lacan

LACAN E L'AMORE - "SENZA PASSARE PER L’ALTRO, NON POSSIAMO RITROVARE NOI STESSI - LE NEVROSI NASCONO QUANDO VIENE MENO IL LEGAME CON L’ALTRO E IL SOGGETTO SBANDA VERSO LA REPRESSIONE O IL PURO GODIMENTO"

Roberto Esposito per “la Repubblica”

LACANLACAN

 

Il 2 febbraio 1933, nella cittadina francese di Le Mans, due domestiche, le sorelle Papin, sgozzano le padrone, madre e figlia, cavando loro gli occhi e infierendo sui loro corpi. Il 10 aprile 1931 una donna trentottenne, Marguerite Anzieu, armata di coltello, attende una celebre attrice all’uscita del teatro, tentando di ucciderla e riuscendo a ferirla.

 

Un bambino di quattro anni, di nome Robert, che riesce a dire solo due parole — “Signora” e “Lupo” — cerca con un paio di forbici di tagliarsi il pene davanti ad altri bambini terrorizzati. Sono istantanee agghiaccianti tratte da celebri casi analizzati da Jacques Lacan, personaggio a cui è dedicato il nuovo libro di Massimo Recalcati, e che ha come sottotitolo La clinica psicoanalitica: struttura e soggetto (Raffaello Cortina).

 

Si tratta del secondo, ponderoso, tomo di uno straordinario dittico, dedicato dall’autore al grande analista francese. Il primo volume, intitolato Desiderio, godimento, soggettivazione, era già apparso qualche anno fa.

 

Se esso ricostruiva la concezione complessiva di Lacan, inquadrandola nel suo contesto teoretico, questo è dedicato alla sua intensa esperienza clinica. Benché sia conosciuto più per i suoi geniali scritti filosofici, Lacan è stato innanzitutto uno psicanalista che passava le giornate ad ascoltare esseri umani feriti nell’animo, assediati dall’angoscia, provati dal dolore.

LACAN 1LACAN 1

 

Nelle pagine finali del libro Recalcati richiama la dialettica tra parola e silenzio mediante la quale, tacendo le proprie domande e raffrenando il proprio desiderio, l’analista cerca di tradurre la sofferenza di chi ha di fronte in un’interrogazione sulla sua intera esistenza.

 

È il momento in cui la prassi analitica assume su di sé la responsabilità di un compito inesauribile, legando due vite in una relazione che le mette entrambe in gioco. In tale confronto esse sperimentano quella presenza enigmatica dell’Altro, costitutiva di ogni esistenza, che è al cuore dell’insegnamento di Lacan.

 

LACANLACAN

Il sottotitolo del libro di Recalcati, “struttura e soggetto”, nomina i due fuochi nevralgici intorno a cui si sviluppa l’intera teoria lacaniana — e cioè la costruzione della soggettività e il limite su cui essa, spesso dolorosamente, batte. Questi due elementi — il processo di umanizzazione prodotto dall’incontro con l’altro e la violenza con cui il reale investe il soggetto — costituiscono gli argini tematici del lavoro di Recalcati.

 

Non capita di frequente che la condivisione di intenti di un autore con il proprio maestro pervenga a un risultato interpretativo così rigoroso e maturo, capace di restituire tutte le pieghe della sua opera, senza mai perderne di vista il significato d’insieme. Che sta nell’equilibrio, necessario ma sempre a rischio, tra il desiderio e la legge.

 

RECALCATI LACANRECALCATI LACAN

Soltanto la legge — rappresentata da tutti i possibili nomi del padre — inserisce un diaframma nel rapporto, altrimenti mortifero, tra desiderio e godimento. Quando questi si avvitano fino a identificarsi, il soggetto rischia di rimanere soffocato dall’assenza di mediazioni. Senza passare per l’Altro, egli non può ritrovare se stesso.

 

Ma non deve cadere nell’eccesso opposto, consegnandosi interamente a esso. Se così fosse, la legge diverrebbe una potenza arbitraria che ci opprime. In questo caso avrebbero ragione Deleuze e Guattari, che nell’Antiedipo associano la legge alla repressione. Piuttosto che incarnarsi nel desiderio, essa ne impedirebbe il dispiegamento. Contro questa interpretazione, Lacan tiene fermo il punto: pur barrandolo, la legge non è nemica, ma condizione del desiderio. Ciò che gli impedisce di implodere nell’immediatezza del nudo godimento.

 

Lacan Freud Lacan Freud

Tutte le nevrosi nascono dalla rottura di questo equilibrio a favore di un polo o dell’altro. In un quadro ricchissimo di riferimenti filosofici e letterari — in cui risaltano i nomi di Hegel e Sartre, Heidegger e Foucault, Gide e Joyce — Recalcati ripercorre gli snodi decisivi della clinica lacaniana. Dallo sviluppo, tutt’altro che semplicemente evolutivo, del bambino, alla ferita della follia, in cui la libertà del soggetto si spinge tanto oltre da strappare la propria radice.

 

Dall’esperienza autoreferenziale della paranoia a quella, specularmente contraria, della schizofrenia. Se nella prima il soggetto si riempie di se stesso immunizzandosi nei confronti dell’altro, nella seconda esso si disarticola come «un’orchestra senza direttore». Se il paranoico — il cui esempio estremo è rappresentato dalla sindrome distruttiva di Hitler — ne è ossessionato al punto di volerlo annientare, lo schizofrenico se ne fa sbranare.

 

RECALCATIRECALCATI

Ciò vale anche per il rapporto con l’oggetto, cui Lacan si dedica dopo gli anni Cinquanta, interrogando la doppia figura della melanconia e del feticismo. In ciascuno di essi il soggetto si perde nell’adorazione estatica dell’oggetto. Alla pretesa innocenza del soggetto paranoico, corrisponde l’immaginaria colpevolezza del malinconico, che si richiude in se stesso, come il protagonista della Nausea di Sartre (che doveva appunto intitolarsi Melanconia) o il personaggio della Tana di Kafka.

 

Scollegato dal linguaggio dell’esistenza, non gli resta che la pura ripetizione di una vita denudata di senso. Delirio paranoico, corpo schizofrenico ed esperienza melanconica sono le tre diverse declinazioni di una psicosi che ha sempre alla base la rottura della relazione triangolare tra desiderio, godimento e legge. Allorché il godimento si emancipa dalla legge, travolgendo anche il desiderio, il soggetto ne resta schiacciato, perdendo la capacità di simbolizzazione. Quando, al contrario, è la legge a occludere il godimento, il soggetto resta sacrificato a una divinità oscura e dispotica.

massimo recalcati massimo recalcati

 

Nel Seminario VII di Lacan, Sade e Kant portano all’estremo queste due opzioni, facendosi l’uno l’ombra rimossa dell’altro. Questo abbinamento enigmatico costituisce forse il vertice dell’intera opera di Lacan — il punto in cui il segreto che essa sembra celare lascia trasparire la sua verità. Entrambi, Kant e Sade, seguono un imperativo incondizionato, assegnandogli un significato universale. 

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…