big boccassini gomorra

GOMORRA SIAMO NOI - TOGHE DIVISE SULLA FICTION: PER CATELLO MARESCA (DDA) “QUELLA SERIE E’ UN ORRORE E UN ERRORE NARRATIVO”. MA LA BOCCASSINI DIFENDE SAVIANO: “HA CAPITO CHE SOLO PARTENDO DAL MALE ASSOLUTO PUÒ NASCERE IL RINNOVAMENTO”

1.LA POLEMICA

Da “la Repubblica

 

CATELLO MARESCA E GIUSEPPE AJALA CATELLO MARESCA E GIUSEPPE AJALA

È già successo a Il Padrino di Francis Ford Coppola e al Romanzo criminale tratto dal libro di Giancarlo De Cataldo. Quando il crimine va in scena, puntuale si leva il coro di polemiche sul pericolo dell’emulazione, perché Michael Corleone e il Libanese sono protagonisti spietati e “affascinanti”, mentre la polizia e lo Stato sono i perdenti.

 

Ora il dibattito si scatena su Gomorra, la serie tv ispirata al libro di Roberto Saviano. Dopo il numero uno dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone («È un film ben fatto», ma deve essere chiaro che «si tratta di una fiction e non della realtà»), hanno detto la loro alcuni magistrati campani. Per il pm della Dda Catello Maresca, «quella serie è un orrore e un errore narrativo».

raffaele cantoneraffaele cantone

 

Il pm antimafia di Milano Ilda Boccassini, nata a Napoli, difende la serie con questo intervento.

 

2.BOCCASSINI: LA SERIE TV RIPRODUCE LA REALTÀ E AIUTA IL SUD A REAGIRE

Testo di Ilda Boccassini pubblicato da “la Repubblica

 

La serie tratta da Gomorra ha riaperto il dibattito tra il bene e il male e il modo giusto per rappresentarlo. L’ideatore Roberto Saviano (che ne ha anche scritto i soggetti di serie e di puntata) è bersaglio di critiche violente e ingiustificate, dettate, a mio giudizio, anche da una non simpatia per l’uomo piuttosto che per il lavoro che svolge. Invidia? Gelosia? Sì, ma anche altro, purtroppo.

ilda boccassiniilda boccassini

 

Si dimentica che stiamo parlando di un uomo di 37 anni che a soli 26 è stato proiettato su un palcoscenico mondiale e nello stesso tempo “ingabbiato” senza avere scelto e preparato l’uno e l’altro. Costretto a vivere lontano dalla sua città e per lunghi periodi dal suo Paese, in questi dieci anni ha continuato a parlare e scrivere della sua terra con amore e rabbia, mai con rassegnazione.

 

Il mio vissuto è diverso da quello di Roberto, non fosse altro per l’età, 67 a fronte di 37; però la vita ha messo entrambi di fronte alle sfaccettature del male. Ho dovuto lasciare Napoli 37 anni fa, vincitrice del concorso in magistratura, al momento della scelta delle sedi nessuna mi consentiva di rimanere a Napoli e dintorni. Scelsi Milano dove tutt’ora vivo e dove ho svolto quasi per intero la mia carriera.

 

Boccassini IldaBoccassini Ilda

Ma in tutti questi anni sono rimasta visceralmente legata al sud, a Napoli, con un rapporto ambiguo, difficile, rabbioso e a volte logorante. Il mio lavoro mi ha costretto a confrontarmi con il male direi quasi quotidianamente e non sempre è stato facile capire se il bene “percepito” era reale e non il contrario; a volte ho vacillato schiacciata dalla cattiveria degli uomini, spesso mi sono stupita che il “cattivo” per definizione era meglio del buon cittadino.

 

L’esperienza in Sicilia è stata devastante, la morte di Giovanni Falcone ha condizionato la mia vita, ma non guardo mai indietro, anche se la scelta di andare ad occuparmi della sua morte mi ha fatto toccare con mano il male assoluto e non solo quello dei mafiosi, fatti che mi porto dentro e che mi hanno segnato per sempre.

processo ruby Ilda Boccassini e il presidente del tribunale dei minori Monica Frediani resize processo ruby Ilda Boccassini e il presidente del tribunale dei minori Monica Frediani resize

 

Quando vacillo mi viene in soccorso proprio lui, Giovanni Falcone, la sua sapienza, la sua integrità, il suo coraggio di uomo normale. Rileggo i suoi scritti e faccio miei i suoi insegnamenti.

 

Così scriveva Giovanni: «Ho imparato che ogni atteggiamento di compromesso — il tradimento o la semplice fuga in avanti — provoca un sentimento di colpa, un turbamento dell’anima, una sgradevole sensazione di smarrimento e di disagio con se stessi. L’imperativo categorico dei mafiosi di “dire la verità” è diventato un principio cardine della mia etica professionale, almeno riguardo ai rapporti importanti della vita.

 

Per quanto possa sembrare strano la mafia mi ha impartito una lezione di moralità. Questa avventura ha reso più autentico il mio senso dello Stato. Confrontandomi con lo “Stato mafia” mi sono reso conto di quanto esso sia più funzionale ed efficiente del nostro Stato e quanto, proprio per questa ragione, sia indispensabile impegnarsi al massimo per conoscerlo a fondo allo scopo di combatterlo.

 

Roberto Saviano Roberto Saviano

Se vogliamo contrastare efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia…».

 

Giovanni Falcone esortava ad analizzare il male, mettendo a confronto l’uomo comune e il mafioso, sottolineando che solo per quest’ultimo è basilare la cultura dell’appartenenza e la fedeltà a valori fondamentali: dignità, rispetto, onore, solidarietà. Valori per i quali i mafiosi sono disposti a morire.

 

Di come Giovanni Falcone sia stato osteggiato in vita, invidiato per la sua intelligenza ed emarginato dalla magistratura che lo considerava e lo considera un corpo estraneo, non voglio spendere una parola: restano il suo lavoro, le sue analisi per chi ha voglia di capire.

 

stefano sollimastefano sollima

Anche la serie di Gomorra ci mette in guardia contro il male, ci spinge contro un muro, non ci fornisce alibi (tanto c’è il poliziotto buono, il pm antimafia, i preti antimafia etc...), ci costringe a guardarci dentro. Saviano (e gli autori che insieme a lui hanno scritto la sceneggiatura) ha capito che solo partendo dal male assoluto, dall’assenza di bene, può nascere il motivo autentico di rinnovamento.

 

Ci invita a guardare con occhi sgombri da preconcetti e false ipocrisie e cioè che la realtà del sud, di Napoli, di Secondigliano, di Scampia… è anche quella rappresentata da Gomorra. Il degrado urbano non nasce dalla serie, preesiste.

i bambini di napoli giocano a gomorrai bambini di napoli giocano a gomorra

 

La capigliatura di Genny e degli altri giovani personaggi siamo abituati a vederla da anni non solo nei quartieri, nei rioni di Scampia, ma al Nord, in America, così come l’abbigliamento degli attori: Gomorra riproduce la realtà, altro che rischio di emulazione. Rappresentare il male non significa infangare il sud. Anzi, lo spirito della serie è proprio quello, lo ripeto, di rappresentare il male in tutte le sue sfaccettature per arrivare al rinnovamento.

 

CRISTINA DONADIO GOMORRA CRISTINA DONADIO GOMORRA

Non sarà certo la serie televisiva a scalfire la bellezza della mia città, della sua cultura, della sua storia, di cui tutti siamo fieri e orgogliosi. Non c’è bisogno di rappresentare il bene, perché sappiamo che esiste anche se a volte e troppo spesso il “buono” si è tramutato in “malamente” per opportunismo, ambizione, carrierismo e questo sì che fa male, altro che Gomorra.

 

gomorra    la serie stagione duegomorra la serie stagione due

Ecco perché io sto dalla parte di Gomorra, che indaga il male per superarlo. Sono grata a Saviano che ci sta provando, riconoscente verso Stefano Sollima (e gli altri registi) e gli attori che si sono assunti una responsabilità immensa e lo hanno fatto con consapevolezza e talento.

 

Tutti loro hanno avuto un coraggio nient’affatto scontato: hanno messo in scena il male e lasciato a noi il compito di decidere dove sta il bene. Guardiamo dunque avanti e liberiamoci dai falsi moralismi.

( L’autrice è procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano)

Ultimi Dagoreport

biennale di venezia antonio monda pietrangelo buttafuoco alessandro giuli alfredo mantovano

DAGOREPORT - ANTONIO MONDA, IL ''BEL AMI'' PIÙ RAMPINO DEL BEL PAESE, È AGITATISSIMO: SI È APERTA LA PARTITA PER LA DIREZIONE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA DEL 2026 - UNA POLTRONISSIMA, CHE DOVREBBE FAR TREMARE I POLSI (È IN CONCORRENZA CON IL FESTIVAL DI CANNES), CHE DA ANNI TRAVAGLIA LA VITA E GLI INCIUCI DEL GIORNALISTA MONDA, MAGNIFICAMENTE DOTATO DI UNA CHIAPPA A SINISTRA (“REPUBBLICA” IN QUOTA ELKANN); MENTRE LA NATICA DI DESTRA, BEN SUPPORTATA DAL FRATELLO ANDREA, DIRETTORE DELL’”OSSERVATORE ROMANO”, GODE DEI BUONI RAPPORTI CON IL PIO ALFREDO MANTOVANO - ALL’ANNUNCIO FATALE DI GIULI, SU INPUT DI MANTOVANO, DI CONSEGNARE LA MOSTRA DEL 2026 NELLE MANINE FATATE DI MONDA, IL PRESIDENTE DELLA BIENNALE BUTTAFUOCO, CHE NON HA MAI STIMATO (EUFEMISMO) L’AEDO DELLA FUFFA ESOTERICA DI DESTRA, AVREBBE ASSUNTO UN’ESPRESSIONE ATTONITA, SAPENDO BENE COSA COMPORTEREBBE PER LUI UN FALLIMENTO NELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA, MEDIATICAMENTE PIÙ POPOLARE E INTERNAZIONALE (DELLE BIENNALI VENEZIANE SU ARCHITETTURA, TEATRO, BALLETTO, MUSICA, NON FREGA NIENTE A NESSUNO)

marina berlusconi silvio vanadia greta jasmin el moktadi in arte grelmoss - 3

DAGOREPORT - BUNGA BUNGA FOREVER! IL VERO ''EREDE ORMONALE" DI SILVIO BERLUSCONI È IL NIPOTE SILVIO, RAMPOLLO PRODOTTO DEL MATRIMONIO DI MARINA CON MAURIZIO VANADIA - SE IL CAVALIER POMPETTA PROVOCAVA INQUINAMENTO ACUSTICO E DANNI ALL'UDITO GORGHEGGIANDO CANZONI FRANCESI E NAPOLETANE, IL VENTENNE EREDE BERLUSCHINO NON E' DA MENO: E' BEN NOTO ALLE SPERICOLATE NOTTI MILANESI LA SUA AMBIZIONE DI DIVENTARE UN MITO DEL RAP, TENDENZA SFERA EBBASTA E TONY EFFE - SUBITO SPEDITO DA MAMMA MARINA A LONDRA, IL DISCOLO NON HA PERSO IL VIZIO DI FOLLEGGIARE: DA MESI FA COPPIA FISSA CON LA CURVACEA GRETA JASMIN EL MOKTADI, IN "ARTE" GRELMOS. PROFESSIONE? CANTANTE, MODELLA E INFLUENCER, NATA A NOVARA MA DI ORIGINI MAROCCHINE (COME LA RUBY DEL NONNO) - IL RAMPOLLO SU INSTAGRAM POSTA FOTO CON LE MANINE SULLE CHIAPPE DELLA RAGAZZA E VIDEO CON SOTTOFONDO DI CANZONI CON RIME TIPO: "GIRO A SANTA COME FA PIER SILVIO, MANCA UN MILIARDINO. ENTRO IN BANCA, MI FANNO L'INCHINO". MA PIER SILVIO È LO ZIO E MARINA E' FURIBONDA... - VIDEO

francesca fialdini mario orfeo

DAGOREPORT: MAI DIRE RAI! – COME MAI “REPUBBLICA” HA INGAGGIATO UNA BATTAGLIA CONTRO L’ARRIVO DI NUNZIA DE GIROLAMO AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI NELLA DOMENICA POMERIGGIO DI RAI1? NON È UN MISTERO CHE IL DIRETTORE, MARIO ORFEO, ANCORA MOLTO INFLUENTE A VIALE MAZZINI, STIMA MOLTO LA FIALDINI (FU LUI A FAVORIRNE L’ASCESA DA DIRETTORE GENERALE) - PER EVITARE IL SILURAMENTO DEL PROGRAMMA DELLA CONDUTTRICE, A LARGO FOCHETTI HANNO MESSO NEL MIRINO PRIMA IL TRASH-SEX SCODELLATO DA NUNZIA COL SUO "CIAO MASCHIO", E POI IL PRESIDENTE RAI AD INTERIM, IL LEGHISTA ANTONIO MARANO, PER UN PRESUNTO CONFLITTO DI INTERESSI - MA L'ORGANIGRAMMA RAI VUOLE CHE IL DIRIGENTE RESPONSABILE DEL DAY-TIME, DA CUI DIPENDE IL PROGRAMMA DELLA FIALDINI, SIA ANGELO MELLONE...

elly schlein friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - ELLY HA FINALMENTE CAPITO DA CHE PARTE STARE? – IN POCHI HANNO NOTATO UNA IMPORTANTE DICHIARAZIONE DI SCHLEIN SULL’UCRAINA: “SUL TRENO PER KIEV, CON I LEADER DI FRANCIA E GERMANIA, CI SAREI ASSOLUTAMENTE STATA” – LA SEGRETARIA CON UNA FIDANZATA E TRE PASSAPORTI E' PRONTA AD  ABBANDONARE IL PACIFISMO PIÙ OTTUSO PER ADERIRE A UNA LINEA PIÙ REALISTA E PRAGMATICA? – IN CAMPANIA ELLY È VICINA A UN ACCORDO CON DE LUCA SULLE REGIONALI (MEDIATORE IL SINDACO MANFREDI) – OTTIME NOTIZIE DAI SONDAGGI DELLE MARCHE: IL PIDDINO MATTEO RICCI È DATO AL 51%, CONTRO IL 48 DEL MELONIANO ACQUAROLI…

chiocci vespa rossi

FLASH! – IN RAI STA NASCENDO UNA COALIZIONE CONTRARIA AL DINAMISMO POLITICO DI GIANMARCO CHIOCCI, CHE PARLA SPESSO CON ARIANNA E GIORGIA MELONI, DISPENSANDO MOLTI CONSIGLI DELLA GOVERNANCE RAI – IL MOVIMENTISMO DEL DIRETTORE DEL TG1 E DI BRUNO VESPA HANNO GRANDE INFLUENZA SU PALAZZO CHIGI, E I LORO ''SUSSURRI'' FINISCONO PER RIMBALZARE SULL’AD GIAMPAOLO ROSSI, CHE SI TROVA ISOLATO DAI DUE DIOSCURI – E FAZZOLARI? PREFERISCE RESTARE IN DISPARTE E ESERCITARE LA SUA INFLUENZA SUI GIORNALISTI NON ALLINEATI AL GOVERNO MELONI...

giorgia meloni matteo piantedosi ciriani cirielli mantovano santanche lollobrigida

DAGOREPORT - PROMOSSI, BOCCIATI O RIMANDATI: GIORGIA MELONI FA IL PAGELLONE DEI MINISTRI DI FDI – BOCCIATISSIMO MANTOVANO, INADEGUATO PER GESTIRE I RAPPORTI CON IL DEEP STATE (QUIRINALE, SERVIZI, MAGISTRATURA) E DOSSIER IMMIGRAZIONE – RESPINTO URSO, TROPPO COINVOLTO DAL SUO SISTEMA DI POTERE – CADUTO IN DISGRAZIA LOLLOBRIGIDA, CHE HA PERSO NON SOLO ARIANNA MA ANCHE COLDIRETTI, CHE ORA GUARDA A FORZA ITALIA – BOLLINO NERO PER IL DUO CIRIANI-CIRIELLI - DIETRO LA LAVAGNA, LA CALDERONE COL MARITO - NON ARRIVA ALLA SUFFICIENZA IL GAGA' GIULI-VO, MINISTRO (PER MANCANZA DI PROVE) DELLA CULTURA - LA PLURINDAGATA SANTANCHÉ APPESA A LA RUSSA, L'UNICO A CUI PIEGA IL CAPINO LA STATISTA DELLA GARBATELLA – SU 11 MINISTRI, PROMOSSI SOLO IN 5: FITTO, FOTI, CROSETTO, ABODI E…