1. UN SILURO DEI POTERI FORTI DIRETTO ALLO SPACCONE RENZI, VIA “CORRIERE DELLA SERA”, DIETRO LA BRUTTA STORIA DELLE PRESUNTE MAZZETTE SULL’AFFARE NIGERIANO DELL’ENI 2. IL GIORNALE DIRETTO A TEMPO DETERMINATO DAL DUPLEX DE BORTOLI-BAZOLI ATTACCA IL PREMIER CAZZARO CON UN EDITORIALE DI SERGIO RIZZO IN CUI SI PARLA DI MANCATO CORAGGIO PER ENI, DOVE LA SCELTA DI DESCALZI ERA TROPPO IN CONTINUITÀ CON IL DOMINUS SCARONI 4. RIZZO RICORDA ANCHE LE VOCI SU UN ACCORDO CON BERLUSCONI (PATTO DEL NAZARENO) CHE TENEVA MOLTO A UNA SCELTA IN LINEA CON LE INDICAZIONI DEL MANAGER USCENTE 3. ORA SAREBBE PERÒ BELLO SCOPRIRE PER QUALE MOTIVO, REALMENTE, UN SEDICENTE ROTTAMATORE COME LUI NON HA AVUTO IL CORAGGIO DI SCEGLIERE UN MANAGEMENT DAVVERO NUOVO PER LA PIU' GRANDE AZIENDA ITALIANA. FORSE A VOLTE ANCHE LO SPACCONE RENZIE SCENDE A PATTI CON IL DIAVOLO. CHE NON È NECESSARIAMENTE SILVIO BERLUSCONI...

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

CLAUDIO DESCALZICLAUDIO DESCALZI

La storia delle presunte mazzette sull’affare nigeriano dell’Eni va avanti con nuovi particolari sul Corriere e su Repubblica. Il giornale diretto da Ferruccio De Bortoli scrive: “Una parte dei soldi della tangente destinata anche ai manager Eni” e riporta un passaggio della rogatoria milanese: “Si ritiene che Scaroni e Descalzi abbiano organizzato e diretto l’attività illecita. Così il gruppo ha ottenuto la licenza senza gara” (p. 14).

 

Su Repubblica: “Maxi tangente da un miliardo a politici e intermediari. Eni sott’accusa sulla Nigeria. Per i pm di Milano illecito il pagamento della concessione. Tra gli indagati anche Scaroni, Descalzi e Bisignani”. “Secondo l’ex politico nigeriano Dan Etete, beneficiari dei soldi anche i manager italiani” (p. 26).

 

Matteo Renzi Matteo Renzi

Il giornale diretto da Ezio Mauro intervista Bisignani che racconta di esser stato immediatamente tagliato fuori dall’affare e dice la sua sulle nomine: lui, al posto di Renzi, avrebbe fatto Scaroni presidente e Descalzi amministratore delegato (p. 27). Poi passa il Cetriolo Quotidiano e pubblica un’intercettazione telefonica tra Bisignani e Descalzi dalla quale sembra di capire che i due ammettano che il governo nigeriano è solo uno schermo (p. 4). Mentre il Sole 24 Ore scrive di un misterioso conto svizzero sbucato nell’inchiesta milanese (p. 10).

 

Paolo Scaroni Paolo Scaroni

Che il nodo della faccenda siano le nomine di Renzie di questa primavera appare chiaro anche dalla lettura del Corriere, che attacca il premier con un editoriale di Sergio Rizzo in cui si parla di mancato coraggio per Eni, dove la scelta di Descalzi era troppo in continuità con Scaroni. Rizzo ricorda anche le voci su un accordo con Berlusconi che teneva molto a una scelta in linea con le indicazioni del manager uscente.

 

ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA LUIGI BISIGNANI FOTO LA PRESSE ASSEMBLEA GENERALI DI BANCA DITALIA LUIGI BISIGNANI FOTO LA PRESSE

Sia come sia, è chiaro che il Corriere approfitta della vicenda nigeriana per puntare Renzie e riapre una pagina non gloriosa come quella delle nomine pubbliche. Il governo per ora si trincera dietro il comunicato stampa dell’Eni e Renzie non dice una parola. Del resto in questi giorni è impegnato a difendere i compagni di partito in Emilia alle prese con “semplici” avvisi di garanzia di fronte ai quali ha sposato una linea garantista.

 

Come potrebbe essere meno garantista con Descalzi? Sarebbe però bello scoprire per quale motivo, realmente, un sedicente rottamatore come lui non ha avuto il coraggio di scegliere un management davvero nuovo per Eni. Forse a volte anche lo spaccone Renzie scende a patti con il diavolo. Che non è necessariamente Berlusconi.

mario draghimario draghi

 

2. ORDINI DALL’ESTERO

Nuovo avvertimento della Bce, che ci chiede rigore nei conti e coraggio nelle riforme: “Italia, obiettivi a rischio sui conti’. La spinta per gli investimenti. Draghi: sono essenziali per la ripresa. Padoan: un piano europeo. ‘Togliere gli ostacoli alle imprese, soprattutto per i giorvani” (Corriere, p. 2).

 

Su Repubblica, “Appello Bce all’Italia. ‘Obiettivi a rischio, rafforzate la manovra. Spagna esempio da seguire. Draghi: siamo pronti a intervenire ulteriormente ma non basta. Visco: da quelle misure 0,5% in più di Pil”. Poi il giornale romano spiega: “Il ritorno del rigore. Berlino a deficit zero accusa Roma e Parigi e chiede ancora austerità” (p. 6). Per il Messaggero, “Conti, allarme Bce: l’Italia deve fare di più. A rischio l’obiettivo di disavanzo del 2014 (2,6% ndr). L’avvertimento non turba Renzi: ‘numeri già noti” (p. 5).

 

pier carlo padoanpier carlo padoan

Il tempo passa e delle riforme italiane, specie quella del lavoro, non si vede nulla. Anche se oggi Repubblica riporta “la tentazione” di Renzi, sull’articolo 18, di usare l’indennizzo al posto del reintegro (p. 8).

 

3. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Al solo parlare di tagli alla Sanità, levata di scudi generale contro Pittibimbo. “Governatori e sindacati contro i tagli alla sanità. Il premier: piano anti-sprechi. Centrali di acquisto, pagamenti con sconto e stop ai piccoli ospedali. Malumore dei ministri di spesa: il 3% in meno non è sostenibile”.

 

Beatrice Lorenzin Beatrice Lorenzin

“Non risparmierò oltre i 40 milioni”, Lorenzin punta i piedi. Servirebbe una riduzione del Fondo sanitario di 2 miliardi. La soluzione più rapida ma impopolare per recuperarli sarebbe un intervento sui ticket” (Repubblica, pp. 10-11).

 

E quella dei ticket è proprio la strada che si starebbe battendo secondo la Stampa che ci apre la prima pagina: “Sanità, allo studio i nuovi ticket. Meno esenzioni e legate al reddito con correzioni per le famiglie numerose”. Mentre il Messaggero si concentra sui piani del premier: “Renzi deciso: non mi fermo, avanti con i costi standard. ‘La protesta non mi impressiona, c’è ancora tanto da risparmiare senza colpire i cittadini’. Per i governatori altri 1,5 miliardi di risparmi. Lorenzin lavora a una sua controproposta. Duro richiamo ai ministri: se le vostre proposte non saranno sufficienti,sarò io a tagliare” (p. 3).

Luciano Violante Luciano Violante

 

4. LA BELLA POLITICA

Va avanti lo spettacolo abbastanza indecoroso dei voti per la Consulta e il Csm: “Spaccature e franchi tiratori, stallo sulla Consulta. Non passano Violante e Catricalà. Rinvio a lunedì: Csm ancora senza cinque eletti”. “Verdini e la valanga di voti mancanti. Nell’urna i malumori di Forza Italia. I contestatori coalizzati su Bruno, candidato di Ghedini.

 

La telefonata del senatore ad Arcore: i cecchini sono quasi tutti nostri” (Corriere, p. 9). La Stampa sottolinea le difficoltà del duo Renzie-Berlusca: “Fumata nera per la Consulta. Vacilla l’asse del Nazareno. Franchi tiratori in azione: non passano Catricalà e Violante. Berlusconi: che figuraccia. Lunedì nuovo voto a scrutinio segreto” (p. 6).

 

5. SILENZIO, PARLA LA BADANTE

Niccolo GhediniNiccolo Ghedini

Maria Rosaria Rossi si fa intervistare da Repubblica e spara: “Io penso che Renzi voglia tornare al voto subito nel 2015. Vedo cose, movimenti. Lo capisco dai segnali intorno a lui. Per me è chiaro che finira così”. Poi sorvola sui franchi tiratori azzurri e si dedica al Pd: “Secondo me Violante non passa. Sarebbe il bis dei 101. Secondo me anche alcuni  renziani non l’hanno votato”. Infine, il patto di ferro tra il Banana e Pittibimbo. Domanda: “I due leader vanno parecchio d’accordo”.Risposta: “Ma lo fanno per il Paese! Teniamo duro per le riforme” (p. 17). “Lo fanno per il Paese” è bellissimo, apre il cuore.

 

MARIAROSARIA ROSSIMARIAROSARIA ROSSI

Intanto Repubblica riporta anche un sondaggio Demos dal quale risulta che Renzi ha perso 15 punti di fiducia in tre mesi, passando dal 69 al 54% (p. 18).

 

6. ED ECCO A VOI IL PATTO DELLA FRASCHETTA

Il Giornale ci regala uno scoop sul centrodestra, in vista delle elezioni regionali. “Maroni apre: sì al centrodestra. Ecco il ‘patto della fraschetta’. A Frascati un altro passo verso un’alleanza di centrodestra Fi-Ncd-Lega-Fdi, ma Alfano si sfila e non partecipa al dibattito. Berlusconi ai suoi: un suicidio non correre insieme. Forza Italia, alfaniani e i Popolari di Mauro tutti formalmente nel Ppe a Bruxelles” (p. 8).

Silvio BerlusconiSilvio Berlusconi

 

7. ULTIME DAL MONTE DEI PACCHI DI SIENA

Entrano gli emissari dei grandi fondi sudamericani nel consiglio della banca senese: “La resa di due consiglieri Montepaschi. Fanno spazio ai nuovi soci Fintech e Btg Pactual. Lasciano Turchi e Demartini. L’apprezzamento del presidente della Fondazione Clarich e il ristoro da 50 mila euro” (Corriere, p. 39). Ristoro? Sì, ristoro. La Fondazione offre ai dimissionari i 50 mila euro che avrebbero guadagnato nei restanti 8 mesi di mandato. Una scelta che equivale a far costare due volte la stessa poltrona.

BOBO MARONI E ISABELLA VOTINO BOBO MARONI E ISABELLA VOTINO

 

8 ALI-TAGLIA SI RIFA IL LOOK

James Hogan è tornato in Italia e il Sole ci aggiorna sulla partita Alitalia. Titolo in prima pagina del dorso Finanza&Mercati: “Alitalia, Montezemolo verso la presidenza. Favorevoli Hogan, Colaninno e Angeletti. Lupi: settimana prossima la notifica dell’accordo a Bruxelles. Il numero uno di Etihad: diventare più attraente per i clienti”. E con “Bellicapelli” si è più attraenti di sicuro (sperando che non vada come per i treni).

angelino alfanoangelino alfano

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?