ORA E SEMPRE MAMMARAI - FRECCERO: “NEL ’76-77 IL COLORE COMINCIÒ A CORROMPERE LA TV. E QUANDO NASCE RAIDUE INIZIA A FINIRE LA RAI DELLE ORIGINI - LA STORIA DELLA TELEVISIONE NON HA MAI FINE”

Massimiliano Lenzi per "il Tempo"

«Quando nasce la Rai l'unità politica del Paese era cosa fatta da un secolo ma l'unità linguistica e culturale era di là da venire, ogni regione aveva usi e costumi propri, nelle famiglie si parlava il dialetto. La tv e la Rai insegnano l'italiano agli italiani, facendo condividere a tutti il patrimonio culturale delle singole regioni».

Parlando della tv, Carlo Freccero, autore del libro Televisione (Bollati e Boringhieri), comincia dalla pedagogia delle origini, sessant'anni fa.

Questa fu la partenza, poi che è successo?
Una serie di fatti contamineranno la tv delle origini.

Quali?
Il colore comincia a corrompere la tv. Arriverà nel 1976-77 e la tv commerciale nel 1979. Una televisione commerciale senza colore è impensabile, quando nacque Canale 5 uno dei problemi fu creare un'immagine di rete alternativa all'estetica Rai. Ma ancora prima del colore l'altro elemento fu la riforma della Rai, con la nascita di Rai 2, il secondo canale. Una televisione pedagogica deve essere autorevole, imporre le sue scelte al pubblico, monopolizzare l'attenzione, anche quando il tema trattato non è divertente.

Dare un'alternativa corrisponde già a rinunciare al progetto educativo. Quando nasce Rai 2 comincia a finire la Rai delle origini. Qualcuno ha definito la tv di servizio pubblico un complemento della pubblica istruzione, io sono solito specificare che questa forma di istruzione corrisponde a quella della scuola prima del 1968, col professore in cattedra e la classe in silenzio. Due reti significa già la rottura di un monopolio e si anticipa quella rivoluzione copernicana del telecomando, che farà del pubblico il vero programmatore del palinsesto.

Il pubblico come nuovo dominatore?
Quando dico del pubblico è importante perché tutti i presentatori principali, ne cito tre, Mike Bongiorno, Enzo Tortora e Maurizio Costanzo, mettono in evidenza il pubblico. Mike Bongiorno è la tv nei due opposti, modello pedagogico e modello commerciale. Quando la Rai nasce Mike c'è, è popolare ma anche pedagogico perché il suo quiz Lascia e raddoppia è un monumento al nozionismo, che all'epoca è considerato pedagogico.

Ma poi Mike sarà anche la tv commerciale, basta che si trasferisca da Berlusconi. Mike sarà il quiz, l'America, la intuizione per la pubblicità. Tortora, il secondo, anticipa la tv commerciale e la neotelevisione: con Portobello seleziona una massa di personaggi improbabili, incapaci, assurdi, tenuti insieme dalla loro incapacità: sono l'avanguardia di quel pubblico che poi occuperà le scene, imponendo l'uomo privo di qualità come star indiscussa della tv.

Il terzo è Costanzo perché in questa chiave si muove Bontà loro , che rappresenta il capostipite di tutti i talk show italiani, in ogni puntata accanto a ospiti di successo ci sono persone comuni e la televisione si allontana dalla pedagogia.

Il telecomando è antipedagogico?
Il telecomando sancisce la fine della tv pedagogica. I contenuti culturali alti possono venire imposti in mancanza di alternative, il telecomando permette allo spettatore di trovare sempre una via di fuga verso contenuti più bassi. Il telecomando introduce una fruizione di continuo dei programmi che è poi l'archeologia di Youtube ed è compatibile con l'ascolto distratto. Il telecomando promuove la moltiplicazione dei televisori in casa perché ogni spettatore ne vuole uno per sé.

Oggi siamo nell'era digitale: la tv vince o perde con i nuovi media?
La tv digitale rappresenta la seconda rivoluzione copernicana, dalla tv generalista alla tv che dà una risposta ai gusti delle minoranze. Perché ciò sia economicamente conveniente, dipende da un cambiamento strutturale del mezzo.

La tv generalista tende a raccogliere il massimo dell'audience in un unico passaggio, le reti tematiche realizzano audience minoritarie ma fedeli nel tempo ed è la teoria che in pubblicità viene definita come coda lunga. Perché i grandi numeri si costruiscono con una serie di passaggi successivi, nel tempo, il modo in cui anche Sky mette gli ascolti, cumulativi. E poi si genera da questo il fenomeno dei telefilm, delle serie e dei programmi di culto.

Ma la tv vince o perde?
Oggi c'è la televisione oltre la televisione. La tv generalista è in crisi, nel frattempo però i contenuti tv escono dal piccolo schermo per proiettarsi sui nuovi media: un telefilm può essere fruito sul computer, sul telefono, sul lettore DVD. Siamo in un'epoca nuova, del multimediale, in cui il digitale ibrida e mescola tutti i mezzi di comunicazione.

Possiamo leggere queste cose come la fine della tv tradizionale o - al contrario - come conquista da parte della tv di tutte le piattaforme comunicative esistenti. Dipende; vedo che i tweet, molte volte, sono il foro della televisione. Per questo non è detto che siamo alla fine della tv tradizionale, è una battaglia aperta ma...

Ma cosa?
Bisogna chiarire un punto: non esiste più la televisione ma tante televisioni. La tv commerciale è profondamente diversa dalla tv pedagogica delle origini, egualmente le tv tematiche differiscono profondamente dalla tv generalista e la tv multipiattaforma ha caratteristiche ancora diverse. È una battaglia aperta perché la storia della tv non finisce mai. È sempre in evoluzione.

 

 

Carlo Freccero Intervento di Carlo Freccero CARLO FRECCERO A CAPALBIOLIBRI Carlo Freccero Raienzo tortoraMike BongiornoMaurizio Costanzo

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…