, Emma era entrata in lui, oppure l’aveva solo contagiato. O era solo preoccupato da Erio, che sembra aver perso un po’ della sua magia. Poi qualche giudizio sottotono – anche se dice sempre lui le cose più interessanti – e la gaffe finale che fa capire quanto fosse indeciso sul ballottaggio. Come solo ai tempi dell’Oscar di Warren Beatty e Moonlight, dice «elimino i Versailles, no scusate i Westfalia» e per la prima volta sentiamo la parola «scusa» dalla sua bocca. Da 8 quando di Matteo dei Mutonia dice «è l’unico elemento carnale di questa edizione. Intendo sesso. Dico Autogrill senza neanche l’invito a cena». Geniale complinsulto.

 

Trucco, parrucco e costumi voto: 4

 

x factor 3

Ieri non sembravano in gran forma i solitamente perfetti stylist e affini di X Factor. La cresta di Emma era a metà tra quella di Marek Hamsik e P. E. Baracus (il Mr. T dell’A-Team), il trucco di Manuelito era quello di Alicia Vikander in Ex Machina, Manuel non era a torso nudo (è illegale, giusto, che Agnelli non sia sempre supersexy?) e infine i cervi dietro Fellow sembravano più un incrocio tra zanzariere da letto e gli scafandri che usano gli apicoltori per curare le arnie. Non parliamo poi di Ludovico Tersigni che per qualche oscuro motivo ieri era vestito da ascensorista.

 

Emma voto: 3

 

Dopo l’exploit della scorsa settimana torna la solita. Piacciono alcune sue scelte musicali per i ragazzi, ma per il resto un mezzo disastro. Non riesce a difendere i suoi Le Endrigo dagli attacchi duri dei colleghi (in particolare da Mika che lei soffre, e lui lo sa), con Vale LP prima fa un predicozzo provinciale e moralista e paternalista, poi la sminuisce con la battuta sui parenti e le mozzarelle, da sagra paesana. Al livello di Hell Raton che dice sostanzialmente «io ci ho provato a fare altro con i Karakaz ma loro mi hanno detto “no, noi siamo così e continuiamo così”». Da eliminarli la settimana prossima d’ufficio.

x factor 4

 

Suggerimento per gli autori: proibite ad Emma di dire le cinque parole che usa sempre e magari esce fuori dalla sua coazione a ripetere (quello che dicono altri, Manuel in primis, e i suoi cavalli di battaglia, che vanno da pipponi pseudopedagogici a discorsi motivazionali un tanto al chilo fino alle sue espressioni cult). Certo, va detto, quando esce dal seminato ci parla delle sue partite a pallone con i suoi cugini e dei suoi peli sulle gambe a 16 anni. Che ci saremmo pure evitati. Aiuto, ditemi che non è body shaming, l’ha detto lei eh. Non ricominciamo come lo scorso anno che sono invecchiato e non reggo un altro linciaggio social. Il codice Cmqmartina del politically correct che dice? (Lo so Marty, mi mancavi, era un po’ che non ti citavo).

 

x factor 7

Le Endrigo voto: 2

 

È un po’ che il sospetto che siano un bluff si insinua. E non per quel nome paraculo come la loro musica, ma perché sono prevedibilmente originali, fanno tutto ciò che ci si aspetterebbe da chi, come loro, ha fatto una scelta anticonformista troppo dichiarata. Ma come nel nome sembrano dar l’aria che siano già soddisfatti dall’usare l’articolo determinativo femminile plurale davanti al cognome del loro idolo, così nella musica si godono quei brevi cambi di ritmo e di tono che catturano l’attenzione ma non disturbano. Il punto è che la Raffaellona nazionale non si tocca, non la rovini senza conseguenze. Loro lo fanno e non gli riesce (ma a chi riuscirebbe, una donna che rende iconica una scena di un film premio Oscar solo con la sua voce). Se sei così furbo, certi tranelli li eviti. Anche se ti ci spinge con tutte le scarpe il tuo giudice.

 

Chiello voto: 1

 

 

x factor 6

 

Lo preferivo quando cantava “con i soldi della droga ho comprato una pistola”. La sua presenza è un gesto disperato di X Factor per tirare a sé gli under 20 e una botta di fortuna per lui che qualche talento ce l’ha, ma sa nasconderlo bene. Alcuni versi sono efficaci, pochi interessanti, il resto è il trionfo del fumo sull’arrosto. Inoltre se ti chiami Rocco Modello a cosa ti serve un nome d’arte così brutto? L’impressione è che nello sceglierlo ci abbia messo lo stesso impegno e gusto che ci mette a tirar giù i suoi pezzi. Probabilmente il suo successo durerà quanto ci ha messo il pubblico del talent a capire chi fosse.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....