NO GARRONE? NO PARTY (PER LA SAMP) - NEGLI ULTIMI TRE ANNI I PROPRIETARI DELLA ERG HANNO MESSO 63 MILIONI NELLA SAMPDORIA - E SENZA UNA NUOVA INIEZIONE, IL CLUB È A RISCHIO

Carlotta Scozzari per Dagospia

Se non ci fossero di mezzo il calcio e la passione che lo anima, si farebbe fatica a capire perché da anni la famiglia Garrone continui ad aprire il portafogli per rimpinguare le casse della Sampdoria. Il club dei blucerchiati ha di recente annunciato di avere chiuso il bilancio del 2013 in perdita per 13,44 milioni di euro, motivo per cui l'assemblea degli azionisti che si è tenuta alla fine dello scorso aprile ha deliberato di destinare a copertura del risultato negativo la "riserva versamenti in conto capitale" per 13,65 milioni.

Dal bilancio del 2013 della Sampdoria si apprende che la cifra necessaria per colmare il buco è stata messa sul piatto dai Garrone per 9,05 milioni attraverso la Sampdoria Holding Spa, che ha in mano il 98,96% del club, e per i restanti 4,6 milioni tramite la San Quirico Spa, che ha in portafoglio una piccola partecipazione dell'1% ed è la vera e propria cassaforte della famiglia genovese proprietaria tra l'altro del gruppo petrolifero e delle rinnovabili Erg.

L'assegno da 13,65 milioni staccato dai Garrone è servito anche a ripianare parte della perdita pregressa della società di calcio allenata da SiniÅ¡a Mihajlović, e pari a 4,36 milioni, mentre i residui 4,15 milioni di rosso sono stati riportati a nuovo.

I 13,65 milioni sborsati nel 2013 per colmare il buco di bilancio del club vanno ad aggiungersi ai 35,95 milioni del 2012, quando la Sampdoria aveva chiuso l'esercizio al 31 dicembre con un rosso di 38,13 milioni, maggiore a quello del 2013, mentre nel 2011 erano stati versati dall'azionista 13,4 milioni per coprire una perdita di 15,64 milioni. In tutto, quindi, la famiglia genovese, negli ultimi tre anni, ha aperto il portafogli per 63 milioni.

A pesare sui conti del club genovese è anche la voce "debiti verso banche", alla fine del 2013 cresciuta a 13,2 milioni dagli 11,92 di fine 2012. In particolare, la linea di credito da 7,5 milioni concessa dal Monte dei Paschi di Siena e con scadenza a settembre del 2014 è inserita tra i "finanziamenti bancari a breve".

E per quanto riguarda i rapporti con l'istituto di credito senese guidato da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, va segnalato che la Sampdoria ha ceduto "pro-soluto", cioè senza garantire sul rimborso, a Mps Leasing & Factoring i crediti relativi alla quota di diritti televisivi negoziati dalla Lega Nazionale professionisti serie A.

Il fatto che la famiglia Garrone continui, ormai da anni, a mettere mano al portafogli per ricapitalizzare il club è presupposto imprescindibile della sua continuità aziendale. Che viceversa sarebbe compromessa. Lo fanno notare, nella nota in cui danno il via libera al bilancio, i revisori di Ernst & Young, che scrivono: "Come descritto nella relazione sulla gestione e in nota integrativa, il bilancio al 31 dicembre 2013 è stato redatto adottando il presupposto della continuità aziendale, sulla base del sostegno che gli azionisti di riferimento hanno confermato di fornire per la copertura finanziaria e patrimoniale necessaria al prossimo esercizio". Insomma, no Garrone no party per la Samp.

 

EDOARDO GARRONEtifosi sampdoria jpegDelio Rossi in Sampdoria Roma

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”