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LINEA GREEN (EVA) - “DETESTO FACEBOOK E LA MONDANITÀ: SE DOVESSI ORGANIZZARE UNA FESTA INVITEREI SOLO PERSONE GIÀ MORTE: BETTE DAVIS E INGMAR BERGMAN” – ‘’GLI UNICI FILM CHE VEDO SONO QUELLI CHE TRASMETTONO IN AEREO”

Michela Proietti per “Corriere della Sera

 

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Non ha voluto seguire le orme del padre, dentista di origini svedesi, perché credeva che avere a che fare con la bocca di qualcuno fosse troppo intimo. Poi però ha tenacemente percorso la strada della madre, l’attrice francese Marlène Jobert, musa della Nouvelle vague.

 

E quando Bernardo Bertolucci le ha chiesto di spogliarsi per «The Dreamers» non ci ha pensato un attimo. «Finalmente era arrivata la mia occasione, proprio quando pensavo di mollare tutto. Mia madre mi ha sempre distolto: diceva che fare l’attrice era pericoloso, un lavoro con un’elevata dose di rischio. Per fortuna è andata come volevo io».

 

LA FINTA MORA

Eva Green è nata a Parigi nel 1980. «Tutto in me è francese. Sono francese al 100 per cento», dice senza temere le antipatie del pubblico inglese. Fasciata in un abito rosso Herve Leroux, è seduta su un divano all’ultimo piano di un hotel nel quartiere di Shoreditch, la culla hipster di Londra. Davanti a un Campari-Orange, che finge di assaggiare macchiando di rossetto il bicchiere, guarda le foto che Julia Fullerton-Batten le ha scattato per il nuovo calendario Campari. «La mia preferita è quella di luglio, dove sono un’astronauta. Ma anche agosto mi piace: faccio una smorfia buffa, si vede che mi stavo divertendo».

eva green the dreamerseva green the dreamers

 

Per la prima volta dall’altra parte dell’obiettivo del calendario Campari c’è una fotografa donna. «Credo che il risultato sia strepitoso per questo: in passato mi è capitato di non essere a mio agio con il fotografo e si capiva dalle espressioni del mio volto, un po’ tirate». Forse tra i 13 cocktail interpretati ci sono immagini più incisive, in abiti Westwood, Versace e Alaia.

 

eva green the dreamers eva green the dreamers

Ma negare la sensualità è un gioco che la diverte: nata bionda, a 15 anni ha deciso di tingersi i capelli neri. «Me lo ha suggerito un’amica di mia madre, da allora non ho più smesso». Spogliarsi è un dovere di copione, ma gli abiti scollati non le piacciono. «I costumi più belli che abbia mai indossato sono stati quelli di Kingdom of Heaven». Nella pellicola di Ridley Scott lei è la principessa Sibilla di Gerusalemme. Sempre avvolta da metri di stoffa.

 

«NON TELEFONATEMI»

«Ha i capelli neri, gli occhi azzurri, e delle curve ubriacanti». Quando Ian Fleming ha pensato alla Vesper Lynd di 007, non sapeva che 23 anni dopo si sarebbe materializzata in Eva Green. Bond-Girl quasi per caso (la quinta francese dopo Claudine Auger, Corinne Clery, Carole Bouquet, Sophie Marceau e Denise Perrier): inizialmente la parte era stata assegnata alla canadese Rachel McAdams, ma all’ultimo si è tirata indietro. «Non mi sono mai sentita una seconda scelta. Le mie precedenti colleghe? Inutile fare confronti: tutto cambia in base al fotografo o a chi c’è dietro alla macchina da presa».

 

Dopo «Casino Royale» il mensile Maxim l’ha messa al 20° posto tra le donne più sexy del pianeta. Lei nel frattempo ha collezionato teste impagliate di animali e insetti, come un entomologo. Uno di questi lo ha regalato a Tim Burton che non ha ancora smesso di ringraziarla. «Non sono una tipa da feste o mondanità: se dovessi organizzare un party inviterei solo persone che sono già morte. I miei ospiti ideali sarebbero Bette Davis e Ingmar Bergman».

 

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Trentaquattrenne atipica, non frequenta Instagram nè Facebook. «Sono abbastanza ritardata con i social. Ma in fondo perché mai dovrei interessarmi a qualcuno che scrive “hey, ho infilato un dito nel naso” oppure “sto mangiando la cioccolata”?». Sicuramente ama molto messaggiare.

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«Tra ricevere una telefonata o un sms, preferisco senza nessun dubbio il messaggio. In questo sono molto “giovane”». Per tutto il resto dice di essere una “cave woman” con una vita noiosa: la spesa da Selfridges, la musica in casa, qualche concerto e nessun cinema con gli amici. «Gli unici film che vedo sono quelli che trasmettono in aereo».

 

Anche il border terrier, che nei primi anni a Londra è stato il suo compagno inseparabile, oggi è affidato alla sorella gemella Joy. «Sono una “mamma” troppo impegnata per occuparmi del mio cane. Mia sorella invece è bravissima: è sposata con un italiano, vive tra la Toscana e la Normandia. Da piccola io ero una secchiona precocemente vecchia (avrebbe voluto studiare egittologia dopo una visita al Louvre, ndr ), lei invece spensierata e socievole. Diversissime, e infatti ci adoriamo».

 

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ULTIMO TANGO A PARIGI

«Sono cresciuta con il poster di quel film attaccato nella mia cameretta». Quando nel 2003 Bernardo Bertolucci l’ha scelta per il ruolo di Isabelle in «The Dreamers», stava per dire addio al mondo del cinema. In famiglia per giunta la scoraggiavano perché temevano che avrebbe fatto la stessa fine di Maria Schneider. Una pellicola, poi più nulla. «Invece ho accettato.

 

Ci ho messo un po’ ad ingranare con il cinema, quando ho incontrato Bertolucci ho creduto di avere davanti Buddha. Lui è un uomo quieto ma istintivo, capace di guardarti dentro. Oggi posso dire che quando non ero più sicura di continuare lui mi ha dato una chance. E mi ha salvata».

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Ammette di prediligere ruoli da donna perversa. «La vita è già troppo noiosa per non calarsi, almeno al cinema, nei panni di streghe». In effetti qualcuno ha provato a farla passare per una mangiauomini, soprattutto ai tempi del divorzio di Johnny Depp con Vanessa Paradis. «Noi donne manipoliamo gli uomini? Ho visto tanti uomini manipolare le donne».

 

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Oggi non è fidanzata e non le piace svelare nulla della sua vita privata. Anche il set è un luogo segreto. «Non vedo perché dovrei dire se mi sono mai innamorata di un collega. Se davvero è successo, è interessante per qualcuno?». Finta ingenua, ma con il cuore romantico. «Se riuscissi a risparmiare mi piacerebbe, tra molto tempo, ritirarmi in qualche posto isolato, in montagna. Una famiglia e dei figli? Insciallah». 

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