luis bunuel salvador dalì

“IL SUCCESSO È LA FINE DI OGNI ILLUSIONE” – LUIS BUNUEL, IL MIGLIOR SOLLIEVO ALLA CINENOIA DEI NOSTRI TEMPI – INTERVISTA DEL 1971 ALL’AUTORE DE “LA VIA LATTEA” E “BELLA DI GIORNO” – '‘NEL CINEMA D'OGGI M'INFASTIDISCE LA PORNOGRAFIA CONTRABBANDATA PER EROTISMO. L'EROTISMO È UNA CORRENTE CHE PASSA E NON SI VEDE, LA SI SENTE NELL'ARIA''LA STRONZAGGINE DI CHAPLIN, LA FURBIZIA DI GODARD, IL RANCORE PER DALÍ ‘’DOPO AVER VISTO UN MIO FILM, DE SICA CHIESE A MIA MOGLIE: “SIGNORA, MI DICA LA VERITÀ: SUO MARITO È UN SADICO, LE USA VIOLENZE?” - VIDEO

 

Luis Bunuel

Intervista di Mario Foglietti, critico, sceneggiatore e regista. tratta dalla Rivista del Cinematografo di gennaio 1971

https://www.cinematografo.it/riflettori/interviste/il-successo-e-la-fine-di-ogni-illusione-intervista-a-luis-bunuel-sl3a5n2d

 

Per sostenere un incontro con Luis Bunuel (il termine “incontro” va inteso proprio nella sua accezione sportiva) bisogna avere almeno tre qualità: parlare il catalano, sillabandolo (è l'unico modo per superare lo scoglio della sua sordità) porgergli in tempo il “la” per le sue ormai proverbiali micidiali battute.

 

Luis Bunuel Salvador Dalì

Possedere un fegato a prova di bomba (il Bunuelone – strano intruglio di vodka gin e rhum – è una sorta di rito dell'amicizia al quale non ci si può sottrarre).

 

A questo punto si è soltanto all'inizio. Costringere il regista spagnolo davanti a un microfono è impresa ben più ardua che superare le ormai famose tre fatiche. Bunuel non ama parlare molto, tantomeno ascoltare (gli basta spostare la levetta dell'auricolare per isolarsi completamente).

bunuel ritratto da Dalì

 

Un uomo difficile, senza dubbio. Questo spiega le rare autentiche interviste che sinora ha concesso. Chi scrive ha avuto modo di stargli venti giorni accanto. “Bastano per conoscere un uomo?”. No, davvero. Eppure ci sono stati momenti in cui qualcosa – un sorriso un lampo negli occhi – ci ha dato l'illusione di aver conosciuto un essere quantomeno diverso da quello che le cronache dipingono.

 

E allora le stravaganze, i paradossi, le proverbiali battute? Una vecchia posa surrealista. Ma almeno per quanto riguarda Bunuel dietro ogni sua battuta ogni stravaganza ogni paradosso c'è sempre qualcosa: una piccola ma autentica verità.

 

Signor Bunuel, ogni qualvolta si accinge a ritornare dietro la macchina da presa Lei dichiara: “questo è il mio ultimo film”. Lo ha detto almeno cinque volte in questi ultimi anni. Ormai nessuno Le crede più…

Luis Bunuel occhio tagliato in Le chien

È un gioco, naturalmente. Mi diverte spiare le reazioni degli altri, di quelli che mi amano e di quelli che non mi amano. No, non smetterò di fare il cinema. Non voglio togliermi questo divertimento.

 

È un divertimento per Lei girare un film?

Quando si ama una cosa non è lavoro. Altro è fare un film per guadagnarsi da vivere.

 

Ha un particolare metodo di lavoro?

Non ho metodi, mi affido all'intuizione che d'altra parte mi lascia il gusto dell’imprevisto e la grande curiosità di verificare alla fine i risultati.

Luis Bunuel Catherine Deneuve

 

Ha avuto occasione di conoscere registi italiani?

Si, ma non ricordo i nomi. Ricordo però Vittorio De Sica. L'ho conosciuto a Città del Messico. Un uomo buono, forse un po' impressionabile. Una sera dopo la proiezione di un mio film era disfatto, mi guardava con un'aria tra la compassione e la rabbia. Ricordo che chiese a mia moglie: “Signora mi dica la verità: suo marito è un sadico, le usa violenze?”. Sì, De Sica è un uomo molto impressionabile.

 

Quali sensazioni prova un regista che arriva al successo all'alba dei settant'anni?

Tanta tristezza. Il successo è la fine di ogni illusione. E poi accade una cosa riprovevole; hanno tirato fuori additandoli come capolavori alcuni vecchi film dei quali mi vergogno dal più profondo del cuore.

Luis Bunuel Delphine Seyrig

 

C'è un film al quale è particolarmente legato?

Forse Los olvidados (I figli della violenza), quello che avrei voluto fosse: un racconto naturalistico interrotto con alcuni inserti irreali.

 

Quali registi ritiene più rappresentativi del cinema d'oggi?

Non so rispondere a questa domanda. Posso dire quali registi amo. Soprattutto Robert Bresson. Sinceramente mi commuove la religiosità e quel senso di infinito che circola nei suoi film. Poi Federico Fellini. Con Fellini ho un debito di riconoscenza. Mi dicono che abbia più volte detto che io sono il suo maestro. Lo ringrazio di cuore anche se non riesco a capire cosa gli avrei insegnato.

Luis Bunuel - Leone d'oro alla mostra di Venezia

 

E Godard. Le piace Godard?

Godard è un furbo. Cerca di impressionare la gente. Lui non ne ha colpa. La colpa è di chi si lascia impressionare.

 

Tra i nuovi registi c'è qualcuno che le piace in modo particolare?

Mi piace molto Solanas. E anche Jancso. Ho visto L'armata a cavallo, un gran bel film.

 

Può fare una graduatoria dei più grandi registi?

Primo: Bunuel; poi: il nulla; quindi, ancora Bunuel.

 

Luis Bunuel

 

Abbiamo visto di recente Tristana, il suo ultimo film. Cosa l’ha colpita in modo particolare nel romanzo di Perez Galdos?

La storia di questa ragazza alla quale amputano una gamba. Mi incuriosiva vedere come se la sarebbe cavata Catherine Deneuve nella finzione scenica.

 

l suoi ritorni in Spagna sono sempre più rari. Ma non sente nostalgia per la sua terra?

Tanta, preferisco stare lontano, il più lontano possibile. E poi se dovessi vivere a Madrid sarei costretto prima o poi, ad accettare l'invito a pranzo del Generalissimo. E questo mi metterebbe in grande imbarazzo, perché non ho un vestito adatto per l'occasione. lo non posseggo abiti da sera.

 

Eppure ricordiamo d'averla vista due anni fa a Venezia in un impeccabile smoking…

Era di mio figlio e mi stava maledettamente stretto…

 

Bunuel Jeanne Moreau

Come trascorre le sue giornate a Città del Messico?

Quando non lavoro, e capita sovente, leggo. In particolare i libri che hanno scarso credito presso la critica. Ho fatto una singolare scoperta. Ci sono molte più verità in certi comunemente chiamati libercoli che non in quei libri che fanno la cosiddetta cultura ufficiale.

 

Le sarebbe piaciuto essere uno scrittore?

È stata la mia massima aspirazione. Ora non soltanto non so scrivere ma sono l'antiscrittore per eccellenza. E pensare che tutta la mia gioventù e buona parte della mia maturità l 'ho trascorsa con poeti e scrittori: Lorca, Salinas, Alberti. Valle lnclan, Breton, Eluard, Jimenez…

 

Di quella generazione siete rimasti soltanto tre: Lei, Rafael Alberti e Salvador Dalí. Ha occasione di rivedere i vecchi amici?

Con Rafael Alberti ci rivediamo ogni dieci anni o giù di lì. Con Dalí invece, non ci vediamo e non ci parliamo da quarantadue anni. Quarantadue anni di silenzi. Incredibile, vero?

Luis Bunuel Il fantasma della libertà

 

Perché?

Quando uno tradisce l'amicizia non è degno di vivere nel ricordo degli altri. Per me Dalí è morto un pomeriggio di aprile del 1928 a Parigi dopo la proiezione di L'age d'or.

 

Va spesso al cinema?

Rarissime volte. Credo che il cinema non ha dato niente di nuovo da quarant'anni a questa parte. ‘’Zero in condotta’’ e ‘’La corazzata Potemkin’’ sono ancora insuperati. Mi piace molto Keaton. Quando vivevo a Hollywood passavo le mie giornate a rivedere le sue vecchie comiche. Credo di averle viste almeno un centinaio di volte.

Luis Bunuel col ritratto di Dalì

 

Durante il suo soggiorno in America ebbe modo di conoscere anche Charles Chaplin.

Non è un bel ricordo. Era il 1940, non avevo un soldo. cercavo di piazzare qualche “gags”. Una sera qualcuno, credo René Clair, mi presentò a Chaplin il quale mi fissò un appuntamento per l’indomani. Aspettai quattro ore sotto la pioggia ma lui non si fece vedere. Ed io da quel giorno non lo cercai più. Ricordo che andai a scaricare casse ai mercati per mettere insieme i soldi di un pasto.

 

C'è un periodo di tempo della sua vita che rimpiange?

l quarant'anni. È stato l'epoca d'oro della mia vita. Mi entusiasmava tutto. ogni cosa era una scoperta: leggere un libro, ascoltare Beethoven, vedere un film…

 

Non le piace l’epoca che oggi viviamo?

Poco, anzi affatto. C'è troppa facilità in tutto. Troppi libri. la cultura si compra nei grandi magazzini. Basta premere un bottone per sentire Beethoven. L'uomo così si inaridisce, non crea più. Se uno mangia caviale tutti i giorni finisce per non gustarlo più.

 

Luis Bunuel

Cosa l'infastidisce di più nel cinema d'oggi?

La pornografia contrabbandata per erotismo. Fare un film erotico è difficile. L'erotismo è una corrente che passa e non si vede, la si sente nell'aria.

 

E nella vita?

La normalità, o quello che solitamente s'intende per normalità. I veri mostri sono gli uomini e le donne incapaci di amare o di sbagliare troppo. Ogni volta che ritorna in Spagna ripete un singolare rituale: una passeggiata a Saragozza.

Luis Bunuel

 

Cosa c'è di tanto interessante a Saragozza?

Un prete, padre Valentin Arteta. La meraviglio? No, non è il mio consulente spirituale. È un amico, soltanto un buon amico. Amo parlare con lui.

 

Di cosa parlate?

Un po' di tutto. Spesso di Dio. E allora sono discussioni accaloratissime e talvolta si finisce anche per litigare. Ma c'è sempre tra di noi una intesa perfetta, un profondo sincero rispetto reciproco.

 

luis bunuel jean claude carriere

Un'ultima domanda, signor Bunuel. Le si attribuisce questa frase: “Grazie a Dio sono ateo”. È autentica?

Mi si attribuiscono tante cose che io non ho mai detto né fatto. Quella frase non l’ho mai detta. Ho detto soltanto: “Sono ateo per grazia di Dio". Il che è diverso.

jean luc godard Orson Weller e Charlie ChaplinbunuelLuis Bunuel Man Ray Salvador DalìGarcia Lorca e Salvador Dalìlocandine di film di bunuelGarcia Lorca e Salvador Dali

 

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...