michele bravi

FACCIAMO I BRAVI (MICHELE): “PER MESI NON HO PARLATO. ORA SONO IN TERAPIA, SPERO DI FARCELA”  - IL CANTANTE PARLA PER LA PRIMA VOLTA DOPO L’INCIDENTE DELLO SCORSO NOVEMBRE, IN CUI HA PERSO LA VITA UNA DONNA: “L’INCIDENTE? SONO STATE FATTE INTENDERE TANTE COSE SBAGLIATE. OGGI NIENTE È PIÙ COME PRIMA. MA NON VOGLIO FARE LA VITTIMA…DA QUEL GIORNO NON HO PIU’ RIPRESO A GUIDARE: FA PARTE DI UN PERCORSO MEDICO”

Chiara Maffioletti per corriere.it

 

bravi

Quindi, da dove si riparte? Come si interrompe un silenzio che dura da mesi e che nasce da dentro? Michele Bravi proprio non lo sa, ma vuole provarci: «Le persone che mi sono state vicino in questo periodo mi hanno chiesto di tornare alla realtà. E io mi fido di loro». Così il cantante — la cui vita è stata stravolta lo scorso novembre, dopo un incidente stradale in cui è morta una donna — affronta una lunga conversazione in cui asciugherà le sue lacrime tante volte quante almeno sono quelle in cui ripeterà: «La mia paura è fare la vittima, davvero non voglio». Un respiro. Ce ne saranno tanti.

 

E dunque, da dove si inizia? «Il rispetto per questa tragedia mi ha portato al silenzio. Tornare a parlare è strano: questa non è solo la mia storia. Non so. Sono sempre stato uno che parlava molto, il silenzio mi spaventava. Ho iniziato a scrivere canzoni proprio perché mi faceva così paura e preferivo riempirlo con le melodie che avevo in testa. Eppure sono stato mesi senza dire una parola».

michele bravi 9

 

Quella sera di novembre ha cambiato ogni cosa. «Avevo appena finito di fare le prove dei concerti che ci sarebbero stati da lì a pochi giorni... Sì, è cambiato tutto perché è cambiato il mio modo di vedere le cose. Prima quello che mi capitava si divideva in modo binario: bene o male, bianco o nero, giusto o sbagliato. Ora è tutto diverso. Credo lo capisca chi ha vissuto una tragedia: le cose non le cataloghi, le accetti. Smetti di semplificare la realtà in due poli e vedi un mondo molto più complesso. Anche trovare un significato non ha più significato».

 

michele bravi 8

Davvero non lo ha? «No. Una persona mi ha detto che cercare un significato al dolore è una forma pigra di sofferenza. E’ così. Non mi sono nemmeno mai chiesto perché è successo a me. È una visione troppo ego-riferita. Solo, impari a convivere con il male. È come se avessi qualcosa davanti gli occhi per cui non vedi più le cose come prima. Anzi, quasi non mi ricordo più come era prima. È un altro mondo, un altro sistema di affrontare quello che succede. È un nuovo vocabolario a cui mi sto abituando ma che ancora non so articolare bene. Ora anche il silenzio per me ha un altro suono».

 

Come ricorda l’incidente? «Non vorrei parlarne, non voglio rendere questa tragedia un momento di opinione pubblica. Dico solo che sono state fatte intendere tante cose sbagliate. La tragedia non è certo un titolo sensazionalistico e molto di quello che si è scritto è stato già smentito. Il male rischiava di essere una macchia d’olio, ma ho avuto la fortuna di avere tante persone che mi hanno stretto forte la mano».

 

michele bravi 7

Non si è ritrovato solo? «No ed è stato il miracolo più grande. Ho scoperto di avere tanti porti sicuri che ignoravo. Mi hanno stupito tante cose che prima non vedevo e non so come facessi (gli occhi, già gonfi di lacrime dall’inizio, lo diventano ancora di più e il pacchetto di fazzoletti che stringe in mano, a questo punto, è finito, ndr.). Quando dico che sono stato in silenzio è perché veramente non riuscivo... non parlavo ma nemmeno sentivo più gli altri. Ero in un posto che non so descrivere e che spero di non rivedere più. Queste persone mi hanno fatto alzare dal letto, mi hanno portato da mangiare, fatto uscire di casa. Sono tornato un bambino e loro mi hanno rieducato a vivere».

 

In quel posto terribile è più tornato, in seguito?

«Quel posto è la forma più alta della paura: non riuscivo a dire o sentire nulla. È stato orribile. Quel posto c’è e me lo ricordo bene, ma ho avuto la fortuna di essere portato per mano a fare psicoterapia. Senza quella, non sarei qua e se c’è un messaggio che posso dare è questo: non temere di farsi aiutare. Io ho avuto tanta luce attorno che mi ha spinto a mettere questo primo tassello per tornare al reale».

 

 

 

È in contatto con la famiglia della vittima?

michele bravi 6

«Preferirei non condividere questo, non per mancanza di fiducia, ma proprio perché questo è un mio modo per ritornare alla realtà, non per riaprire una ferita. E mi fa male possa succedere nel tentativo di ritrovare la mia voce: sto facendo attenzione per non rendere questo dolore circolare. Anche il mio condividere è cambiato: c’è una fetta di privato che è giusto rimanga tale. Una tragedia non può essere affrontata nei contesti sbagliati. Questa è la prima volta che torno a mettere la faccia in prima persona».

 

Che effetto le fa?

«In questi mesi avrò visto si e no venti persone. È come se avessi fatto un viaggio... Sto cercando di tornare, ma non so se ci riuscirò. È un primo mattoncino per ritrovare la mia realtà».

 

Ci sono momenti che ricorda più di altri di questi mesi?

michele bravi 5

«Molti, magari insignificanti, ma che hanno iniziato a risolvere qualcosa di tanto complesso. Ricordo un viaggio per tornare a casa mia, in Umbria. Chi era con me non mi ha detto niente e mi ha messo delle cuffiette. Per tutto il tempo, cinque ore, andava la stessa canzone, ma quel gesto mi ha fatto tornare la voglia di poter essere anche io, per altri, quello che era per me quel cantante mentre lo stavo ascoltando».

 

 

 

Quando è tornato a cantare?

«E’ ancora come se non lo avessi fatto. Tutto ha un peso diverso: anche come percepisco la mia voce è diverso. Da quando ho indossato quelle cuffie la musica è tornata con me. Quella stessa persona mi ha regalato un pianoforte. Ma dire che ho ritrovato la mia voce è prematuro. Ho tanta voglia di ricostruire la realtà, quello sì».

 

Tornare alla realtà significa anche uscire di casa...

michele bravi 4

«E’ dura. A un certo punto ti dimentichi di come è il mondo, anche di come è essere leggeri su tante cose. Anche uscire di casa ha un peso diverso: le persone care ormai sono la mia casa. Non so se le cose torneranno mai come prima, in questo senso. Però mi mancano le persone, tantissimo. Mi manca la gente. La voglia di incontrarla è ancora tanta. Sto muovendo i primi passi».

 

Da quel giorno di novembre ha pianto tutti i giorni?

«Eh, è impegnativo per me. È una reazione che, mi spiace, ma non riesco a controllare. I brutti momenti ci sono sempre, è una convivenza che devi imparare e io devo ancora assorbire molto. Spero di farcela. Oggi non so come sto. Ho imparato ad affrontare le cose giorno per giorno. Per me già pensare a domani è un tempo lunghissimo».

 

Anche questa prospettiva è cambiata?

michele bravi 3

«L’imprevedilbile ora ha un peso diverso nella mia vita: per me l’unica cosa è vivere il momento; è pericoloso parlare di quello che succederà. Ci sono tante cose che mi spaventano, ma anche delle persone con cui so di poter affrontare le paure».

 

Ha ripreso a guidare? Scuote la testa.

«Fa parte di un percorso medico e quel momento non è ancora arrivato».

 

Ora tornerà sui social?

«Cosa significa tornare? Il mio modo di comunicare sarà necessariamente diverso. Non è giusto parlare di cambiamento perché di solito quello ha un decorso temporale: per me è stato tutto improvviso. Per questo mi è difficile parlare di ritorno: io non sono sparito, sono solo rimasto in silenzio».

michele bravi 1BRAVIMICHELE BRAVI X FACTORBRAVImichele bravi BRAVIBRAVIMICHELE BRAVI 1michele bravi 2

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?

giorgia meloni volodymyr zelensky viktor orban vladimir putin antonio costa

DAGOREPORT – IL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO INIZIERÀ IL 18 DICEMBRE, MA NON SI SA QUANDO FINIRÀ, NÉ COME: IN BALLO C'E' IL FUTURO DELL'UNIONE - DA TRUMP ALL'UCRAINA, I 27 LEADER DOVRANNO PRENDERE DECISIONI CRUCIALI E NON PIU' PROCASTINABILI, PENA LA TOTALE IRRILEVANZA NELLA GEOGRAFIA MONDIALE - E QUI VIENE IL BELLO: CHI SI METTERA' DI TRAVERSO PONENDO IL DIRITTO DI VETO E MANDANDO ALL'ARIA TUTTO? ORBAN FARÀ IL SOLITO GUASTAFESTE FILO PUTIN? E GIORGIA MELONI, CHE HA FATTO ORMAI LA SUA DEFINITIVA SCELTA TRUMPIANA, PRESSATA DAL SUO VICE PREMIER SALVINI CHE HA GIÀ CONSEGNATO L'UCRAINA ALLA RUSSIA, RIUSCIRÀ A CONTINUARE A TENERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO....