oliver onions

''SIAMO BURINI" - IL RITORNO DEGLI “OLIVER ONIONS” - GUIDO E MAURIZIO DE ANGELIS IL PRIMO LUGLIO ALL’AUDITORIUM DI ROMA CON I LORO SUCCESSI, DA “DUNE BUGGY” A “FURIA CAVALLO DEL WEST” - “DROGHE, SESSO DI GRUPPO O LA VITA IN UNA COMUNE? PER CARITÀ. SIAMO GENTE SEMPLICE - ‘FURIA’ ERA PER DRUPI MA MAL CI CHIESE DI FARLA A TUTTI I COSTI. E POI SE N’E’ PENTITO PERCHE’…”

 

Andrea Scarpa per “Il Messaggero”

 

OLIVER ONIONS

Si chiamano Guido e Maurizio De Angelis, sono nati 73 e 71 anni fa a Rocca di Papa, a due passi da Roma, e a guardarli bene, a questo punto, è probabile che vi stiate chiedendo perché parliamo di loro. Bene. Negli Anni 70 questi due signori hanno venduto più di 30 milioni di dischi componendo le più famose colonne sonore di film e telefilm di quel periodo. Nome d' arte: Oliver Onions.

 

Sono loro successi come Orzowei, Santa Maria, Sandokan, Furia cavallo del West (interpretata da Mal nel 77), Zorro Is Back, Dune Buggy, Flying Trough the Air, Gatto Doraemon, Galaxy Joe, Il corsaro nero, Quoi (cantata nel 1986 da Jane Birkin, testo del marito Serge Gainsbourg) e via cantando.

OLIVER ONIONS

 

Con il passare del tempo i De Angelis passarono a occuparsi di produzione televisiva, anche in questo caso con buoni risultati: Elisa di Rivombrosa, Incantesimo, Luisa Sanfelice, Shaka Zulu, Ferrari, Il Papa buono, Titanic-nascita di una leggenda... Dopo anni di assenza dalle scene il 29 novembre 2016, davanti a diecimila persone, i due fratelli hanno tenuto un concerto a Budapest per ricordare l' amico Bud Spencer, morto pochi mesi prima. Un successone. Che bisseranno il 1° luglio all' Auditorium di Roma.

 

Ci avete (ri)preso gusto?

Guido - «Sì. Ormai all' altro lavoro (produttori tv, ndr) - ci pensano i nostri figli. Adesso ci piacerebbe fare un tour».

 

Quando e come avete iniziato?

bud spencer terence hill

G - «Da ragazzini. Come arrangiatori di Lucio Dalla, Gabriella Ferri, Nicola Di Bari. Poi Nino Manfredi ci chiese di comporre le musiche del film Per grazia ricevuta e iniziammo a lavorare per il cinema. Fu la svolta».

Maurizio - «Per lui, poco prima, nel '71, arrangiammo Tanto pe' canta', che presentò con enorme successo a Sanremo. A dirigere l' orchestra c' ero io. Esperienza bellissima».

 

Da ragazzini che sogni facevate a Rocca di Papa?

G - «Tutti a base di musica: rock e country, le novità di quegli anni».

M - «Eravamo incoscienti e sicuri di farcela. Per fortuna, mamma e papà che di sicuro non erano ricchi non ci ostacolarono mai, anzi».

 

Perché vi siete dati il nome Oliver Onions?

MAL DEI PRIMITIVES

G - «L'Italia di quegli anni era esterofila. Decidemmo di chiamarci così per un motivo semplicissimo: si legge come si scrive. La versione colta è che George Oliver Onions era uno scrittore inglese dell' 800...».

M - «All'inizio i nostri pezzi volevamo farli cantare a qualcun altro, ma non trovavamo mai quelli giusti... e così ci buttammo. L'inglese Susan Duncan Smith, discografica della Rca di Roma, ci aiutò con la pronuncia. Gli americani e i britannici non abboccavano, ma gli altri sì. Nel '73 con Flying Through the Air, pezzo della colonna sonora di Più forte ragazzi con Terence Hill e Bud Spencer, rimanemmo al primo posto della classifica tedesca per 4 mesi. La Lufthansa lo scelse come inno per gli spot a pubblicitaria dell' epoca».

 

E qui da noi?

OLIVER ONIONS

M - «Con Dune Buggy nel 74 finimmo al primo posto. I discografici non volevano svelare la nostra identità, non subito almeno, così molti pensarono che fossimo statunitensi».

I critici nel frattempo vi facevano a pezzi.

M - «Certo. Ci accusavano di essere commerciali. In quegli anni c'erano cantautori che facevano rifare le basi di batteria perché temevano che potessero sembrare troppo da hit parade. Capito che aria tirava?».

 

Certo. Negli anni '70, però, pubblicaste centinaia di dischi: non avete esagerato?

M - «Ci arrivavano offerte da tutte le parti, eravamo entusiasti, e non ci risparmiammo. Per fare un disco al mese lavoravamo giorno e notte. E per non inflazionare il mercato adottammo altri pseudonimi (Dilly Dilly, M&G Orchestra, Barqueros, Hombres del Mar, ndr). Rifarei tutto, però. Mi dispiace solo per la scarsa considerazione della critica. Noi volevamo arrivare ai cuori della gente».

drupi

G - «Qui abbiamo sempre avuto meno successo. Altrove invece, dal '72 all' 80, con gli Abba ci siamo contesi i primi posti soprattutto in Germania, Austria, Svizzera, Olanda e Danimarca».

 

In quegli anni si sperimentava di tutto: mai provato droghe, fatto sesso di gruppo, vissuto in una comune?

G - «Per carità. Siamo burini, gente semplice».

 

Nel '77 scriveste anche Furia cavallo del West: perché poi la cantò Mal?

M - «Avevamo contemporaneamente in classifica Orzowei e Sandokan, due successi incredibili. Un po' troppo».

OLIVER ONIONS

G - «A Mal, che da anni dice che quella canzone gli ha rovinato la vita, perché lo ha etichettato per sempre come cantante per bambini, vorrei ricordare che noi eravamo già d'accordo con Drupi. Fu lui, fuori dallo studio, che ci chiese di farla a tutti i costi. Lo accontentammo, perché lo conoscevamo dai tempi del Piper, facendo una figuraccia con Drupi».

 

Perché nell' 80 vi siete fermati?

G - «Il mio primogenito, Nicola, nacque quell' anno. I primi sette mesi della sua vita lo vidi una ventina di volte. L' ultima si mise a piangere. Così andai da Maurizio e gli dissi: Se questo figlio non mi vede mai, chi diventerò per lui?.

Decidemmo di smettere».

M - «Chiudemmo con i concerti spesso fatti anche negli stadi e ci mettemmo a scrivere solo colonne sonore. E poi le produzioni cine-tv».

Nel 2007 Guido finì in alcune intercettazioni mentre Berlusconi parlava di attrici da raccomandare, strategie di lavoro...

G - «Si parlava di lavoro e basta.

Tanto imbarazzo per niente».

BUD SPENCER TERENCE HILL

 

Berlusconi vi ha mai chiesto una canzone?

G - «No».

 

Vi è stato mai chiesto di realizzare un inno politico?

G - «Mai. Ce lo chiesero per i Mondiali di calcio del '90. Lo scrivemmo, ma poi lo realizzò Giorgio Moroder. Quello stesso anno entrammo anche nella prima selezione per le candidature all' Oscar con Another Part Of Life Has Gone, composta per il film Dance To Win».

 

Dal punto di vista dei diritti d' autore qual è la canzone che vi ha dato di più?

M - «Sandokan, Santa Maria e Verde, un pezzo strumentale rifatto in 56 versioni. Ma rispetto a prima, adesso arriva poco».

 

L' occasione d' oro che avete perso?

G - «Dopo Sandokan il presidente della Rca ci invitò a New York per offrirci mille progetti. Ci chiese di stabilirci là almeno due anni...».

M - «... ci pensammo un po' e poi decidemmo di rimanere a Rocca di Papa. La famiglia è la famiglia. Nessun rimpianto».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO