DAL PRIMO ALL’ULTIMO GUCCINI: ‘’LA LOCOMOTIVA’’? È LA STORIA VERA DI UN ANARCHICO. NACQUE IN 20 MINUTI, DI NOTTE. A ME LE CANZONI SONO SEMPRE VENUTE IN FRETTA - ADESSO NON RICORDO NEMMENO MA COME SI FA A SCRIVERLE. E MI SONO DATO AI GIALLI’’

Incontro con Francesco Guccini - Testo raccolto da Emiliano Liuzzi per il “Fatto quotidiano

 

Guccini nello spazio di Radio Guccini nello spazio di Radio

No, non scrivo più canzoni. Non credo. La chitarra è lì da tempo, la prendo qualche volta se ci sono amici. È uno scherzo. Più facile scrivere libri, con Loriano, inteso come Loriano Macchiavelli. Gialli ambientanti qui, a Pavana. Forse non ricordo nemmeno come si fa a scrivere una canzone. A me sono sempre venute abbastanza in fretta.

 

LA LOCOMOTIVA.

Il pezzo che ha chiuso quasi tutti i miei concerti nasce quasi per caso. Era il tempo dell'Osteria delle Dame, a Bologna. Quelle erano le nostre notti. Bellissime. E spesso giravano storie sugli anarchici. Una sera viene fuori la storia di questo Pietro Rigosi, lo descrivevano come un matto che da Poggio Renatico porta la locomotiva verso la stazione di Bologna a tutta velocità, cinquanta chilometri all'ora. Si sbracciavano i suoi colleghi, gli chiedevano di fermare, ma lui continuava a buttare carbone.

 

Francesco Guccini Francesco Guccini

Un matto, nei racconti. In realtà quando ne parlai con il mio vicino di casa, il protagonista di un'altra canzone, il pensionato, mi disse: “Guarda che non fu né un folle, né un incidente. Rigosi era un anarchico e quello fu un gesto politico”. Quella stessa notte, molte delle mie canzoni sono nate di notte, mi misi a scrivere. In venti minuti c'era La Locomitiva. Una strofa mi accompagnava verso l'altra. Alla fine mi accorsi che mancava la strofa iniziale, “Non so che viso avesse, neppure come si chiamava”, che forse fu il segreto della canzone stessa.

 

IL PENSIONATO.

Era il mio vicino di casa. La canzone è quello che era lui, la casa, vivevamo accanto, quando morì acquistai anche l'altra metà. Siamo in via Paolo Fabbri 43. L'aneddoto curioso. Mi incontrano per strada due signore anziane, che vivono al 45. “Sappiamo che ha dedicato una canzone al suo vicino, ora i prossimi saremo noi”. E io, che pensavo scherzassero rispondo: "Certo”. La mattina dopo, che per me voleva dire notte, forse ero andato a dormire da mezz'ora, non di più, squilla il telefono.

Francesco Guccini Francesco Guccini

 

“Professore”, mi chiamavano così, perché all'epoca insegnavo, “siamo i signori del 45, ci abbiamo pensato a lungo, ma non abbiamo molto piacere ad avere una canzone. Preferiremmo rimanerne fuori”. Io ringrazio la signora, torno a dormire. Bellissimo. È Bologna questa, era la Cirenaica, quel quartiere lì. Dove a un passo c'era, c'è ancora, l'osteria da Vito. Ci trovavamo lì, dopo le Dame, da Vito. Passavano tutti. Morandi, Ron, qualche volta Lucio Dalla, Vecchioni, De André.

 

SCIROCCO.

Una volta mi sembra di averlo detto, forse tecnicamente è una delle canzoni meglio riuscite. Nasce quasi per caso, come spesso avviene nelle canzoni. La musica la strimpello con Juan Carlos Biondini, Flaco, giusto per intenderci. Ci mettiamo a strimpellare e viene fuori una melodia. La musica è sua. Di Flaco. Io un giorno a Bologna incontro un amico. Lui mi dice che deve incontrare la sua donna in via dei Giudei.

 

Conoscevo la storia, lui sposato, lei stanca di fare la seconda. Questa molto banalmente è la storia. E nel vederlo capisco anche quale sia il finale, e così è stato. Con lei che se ne va. Io la faccio arrivare vestita in un abito di percalle che le fasciava i fianchi. C'è lo scirocco, nella fantasia di chi scrive, in realtà un vento quasi inusuale per Bologna. Raro, ma quando arriva si fa sentire molto bene. Il percalle è invece l'atmosfera argentina, in realtà io non so neanche come sia fatta la stoffa in percalle.

francesco guccinifrancesco guccini

 

Ma dovevamo rispettare la melodia, un tango argentino, appunto . E so che le ballerine argentine si vestono con abiti in percalle. A un certo punto del brano passa anche un veliero, “e volavan via velieri come in un porto canale”. Il veliero credo che sia lei. E comunque Bologna ha una sua storia marinara. Non lo sa nessuno, ma Bologna ha una passato di città marinara, aveva sbocco sull'Adriatica e la marineria bolognese riuscì a sconfiggere quella veneziana in una storica battaglia.

 

AUTOGRILL.

Questa è una canzone completamente inventata. Direi una delle pochissime insieme al Vecchio e il bambino, che è ovviamente fantasiosa. Nella mia testa il pezzo nasce in un posto surreale, sicuramente non in Italia, visto che si parla di “nichel di mancia”. No, non è una canzone della catena per la ristorazione che si trova sulle autostrade italiane che io frequento poco e malvolentieri, non ho neanche la patente.

 

francesco guccinifrancesco guccini

Chissà cosa sia. Le tendine in nylon rosa. Bella, romantica. Succede che un mio cugino che lavora in una tivvù locale ne tira fuori un video. Ben fatto. Ma non era la canzone. Dietro al banco ci mette una biondona prosperosa, ma non c'entra assolutamente nulla.

 

Io scrivo (e canto) “bionda senza averne l'aria”, proprio perché non deve essere necessariamente bionda e soprattutto non deve essere biondona. No, diciamo che il video non è per niente azzeccato. La canzone sì, ripeto, perché ha un tratto quasi unico, non esiste né il luogo né la storia. Solo io ce l'ho in testa e chi l'ascolta può verniciarla come vuole.

 

VORREI.

Francesco Guccini e Raffaella ZuccariFrancesco Guccini e Raffaella Zuccari

Qui parliamo di un pezzo complicato, ma nasce in dieci anni. E' l'unica canzone che ha richiesto così molto tempo, perché io in genere scrivevo in una notte, al massimo finivo il giorno successivo. Vorrei mi ha impegnato molto, la storia la conoscono tutti, è una dedica a mia moglie che mi ha fatto scontare la canzone: è voluta tornare in tutti i luoghi citati, da Barcellona a Istanbul. Lo sapevo. Però ne sono fiero. E' un gran bel pezzo.

 

LA TIETA (O ZIETTA).

Anche questa rappresenta un caso unico nel mio repertorio. E' la traduzione di un pezzo di Joan Manuel Serrat. Scrivere in italiano non è assolutamente semplice. In inglese è molto più facile, tanto è vero che il rock 'n roll in Italia non è mai esistito, impossibile trasformarlo in rima. Ci è riuscito Celentano, “Il tuo bacio è come un rock, che ti morde col tuo swing, è assai facile al knockout che ti fulmina sul ring”.

Aldo Cazzullo e Francesco Guccini Aldo Cazzullo e Francesco Guccini

 

Tutta così. Finita. Allora ho pensato di tradurre La Tieta di Serrat dal catalano al dialetto modenese, perché ho potuto usare le tronche che in dialetto modenese esistono. Il risultato è che il pubblico resta spaesato, forse capisce meglio il linguaggio originale che non il dialetto, ma è bella. Non è mia, per fortuna o purtroppo. Anche perché è una canzone tristissima, si chiude con il funerale della zietta dove dietro al feretro c'è un amico scoperto un momento fa, che nemmeno lei sapeva di avere.

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO