leonardo pieraccioni

“UN GIORNO SILVIO BERLUSCONI MI INVITÒ AD ARCORE. GLIELO RACCONTAI A MIO PADRE E E LUI: “E GLIEL’HAI DETTO CHE RETE 4 QUI DA NOI FA I BRUSCOLI? (SI VEDE MALE)” - LEONARDO PIERACCIONI A “DIPIU’” RACCONTA L’AMORE PER TERESA: “LEI VENDEVA CAPSULE PER IL CAFFÈ: CI SIAMO CONOSCIUTI COSÌ. CON LEI, FINALMENTE, HO UNA VITA SENTIMENTALE APPAGANTE” (SARA' CONTENTA L'EX LAURA TORRISI) – “SANREMO? SE IL MIO AMICO CARLO CONTI DECIDERÀ DI CHIAMARMI, IO CI SONO, PERCHÉ NO...”

Gabriele Penna per “DiPiù” - Estratti

leonardo pieraccioni

 

Io al Festival di Sanremo? Se il mio amico Carlo Conti deciderà di chiamarmi, io ci sono, perché no... Tra l’altro, sono molto contento che Carlo, nell’ultima edizione, abbia fatto conoscere Lucio Corsi a tutta Italia.  

 

Con lui ho girato il video della sua canzone, Volevo essere un duro. Uno della mia generazione, che per amore della figlia si mette ad ascoltare i rapper, quando incontra uno come Lucio Corsi, lo vede come un’oasi di speranza per la musica italiana».  

 

A parlare così è Leonardo Pieraccioni, uno dei grandi interpreti della commedia italiana. Attor e regista di film di successo come I laureati, Il ciclone, Fuochi d’artificio e Una moglie bellissima, lo spumeggiante fiorentino traccia con Dipiù il bilancio dei suoi sessanta anni, compiuti qualche settimana fa, e ci parla del suo storico amico Carlo Conti.  

 

silvio berlusconi

«Carlo quest’anno ha preferito condurre la prima serata del Festival con Gerry Scotti e Antonella Clerici», mi dice. «Di questo io e Giorgio Panariello, che con Carlo Conti abbiamo anche fatto degli spettacoli teatrali in giro per l’Italia, un po’ ci siamo rimasti male. Ovviamente sto scherzando. Io e Panariello vogliamo bene a Carlo come a un fratello».  

 

laura torrisi leonardo pieraccioni

Incontriamo Pieraccioni tra i vicoli del centro storico di Albenga, cittadina sul mare in provincia di Savona, dove l’attore fiorentino è stato premiato con la “Fionda di legno”, un premio assegnato dall’associazione culturale i Fieui dei carugi, cioè i “Figli dei vicoli”.  

 

Mentre parlo con Pieraccioni la gente si accalca, fa a gomitate per avvicinarsi a lui visto che l’attore fiorentino si concede ai fan con grande generosità: firma autografi, si mette in posa per le foto, stringe mani a destra e a sinistra. Si ferma anche ad accarezzare una bambina in braccio alla sua mamma.  

 

«Lei è un “ciclone” di emozioni», gli diciamo tanto per richiamare il titolo del suo film di maggior successo, Il ciclone, appunto. «Sono grato e felice di tutto l’affetto che il pubblico mi ha sempre dimostrato, fin dal primo film», mi dice soddisfatto.  

leonardo pieraccioni teresa magni 2

 

«Oggi ho una vita fantastica, sotto tutti i punti di vista, e la vivo nella mia provincia, Firenze. Non ho mai abbandonato la mia terra: una città conosciuta in tutto il mondo, ma che resta una meravigliosa “provincia”, cioè un luogo dove non si sono persi i valori genuini della vita. Noi italiani siamo fatti così: siamo gente di provincia, siamo attaccati alla mamma, al babbo e alla nonna. Il mio successo lo devo a loro».  

 

Leonardo, si confessi: come è nata l’idea, se di idea si tratta, di fare l’attore comico? «Perché quando si è ragazzini o si è illuminati dalla “Santa trinità” e ti viene voglia di fare il prete o si è illuminati dalla “santa bischeraggine”, cioè dalla “santa leggerezza” e ti viene voglia di dire delle cose che fanno ridere. A me piaceva fare ridere. Ho sempre fatto ridere, “da piccino” e da grande. Noi cabarettisti, quando abbiamo davanti più di sei persone, ci sentiamo in dovere di strappare una risata».  

 

Eppure lei a diciotto anni si è arruolato nei carabinieri, un corpo militare molto serio.  

leonardo pieraccioni teresa magni

«Sì, nel 1983. Era un’alternativa al servizio di leva militare: ho indossato la divisa per tre anni. Sono rimasto molto affezionato all’Arma, anche se l’anno scorso li ho traditi interpretando un poliziotto, nel film diretto da Alessandro Siani, Io e te dobbiamo parlare. Ma la famiglia dell’Arma non la dimenticherò mai. Sono contento di avere fatto il carabiniere, avevo diciotto anni, ero praticamente un bambino, ma la mia strada era un’altra».  

 

Quella dello spettacolo...  

«Sì, negli anni ’80 cominciai a farmi conoscere con DeeJay Television, su Italia 1. Su questo ho un ricordo simpatico legato a mio padre: un giorno Silvio Berlusconi, proprietario di Mediaset, mi invitò nella sua villa, ad Arcore. Voleva conoscermi. Pensi che la sera prima, dall’emozione, non riuscii nemmeno a dormire. Dopo l’incontro chiamai mio padre e gli dissi: “Ma lo sai che ieri sera sono stato da Berlusconi?”. E lui, come se nulla fosse, rispose: “E gliel’hai detto che Rete 4 qui da noi fa i bruscoli?”, cioè intendeva dire che nella zona in cui abitavamo Rete 4 si vedeva male. Con questa battuta mi fece tornare con i piedi per terra. È grazie a mio padre se non mi sono montato la testa».  

 

Ci dica di più dei suoi genitori.  

CARLO CONTI LEONARDO PIERACCIONI

«E che le devo dire? Due persone semplicissime, che hanno lavorato tutta la vita. Mio padre, che è mancato nel 2015, era impiegato in uno studio legale, la mia mamma, invece, vendeva i gomitoli di lana. Senta questa, sempre per farle capire che persona era mio padre: dopo il successo di Il ciclone, Vittorio Cecchi Gori, il produttore del film, e l’allora moglie Rita Rusic, nel giorno del mio compleanno, mi hanno regalato un assegno di un miliardo di lire. Quando l’ho fatto vedere a mio padre, lui ha commentato: “Ma glielo devi restituire?”. E giù con le risate».  

 

E con sua mamma che rapporto ha?  

panariello conti pieraccioni

«Stupendo, è una grande donna. È anche molto simpatica. Senta questa: avevo sei anni e lei mi faceva prendere l’autobus da so- lo per andare da mia zia, che abitava vicino allo stadio di Firenze. Mia mamma mi diceva: “Quando vedi lo stadio devi scendere dal bus perché sei arrivato, ma se vuoi essere sicuro di scendere nel posto giusto conta cinque ferma- te da quando sali sul bus”.  

 

Ma io, oltre alle fermate, contavo i semafori. E quindi scendevo molto prima dello stadio. Quando glielo raccontai, rise di me, mi prese in giro. Lo ripeto: io avevo sei anni... Se accadesse oggi, si finirebbe sul Tg... Comunque lei è la prima donna importante che ho avuto nella vita».  

 

GIORGIO PANARIELLO CARLO CONTI LEONARDO PIERACCIONI

Un’altra donna importante per lei è stata l’attrice Laura Torrisi, da cui ha avuto Martina. Che rapporto ha con sua figlia?  

«È una ragazza meravigliosa, mi dà molte soddisfazioni. Con lei ho un rapporto bellissimo, ma devo tenere a freno “l’amico” che c’è in me e fare un po’ di più la parte del padre».  

 

Ma da qualche anno le sue attenzioni non sono più riservate solo a sua figlia: ora c’è anche Teresa, la sua attuale compagna. Come vi siete conosciuti?  

LEONARDO PIERACCIONI - VIDEO IRONICO CONTRO CARLO CONTI

«Ci siamo conosciuti in un club di scambisti in provincia di Pisa, ma lei non lo vuole raccontare perché il suo babbo è abbonato a Dipiù e se lo viene a sapere non la prende bene... No, a parte gli scherzi, lei vendeva capsule per il caffè: ci siamo conosciuti così. Con Teresa, finalmente, ho una vita sentimentale appagante che dura da diverso tempo.  

 

Ma lei è molto brava anche a ricordare tutti gli impegni che ho, visto la mia scarsa memoria. Quando qualcuno mi chiama, per esempio, metto il vivavoce così lei ascolta e memorizza tutto: è una sorta di computer. E comunque, a parte questo, il mio futuro lo vedo con lei».  

Oltre a Teresa, che cosa vede nel suo futuro?  

«Nel mio futuro c’è l’intelligenza artificiale, tanto è vero che lei non se ne è accorto ma il vero Pieraccioni è rimasto a Firenze».  

 

Ma c’è una cosa che vorrebbe fare nella vita e che non ha ancora fatto?  

«Vorrei fare il flyboard, lo sport acquatico estremo che, indossando un paio di stivali e salendo sopra una tavola, ti fa “volare” sull’acqua. Ma sicuramente mi farei male: spero che qualcuno, Lassù, mi salvi da me stesso».  

 

alessandro siani leonardo pieraccioni alessandro siani leonardo pieraccioni io e te dobbiamo parlare

(...)

Ultimi Dagoreport

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...