1- INFARTI SUL COLLE, TUMORI IN BUSTA PAGA: OGGI ABBIAMO LA MORTE AL GOVERNO. MORTE CHE DIVIDE, MORTE DA USARE PER COLPIRE I NEMICI O DA MINACCIARE PER PRENDERE ALTRI SUSSIDI DALLA STATO. E’ UNO SPETTACOLO DESOLANTE, MA QUESTO PASSA IL CIMITERO ITALIA 2- ESSì: “ORMAI ANCHE L’INFARTO È DIVENTATO UNA CATEGORIA DELLA POLITICA”. INQUALIFICABILE IL TITOLO A TUTTA PRIMA DEL ‘’GIORNALE’’: “CONDANNATO A MORTE”. MA SI ILLUSTRA ANCHE ‘’IL FATTO”, CHE SECERNE: "IL CONSIGLIERE GIURIDICO DEL COLLE, CARDIOPATICO, AVEVA 65 ANNI. NAPOLITANO: COLPA DI GIORNALI E PM”. QUELL’INCISO “CARDIOPATICO”, ANCHE SE SARÀ VERO, SI COMMENTA DA SOLO 3- PISCICELLI, L'UOMO CHE RIDEVA DEL TERREMOTO, SPIEGA COME AIRONE PASSERA “ISTRUIVA” LE PRATICHE DI BANCA INTESA. UN UOMO DAVVERO NATO PER FARE POLITICA

a cura di COLIN WARD e CRITICAL MESS (Special Guest: Falbalà)

1 - I TUMORI IN BUSTA PAGA...
Oggi abbiamo la morte a governare la politica italiana. Morte che divide, morte da usare per colpire i nemici o da minacciare per prendere altri sussidi dalla Stato. E' uno spettacolo desolante, ma questo passa il convento Italia. Turiamoci il naso e cominciamo.

"Taranto, sequestro per l'Ilva. Arrestati proprietari e dirigenti. ‘Colpevoli di morti e malattie'" (Repubblica, p. 12). Sulla Stampa slingottata, sempre dalla parte degli operai, un'amara considerazione da torinesi: "La salute? Senza lavoro si muore lo stesso". Gli operai davanti alla Prefettura: 'Oggi siamo in lutto'" (p. 13) E visto che quando si vuole i denari ci sono (per fare cose di destra), "Il governo Monti ci mette i soldi: "Riaprire subito'. 336 milioni in un protocollo urgente varato dal ministero dell'ambiente" (Cetriolo Quotidiano, p. 5).

Ma oggi è proprio il giorno delle lacrime di coccodrillo e dell'ipocrisia. Così ci tocca leggere che "Lavoro e salute sono entrambi valori primari, come il diritto all'incolumità e il diritto alla libertà: qualcuno un tempo li avrebbe chiamati variabili indipendenti, noi oggi diremmo forse oggetti "non negoziabili" (Edoardo Segantini, Corriere della Sera, p. 2). Ma davvero? Non abbiamo letto queste parole ai tempi della contro-riforma del lavoro e del braccio di ferro Marchionne-Cgil.

2 - E ANCHE GLI INFARTI SERVONO...
La morte di Loris D'Ambrosio scatena i corazzieri del Quirinale e i fautori interessati del massimo scontro con la magistratura inquirente per davvero (un'esigua minoranza, state tranquilli). Inqualificabile il titolo a tutta prima del Giornale di Feltrusconi: "Condannato a morte". Ma si illustra anche il Cetriolo Quotidiano, che secerne: "Il consigliere giuridico del Colle, cardiopatico, aveva 65 anni. Napolitano: colpa di giornali e pm". Quell'inciso "cardiopatico", anche se sarà vero, si commenta da solo. Però è vero che Re Giorgio Banalitano ci ha messo il carico da 12, confidando nella stampa di Corte.

Inchiavardata nelle cinque pagine a senso unico che aprono la Stampa, l'amara considerazione della Jena Barenghi: "Ormai anche l'infarto è diventato una categoria della politica". E anche della lotta editoriale, con il giornale di Mariopio Calabresi che mette il "Fatto Quotidiano" in cima alla lista dei cattivi che, in un modo o nell'altro, hanno fatto morire il consigliere giuridico dell'amato Quirinale (p. 5).

Poi passa Marcello Sorgi ("Quelle ombre ingiustificate allungate sulle istituzioni", p. 5) e, tra le tante, scrive un'astuta sciocchezza: "Di qui le pressioni di D'Ambrosio sui vertici della magistratura su insistenza di Mancino (come rivelano le intercettazioni finite sui giornali), che per stessa ammissione del procuratore capo di Palermo non sortirono effetti". E già che "non sortirono effetti": il procuratore generale della Cassazione convocò Piero Grasso per prospettargli l'avocazione dell'inchiesta, ma il procuratore Antimafia si rifiutò. Diversamente, avrebbero "sortito".

In operoso lutto anche il Messaggero, con Piero Alberto Capotosti, autore nei giorni scorsi di vibranti articolesse pro-Napolitano e anti-giudici, che inizia così il suo pezzo: "Ho perduto un amico con il quale ho colloquiato fino a ieri mattina".
Il Corriere, per citare un giornale non certo insensibile alle volontà di Re Giorgio, dedica alla morte di D'Ambrosio solo le pagine 12 e 13, con un equilibratissimo ritratto-racconto di Giovanni Bianconi ("La ribalta sgradita e l'amarezza degli ultimi giorni").

3 - GOVERNARE CON IL TERRORE...
(ma anche no) "Non c'è problema, ho più soldi io". Drago Draghi si comporta da pokerista e, visto che la speculazione gioca sulle paure, porta a casa una bella mano. "Draghi assicura che la Bce salverà l'euro. Fiammata dei mercati. Milano fa +5,62%" (Corriere della Sera, p. 1). "Pronti a tutto, salveremo l'euro". Draghi fa volare le Borse" (Repubblica, p. 1). Titolo fotocopia anche per il Messaggero di Calta-riccone: "Draghi fa volare le Borse" (p. 1).

C'è che "Contro la Banca centrale europea si perde sempre. Il governatore Mario Draghi ancora non ha tirato il grilletto del bazooka, come nel gergo finanziario si chiama la soluzione estrema. Ma ha fatto capire di avere il dito pronto sul grilletto. E tanto basta, per ora", scrive Stefano Feltri sul Cetriolo Quotidiano.

4 - GOVERNARE CON IL TERRORE/2...
Ma è sempre un peccato non approfittare dei saldi di stagione. Lo sa chi sta comprando azioni delle migliori società quotate italiane e lo sa anche il Rigor Montis, ansioso di passare dal titolo di "professore" a quello di "statista". "Monti chiede la legge elettorale: i mercati sarebbero rassicurati. Il premier: lascerò quando sarà completato il mio compito" (Corriere, p. 14). Verso l'autocrazia finale, ma su richiesta degli utilissimi mercati?

No, ennesime prove tecniche di pasticcione, come svela un candido retroscena dello stesso Corriere. "La rete moderata di Casini e la tentazione Marcegaglia. L'idea di un rassemblement di governo nel solco del presidente del Consiglio. Un contenitore aperto ai cattolici tra i Democratici" (p. 15). Insomma, a Fioroni.

Comunque le parole sono tutto. Come è tutto molto più bello, se al Rigor Montis gli mettiamo su il suo bravo "rassemblement". Dal Messaggero, apprendiamo che è pronto anche l'uomo dal tocco magico: "Fini: alleati anche con il Pd se sostiene l'agenda Monti" (p. 13). Poi apri la Repubblica degli Illuminati e scopri che quello "nel cui solco il rassemblement..." è già in campagna elettorale: "Basta sacrifici, preparo l'Italia alla crescita", dice il premier (p. 8).

5 - NON FA SOSTA LA SUPPOSTA...
Ok, basta sacrifici. Però intanto vi faccio un mazzo così. "L'Irpef potrà salire nelle otto Regioni in disavanzo sanitario" (Stampa, p. 9). "Sanità in rosso per otto Regioni. Irpef più cara dal prossimo anno. Costerà 138 euro in più a testa" (Repubblica, p. 10). Scegliersi sedicenti "governatori" del menga, giustamente, deve costare di più.

Ma soprattutto, "Patrimoniale, prestito forzoso e super Imu, tutte le tentazioni per consolidare il debito pubblico". Sostiene la Repubblica di Barbagenio Scalfari che "Si accende il dibattito sul principale fardello che pesa sul bilancio. Il Fondo di ammortamento costituito nel 1993 ha bisogno di essere alimentato con misure da definire" (p. 9). "Ammortamento", che bella parola. Evoca precari condizioni di salute, ma fa anche rima con "rassemblamento".

6 - ULTIME DAL VENTENNIO A COLORI...
Iniziano le prime Olimpiadi di guerra (sui mercati) e s'odono squilli di tromba ardimentosi. "Napolitano chiede aiuto allo sport: ‘Facciamo vedere che siamo grandi" (Repubblica, p. 49).

7 - LINGOTTI IN FUGA...
Sulla Stampa di casa, Sergio Marchionne, ritratto come un guru della Silicon Valley, punta il ditino tutto sorridente e dà lezioni anche ai tedeschi: "In Europa auto da ripensare. La politica degli sconti tedeschi è un bagno di sangue" (p. 23). Ma dopo averlo tanto venerato, i fan torinesi di Marpionne cominciano a dubitare del Capo.

Perfino Salvatore Tropea, massimo cantore delle gesta dello svizzero su Repubblica, si perplime con una certa amarezza: "Monta il malcontento dei manager. ‘Con Sergio non abbiamo un futuro. Pochi modelli, molta finanza: Fabbrica Italia non c'è più" (p. 25). Ma va? E "un impiegato di rango negli uffici centrali della Fiat" confessa: "Per fare la fine che stiamo facendo, tanto valeva iscriverci tutti alla Cgil".

8 - DISECONOMY...
"Istruttiva" intervista del costruttore Francesco Piscicelli a Marco Lillo, sul Cetriolo Quotidiano ("Malinconico non mi ha ancora pagato", p. 6). Nel vero senso del termine. Con l'uomo che rideva del terremoto, ci si "istruisce" su come Airone Passera "istruiva" le pratiche di Banca Intesa. Un uomo davvero nato per fare politica in Italia.

9 - FREE MARCHETT...
Ma che meraviglia la fotona della panza gloriosa di Palenzona, che minaccia di tracimare su un plastico del nuovo aeroporto di Fiumicino. La potete ammirare a pagina 22 della Stampa, sotto il titolo entusiasta: "Fiumicino vuole 100 milioni di passeggeri. La società Adr punta a triplicare il numero di viaggiatori investendo 12 miliardi" (p. 22). E quintuplicando i bagagli persi.

colinward@autistici.org

 

 

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