CON GODARD NON SI GODE! I GRANDI SCRITTORI AMERICANI AMANO FELLINI (E IL CINEMA ITALIANO)

Aldo Cazzullo per il "Corriere della Sera"

Quali sono i cinque film della tua vita? Non necessariamente i più belli di tutti i tempi, ma quelli che ti hanno segnato, cui ritorni «nei momenti di commozione e debolezza, di gioia e di condivisione»? È una domanda che a molti è capitato di rivolgere o di sentirsi rivolgere. È un modo infallibile per avviare la conversazione, trovare punti di contatto, misurare la propria e l'altrui idea non solo del cinema quanto dei sentimenti, dell'estetica, del mondo.

Non la buona sorte, ma il lavoro culturale fatto in questi decenni ha consentito ad Antonio Monda di porgere la domanda ad alcuni tra i più importanti scrittori americani, e di raccogliere le risposte ne Il paradiso dei lettori innamorati (Mondadori).

Monda è infatti da tempo un trait-d'union tra la cultura italiana e quella americana, fu lui a portare per la prima volta a Capri David Foster Wallace, nella sua casa di Manhattan trovi Scorsese, Spike Lee, i fratelli Cohen, suoi colleghi o ospiti al corso di cinema che tiene alla New York University. Ma non è per questo che molti intervistati indicano film italiani. Semmai, è il segno della longevità del nostro cinema (e anche del suo attuale declino).

Il film preferito di Cathleen Schine è Umberto D di Vittorio De Sica («lo preferisco persino a Ladri di biciclette, che pure è un capolavoro»), il secondo è Lo sceicco bianco di Fellini, «un film folle, imprevedibile, geniale; l'apparizione di Alberto Sordi sull'altalena è una delle grandi immagini del cinema». Anche E. L. Doctorow cita Fellini: La strada. Martin Amis indica Edipo re di Pasolini, Zadie Smith L'eclisse di Antonioni, «con il volto incredibilmente bello di Monica Vitti».

Antonioni anche per Don DeLillo, che però preferisce L'avventura, e per Jhumpa Lahiri, che vota Deserto rosso: «Un film sull'isolamento e la desolazione dei sentimenti, intenso e insieme nebuloso». Patrick McGrath cita La caduta degli dei di Visconti: «L'ho visto decine di volte. Anche Il Gattopardo è un grande film, ma non riesco proprio a vedere Burt Lancaster come principe siciliano». Tra i registi viventi, però, gli unici segnalati sono il Marco Bellocchio dei Pugni in tasca (amato da Annie Proulx) e Gianni Amelio: Jonathan Franzen definisce Lamerica «un film meraviglioso, che rimarrà sempre dentro di me».

Se poi si allarga il campo agli italoamericani, si ha la conferma di quanto abbiano dominato Hollywood e l'immaginario degli americani. Roth cita Toro scatenato di Scorsese («l'ho visto almeno sei volte. De Niro è geniale, ma anche l'interpretazione di Joe Pesci è immortale: sembra inconcepibile che nella vita possa essere una persona diversa da quella che vediamo sullo schermo»). Anche Amis mette in cinquina Toro scatenato, oltre ad Apocalypse Now e a Il padrino-parte seconda di Coppola, a pari merito. Zadie Smith invece sceglie Pulp fiction di Tarantino.

Molto amato, com'è giusto, Kubrick. Molto citati Chaplin, Kurosawa, Billy Wilder e Woody Allen. Molto criticato invece il cinema francese: Monda chiede a tutti di indicare il film più detestato, e in molti citano Godard (amato però da DeLillo e da Jonathan Lethem) e gli altri maestri della nouvelle vague. Nathan Englander invece elimina C'era una volta in America di Sergio Leone: «Rimasi travolto dalla lunghezza e dalla lentezza».

Ma quali sono i film preferiti dell'autore? Monda indica Luci della città, Il padrino - «amo anche la seconda parte, ma il primo episodio rimane a mio avviso un capolavoro perfetto e insuperato; del terzo preferisco non parlare» -, Il mucchio selvaggio, Il cacciatore e «un film di Fellini, che ritengo il più grande regista di tutti i tempi.

Ma quale dei suoi film? Per molto tempo ho pensato Le notti di Cabiria, ma poi ricordo le emozioni che mi hanno dato 8 e mezzo e La dolce vita (la statua di Cristo che vola sui tetti di Roma, Anita Ekberg nella fontana di Trevi, il finale sulla spiaggia...). O Amarcord, I vitelloni, Roma, Toby Dammit...». Poi, siccome cinque film sono pochi, Monda chiede un'eccezione per inserire Billy Wilder, e John Ford, e Hitchcock, e Bergman, e Frank Capra, nato a Bisacquino, in Sicilia, e trasferito in America a sei anni.

Al di là dell'influenza che il cinema europeo e in particolare italiano esercita sulla formazione e sulla fantasia dei grandi scrittori americani, colpiscono altre due cose. Il cinema è preso molto sul serio, non è affatto considerato un'arte minore, anche se molti non sono soddisfatti delle trasposizioni cinematografiche dei loro libri (a cominciare da Roth, che non ha apprezzato il film tratto da La macchia umana: «Come si fa a scritturare Anthony Hopkins nel ruolo di un uomo che nasconde la propria identità di uomo di colore? Al limite può occultare il fatto di essere gallese»).

E gli scrittori più raffinati non disdegnano di citare registi popolari come Ridley Scott, scene celebri come il Robert Duvall di Apocalypse Now che ama «l'odore del napalm la mattina», e opere della loro infanzia come il Mago di Oz; anche se è imperdonabile la stroncatura che Donna Tartt riserva a un film meraviglioso come Shakespeare in love. Quanto al titolo, è la parafrasi di una citazione di Isaac Bashevis Singer: «Non c'è paradiso per un lettore annoiato». Annota l'intervistatore, e concordano gli intervistati, che lo stesso vale per il cinema.

 

ANTONIO MONDA il libro di antonio monda il paradiso dei lettori innamorati il libro di antonio monda il paradiso dei lettori innamorati Federico Fellinilapresse federico felliniGODARDvittorio desica01Stanley KubrickCHARLIE CHAPLIN

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA