GENERAZIONE NO TV – I RAGAZZI NON SE NE STANNO PIÙ INEBETITI DAVANTI AL PICCOLO SCHERMO, MA ANCHE QUANDO GUARDANO SERIE LO FANNO SU TELEFONINI E TABLET

1.“Generazione No Tv”

Ernesto Assante per “La Repubblica”

 

Proviamo a scattare l’istantanea di una serata nel salotto di una famiglia di oggi: il papà e la mamma guardano la tv, il figlio maggiore ha gli occhi sullo schermo del suo computer, la figlia più piccola ha in mano un tablet o uno smartphone. L’intrattenimento è cambiato e, per quanto sia vero che il consumo di televisione negli ultimi anni è cresciuto, è altrettanto vero che sta emergendo una generazione di teen ager che la tv non sa nemmeno

TELEMORENTI TELEMORENTI

cosa sia.

 

Guardiamo quello che sta accadendo alla radio: un recente studio della BBC ha messo in luce che mentre il 65% delle persone tra i 25 e i 34 anni ascolta ancora musica attraverso la radio, contro il 4% che usa lo streaming via Internet, quando si passa al gruppo d’età inferiore, quello dei giovani tra i 16 e i 24 anni, i numeri si invertono, con il 30% che usa lo streaming e il 24% che ascolta la radio. Sta infatti prendendo la scena una generazione che dei vecchi media non sa che farsene, che usa poco sia radio che tv e preferisce ascoltare musica, guardare film, serie, cartoni, video musicali e altro utilizzando smartphone e tablet.

 

In America li hanno soprannominati “cord- nevers”, ovvero quelli che, essendo ancora giovani, non hanno nessun abbonamento a canali tv via cavo, paragonabili ai nostri ragazzi che non hanno ancora la possibilità di attivare un abbonamento al satellite o ai canali tv a pagamento. Ma che hanno pochissimo interesse anche nella tv gratuita, quella dei canali del digitale terrestre.

 

IN ITALIA CALA LASCOLTO DELLA TV IN ITALIA CALA LASCOLTO DELLA TV

In America il fenomeno è già molto diffuso, e la notizia più clamorosa degli scorsi giorni non è tanto quella che negli ultimi quattro mesi Netflix, streaming di film e tv, ha superato HBO nel guadagno da abbonamenti (1 miliardo e 146 milioni Netflix, 1 miliardo e 141 milioni HBO), quanto quella, riportata in uno studio commissionato da Variety, secondo il quale per il pubblico tra i 13 e i 18 anni le cinque star più amate non provengono da Hollywood o dal mondo del rock, ma tutte rigorosamente da YouTube.

 

 E se ai primi due posti ci sono delle coppie di comici (Smosh, ovvero Andrew Hecox e Anthony Padilla, e i Fine Bros.) al terzo c’è il videogamer più famoso del mondo, Felix Arvid Ulf Kjellberg meglio conosciuto come PewDiePie. La prima star hollywoodiana è Jennifer Lawrence, ma è soltanto settima.

INTERNET E TELEVISIONE INTERNET E TELEVISIONE

 

E la conferma definitiva è arrivata pochi giorni fa, quando la Nielsen ha reso noti i dati sul consumo televisivo negli Usa dei primi tre mesi del 2014, dai quali la tendenza si nota in maniera evidente: da quattro anni in qua il consumo televisivo tra i giovani è in costante declino, oltre il 20% tra i teenager, mentre nella fascia tra i 18 e i 24 anni è sceso del 18%, cifre considerevoli se si pensa che invece il consumo è cresciuto tra chi ha più di 50 anni.

 

I ragazzi guardano ancora prodotti eminentemente televisivi, seguono con estrema attenzione le serie, sono ancora in grado di decretare il successo di alcuni programmi, solo che non usano il televisore, ma lo schermo del loro device mobile, sia smartphone che tablet. La novità è che, oggi, guardano soprattutto “altra” televisione, quella che nasce sul web e che viene distribuita attraverso la rete, i clip di YouTube o quelli di canali come Justin.tv, che giusto la scorsa settimana ha chiuso i battenti dopo sette anni trasformandosi in Twitch, sito che trasmette contenuti legati ai videogame e che conta più di 45 milioni di utenti e giusto tre giorni fa ha iniziato a sperimentare con trasmissioni live, con una diretta dance elettronica con il dj Steve Aoki.

 

UOMO SEPPELLISCE LA TELEVISIONEUOMO SEPPELLISCE LA TELEVISIONE

Altro che varietà del sabato sera, sul web hanno successo personaggi come Jenna Marbles (tredici milioni gli iscritti al suo canale YouTube), che racconta «Come far credere alle persone che tu sia bella», o «Come evitare di parlare con persone con le quali non vuoi parlare». O come Michelle Phan, che ha iniziato postando video su come truccarsi bene e oggi, oltre ad avere 6 milioni di iscritti al suo canale YouTube, è diventata la “video make-up artist” della Lancome, e dallo scorso anno ha una sua linea di prodotti di bellezza con L’Oreal.

 

Per non parlare dei videogamers, come PewDiPie appunto, svedese, ventinove milioni gli iscritti al suo canale, che nel mese di luglio ha sorpassato quello di Rihanna ed è diventato il canale YouTube più visto di sempre, con diversi miliardi (si avete letto bene, miliardi) di visualizzazioni.

 

Il fenomeno è planetario, accade lo stesso anche in Italia, in Francia, in Inghilterra, ci sono star del web in ogni parte del mondo e ognuna di queste ha la sua fetta di fama, anche se, fuori dell’impero angloamericano, sono celebrità locali. E sono le app il terreno di coltura della “nuova televisione”, perché il consumo di questi contenuti alternativi non passa dai computer ma soprattutto dagli smartphone, che hanno opportunità di ogni genere per accedere alle clip dei vari YouTube, Vimeo, Dailymotion, comprese quelle come iTube, ad esempio, che consentono di vedere tutto offline, anche quando il collegamento alla rete non c’è.

TELEVISIONE TRE D TELEVISIONE TRE D

 

L’evoluzione in corso, poi, prevede l’integrazione di sistemi diversi, Facebook con YouTube è il più fortunato, ma le possibilità sono pressoché infinite. Ovviamente, la dieta multimediale degli adolescenti è fatta di molte altre cose: di Vine, ad esempio, dove i video durano 6 secondi ma possono essere frutto di un rapidissimo montaggio; di Instagram ovviamente, dove ogni foto si trasforma in qualcos’altro con filtri e colori; di Facebook, dove video, audio e foto si intrecciano costantemente in un flusso multimediale che non ha ancora nemmeno un nome che possa definirlo. E di Whatsapp, che per adesso è ancora un sistema di messaggeria velocissima, ma che nelle mani dei ragazzi si sta trasformando in una rete complessa di distribuzione di contenuti video, foto e audio, il cui futuro è ancora tutto da scrivere.

 

TelevisioneTelevisione

Lo spostamento dell’attenzione dalla tv al centro del salotto alla “tv ovunque” sui smartphone e tablet sta ovviamente interessando i produttori televisivi: sanno bene che gli spettatori del futuro sono gli adolescenti di oggi e che devono per forza di cose catturare la loro attenzione, creando contenuti adatti ai nuovi mezzi e ai nuovi linguaggi. Infatti, ad esempio, sull’ultima versione della console della Sony, la Ps4, c’è un canale che consente di vedere dal vivo i videogiochi altrui, ed ha un successo notevole. Non è impossibile trasformarlo in qualcosa di visibile anche sui nuovi media. Difficile invece fare di questo un varietà del sabato sera per la tv. Tv? Cos’è la tv? Sarà questo che ci sentiremo dire dai nostri nipoti.

 

 

2. “Soli, sempre connessi ma liberi di scegliere”

Silvia Fumarola per “La Repubblica”

 

Carlo Freccero sorride: «Sì, in un futuro non troppo lontano succederà che qualcuno chiederà: “Cos’è la tv?”, perché ognuno fa riferimento ai propri media, la televisione ha un pubblico che sta invecchiando con lei. I giovani la scoprono perché è arrivata sull’iPad: rappresenta un nuovo contenuto fruibile insieme alla musica e ai filmati».

YOUTUBE PAY PER VIEWYOUTUBE PAY PER VIEW

 

Perché i giovani preferiscono i computer e telefoni mobili?

«La risposta più banale è perché sono utilizzabili ovunque, anche nei momenti morti, durante gli spostamenti. Pc e telefonia mobile sono una forma di protesi quotidiana da cui non ci distacchiamo, e hanno cancellato altre abitudini. È sparito l’orologio perché tutti controllano l’ora sul cellulare o sull’iPad, per la tv vale lo stesso discorso».

 

In che senso?

«Quando ho dovuto cimentarmi per la prima volta nella costruzione di un palinsesto ho capito che si trattava di un grande orologio: il mio modello era Paley, mitico fondatore della Cbs. Il palinsesto della sua rete scandiva la giornata, in qualunque momento potevi sapere l’ora controllando la programmazione. La tv generalista è stata un grande orologio sociale di un’epoca in cui le giornate erano organizzate per fasce regolari. Oggi la destrutturazione degli orari di lavoro, la precarietà, i turni, ci restituiscono una giornata frantumata in cui si mangia si lavora si dorme a qualsiasi ora».

 

teenager con ipad teenager con ipad

Quindi i contenuti non hanno più bisogno di un palinsesto.

«Esatto. Il modello on demand è il futuro della tv. La televisione è stata il luogo delle celebrazioni collettive, il simbolo dello spazio domestico: il famoso “caminetto” di Arbore, il luogo dove ci si riuniva. Oggi la coscienza sociale e la partecipazione politica sono in declino, la famiglia è in frantumi e resta l’individuo con la sua ricerca di affermazione ».

 

Isolati, ma in un mondo “social”.

«Siamo sempre più isolati e proprio per questo eternamente connessi ai media che ci permettono di socializzare. Facciamo vita sociale anche nella solitudine della nostra camera o sul posto di lavoro; se la tv era un caminetto i nuovi media sono un grande pad su cui mettere alla prova la propria popolarità la propria individualità e la propria identità».

 

Com’è cambiato il pubblico?

«Non c’è più il pubblico, ci sono tanti pubblici. Quello degli adolescenti è volatile, imprendibile, va per conto suo. Poi c’è un pubblico “borghese” che va a caccia di alcuni prodotti. La tv generalista ha rari momenti in cui torna centrale, quando c’è bisogno di condivisione e c’è qualche rito sociale — penso al calcio o alle fiction nazionalpopolari. Ma il futuro non è davanti al televisore, i bambini usano prima l’iPad della tv».

 

 

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