alessandro di battista

FRICCHETTONE A CINQUESTELLE - NEL SUO LIBRO “A TESTA IN SU”, ALESSANDRO DI BATTISTA CI RIFILA UNA MISCELA DI TERZOMONDISMO, SUGGESTIONI LATINOAMERICANE E PAUPERISMO ANTICAPITALISTA - LA RECENSIONE DEL “CORRIERE”: “VIENE DA PENSARE CHE IL VIAGGIO A TESTA IN SU SIA UN PROGRAMMA DI GOVERNO PER UN'ITALIA SIMILE ALL'AMERICA LATINA”

A TESTA IN SU - ALESSANDRO DI BATTISTAA TESTA IN SU - ALESSANDRO DI BATTISTA

Massimo Franco per il Corriere della Sera

 

Una miscela di ingenuità, faccia tosta e passione. Con dosi massicce di terzomondismo latinoamericano; nostalgia per una sobrietà declinata in senso pauperista e anticapitalista; e uno sguardo al sistema italiano e occidentale venato da una profonda sfiducia di fondo e da una gran voglia di scardinarlo. Il viaggio A testa in su di Alessandro Di Battista, dirigente del Movimento 5 stelle, in bilico tra le foreste dell' Amazzonia e gli scranni di Montecitorio, è un manuale di antropologia grillina.

 

alessandro di battistaalessandro di battista

Serve a capire quali bisacce culturali quella che aspira a essere la nuova classe politica del nostro Paese si porta sulle spalle; e dove presumibilmente potrebbe portare l'Italia se un giorno vincesse. In realtà, in questo saggio la politica sembra solo un pretesto per parlare di altro. Il vero amore che Di Battista dichiara è per i mesi trascorsi nei Paesi più poveri e a contatto con la natura, e per una frugalità ostentata come modello di vita.

ALESSANDRO DI BATTISTA 2aALESSANDRO DI BATTISTA 2a

 

Le tribù maya, il girovagare lungo le strade della Patagonia scandito da autostop, giacigli di fortuna, incontri con l' umanità più varia. E l'ambizione, ma forse sarebbe meglio dire la strategia, di vivere alla giornata. «Pensare all' oggi è un atto più rivoluzionario di quanto si possa credere», scolpisce. Le peregrinazioni in America centrale hanno convinto Di Battista che il lavoro non è un valore, perché «è la vita che nobilita l'uomo, non il lavoro».

ALESSANDRO DI BATTISTA SERVE LE PIZZE ALESSANDRO DI BATTISTA SERVE LE PIZZE

 

È questo il suo universo, attraversato da qualche prevedibile infortunio, tipo ritrovarsi a aspettare ore mentre fa inutilmente l'autostop a Cuba, isola del comunismo postumo dove notoriamente le automobili sono merce rarissima. Ma nel suo libro on the road anche quando sta a Roma e torna tra le braccia accoglienti della famiglia e dei cappuccini della madre servitigli a letto, Di Battista fa capire forse senza volerlo la genesi del movimento di Beppe Grillo.

alessandro di battista alessandro di battista

 

Per lui, l'incontro con Gianroberto Casaleggio, il cofondatore dei Cinque Stelle, è stato un'illuminazione. Casaleggio lo ha tolto dall'anonimato e dalla condiscendenza sprezzante di alcuni giornalisti ai quali cercava di mostrare i suoi reportage sul Sud America. Gli ha dato soddisfazione e ha riconosciuto la sua identità alternativa. Ha inserito le esperienze da «fricchettone con lo zaino in spalla», come Di Battista si definisce in un passaggio per negare di esserlo, in quel grande magma antisistema che, in Italia come in altre nazioni dell' Occidente, si propone come alternativa allo status quo.

ALESSANDRO DI BATTISTAALESSANDRO DI BATTISTA

 

È difficile costruire un' identità tradizionale intorno a Di Battista. Il suo pantheon è fatto di studi e di riferimenti eclettici, frammentati, segnati da un ignaro individualismo. Quando caricava maiali sui traghetti sul Rio delle Amazzoni, si vedeva stanco ma felice. «Pensavo che nulla fosse impossibile, che sarei potuto diventare quel che volevo, uno scrittore, un viaggiatore perenne o, perché no, un deputato della Repubblica…».

 

Anche se afferma di non credere alla democrazia parlamentare ma solo a quella diretta. E addita i legami tra alcuni uomini politici e banche d' affari internazionali come conferma di un sistema bacato e eterodiretto. Fa un ritratto di Giorgio Napolitano che non salva nulla dell'ex capo dello Stato, reo di avere nominato tre presidenti del Consiglio non indicati dal popolo: Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi. Bolla il servilismo dei giornalisti, scottato dalla sua esperienza personale. Non è sfiorato da nessun dubbio sulla natura del movimento di Grillo e Casaleggio.

 

ALESSANDRO DI BATTISTAALESSANDRO DI BATTISTA

Ma riflette perfettamente la rabbia e la frustrazione di pezzi di opinione pubblica verso tutto quello che, a torto o a ragione, è visto come classe dirigente. Da questo punto di vista, Di Battista è molto «moderno». Rifiutando qualunque etichetta di destra o di sinistra, scolpisce che il vero spartiacque della politica di oggi e del domani sarà «tra sovranità e privazione dei diritti. Tra chi si china e chi cammina a testa in su. Tra chi crede alla democrazia diretta e chi ritiene che quella rappresentativa sia democrazia».

 

Al fondo, rimane la sensazione di un ex giovane inquieto che sembra invidiare la vita semplice dei suoi eroi campesinos e detesta la complessità del mondo; che non ha la tv a casa ma ci va con un certo autocompiacimento. Al punto che viene da pensare che il viaggio A testa in su sia un programma di governo per un' Italia sempre più simile all' America latina. Non per responsabilità di viaggiatori alla ricerca di qualcosa come Di Battista, ma di chi sta rischiando di renderli preferibili al cinismo e all' incompetenza imperanti.

ALESSANDRO DI BATTISTAALESSANDRO DI BATTISTA

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLE DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DI AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”