mostra londra

“YOU SAY YOU WANT A REVOLUTION?” - UNA MOSTRA AL VICTORIA & ALBERT MUSEUM DI LONDRA RACCONTA ATTRAVERSO LA MUSICA LA "RIVOLUZIONE" DELLA CONTROCULTURA GIOVANILE CHE AVREBBE PORTATO AL ’68 - LA CREATIVITA’ SPONTANEA E LA CARICA LIBERTARIA DI QUEGLI ANNI FURONO BEN PRESTO SOPPIANTATE DAI FURORI IDEOLOGICI ANNI '70 - VIDEO

 

Alessandro Beltrami per Avvenire

MOSTRA LONDRA 8MOSTRA LONDRA 8

Prima del 1968 venne il 1967 e la californiana Summer of love. Ma prima di tutti venne il 1966. L' anno in cui in Europa prese avvio la "rivoluzione" della controcultura giovanile - in perfetta coincidenza con quella culturale lanciata da Mao in Cina. Accadeva mezzo secolo fa, e da allora non ha cessato di crescere nel racconto mitologico: di chi c' era e di chi vorrebbe esserci stato.

 

I fabulous Sixties e la Swinging Londonsono al centro di "You say you want a revolution? Records and rebels 1966-1970" in corso fino al 26 febbraio al Victoria & Albert Museum di Londra. La mostra decide, non a torto, di seguire l' evoluzione di quei cinque anni fatidici attraverso la musica: quella che in Italia era definita "leggera", ma che ha avuto un peso determinante nel definire e nel propagare nuovi modelli culturali perché capace di aggregare, di veicolare messaggi, di essere accessibile (tanto nella fruizione che nella creazione), di creare un immaginario.

 

Sono gli anni in cui i Beatles raggiungono l' apice creativo, da RevolveraSgt. Pepper' s fino allo scioglimento proprio nel 1970, dell' esplosione dei Rolling Stones, della psichedelia dei Pink Floyd, e oltreoceano di fenomeni molto diversi come Bob Dylan e i Velvet Underground. Sono gli anni in cui l' avanguardia, artistica e musicale, incontra la cultura di massa, ma anche quelli in cui si manifesta un nuovo difficile rapporto con la realtà, ormai ridotta a manipolazione di immagini, ben raccontato nello stesso 1966 da Blow Up di Michelangelo Antonioni.

MOSTRA CONTROCULTURA GIOVANILE LONDRA 2MOSTRA CONTROCULTURA GIOVANILE LONDRA 2

 

Sono gli anni delle droghe, dell' espansione artificiale della coscienza, della "liberazione sessuale", delle proteste antimilitariste ma anche quelli in cui nasce la moda come la conosciamo oggi, con il volto iconico di Twiggy. È un mondo fatto di musica, di forme fantastiche e kitsch, di colori sgargianti, dove un' allegra, anarchica follia sembra essere la sola legge: il trionfo del "paese delle meraviglie" di una Alice eletta a eroina lisergica, una Feast of Foolspermanente, di certo choccante in una Londra, popolata da inappuntabili uomini in bombetta e ombrello, che a vent' anni dalla fine della guerra era ancora nera di macerie e di secolare fuliggine.

 

Per riportarli in vita il Victoria & Albert Museum allestisce un percorso rutilante, tra centinaia di copertine di vinili (veicolo attraverso cui una innovativa concezione della grafica si diffonde in modo pervasivo), poster, pubblicità, abiti e costumi (compresi quelli originali di Sgt. Peppers), decine di filmati d' epoca, le chitarre (intere e distrutte) di Jimi Hendrix, la scaletta originale di Woodstock, l' autografo del testo di Lucy in the Sky with Diamonds... Reliquie per un popolo nostalgico in pellegrinaggio, servite dalla liturgia di una colonna sonora che ti segue passo passo (attraverso un avveniristico sistema di audioguide) con tutte le hit dell' epoca.

MOSTRA CONTROCULTURA GIOVANILE LONDRA 1MOSTRA CONTROCULTURA GIOVANILE LONDRA 1

 

«You say you want a revolution » cantavano i Beatles nel 1968, sul lato B di Hey, Jude: «Dici di volere una rivoluzione. Be', sai, tutti noi vogliamo cambiare il mondo». E il mondo fu cambiato? I curatori della mostra sottolineano come molti dei temi che caratterizzano la contemporaneità si sviluppano proprio in quella fase: il problema di una coscienza ambientale, l' emancipazione femminile e i diritti degli omosessuali, la tecnologia informatica - con i primi personal computer e internet, nato nelle "comuni" californiane - ma anche il consumismo.

 

A mezzo secolo di distanza non tutto appare vera gloria. Ad esempio, l' iconografia femminile della "liberazione sessuale", dai poster al costume di Paco Rabanne per Barbarella, più che protofemminista oggi sarebbe giudicata decisamente sessista. Ma è soprattutto il concetto di "rivoluzione" a essere intrigante.

 

Nata come fenomeno urbano, spontaneo e giovanile, da una parte questa "rivoluzione" da underground si trasforma ben presto in fenomeno commerciale, cavalcato da discografia, moda e mass media, normalizzata in categoria merceologica per la società di massa. Dall' altra segue il ciclo vitale e naturale di ogni rivoluzione, a partire dal fatto che il suo essere antiborghese ha origini (e intellighenzia) borghesi.

 

WOODSTOCK MOSTRA LONDRAWOODSTOCK MOSTRA LONDRA

Come ogni rivoluzione, muove da una minoranza che diventa massa critica a livello di opinione e visibilità. L' ideologia si impadronisce del sincero empito liberatorio, che si sclerotizza in ortodossia antilibertaria. Dopo il 1966 viene l' estate dell' amore, l' autunno del 1968 e l' inverno di piombo degli anni '70.

 

L' irresponsabilità gioiosa si spegne negli scontri di piazza, nel libretto rosso di Mao portato in processione, ai fiori nei cannoni si sostituiscono le rivoltellate della polizia e le molotov dei manifestanti, da coetanei a coetanei. Le droghe da libertà diventano una schiavitù, gli incendiari finiscono pompieri (Eldridge Cleaver, leader delle Black Panthers, qui fotografato assiso sul trono di vimini tra pelli di leone, finì la sua carriera come repubblicano conservatore).

 

MOSTRA LONDRAMOSTRA LONDRA

La rivoluzione si fa permanente a posteriori nel suo racconto, si burocratizza trasformandosi in mito. Imagine, avrebbe cantato John Lennon nel 1971. Dalla volontà di cambiare il mondo si passava ormai ad immaginarlo soltanto, proiettato in una utopia crepuscolare. Il foglietto bianco con il testo originale, reliquia delle reliquie con cui si chiude la mostra, appare come il segno della resa.

MOSTRA LONDRAMOSTRA LONDRA

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?