1- I FESSI DI FACEBOOK: VOI VI AUTO-SCHEDATE E LORO SI QUOTANO IN BORSA I CAZZI VOSTRI 2- “POSTO FISSO CHE NOIA”. MA È MONTI O BERLUSCONI?. IN EFFETTI, MEGLIO UNA DESTRA CIALTRONA E INCOMPETENTE DI UNA DESTRA THATCHERIANA FUORI TEMPO MASSIMO 3- LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE (T’ADORIAM MONTI DIVINO). ORMAI SIAMO ALLA TITOLAZIONE DA VENTENNIO: “LO SPREAD AI MINIMI: 383. “DEVE SCENDERE E SCENDERÀ” 4- “NON MI DIMETTO DAL CDA RAI, CONTINUO LA BATTAGLIA DALL’INTERNO”, DICE IL CONSIGLIERE PD GIORGIO VAN STRATEN. “MA LEI VOTÒ LA FIDUCIA AL DG LORENZA LEI E DICHIARÒ DI SENTIRSI QUINDI PARTE DI UNA MAGGIORANZA”, GLI CHIEDE IL CRONISTA. RISPOSTA: “L’ERRORE PIÙ GRAVE DELLA MIA VITA PROFESSIONALE È STATO PROPRIO QUELLO”. E ALLORA RITROVA UN MINIMO DI DIGNITÀ E MOLLA ANCHE TU QUESTA CAZZO DI POLTRONA!

A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota

1- NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...
"Monti: che noia il posto fisso, l'importante sono le tutele. "Articolo 18 apartheid dei lavoratori". Il premier a Matrix: dopo il 2013 governo parentesi chiusa". E dalle tv accumulate con destrezza dal Sire di Hardcore dice: "Il sostegno del Cavaliere particolarmente significativo" (Messaggero, p. 2 e non P2, fare attenzione). Il Cetriolo Quotidiano di Padella&Travaglio chiede in prima pagina: "Posto fisso che noia". Ma è Monti o B.?". In effetti, sotto un certo punto di vista, meglio una destra cialtrona e incompetente di una destra thatcheriana (fuori tempo massimo, per altro).

Poi passa La Stampa Lingottata e detta la strategia alla fida Fornarina del Canavese, la professoressa che fa sussurrare tra i larici del monte Bianco il professor Mario Deaglio: "Fornero avanti piano per evitare guerriglie. Il ministro punta a una trattativa aperta su quattro tavoli. L'articolo 18? Tema troppo caldo. Se ne parlerà alla fine" (p. 7). Si apprezzi la scelta del termine "guerriglie", che probabilmente indica le posizioni di chi alla fine di questo gioco dei quattro tavoli, semplicemente, non si troverà d'accordo. A un dissenso "guerriglia" come si risponde? Con la Celere?

2- LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE (T'ADORIAM MONTI DIVINO)...
Ormai siamo alla titolazione da Ventennio a colori: "Lo spread ai minimi: 383. "Deve scendere e scenderà". Il Professore è fiducioso sull'andamento dei titoli. Grilli: nel 2020 debito sotto il 100%" (Repubblica, p. 7). E come sempre, agli infiocchettatori di titoli seguono gli spacciatori di altri titoli già a pagina 9 della stessa Repubblica: "Le scelte per i risparmiatori. Azioni, Btp e obbligazioni aziendali. I mercati scommettono sul rimbalzo.
Archiviati gli scenari peggiori sul debito italiano e il futuro dell'euro aumentano gli acquisti".

E visto che "L'incertezza macroeconomica mantiene alti i rischi a Piazza Affari" (ovvero, lettori non fate da soli), "prova a reagire il risparmio gestito". Ecco sì, date i soldi ai fondi d'investimento che poi loro "provano a reagire".

3- NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN...
"Liberalizzazioni, i dubbi di Bankitalia. "Troppo poco su banche e professionisti". Per Via Nazionale serve "più trasparenza per ridurre i costi di bancomat e carte di credito" (Repubblica, p. 12). Sulla Stampa, notizie surreali: "Fondazioni, Guzzetti mette il freno ai politici. Verso la nuova Carta, a rischio Ghigo nella Crt. Il caso Chiamparino: più facile l'elezione in Compagnia Sanpaolo perché sarà tra due mesi. Le alternative: a Torino c'è chi vuole Palenzona, ma lui lavora su Unicredit" (p. 30). Immaginarsi l'avvocato della Dc comasca Guzzino Guzzetti che "frena i politici" è puro spasso.

4- TROPPI GRILLI PER LA TESTA...
Francesco Giavazzi aveva chiesto platealmente dalla prima pagina del Corriere la nomina di un direttore generale del Tesoro (lui lo è già stato con Lambertow Dini) e Alessandro Barbera, sulla Stampa (p. 8) va meritoriamente a scavare. "Tesoro, corsa a quattro per succedere a Grilli. Sul tavolo l'ipotesi di un direttore "esterno". I candidati sono Scannapieco, Garibaldi e Giovannini. In lizza come vicaria la Cannata" (p. 8). Giavazzi vorrebbe un quarantenne: Scannapieco e Garibaldi lo sono.

5- SONO PARTITI CON LA CASSA...
Scoop del Corrierone con Fiorenza Sarzanini: "Scudo fiscale per i fondi del partito. Così il tesoriere della Margherita riportò in Italia i milioni sottratti" (p.1). Scoop anche per il Cetriolo Quotidiano con Caterina Perniconi: "Lusi, un tesoriere a Beverly Hills. La megavilla e le feste firmate Vissani: i "non so" della Margherita sull'uomo da 13 milioni di euro" (p.2). Mentre Marco Travaglio propone una legge modello tedesco per i rimborsi elettorali (la si può leggere e firmare su www.ilfattoquotidiano.it)

"Lusi, dubbi sulla Margherita. Nel 2010 spesi sette milioni dopo aver chiuso i battenti. Il gruppo Pd espelle il senatore", che però non si dimette dalla giunta di Palazzo Madama per le immunità (Repubblica, p. 2). Faceva tutto da solo? Sì, certo, faceva tutto da solo. Ma intanto la Repubblica degli Illuminati, antico sponsor della Margherita in chiave anti-Vendola e anti-Di Pietro, fa i nomi dei tre occhiuti revisori dei conti del di-partito: Giovanni Castellani, Mauro Cicchelli e Gaetano Troina. Ma quelle ricevute e fatture che Lusi non è stato in grado di portare in Procura, loro le hanno mai viste? E se non le hanno mai viste come hanno potuto scrivere "il rendiconto rappresenta le risultanze della contabilità regolarmente tenuta"?

Sul Giornale, "Caccia al tesoro di 223 milioni che la Margherita non trova più. I Dl si sono sciolti da quattro anni, eppure percepiscono ancora i rimborsi elettorali. Nel 2010, tra viaggi e consulenze, spese per 10 milioni di euro" (p. 3) "La denuncia degli ex Dl: "Ci hanno escluso per evitare i controlli". Ecco l'esposto dei deputati Carra e Lusetti, passati all'Udc: all'assemblea del partito sui bilanci invece Rutelli c'era" (Giornale, p. 4). Che destino, Carra e Lusetti. Crescono con Citaristi, incappano in Lusi e finiscono con Cesa.

Sul Messaggero (p. 7) il dolore degl'immacolati. "Enrico Letta: vicenda incredibile. Bindi: ci vuole una legge". Sì, ci vuole proprio una legge, visto che basta avere un solo eletto per avere i rimborsi pubblici ("Ai partiti 200 milioni l'anno") e i partiti si ciucciano "Un fiume di soldi aggirando l'esito del referendum del '93" (Stampa, p. 11)

6- LA PSICO-TOMBOLA DEL SENATORE CONTI...
Forse non sfocerà in una condanna penale, ma è comunque emblematica la storia del palazzo acquistato e rivenduto in poche ore dietro Fontana di Trevi. "Caso Conti, inchiesta sulla compravendita. Il senatore Pdl: solo fango è tutto regolare. Psicologi in rivolta contro l'Enpap", che si è fatta fregare come un bambino (Repubblica, p. 14). Sul Messaggero, Massimo Martinelli definisce giustamente Riccardo Conti "un artista dell'immobiliare" ("L'affare d'oro del senatore pdl, la Procura apre un fascicolo. Conti: fango ignobile, operazione immobiliare legittima" (p. 6).

Sul Corriere, bel ritratto di Ferruccio Pinotti: "L'ex dc amico di banchieri e 007 a capo di un impero immobiliare. Bresciano, vicino alla Curia. Una quota nella Lux di Bernabei" (p. 8). Sul Cetriolo, Vittorio Malagutti fa notare che se volevano fare un assist alla Frignero per la riforma degli enti previdenziali dei professionisti, questi dell'Enpap non potevano fare di meglio (p.1-5)

7- MA FACCE RIDE!...
"Non mi dimetto dal cda Rai, continuo la battaglia dall'interno", dice il consigliere Pd Giorgio Van Straten. "Ma lei votò la fiducia al dg Lorenza Lei e dichiarò di sentirsi quindi parte di una maggioranza", gli chiede Alberto Guarnieri. Risposta: "L'errore più grave della mia vita professionale è stato proprio quello" (Messaggero, p. 9). E allora ritrova un minimo di dignità e molla anche tu questa cazzo di poltrona!

8- VOI VI AUTO-SCHEDATE E LORO SI QUOTANO IN BORSA I CAZZI VOSTRI...
"Cinque miliardi di dollari per Facebook in Borsa. Annunciato il debutto del social network. E' l'ultimo record di Zuckerberg". Poi passa Vittorio Zucconi e comincia a insinuare qualche minimo dubbio: "Se Wall Street punta i suoi capitali su chi fruga nella vita degli altri. Ecco quanto rende investire nelle amicizie, nei gusti e nelle debolezze di milioni di utenti della Rete" (Repubblica, p. 17).

9- DISECONOMY...
Un po' di ottimismo sul Lingotto in fuga. "Effetto Chrysler su Fiat, volano utili e ricavi. Il titolo guadagna il 5%. Immatricolazioni in calo del 17% a gennaio. Gli ordini della nuova Panda sono già 14 mila. Buoni risultati anche per Lancia y e Giulietta". Ma Repubblica (p. 24) poi guasta la festa dando spazio ai nemici di Marpionne: "Dal nuovo contratto nessun vantaggio. "L'aumento di stipendio è solo fittizio". La Fiom di Torino ha messo a confronto le buste paga: l'unico modo per guadagnare di più e far crescere i turni".

10- ORA D'ARIA...
Carceri, se ne va l'ex mago della famosa sezione Antiterrorismo di piazzale Clodio, il lettiano Franco Ionta, e arriva al Dap il magistrato di sorveglianza Giovanni Tamburino (Repubblica, p. 14). A Tamburino, che è una persona saggia e per bene, un compito da far tremare i polsi: rendere più umane e legali le carceri italiane.

 

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