
MAX, SEI UN MITO! – IN 85 MILA SI SONO RITROVATI ALL'AUTODROMO DI IMOLA PER CELEBRARE I 30 ANNI DI CARRIERA DI MAX PEZZALI – IL CANTANTE È ARRIVATO FACENDO UN GIRO IN PISTA IN SELLA ALLA SUA HARLEY: “È UN PO' COME SE CERTE CANZONI FOSSERO DIVENTATE PATRIMONIO DI TUTTI, COME SE L'ADOLESCENZA FOSSE UN'IDEA GENERALE, UN SENTIMENTO CONDIVISO” – L’OMAGGIO AD AYRTON SENNA, CON IL BRANO DI LUCIO DALLA, E L’ELOGIO DEGLI OASIS: “LA MIGLIORE BAND, SAREBBE BELLO SVEGLIARSI ED ESSERE NOEL GALLAGHER” – VIDEO
Estratto dell’articolo di Luca Bortolotti per “la Repubblica”
Scorre piano piano il traffico sulla A14, arrivando a posti che il giovane Max Pezzali bigiando la scuola sul cinquantino mai avrebbe pensato di raggiungere.
Imola, l'autodromo Enzo e Dino Ferrari, tempio dei motori e dei concerti storici, 85 mila persone e il pubblico più ampio della sua carriera a 33 anni dall'uscita di Hanno ucciso l'uomo ragno.
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«Che emozione pazzesca entrare in questo luogo per me leggendario, e farlo con un giro in pista in Harley poi già mi sarebbe bastato», brillano gli occhi a Pezzali.
Nel ciclo dell'eterno ritorno del mondo 883 Con un deca è suonata due volte, in apertura e chiusura. Semaforo verde alla festa nemmeno tanto metaforico, la narrazione del paroliere della provincia anni 90 ha sempre badato al concreto e a immagini dirette.
Anche quando quell'apparente leggerezza che non fa rima con superficialità si mescola col dolore intimo di Cumuli che Pezzali suona per la prima volta dopo trent'anni. «Non avevo capito l'impatto che aveva avuto sulle persone, la cantavo nelle discoteche e allora era un tema delicato». […]
E ce l'ha fatta, eccome, Pezzali, «quando i numeri sono esplosi mi sono sorpreso, la spiegazione è che la gente che viene si diverte, e a me piace farla divertire».
La rivalutazione dell'epoca 883 anticipa la serie tv, mezzo milione di spettatori negli stadi negli anni prima che andasse in onda. «Questa cosa era già partita ma la serie, a cui parteciperei se me lo chiedono, l'ha resa interessante a chi era meno attento a questo ritorno», resta umile Pezzali come sempre, nelle sue storie di amici, musica, calcio, motori, di cose non indispensabili che danno senso a una vita.
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Anche davanti a 85 mila persone, tante come mai ne ha trovate davanti a sé, Pezzali conserva l'aura dell'uomo della porta accanto, i genitori in prima fila nella terrazza ospiti mentre sul paddock ci sono persone d'ogni età, ma la fascia 30-40 la fa da padrona.
«È un po' come se certe canzoni fossero diventate patrimonio di tutti, come se l'adolescenza fosse un'idea generale, un sentimento condiviso che si trasmette indipendentemente dai riferimenti specifici: se non sai cosa sono i Roy Roger's, ne Gli anni cogli lo stesso la malinconia del tempo che passa. Il motto è Max 4ever non perché io durerò per sempre ma perché spero restino le canzoni».
Eccoci allora nel 2025 a cantare ogni dettaglio delle vicende narrate da Pezzali, che parlano di un mondo che non esiste più: non è possibile smarrirsi verso casa di Dio quando ognuno ha in tasca un navigatore, né fare una vasca in centro la domenica tra uomini alle radioline con mogli scocciate di fianco, al massimo si staranno lamentando del buffering di Dazn.
E poi la domenica pomeriggio non gioca quasi più nessuno. Non è più domenica nemmeno da quando Senna non corre più, come canta Cremonini che qui suonerà l'estate prossima. Un sogno infranto tra le curve di questo autodromo, «la morte di Senna fu una linea di demarcazione per la mia generazione in anni in cui la F1 era centrale nelle vite dei ragazzi».
Per omaggiare Ayrton, Pezzali intona alcune note dell'omonimo brano di Lucio Dalla. Da Pavia a Imola a Bologna a Maranello, sugli schermi le frasi di Enzo Ferrari. Passando da Bergamo, con l'ingresso di Riccardo Zanotti dei Pinguini tattici nucleari, duettando su Bottiglie vuote scritto assieme.
Con un deca non si poteva andare via allora, figurarsi oggi. Ma mentre dal palco piovono coriandoli, dall'autodromo è il momento di andar via. Verso questa corsa senza traguardo che è la vita, che qualche premio al checkpoint sa regalarlo. Anche se non potrà realizzare il sogno di Max, che da figlio degli anni 90 non può non citare la reunion degli Oasis: «La migliore band, sarebbe bello svegliarsi ed essere Noel Gallagher».