51 SFUMATURE DI MUGHINI – “MARCHIATO COME UN LEBBROSO DALLA SINISTRA DOPO QUEL LIBRO, ‘COMPAGNI ADDIO’ (1987), IN CUI AVEVO RAGIONE DALLA A ALLA Z” – ‘OGGI È KATE MOSS CHE MI AIUTA A CAPIRE IL MONDO”

Aldo Cazzullo per "Il Corriere della Sera"

«Trenta e più anni fa avrei chiesto a un eventuale commensale se preferiva quelli di destra o quelli di sinistra, e il Vietnam e la Cina e la caduta del muro di Berlino...». Ma quei tempi sono remoti: oggi «ci toccano non più le contese tra Enrico Berlinguer e Bettino Craxi, bensì le dirette streaming del marzo 2013 in cui il segretario del Pd - l'incarico che fu di Palmiro Togliatti - non aveva più da fronteggiare Giuseppe Stalin ma due ragazzotti del Movimento 5 Stelle, ai quali tutt'al più avrebbe dovuto dire di andare a spegnere la luce prima di abbandonare la sala. È la politica del terzo millennio, bellezza».

Oggi il parametro con cui Giampiero Mughini invita e giudica i suoi ospiti è molto cambiato: «E invece se all'eventuale mio commensale piace o no Kate Moss, e perché gli piace, e con quali parole racconta i suoi zigomi e tutto il resto, quello sì mi aiuta a capire che tipo ho di fronte».

Va da sé che Kate Moss a Mughini piace moltissimo, quasi come la Brigitte Bardot cui dedicò un libro bello e devoto: «Lì dove la fine del Novecento si frange contro lo sciagurato debutto del secolo che stiamo vivendo, alla latitudine malcerta tra i due millenni, è come appostata sovrana una donna eccitante e inafferrabile, i cui occhi avvampano continuamente sui giornali di tutto il mondo a raccontarci che vivere è doloroso ma ne vale la pena.

"Oh!, come provvista di occhi!" avrebbe scritto di lei il nostro Carlo Emilio Gadda. Una donna che zigzaga tra fragilità e impudenza, tra l'esibizionismo più smaccato e i silenzi più accurati. E meno lei dice a confermare o smentire quanto sia intenso il demone femminile di cui trabocca, e da cui ciascuno di noi contemporanei viene minacciato o esaltato, meglio è.

"Non dare mai spiegazioni" le suggerì il suo primo lover, Johnny Depp». E ammesso, aggiunge Mughini, che le spiegazioni tra uomo e donna servano a qualcosa: «In uno degli ultimissimi romanzi di Philip Roth, una mattina e all'improvviso una lei quarantenne dice a un lui sessantacinquenne che è finita. "Finito cosa?" lui risponde. "Questo", e altre spiegazioni tra loro non ce ne saranno e non servono. Tra loro due e d'ora in poi l'unica verità possibile è il silenzio».

Dell'ultima opera di Mughini, Una casa romana racconta. Libri donne amici perduti, le tracce di una vita , appena pubblicato da Bompiani, non si può teorizzare; si deve narrare. Il filo narrativo è tenuto insieme da un luogo, il villino alle pendici di Monteverde dove l'autore abita da dieci anni.

In realtà il volume è un flusso di coscienza che parte dalla tragedia degli ebrei romani e conduce nella biblioteca, da cui Mughini sceglie a beneficio del lettore «i 51 libri italiani più belli degli ultimi cento anni», da Italo Svevo a Maurizio Cattelan; dove il numero 51 non è casuale ma polemico con «quel cinquanta sfumature di grigio che funge da titolo di un recente libraccio che nella mia biblioteca non metterà mai piede in qualsivoglia edizione».

Le pagine sulla razzia del 16 ottobre 1943 - e in particolare sulla sorte della famiglia Sabatello, padre madre e tre figli, che abitava a pochi metri dalla «casa romana» che dà il titolo al libro - sono scabre e bellissime. Come lo sono i passaggi subito successivi, in cui l'autore accenna a due grandi dolori della sua vita, l'addio a una donna che meritava di essere amata e l'addio detto tanti anni prima alla madre, di cui sono raccontate con brevi tratti fenogliani la malattia e la morte.

Ma Mughini è talmente bravo che riesce ad appassionare pure a un argomento che chi scrive considera un binario morto della storia, vale a dire la Bologna del 1977, di radio Alice, di Bifo; beninteso, a interessare l'autore non sono le dispute ideologiche ma le novità di linguaggio, di comunicazione, di grafica che germinano alla fine degli Anni Settanta, in particolare con i disegni di Stefano Tamburini e Andrea Pazienza, due giovani vite uccise dall'eroina (mentre Francesca Alinovi veniva accoltellata a morte da un amante forse rintracciato forse rimasto misterioso).

Ogni tanto affiora uno degli oggetti preziosi che compongono quello che i suoi amici chiamano il «Muggenheim»; perché la «casa romana» è anche un museo che, com'è scritto sulla parete d'ingresso, «onora Gaetano Pesce, Leonardo Sciascia, Ico Parisi, Giuseppe Prezzolini, Bruno Munari, Andrea Pazienza, Alessandro Mendini, Beppe Fenoglio, Giorgio Caproni». E il flusso di coscienza si conclude con il ricordo di un'amica lontana, Maria Giulia Minetti detta Gella, un tempo carissima e poi perduta sull'onda della polemica accesa dal libro di Mughini dell'87, Compagni addio.

E se in passato altre pagine dell'autore parevano un grido di richiamo alla sua generazione, oggi l'atmosfera della «casa romana» è quella di una orgogliosa solitudine. «Quando è morta Gella, è apparso sulla Repubblica un ricordo di noi tutti che le eravamo stati amici e colleghi. Nomi tutti che nel frattempo mi sono divenuti remoti, e io a loro remotissimo immagino.

Era un altro millennio, un altro mestiere e nessuno di noi ha più trent'anni, e s'è fatta dannata la sproporzione tra l'entità dei ricordi e l'entità del presente che stiamo vivendo, anche se oggi più nessuno toglie il saluto a chi scrive un libro irriguardoso nei confronti della sinistra e delle sue sciccherie. Quel che invece è capitato a me, di essere marchiato da quel libro, dove avevo ragione dalla a alla zeta, più che se fossi stato condannato per una qualche frode fiscale».

 

Giampiero Mughini e Anselma Dall Olio Giampiero Mughini Giampiero Mughini MUGHINI LIBROCisnetto e Mughini ROBERTO ARDITTI MASSIMO TEODORI FRANCESCO FANTI GIAMPIERO MUGHINI

Ultimi Dagoreport

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO

donald trump

COME STA IN SALUTE DONALD TRUMP? DOPO LE FOTO HORROR DELLE CAVIGLIE FORMATO ZAMPOGNA DEL PRESIDENTE, ANCHE NEGLI STATES INIZIANO A FARSI DELLE DOMANDE - C’È UNA CORRENTE DEL PARTITO DEMOCRATICO, VICINA A BERNIE SANDERS, CONVINTA CHE LA SALUTE DI TRUMP SIA PIÙ TRABALLANTE DI QUANTO I MEDICI DELLA CASA BIANCA NON VOGLIANO AMMETTERE. I PUGNACI DEPUTATI DEM STAREBBERO VALUTANDO DI CHIEDERE L’ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE MEDICA INDIPENDENTE PER VALUTARE LE REALI CONDIZIONI DEL PRESIDENTE… - TRA INSUFFICIENZA CARDIACA E DEMENZA SENILE, SUI SOCIAL I COMPLOTTARI MORMORANO: "QUALUNQUE COSA NASCONDA, STA PEGGIORANDO"

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?