FALSI DI CANTAUTORE - LA MOSTRA DI BATTISTI AL PARCO DELLA MUSICA DI ROMA HA CHIUSO DA 10 GIORNI E INTORNO AI QUADRI NASCE UN GIALLO: AUTENTICI O PATACCHE? - LA SECONDA CHE HAI DETTO! ALMENO A SENTIRE GLI EREDI, PER CUI IL CANTANTE “NON DIPINGEVA” E CHE HANNO CHIESTO CHIARIMENTI SULLA PROVENIENZA DELLE OPERE - IL CURATORE BORGNA: TUTTO REGOLARE - MA NEANCHE MOGOL HA MAI VISTO BATTISTI COL PENNELLO. PERÒ SUA SORELLA SÌ...

1 - AUTENTICI O CROSTE: IL GIALLO DEI QUADRI DI LUCIO IL PITTORE
Paolo Giordano per "il Giornale"


Stavolta sono i quadri. Altrimenti sono canzoni inedite oppure raccolte oppure chissà che. Bei tempi quando di Lucio Battisti si parlava grazie alla musica, e che musica,senz'altro coraggiosa e visionaria. Adesso sono sempre più spesso bagattelle giudiziarie. Come questa. Dal 14 settembre fino al 2 ottobre sono stati esposti all'Auditorium Parco della Musica di Roma undici suoi quadri, tutti mai visti prima dal grande pubblico, tutti firmati e dipinti a Poggio Bustone in un periodo vagamente compreso tra la fine degli anni Sessanta e il ' 72.

Ciascuno reca il titolo di una canzone e vai a capire come sia possibile che, come nel caso di quello chiamato Una giornata uggiosa , il brano sia stato poi pubblicato nel 1980, ossia almeno otto anni dopo. In ogni caso, sul web se ne parlava da qualche tempo. E, alla vista di quelle tele con colori vividi, rosso e turchese e ocra, affiancati talvolta a toni tenui e sfumati, qualcuno si è spinto ad affermare che addirittura fossero stati quei quadri ad ispirare parte dei testi di Mogol.

Diciamo un po' azzardato. Bene, i prodromi del caso giudiziario sono iniziati ieri, vale a dire quando la mostra Battisti­Il tratto delle emozioni è finita da quasi dieci giorni. E sono arrivati con tanto di comunicato dei legali: «Gli eredi di Lucio Battisti fanno sapere di aver interpellato sia la Fondazione Musica per Roma che i curatori della Mostra Gianni Borgna e Carla Ronga, al fine di conoscere la provenienza delle opere esposte, ma di non aver ricevuto alcun chiarimento».

In tempo quasi reale è arrivata l'inevitabile risposta: «Non è vero che non sono stati dati chiarimenti», ha detto Borgna all'agenzia AdnKronos. Precisando poi: «Io parlo per me e per mio conto agli eredi Battisti (che sono la vedova Grazia Letizia Veronese e il figlio Luca -ndr) hanno risposto ben due avvocati. Queste opere hanno un legittimo proprietario. Sono state realizzate tra il '66 e il '72. Erano quadri che erano a casadel padre di Lucio. E sono stati acquistati a suo tempo con tanto di atto notarile».

Insomma, «ho tutti gli elementi per ritenere che si tratti di opere autentiche e certificate. Tanto è vero che sono venuti diversi parenti a vederle. L'iniziativa fra l'altro ha portato soltanto ulteriore gloria a Battisti, visto che se n'è parlato benissimo ovunque». Per farla breve, la polemica di giornata si è esaurita così e vedremo come andrà a finire. Di sicuro un Lucio Battisti pittore, peraltro un po' naif e non certo all'altezza della sua fama di cantante, ha sorpreso molti.

E anche Mogol tempo fa ha detto di non sapere nulla di questa passione, evidentemente coltivata con riservatezza. Invece la sorella Albarita ha chiaramente dichiarato che «Lucio si chiudeva in cucina e su mezzi di fortuna si metteva a dipingere creando i suoi quadri».In ogni caso,come sempre accade con questo artista che ha saputo velare la propria fama meglio di chiunque altro, intorno a questi quadri c'è un mistero che neppure si trattasse di un caso di Stato.

Qualcuno dice che, poco prima di morire nel 2008 a novantacinque anni, il padre Alfiero abbia disposto che fosse giunto il momento di rivelare al mondo quanto il figlio fosse bravo anche con i pennelli. E, sempre stando a quelle indiscrezioni che si moltiplicano in mancanza di conferme, a un'asta le tele furono acquistate da una collezionista romana che fu poi aiutata dal pianista e compositore Rodolfo Matulich di Novi Ligure, che ha curato tra l'altro gli arrangiamenti del film Troppo sole di Giuseppe Bertolucci, a cedere i quadri con l'obiettivo di realizzare un museo Battisti in provincia di Alessandria. Ecco, fine del prologo. Vedremo la trama.


2 - SUI QUADRI DI BATTISTI IL DUBBIO DEGLI EREDI
Carlo Moretti per "la Repubblica"

Mogol dice sicuro di non aver «mai sentito parlare Lucio Battisti di quadrio di disegni»; né il cantautore aveva mai fatto con lui «alcun riferimento a una sua nascosta passione per la pittura». Dopo essere stati recentemente oggetto di una mostra all'Auditorium di Roma, una decina di quadri attribuiti a Battisti sono ora al centro di una disputa che vede schierati da una parte Grazia Letizia Veronese, vedova Battisti, e il figlio in quanto eredi del cantautore, e dall'altra gli organizzatori dell'esposizione "Battisti, il tratto delle emozioni", Gianni Borgna e Carla Ronga.

Scrivono gli avvocati della signora Battisti: «Gli eredi fanno sapere di aver interpellato sia la Fondazione Musica per Roma che i curatori della mostra al fine di conoscere la provenienza delle opere esposte, ma di non aver ricevuto alcun chiarimento». Parole smentite da Borgna: «Non è vero che non sono stati dati chiarimenti. Io parlo per me e per mio conto agli eredi Battisti hanno risposto ben due avvocati. Queste opere hanno un legittimo proprietario. Sono state realizzate tra il '66 e il '72. Erano quadri che erano a casa del padre di Lucio. E sono stati acquistati a suo tempo con tanto di atto notarile».

 

La mostra su Lucio Battisti Pittorequadri di lucio battisti quadri di lucio battisti quadri di lucio battisti Lucio Battisti

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO