daniele gatti

"X-FACTOR" IN STILE WAGNER! STASERA IL MAESTRO DANIELE GATTI DEBUTTA ALLA SCALA CON "I MAESTRI CANTORI", CHE METTE AL CENTRO UN CONCORSO CANORO: "OLTRE ALLA SFIDA WAGNER CI RACCONTA COS'È DAVVERO IL TALENTO, NON QUALCOSA DA ESIBIRE, MA DA COLTIVARE” - VIDEO

 

Pierachille Dolfini per “Avvenire”

DANIELE GATTIDANIELE GATTI

 

Walther e Beckmesser come i concorrenti di Amici o X-Factor.

Ripassi la trama dei Maestri cantori di Norimberga di Richard Wagner, con la loro gara canora, e non puoi non pensare a un talent di oggi. Quello che per Daniele Gatti altro non è che «una strada facile per arrivare a successo in una società dell' immagine». Il direttore d' orchestra, da settembre alla guida del Concertgebow di Amsterdam, stasera torna sul podio del Teatro alla Scala e lo fa con l' unica commedia di Wagner.

 

Quattro ore e mezza di musica (l' opera inizia alle 18 e, intervalli compresi, arriva alla soglia della mezzanotte, repliche sino al 5 aprile) che a Milano arriva nell' allestimento pensato per l' Opernhaus di Zurigo (nel 2012 sul podio c' era sempre Gatti, allora direttore musicale del teatro svizzero) da Harry Kupfer. «Riportando a Milano un titolo che mancava da 27 anni - racconta il musicista milanese, classe 1961 - chiudo un decennio wagneriano iniziato proprio alla Scala nel 2007 con Lohengrin ».

 

Una commedia, I maestri cantori, anche attuale, visto che parla di un concorso canoro Non sarà un talent, ma gli assomiglia molto, maestro Gatti.

I MAESTRI CANTORII MAESTRI CANTORI

«Oggi un talent starebbe stretto a Walter perché lui non cerca il successo, ma la possibilità di conquistare il cuore della donna che ama, Eva. E quando scopre che la mano della ragazza è il premio del concorso, mette nell' impresa tutto se stesso. E vince, anche a costo di stravolgere le regole.

 

Wagner nella sua commedia racconta sì una sfida canora, ma dietro questa gara c' è qualcosa di più, c' è la capacità di alcuni, forse di pochi, di cogliere il nuovo, ma anche la saggezza di essere tecnicamente preparati per affrontare questo nuovo. Tradizione e innovazione devono dialogare, come avviene nello spettacolo di Kupfer, ambientato tra le rovine di una cattedrale in ricostruzione. Si deve costruire su basi solide, ma anche essere capaci di andare oltre ciò a cui si è legati».

DANIELE GATTIDANIELE GATTI

 

Come Wagner mette in musica questa contrapposizione tra innovazione e tradizione?

«I maestri cantori ci raccontano cos' è davvero il talento, non qualcosa da esibire in maniera estemporanea, ma da coltivare e da educare. Anche un dilettante può avere talento, ma, diversamente da un professionista, non conoscendo le regole del gioco non può rendere l' arte universalmente fruibile. Wagner con quest' opera parla di noi artisti e con la figura di Hans Sachs ci ricorda il diritto e il dovere che abbiamo di trasmettere il bello. Lo fa con un linguaggio che userà solo per I maestri cantori e non metterà più nelle sue opere, un unicum che si presenta come la summa della musica tedesca, parte dalle radici di Bach e arriva sino a Mendelssohn e Schumann».

 

I titoli di Wagner hanno occupato periodi consistenti della sua vita artistica in questi anni: il Parsifal che ha diretto a Bayreuth e al Metropolitan, il Tristano portato a Parigi e a Roma, I maestri cantori che arrivano a Milano dopo Zurigo e Salisburgo. Da dove arriva questo rapporto strettissimo con il compositore tedesco?

I MAESTRI CANTORII MAESTRI CANTORI

 

«Quando scopri Wagner non puoi più farne a meno. Resti affascinato dalla vastità delle proporzioni delle sue opere che sono perfette. Mi conquistano l' umanità dei suoi personaggi e la bellezza della sua musica. Non posso pensare al mio essere musicista senza di lui.

La stessa cosa vale per Giuseppe Verdi, che, certo, è all' opposto: con lui vai subito al nocciolo, è come un limone che si spreme e subito ti da' il succo della vicenda, sempre impregnata di umanità.

Mi ritengo un privilegiato nel poter passare dall' uno all' altro compositore».

 

Una staffetta che avverrà anche sul podio dell' Opera di Roma. C' è anche all' orizzonte la direzione musicale?

CARLO FUORTESCARLO FUORTES

«A novembre, quando ho inaugurato la stagione con il Tristano, sono uscite molte notizie su un mio incarico imminente. Nulla di fondato, però. I miei impegni mi lasciano libere poche settimane all' anno e per accettare una direzione musicale occorre avere molto tempo da dedicare al teatro. Forse, per mettermi una medaglia, potevo prendermi questo incarico, ma non è ciò che mi interessa.

 

Mi piace lavorare su progetti e con il sovrintendente Carlo Fuortes abbiamo costruito un percorso di quattro titoli, quattro aperture di stagione, per cementare il rapporto: quest' anno faremo La dannazione di Faust di Berlioz con la regia di Damiano Michieletto e poi due Verdi, non sappiamo ancora quali, però.

 

Se ho del tempo mi piace dedicarlo ad un' istituzione italiana perché mi sento debitore nei confronti del mio paese per quello che mi ha dato formandomi come musicista e come uomo.

 

WAGNER 1WAGNER 1

Ho ripreso a dirigere a Santa Cecilia, in ottobre aprirò la stagione sinfonica della Scala con la Seconda di Mahler. Poi poche altre orchestre, Berlino, Vienna, Monaco e il Concertgebow di Amsterdam che guido stabilmente da settembre: nel 2019 faremo un titolo verdiano mentre dal 2020 le opere di Wagner in forma di concerto».

 

Un' agenda piena. Ma cosa fa nel tempo libero?

«Leggo molto. In questo periodo Tolstoj: ho letto Resurrezione e ora ho tra le mani Guerra e pace. Mi piace rileggere i grandi capolavori. Mi interessa molto la storia, in particolare quella del Novecento italiano e la Rivoluzione francese. E anche la teologia».

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO