OCCHIO ALLA FACEBOOFALA - IL SOCIAL NETWORK HA INTRODOTTO LA SEGNALAZIONE DELLE “NOTIZIE FALSE”, PIAGA DELLE NOSTRE BACHECHE. MA CHI DECIDE COSA È VERO E COSA E FALSO?

Fabio Chiusi per “la Repubblica

 

logo facebooklogo facebook

Chi non farebbe volentieri a meno delle bufale di ogni sorta che circolano su Facebook, tante da costringere il rapporto 2013 del World Economic Forum a concludere che è proprio la “disinformazione digitale di massa” a costituire “uno dei principali rischi per la società moderna”?

 

Nessuno, devono aver pensato Mark Zuckerberg e soci. E così, da qualche giorno, tra le opzioni per motivare la segnalazione di un post indesiderato se ne è aggiunta, silenziosamente, una che consente di nascondere le “notizie false”.

 

L’espressione è insieme precisa e vaga, e il social network ne fornisce esempi non risolutivi: “una notizia deliberatamente falsa”, si legge, o “una truffa smascherata da una fonte affidabile”. Non esattamente lo stesso, e in ogni caso resta da capire cosa significhi “smascherata”, e cosa “una fonte affidabile”; soprattutto, chi lo valuti e secondo quali criteri.

 

zuckerberg surfing zuckerberg surfing

Interpellato da Repubblica , un portavoce di Facebook Italia risponde che quella per rimuovere le “notizie false” è una opzione in fase di sperimentazione; in altre parole, uno degli infiniti test che la piattaforma compie sui suoi utenti, e che il grande pubblico ha cominciato a conoscere con l’esperimento, divulgato lo scorso giugno e molto discusso, sulle emozioni di 700 mila iscritti. “Segnalare storie che non si desidera vedere”, scrive ancora Facebook Italia, “aiuta il News Feed a fare un lavoro migliore per mostrare contenuti più rilevanti in futuro”.

 

La ratio, insomma, è la stessa di sempre: massimizzare l’esposizione a ciò che ci piace, e minimizzare quella a ciò che non ci piace; solo a questo modo gli utenti aumenteranno tempo trascorso sul sito e interazioni, con la speranza — questo l’obiettivo — che prima o poi clicchino su contenuti pubblicitari, o quantomeno producano informazioni utili a crearne di nuovi sempre più mirati ed efficaci. Nell’attesa di scoprire dai data scientist di Menlo Park come vi hanno reagito gli iscritti, Facebook tiene a precisare di non stare operando alcun giudizio di merito sui contenuti segnalati.

 

Ma sembra una contraddizione in termini, quando ci sono di mezzo il vero e il falso. Soprattutto, la posizione giustifica una preoccupazione, che poi è la stessa ogniqualvolta si parli di segnalazione di contenuti su Facebook: e se gruppi organizzati di utenti, magari a scopi di propaganda politica, si decidessero a segnalare in massa un contenuto vero, ma scomodo, per farlo passare come falso e dunque renderlo meno visibile, per al limite farlo scomparire? La posizione di Facebook è che le segnalazioni «vengono trattate da un team dedicato composto da esperti qualificati in ambito sicurezza».

 

Ma equivale a dotarsi di un pugno di factchecker , di giornalisti che scandaglino per bene la veridicità dei contenuti segnalati? Perché, ed è il risvolto potenzialmente positivo, di questo si tratta: di una introduzione graduale e sperimentale di una sorta di verifica dal basso della bontà delle notizie che circolano sul social network, in modo distribuito e collaborativo.

 

Contrariamente ad altri tentativi, la massa critica c’è, suggerisce Sergio Maistrello, autore di “Fact-checking, dal giornalismo alla rete” (Apogeo). E potrebbero darsi sviluppi interessanti, come la possibilità di riconoscere ed evidenziare le bufale più note prima della pubblicazione.

 

FACEBOOK 
BACHECA 
FACEBOOK BACHECA

«Tuttavia come verrebbero trattati i contenuti deliberatamente falsi, ma satirici?», si chiede Maistrello. Inoltre, la verifica delle notizie «il più delle volte è questione di sfumature». Walter Quattrociocchi, dell’Institute for Advanced Studies dell’Università di Lucca, concorda sulla base degli studi che ha condotto proprio sulle modalità di diffusione e fruizione della disinformazione su Facebook. Una questione, precisa lo studioso, «non tanto su ciò che è vero e su ciò che non lo è, quanto sullo scontro partigiano tra visioni diverse del mondo».

 

E in un contesto in cui complottisti e non complottisti non dialogano, questo uno dei risultati sperimentali, la nuova funzione di Facebook «porterà a una maggiore acredine tra fazioni, non facendo che rafforzare le credenze di chi è tacciato di credere in notizie false, e quindi la loro diffusione e fruizione » . L’ennesimo esempio di come un impercettibile cambiamento alla piattaforma possa comportare conseguenze sociali tutt’altro che secondarie.

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...