LA “CUPOLA DEI PISTAROLI” - I GIORNALI HANNO L’ORDINANZA SU MAFIA CAPITALE E POTREBBERO ATTINGERE A UN MATERIALE SCONFINATO, EPPURE I QUOTIDIANI PUBBLICANO OGNI GIORNO LE STESSE COSE - CI SI METTE D’ACCORDO O QUALCUNO SUGGERISCE?

1. “RAGAZZI, CHE SPIZZIAMO OGGI?”

Da "il Foglio"

FIORENZA SARZANINIFIORENZA SARZANINI

 

Ci sono le inchieste di Lirio Abbate, ci sono gli scoop di Luigi Ferrarella, ci sono le notizie in esclusiva di Fiorenza Sarzanini e di Carlo Bonini (quando non fanno il romanzo criminale), e c’è poi soprattutto la colata uniforme delle intercettazioni che riempiono la cronaca giudiziaria: stessi titoli, stesse parole, stesse fonti di procura e polizia a suggerire su cosa puntare, quali dettagli è meglio scegliere tra le migliaia e migliaia di pagine.

 

Così su tutti i giornaloni. A reti unificate. Le carte da cui attingono le cronache giudiziarie in questi giorni sono un marasma, una sconfinata distesa di oltre sessantamila pagine, otto gigabyte di materiale. Il file, che gli inquirenti hanno fatto avere a tutti, circola nelle redazioni solo su hard disk o su una pennetta usb tanto è mastodontico.

 

E si presenta suddiviso in due cartelline: la prima conta 378 file, la seconda 97. E dentro c’è di tutto: le informative dei Ros, le intercettazioni, i verbali, le pagine del pentito Roberto Grilli, i risultati d’indagine sui camorristi del clan Senese, ovviamente anche le duemila pagine dell’ordinanza della procura di Roma sulla cosiddetta “Mafia capitale”.

carlo bonini carlo bonini

 

Tutto. Di fronte alla vastità stordente di questo materiale giudiziario a disposizione di ogni cronista di ogni giornale, sorprende che proprio negli stessi giorni ogni cronista di ogni giornale pubblichi le stesse cose. E’ come se i ragazzi della giudiziaria si mettessero d’accordo, o come se qualcuno suggerisse: “Oggi facciamo uscire Alemanno che porta le valigie piene di soldi, domani diamo le feste dei vip, dopodomani pubblichiamo quelle chiacchierate sugli stipendi ai politici corrotti”.

 

Niente di particolarmente nuovo o grave, si dirà. E’ infatti il vecchio meccanismo del lavoro in pool, dei giornalisti associati, come ai tempi di Mani pulite. Di fronte a tanto materiale, mettersi d’accordo e chiedere agli inquirenti su cosa bisogna puntare, “cos’è più interessante?”, “cosa mi suggerisci di spizzare oggi?”, è un modo per superare la difficoltà di leggere e di scegliere. Ed è sempre il potere, in questo caso giudiziario, che ti dà le notizie. Piccolo calendario, dimostrazione per tabulas: Mercoledì 3 dicembre. Siamo appena all’inizio della campagna sul “cupolone mafioso”.

 

lirio abbate lirio abbate

Le carte sono appena arrivate. Ci sono i pezzi di De Cataldo, su Repubblica, e di Bianconi sul Corriere, c’è un’aria tutta letterario-esplicativa. Nelle redazioni devono ancora prendere le misure. Si parte l’indomani. E si farà sul serio. Giovedì 4 dicembre. Si comincia. Tutti insieme appassionatamente. E’ il giorno degli stipendi dei corrotti. Vengono tirate fuori dalle carte, da tutti i giornali, le stesse cose. Ecco dunque il Corriere: “Case, versamenti, stipendi fissi. Il manuale delle tangenti”.

 

Ed ecco la Stampa: “La holding con il tariffario per i corrotti”. E Repubblica, anche lei: “Nel libro mastro della cupola i doppi stipendi dei politici”. Stessi nomi. Stessi virgolettati. Quasi stessi titoli. Venerdì 5 dicembre. Si produce una notizia fresca, fuori dalle carte. Parla infatti la segretaria di Buzzi.

 

Oggi le intercettazioni passano in secondo piano. Si fa giornalismo. Repubblica prende il buco da Stampa e Corriere. Sabato 6 dicembre. Molto Ros dei carabinieri, molti soldi e contributi versati a fondazioni e comitati elettorali. Ma soprattutto molte feste, calciatori, stelline della tivù. Ecco Repubblica: “Calciatori, cantanti e presentatori tv. Quelle star in fila a chiedere favori al boss”. Ed ecco il Corriere: “Le feste, i favori a calciatori e star”.

Luigi FerrarellaLuigi Ferrarella

 

E infine la Stampa: “Dal doping alla protezione. Divi della tv e calciatori si rivolgevano a De Carlo”. Nemmeno una sbavatura nell’imprevisto. Domenica 7 dicembre. La Repubblica ha una storia sua, di Carlo Bonini: “Il segreto tra Carminati e l’uomo di Alemanno. Quella maxitangente al deputato senza nome”.

 

Bonini balla da solo. Ma Corriere e Stampa fanno insieme. Pescano le stesse intercettazioni, lo stesso giorno tra le migliaia. E infatti. La Stampa: “L’ex capo di gabinetto di Veltroni faceva affari con Buzzi. I soldi li depositava all’estero”. Il Corriere: “Trovati anche i conti in Svizzera”. Fotocopie. Lunedì 8 dicembre. E’ il giorno di Alemanno con le valigie di soldi in Argentina. Repubblica: “Le confidenze della banda sulle trasferte di Alemanno”.

 

Giuseppe Pignatone Giuseppe Pignatone

Il Corriere: “Gli intercettati: ‘Alemanno ha portato contanti in Argentina’”. Anche la Stampa, lo stesso giorno, pubblica le stesse intercettazioni. E infatti: “L’ex sindaco al centro delle telefonate”. Martedì 9 dicembre. Ieri. Hanno deciso di occuparsi degli aspetti “internazionali” della faccenda.

 

E’ la giornata di “novità dal vicariato”, frase totemica di tutti i pezzi. Repubblica e Corriere pubblicano un’intercettazione tra Luca Odevaine e Tiziano Zuccolo, camerlengo dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento. Ecco dunque Repubblica: “Da Londra alle Bahamas, il business internazionale di Mafia capitale”. E il Corriere: “Terreni, conventi, case a Londra”. Stavolta è la Stampa a non essere stata avvertita. Ma oggi si recupera di sicuro. Il meccanismo ha delle imperfezioni, ma anche una regola.

 

2. ERRORI DELLA STOMPA

Da "il Foglio"

 

Ecco il titolo di Rep.: “Da Londra alle Bahamas, il business internazionale di mafia capitale”. Ammazza. Andiamo subito a leggere Bonini. “Un fiume di denaro”, “le indagini di Bankitalia”, “gli appalti”, i ristoranti ai Parioli, e la figura “chiave”, Stefano Massimi, che nel 2012 “movimenta in modo anomalo 435 milioni di euro”. Eccoli i soldoni del business senza business, finalmente! Poi leggiamo però la Sarzanini sul Corriere e i milioni di euro diventano lirette. Spiccioli. E delusione.

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